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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Questa foto datata, mostra l'angolo tra Via Sparano e Via Dante a Bari. Oggi non si presenta così: il centro è mutato, è diventato un salotto dove si passeggia e si fa shopping. Gli appuntamenti della nostra numerosa comitiva erano lì: "Ci si vede alla Laterza". L'angolo era tutto nostro, sostavamo per ore e tra frizzi e lazzi, si passava il tempo, si godeva del grande passeggio e a fine serata si decideva cosa fare...dopo. Ricordo una gag tra le più ricorrenti: "Signora...signora...signoraaa!", gridava a voce alta uno di noi e appena le donne si giravano credendosi chiamate, facevamo finta di discutere tra di noi: "Si ignora e si ignorerà sempre..." diceva uno al resto della comitiva. Perché vi ho raccontato questo siparietto ricorrente tra di noi? Perché Michele Ainis scrittore e costituzionalista italiano molto noto, ha scritto un libro molto curioso. La presenza in Italia di settantamila Presidenti. Domanda: "Presidenti di che?". Presidenti di "qualcosa" di pubblico. La prova? A Roma se fate il giochino che facevamo noi sessant'anni fa, con il "Signora...signora...", e chiamate a gran voce "Presidente ...presidente...", si girano mediamente quindici persone. Saranno presidenti sicuramente di qualcosa e questo piccolo esperimento dimostra come in Italia essere presidenti, specie nel pubblico, significa avere un posto fisso per tutta la vita! Ainis ha studiato la situazione, ha mappato le posizioni e alla fine abbiamo un presidente per ogni ottocento abitanti. Un paese che conta 200 mila metalmeccanici, 100 mila carabinieri, il professore non sbaglia definendo questa aspirazione radicata, "Vizio Nazionale" e se poi aggiungiamo a questi dati i dottori (di ossequio e no di laurea), si calcolano circa sette milioni di persone e se poi cominci a gridare per strada "Dottore...dottore" non li conti...in quanti si girano. Faccio bene io: quando qualcuno mi chiama dottore ossequiandomi, io replico con un sorriso: "No, mi spiace, io sono solo...infermiere!".
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