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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Su cento vie o piazze intestate a personaggi noti in tutti i campi della società, 7 sono intestate a donne, 93 sono intestate a maschi: nomi celebri, famosi, importanti, ma...maschili! Per quanto riguarda invece le statue distribuite generalmente nelle piazze, nei parchi o nei giardini pubblici, siamo ridotti peggio: quasi zero, ovvero, di ...donne ne parliamo in un prossimo futuro. Per onestà intellettuale, dobbiamo riconoscere che sul gap di genere la situazione è piuttosto grave. Quello dei nomi delle strade o delle piazze, tutte quasi al maschile, non è questione da trascurare, non si può accettare una cecità cronica come questa: non mi si venga a dire che non si riesce a trovare o pensare a nomi di donne che meritino di essere titolari di una piazza, di una strada o di una piccola statua posta a imperitura memoria da qualche parte. Il gap è bello largo, non è una linea sottile quindi, c'è pregiudizio da parte di chi dovrebbe occuparsene? Domani sarà la festa delle donna, c'è chi la festeggerà alla grande, chi se ne occuperà in modo sobrio e chi invece non sarà interessato alla festa ormai alla deriva per la grossa strumentalizzazione e per l'ingerenza commerciale insinuata dappertutto. Ahimè, l'altra notte a Milano v'è stato un blitz al femminile piuttosto sgarbato e poco signorile, il gruppo "Non una di meno" movimento molto attivo e invasivo, ha cambiato molti nomi delle strade o delle piazze milanesi, aggredendo le lastre che indicano appunto i nomi e poste agli angoli delle strade. Uno sfregio che dimostra come siano agguerrite le donne del movimento in cerca sempre di buone occasioni, per sollecitare e portare il problema all'attenzione dell'opinione pubblica e di coloro che non possono star lì a girare la testa dall'altra parte. Alcune vie, con l'aggiunta di piccoli manifesti sono diventati: Via Margherita Hanak, Rossana Rossanda, Tina Modotti e via dicendo. Sono nomi pesanti che meriterebbero l'intestazione, sono donne che hanno dimostrato il loro impegno sociale e professionale. Intendiamoci, il problema non riguarda solo Milano, tutto il paese è coinvolto e non tutti i comuni sono disponibili per questa conversione che aiuterebbe a dare risalto alle donne del nostro paese, meritevoli di attenzione e di memoria da parte dei cittadini. Non siamo a zero, si procede a piccoli passi e il blitz dell'altra notte voleva sollecitare e suffragare appunto l'apertura degli amministratori cittadini, per muoversi in tal senso in un prossimo futuro. Auguriamoci che vi sia interessamento anche se queste azioni "militaresche", blitz improvvisi e maliziosi, spesso trascendono e i risultati sono provocatori e poco condivisibili. A Milano l'altra notte, Via della Spiga, agendo su alcune lettere con tagli e cancellazioni, è diventata Via della Figa. Ecco, qua siamo oltre ogni moderazione e sobrietà. Inaccettabile gesto che mi auguro sia stato compiuto da un maschio, il che mi farebbe sentire più tranquillo.
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