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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Tanta è la confusione, tante sono le incomprensioni e anche su certi orari e luoghi...deputati, ci sarebbe da discutere. Dopo il DPCM dell'altro giorno, sappiamo tutti come i locali pubblici abbiano subito una stretta vigorosa al loro orario di apertura e chiusura. Ebbene, il decreto avrebbe dovuto coinvolgere tutti indiscriminatamente e la legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma guarda un po' la fortuna, il ristorante della Camera non era coinvolto e si chiacchierava di un orario dalle 7 alle 21. Il partito della Meloni, venuto a conoscenza della attività straordinaria del ristorante, ha mosso un'interrogazione al Presidente Fico, affinché quel luogo fosse messo alla pari di tutti i locali pubblici senza distinzione. Mi sarebbe piaciuto osservare se FDI (stando al governo), avrebbe fatto comunque l'interrogazione preoccupandosi dei diritti e delle discriminazioni in atto. Tuttavia, Fico venuto a conoscenza del "qui pro quo", ha ritenuto giusto ribadire e stabilire che il locale interno rispettasse gli orari del DPCM, quindi una chiusura alle 18 come tutti in Italia. Bene, l'altra sera, al contrario di quanto stabilito, il ristorante con un sms comunicava alla "gentile clientela" (eufemismo sprecato) che avrebbe mantenuto un "orario mensa" dalle 19 alle 21. Embè, "fatta la legge, trovato l'inganno", poiché con il termine mensa si smantellava il dpcm contiano, in quanto le mense non rientrano nelle norme attivate: "O porcaccia miseria, ma allora stiamo giocando qui..." avrà pensato qualcuno sempre del partito meloniano. Nuovo avvertimento a Fico il quale improvvisamente lasciava il suo scranno pregiato e spariva dall'aula. Si reca a controllare la situazione e nota che il locale era chiuso, mentre all'interno c'era gente che cenava: magari in modo frugale, tipo...mensa dei poveri! Beh, tra un tira e molla e puntigliose raccomandazioni, alla fine il locale ha fermato i flussi: chi era dentro ha finito di mangiare e poi è andato via, mentre chi voleva accedere per farsi "un panino" (sic), ha dovuto rinunciare perché il locale doveva tassativamente chiudere. Altro che "magna, magna" qui siamo alla comiche di Villaggio e Pozzetto: un non capirsi, poiché come sempre accade alle istituzioni, si parla politichese e chi vuol intendere non intende, mentre altri intendono sì, ma male. Cari onorevoli, de magna' se magna', ma a panini dovete andare avanti e possibilmente, acquistati dalla salumeria all'angolo di Montecitorio. Sono molto buoni, provare per credere!
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