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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Se Sanremo è Sanremo e da tempo mostra i suoi limiti, ora abbiamo la certezza, nel caso ne avessimo avuto bisogno, che questo genere di manifestazione (i Festival), hanno già dato tutto e sono mutati nell'essenza del loro essere rappresentativi. L'ultima edizione dell'Eurofestival, andata in onda su RAI 1 sabato sera, ci ha rimbalzati indietro nel tempo, sembrava una puntata di "Giochi senza Frontiere": una sorta di festa paesana con un tifo pazzesco e telecomandato e una sfilza di esibizioni di cantanti con tanto di bandiere al seguito. Ma la musica non era universale? Non abbiamo sempre sostenuto che con la musica si va oltre le barriere e si abbattono frontiere e etnie diverse? Ma all'atto pratico, appartenere all'Italia o ad un'altra nazione, cosa cambia? Pensate veramente che i vincitori rappresentino un paese? E nel caso così fosse, cosa ci guadagna il paese? I Maneskin hanno vinto, bene, bravi, ma ritenete che la loro musica rappresenti un intera nazione? Hanno vinto loro e l'unico vantaggio che l'Italia ricava è l'organizzazione nel nostro paese dell'edizione del 2022. Pensate che sia un bene? Sapete cosa costa mandare in onda l'Eurofestival? Intorno ai 25/28 milioni di euro e poiché i soldi in questo momento e nel prossimo anno scarseggeranno come sempre, finirà per farci sprecare danaro e leccarci le ferite! Per me, gli organizzatori l'hanno fatto apposta: "Chi facciamo vincere questa volta? L'Italia dai, così si gratteranno loro la rogna". Non v'è nulla in questa manifestazione che interessi veramente il vasto pubblico, la RAI ha registrato un buon ascolto ma sappiate tutti che il contesto vero e proprio, è solo circense e non appartiene alla storia della musica nel vero senso della parola. Un coacervo di personaggi, numeri spettacolari e molto enfatizzati scenograficamente, ma la musica quella con la M maiuscola, c'entra poco e niente. Il rock è fuori discussione, nulla di nuovo sotto il cielo, il Rap...loro se la suonano e loro se la cantano, cosa resta, il melodico? Insomma, vogliamo convincerci che dietro tutto questo marasma, vi siano gli interessi di pochi che mettono su tutto 'sto ambaradàn solo per spettacolarizzare i loro numeri artistici e portarli alle vette dello spettacolo e dello showbitz? Amadeus è uno che è entrato con molta umiltà in RAI e oggi è personaggio vip con molto potere: la vittoria dei festival è studiata a tavolino, vincono personaggi destinati a soddisfare un certo mercato e la vittoria a Sanremo con quella all'Eurofestval, sono il risultato di quella "spinta" aleatoria ma concreta che il destinato "deve" ricevere. Amadeus è impazzito per la vittoria, così come i Ferragnez che hanno dato una spinta eccezionale sabato sera, muovendo e sollecitando tutti i loro follower a votare per spingere alla vittoria i Maneskin. Non a caso la Chiara, dopo la proclamazione, ha postato una foto sui social con il dito medio ben in vista e destinato a tutti coloro che non avrebbero puntato un soldo bucato sul gruppo italiano. Vi serve sapere altro? I ragazzi sono bravi? D'accordo! Piacciono ai giovani? D'accordo? Ma all'Italia tutta, piacciono o no? Per noi ragazzi anziani, c'è qualcosa? Contiamo anche noi con i nostri gusti retrò e poco aggiornati? La bella musica non ha confini e bandiere dicevo più su, bene allora, evitiamo il tifo perché qua non si tratta del nostro paese, hanno vinto i Maneskin, ma no l'Italia. Giusto per precisare, loro con i loro produttori, manager e i voti pilotati, noi con i nostri gusti da...cestinare. Ma sono i nostri e restano tali. Non so fino a quando ci saranno i Maneskin. Comunque a ciascuno il suo!
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