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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Occorreva il “LA” per accordare il problema e per questo, ci ha pensato la Preside del Liceo Linguistico di Lecce “P. Siciliani”, Vittoria Italiano. Non è un problema nuovo, si è accennato anche in passato al “Dress Code” degli studenti, un richiamo che poi nel tempo, non ha sortito grandi effetti. Ora c'è una nuova circolare che emessa dal liceo leccese, è stata già condivisa da altri istituti e ovviamente, il richiamo sarà esteso: è ora di inibire i ragazzi per le scelte dell'abbigliamento indossato a scuola: basta minigonne audaci, jeans strappati, abiti tipici da spiaggia, da discoteca ecc. ecc. E' il momento di offrire un aspetto dignitoso per la scuola, si richiede un abbigliamento consono al luogo e una certa dose di buon senso. Le argomentazioni e le motivazioni sono note e si indicano luoghi dove ovviamente ci si reca con abbigliamenti più seri e appropriati. Pertanto si richiamano gli alunni e gli insegnanti al rispetto delle regole che sono dettate dal buon senso, dall'educazione e dalla morale. Come reagiranno i giovani? Sembra che si parli di stracci, mentre sono in realtà abiti di un certo livello: un jeans strappato costa e se è griffato, ancor di più. Tutto l'abbigliamento dei ragazzi oggi è all'ultima moda e se viene rifiutata, per loro forse, non ci sarebbero grandi soluzioni accettabili! Resterebbe da indossare divise uguali (all'inglese), ma sono certo che basterebbe il buon senso di tutti per risolvere il problema.
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