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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Ancora morti sul lavoro, ogni giorno è una ferale notizia: seguo i tg, i social, spazzolo il web e puntualmente, incrocio la notizia che non vorrei mai leggere. Morti che si sommano ad altri in elenchi infiniti e listati a lutto. A Casteldaccia (PA) cinque persone morte perché addette a lavori di manutenzione di una pompa sommersa. Diventa sempre più strano questo paese, blaterano in tanti, discettano e dissertano serenamente su tutti gli argomenti possibili e immaginabili: i soloni ormai sono padroni di questo paese, nella misura in cui si ritengono depositari delle soluzioni per i tanti problemi che flagellano la nostra vita sociale, il lavoro, la scuola e le stesse scelte politiche Ma poi, poniamocela la domanda primaria: è così difficile prevenire, evitare e garantire ai lavoratori la sicurezza necessaria sui luoghi dove operano? Le aziende, le imprese, le ditte e tutti coloro che dovrebbero tutelare la vita e la buona salute di chi lavora, si preoccupano che siano osservate tutte le norme e le regole per difendere e proteggere i loro dipendenti? La prevenzione soprattutto, è rispettosa delle leggi imposte dallo stato? Insomma, chi viene meno in tutto l'apparato? Uno dietro l'altro sono scesi in quel maledetto pozzo e le esalazioni non le ha percepite nessuno? C'è stato anche un ferito grave, la trappola è scattata mentre erano giù insieme e nulla hanno potuto fare per fuggire. Nessuno è stanco di tutto ciò? Nessuno ha da osservare quanto sia grave questo lento ma inesorabile “morire” sul lavoro? Piangono solo i parenti, gli amici e...gli altri? Testa girata come al solito cominciando dai politici e il loro solito rammarico ipocrita e ben espresso lessicalmente con parole di circostanza!
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