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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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LA RAI VEDE...ROSSO!
Ammettiamolo, anche se ci costa vittime, ci procura problemi e ci riporta alle condizioni gravissime di grandi crisi sociali e politiche vissute nel passato, il covid a qualcosa è servito, anzi a tempo debito, ricorderà a chi ne avrà bisogno, come la sua presenza violenta e tragica, sia servita a svelare, sgamare e portare alla luce, i vari "guasti" di questo paese con i quali abbiamo convissuto e per i quali mai si sarebbero prese misure necessarie e urgenti. Smascheriamo il carrozzone RAI, uno dei peggiori esempi insieme all'Alitalia, dove la politica ha sguazzato alla grande, dove gli amici e gli amici degli amici, si sono piazzati alla grande facendo crescere nell'anima del povero Checco Zalone, il fascino indiscreto del posto fisso! L'Alitalia ormai, per dna appartiene ancora all'Italia e resterà sempre un ricco baraccone per piazzare gli amici, mentre la RAI...pure! Ecco, questo virus ha procurato danni dappertutto, ha mietuto vittime che lamentano bilanci in rosso sin d'ora e difficilmente chiuderanno l'anno con un cambio di passo. Star sotto di milioni è un problema e venirne fuori rincarando il solito "canone" che da una mano a chi si impadronisce del giocattolo RAI, è un classico del recente passato: bastava ogni anno qualche ritocchino e via alla grande. Tra introiti pubblicitari e canoni corposi, la situazione era "sotto controllo", l'unica cosa per la quale gli italiani si siano sempre battuti, non era il canone da abolire o da far calare, ma l'invito all'ente di procurarci almeno buona qualità, servizio pubblico e soddisfazione generale. Quest'anno invece "grazie" al covid, lo sport e le trasmissioni sportive sono calate con lo share e si pensa già di mollare visto che altre emittenti, molto potenti e con tanti soldoni, hanno preso in mano il comando e gli ascolti depongono a loro favore. Invece, RAI5 e RAI Storia, potrebbero essere accorpati per ascolti bassi e poco redditizi. Troppo comodo mettere pezze a casaccio cari signori, noi paghiamo il canone anche e soprattutto per avere canali specifici e dedicati; RAI 5 offre un palinsesto che amano in tanti: opere liriche, concerti di musica classica, teatro e programmi culturali molto interessanti. RAI Storia ci insegna, ci informa e ci arricchisce il sapere, con trasmissioni riguardanti la storia in generale del nostro paese e del mondo. Certo, procurare 200/300 mila spettatori non è da primato, ma per questi specifici canali è abbastanza: è gente che vuole sapere, che si appassiona e quindi decide di saltare il trash dei canali che fanno audience, per starsene tranquilli e seguire trasmissioni più congeniali ai loro desideri. La smettano di pensare ai tagli e alle pendenze di canali che non rendono quanto vorrebbero i piani alti della RAI. Tagliassero invece i compensi eccessivi, cerchino di non imitare le tv commerciali e puntino sulla qualità. Siete servizio pubblico e come tali badate a proteggerci più che a salassarci. Basta con le produzioni esterne caratterizzate dal commerciale, basta con gli appalti alle società esterne che richiedono costi altissimi perché mangiano in tanti. Risparmiare si può, tagliare si può, smobilitare e azzerare canali fondamentali, non si può. Cultura e storia non si barattano e non si pesano su bilance fasulle che pendono solo dalla parte dello share e dei consumi pubblicitari. Sono canali per pochi intimi che pagano il canone e che meritano di essere rispettati per i loro gusti. E' in corso una petizione in tal senso, firmate: esigete i vostri diritti!
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