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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Credo che Alessandro Gassmann si sia cacciato in una incresciosa e fastidiosa situazione, a causa di una delazione piuttosto severa, ma opportuna. Alcuni giorni fa ha notato che un vicino di casa, non sappiamo quanto vicino, avesse gente in casa per festeggiare qualcosa visto il clima festoso e rumoroso. Alessandro, come in molti sappiamo, è una persona civilissima e osservante delle regole: specie in questo ultimo anno di covid, è intervenuto sui tanti problemi correlati, per esprimere le sue idee circa il rispetto e l'osservanza di regole, norme e divieti. Non è uno che le manda a dire, parla con cognizione di causa, dice verità incontrovertibili e si assume in prima persona, la piena responsabilità di ciò che sostiene. Questa volta ha fatto la "spia", ha telefonato alla polizia per segnalare il mancato rispetto delle norme sull'assembramento in casa: una festa a Roma non era possibile organizzarla e quindi una trasgressione a tutti gli effetti. La polizia è intervenuta e sono scattate le salate multe previste. L'avesse mai fatto, la rete nella sua veste più odiosa e insopportabile, si è buttata a capofitto sull'accaduto, attaccando duramente e poco amichevolmente l'attore, accusandolo di essere una spia e un odioso delatore. Sono giorni che se ne parla, lui si difende come al solito e la storia per il momento non si placa. Ancor di più perché ora sono scesi in campo alcuni colleghi attori per difenderlo a spada tratta. La storia non è complicata, non ci sono risvolti articolati da analizzare e studiare per entrare nel merito. La domanda è semplice, diretta e chiara: "Hai denunciato un vicino, ebbene sei una spia, uno che fa male al suo prossimo senza pensarci su". Beh, lui sarà anche un prezzolato delatore, ma voi che avete scelto di contravvenire le ferree regole in vigore, siete venuti meno insultando la comunità e superando le buone ragioni civili e sociali. Molti sostengono che avrebbe fatto bene se fosse andato a parlare e cercare di convincere il vicino perché evitasse l'assembramento. Già e se lo menavano, o lo minacciavano di vendicarsi? Chi può mai sapere come reagisce una persona se venisse richiamata al rispetto della legge e degli altri? Quanti oggi per molto meno, tirano fuori coltelli o armi da fuoco e reagiscono senza pensarci su? Bella situazione vero? Si fa il proprio dovere da buon cittadino e sei mazzolato, c'è da sentirsi in pieno clima mafioso: se parli muori! Andiamo su, se veramente siamo giunti alle chiacchiere infinite, alle discussioni modello: "Finché capita agli altri, io la penso così", mentre se capitasse a me, io la penserei diversamente, allora non abbiamo una coscienza, un onore, uno stato sociale fermo, saldo e omogeneo come dovrebbe essere per tutti. Siamo bravi a parlare ma quando c'è da fare fatti concreti tutti a girare la testa dall'altra parte! Insomma, da che parte stiamo? Chi sbaglia? Chi denuncia e passa per una spia? Chi fa il proprio dovere, chi tenta di parlare con un colpevole e si becca una coltellata e/o una vendetta a posteriori? Per quello che stia accadendo, la moglie di Alessandro ha confessato la sua paura, magari i vicini sono brave persone e non c'è da temere una loro sortita in avanti, ma i leoni da tastiera che tipi sono? Minacciano o scherzano?
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