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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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« MIX ESPLOSIVO: NOIA E GIOCO | E' UNA PROMESSA O UNA MINACCIA? » |
Da gennaio di quest'anno, sono tornate alla carica le impiegate giapponesi. Questa volta sono molto più determinate e se la protesta sollevata qualche tempo fa contro i tacchi alti da esibire in ufficio, ebbe scarso successo, questa volta la situazione si spera possa generare risultati più vicini alle loro richieste. Grazie all'intraprendenza di Yumi Ishikawa che dopo aver tenuto sul posto di lavoro scarpe con un bel tacco alto, ha inscenato una protesta su Instagram dura e decisiva: è nato così il #Kutoo che nel giro di circa tre mesi ha raccolto migliaia e migliaia di adesioni: basta con l'obbligo aziendale di usare scarpe con tacchi scomodi che tra l'altro, lasciano ferite sul dorso del piede. Le donne giapponesi purtroppo non sono stangone e il tacco alto le aiuterebbe ad essere più presentabili sui posti di lavoro. Mi tornano in mente le famose battute di Massimo Catalano durante le serate in tv con Arbore: "Molto meglio una giornata di sole che una giornata di pioggia". La massima espressione dell'ovvietà, del banale, tanto da far arrossire il povere Lapalisse (cognome modernizzato) nella tomba! Chiaro che se ponessimo la domanda: "Le belle gambe di una donna, ne guadagnerebbero se posassero su tacchi alti?". Mi sembra ineluttabile la risposta, pertanto non discutiamo generalizzando: le donne giapponesi hanno ragione e i maledetti tacchi alti pretesi sul lavoro, non si possono sopportare!!!! Pertanto, avviato il #Kutoo, a proposito Kutsu in giapponese è la scarpa, la battaglia è partita e si è allargata pure: poiché non sono norme scritte e i risultati sono nefasti per le donne, si spera di portare la protesta ovunque sia possibile, specie in Asia; ma se si propagasse anche in occidente non sarebbe male. Io sono dalla parte delle donne giapponesi, hanno ragione da vendere e meriterebbero più rispetto! Resta tuttavia un discorso aperto, poiché ci sono donne che il tacco lo esigono e non lo mollano! In fondo è il tempo che depone a favore o a sfavore: ossia, se si deve calzare per sei/otto ore una scarpa con il tacco alto non credo che vi sia discussione. Se poi la voglia di tacco alto sia più contenuto per un tempo più ridotto, allora forse se ne potrebbe parlare. Noi maschietti siamo, credo e spero, tutti d'accordo con una affermazione lapalissiana: "Molto meglio ammirare un bel paio di gambe femminili ben piantate su tacchi da 15 cm.....o no?".
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