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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Traggo spunto da un articolo, letto sul "Corriere", di Antonio Polito. Poiché sia deceduto un suo vecchio collega sin dai tempi in cui lavoravano insieme presso il giornale "La Repubblica", il buon giornalista, si è posto una domanda lecita e legittima poiché, conoscendo bene quanto fosse ateo/non credente il caro amico Mauro Bene, si è chiesto: "Dove si svolgeranno le esequie? In quale posto saranno i funerali?". In fondo, se una persona non crede e non si aspetta né il dono della resurrezione, né un posto in cielo, nei pressi del regno eterno, quali indicazioni avrà fornito ai suoi per eseguire l'ultimo viaggio e consentire a parenti e amici di salutarlo prima di lasciarsi definitivamente? Il buon Mauro ci ha pensato, non ha eluso il problema e alla fine, prima della dipartita, ha comunicato ai suoi parenti, dove avrebbe voluto che si riunissero gli amici per porgergli l'estremo saluto: in libreria! Avete letto bene, una libreria di Roma che lui e altri colleghi e amici, frequentavano spesso e volentieri, perché unti dalla stessa passione: i libri, la lettura. Del resto, una persona che abbia passato tanto tempo della sua vita in una libreria, non solo per comprare libri, ma per soffermarsi a chiacchierare con amici, trattenersi per sfogliare un libro, sedere per ascoltare una presentazione, un piccolo e raccolto convegno, insomma, sapete che in alcune librerie, si fa "cenacolo", ci si trattiene piacevolmente e si trascorre il tempo sfruttando le buone occasioni per il sapere e per il conoscere. Aggiungerei anche che per un non credente, anche il salutarsi prima di andar via per sempre, è un piacere farlo nel luogo a lui più congeniale.
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