Creato da monellaccio19 il 12/10/2010
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Messaggi di Febbraio 2020

OCCHIO AL SITO IMBARAZZANTE

Post n°3477 pubblicato il 15 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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La nostra Caput Mundi, soffre di tanti mali endemici, cronici e purulenti: non si contano più sulla punta delle dita, ora a volerli enumerare, occorrerebbe un pallottoliere. Il parcheggio selvaggio è tra quelli più avvertiti, ovvero, quello più frequente e più ricorrente specie quando abusivamente, non solo impediscono l'uscita di vetture parcheggiate regolarmente, ma spesso, occupano posti riservati e segnalati vistosamente per i disabili. A nulla vale il lavoro continuo, puntuale e deciso, dei vigili, occorrerebbe una presenza impensabile: uno per ogni vettura fuori posto, il che è assurdo. Pertanto l'automobilista impaziente e scorretto, ci prova ogni giorno e punta sul caso fortuito e imprevedibile, cioè a culo: se passano i vigili è fottuto, se non passano ha fatto il furbo e gli è andata bene. Ci sono tizi del genere, sono avventurosi e rischiano con piacere. Ok, questa e la situazione e per gli studenti di un istituto di Roma, è insostenibile oltre ogni limite e serve una severa soluzione per bloccare questi "parcheggi...sconci". La trovata è geniale come l'amica della Ferrante: i ragazzi lasciano sotto il tergicristallo anteriore, un volantino molto eloquente, uno sputtanamento inderogabile e accertato: "La tua auto è su PornHube". Poco più sotto v'è un codice QR che rimanda al sito "Italia Wild Parking". Per cui, messi in bacheca e in imbarazzo, senza discussione: "Parcheggio selvaggio e...sconcio". Loro sperano di scoraggiare in tal modo il parcheggio non regolare e scorretto, mentre chi trova il volantino sul parabrezza, si pone delle domande legittime: "Oh caxxo, mi hanno scoperto!". "Oppure: "E quando mai? Navigo sempre in incognito!", "Mado', se stava mia moglie con me ora, come spiegavo la situazione?". Ci sarebbero situazioni per cui la soluzione migliore sarebbe non parcheggiare in modo irregolare: i volantini sono posti solo sulle vetture in divieto di sosta e in posizioni alienanti per le altre vetture. Non so, spero che riescano i ragazzi a scoraggiare questi signori fuori dalle regole del vivere civile, tra volantini e vigili, è sufficiente scoraggiare i malandrini del parcheggio sconcio. La minaccia è ingombrante e vedere la propria vettura in bella mostra in rete, non dovrebbe essere piacevole sia per coloro che non hanno mai avuto a che fare con il sito porno (pochi in verità) e sia per quelli che con la coscienza sporca dovrebbero spaventarsi un po', non assai, quanto basta per evitare domande imbarazzanti del tipo: "Ma era la tua macchina quella in rete tra un culo e un paio di tette?". Dai raga' fate i seri....

 
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TUTTO PER UN UCCELLO INVADENTE

Post n°3476 pubblicato il 14 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Non lo faccio per emulare Feltri che ha discettato amabilmente e con sottile umorismo, su una fondamentale differenza che contraddistingue il nord e il sud. E' noto che i nordici sono soliti appellare con il sostantivo "uccello" la parte intima dell'uomo, mentre i "sudici", si servono di un altro animale per indicare la stessa parte maschile: pesce. Beh, il direttore non ha perso l'occasione per dissertare sull'argomento visto che non aveva altro di cui scrivere. Io al contrario, sull'uccello ho da riferire e non posso farne a meno, tuttavia e onde evitare equivoci, preciso subito che trattasi di volatile noto a tanti. Il "Gallo Cedrone", un animale molto bello a vedersi e dotato altresì di un caratteraccio, è stato protagonista di un procedimento penale contro un cinquantunenne che ha dovuto difendersi dall'accusa di aggressione violenta contro il gallo che su una pista della Val Gardena (Alto Adige), ha attaccato il figlio dell'uomo mentre sciava e lo ha fatto cadere malamente. L'uomo ha immediatamente raggiunto il volatile e ha cercato di allontanarlo agitando le racchette da sci. Per reazione, il gallo lo ha attaccato e lui non ha potuto fare altro che difendersi, picchiandolo duramente con i bastoni. Chi l'ha visto, la gente in zona ha visto l'animale sulla neve immobile e sanguinante, ha subito soccorso... l'uccello e indi ha proceduto con il denunciare l'uomo per tentato ...omicidio. Il Gallo Cedrone, è specie protetta in Alto Adige, nessuno può permettersi di aggredirlo e quindi il procedimento è stato avviato dopo le indagini delle forze dell'ordine. Ebbene, durante il dibattimento e ascoltati i testimoni (figlio compreso), il giudice ha assolto l'uomo cattivo motivando a suo discarico che si sia trattato di legittima difesa. Oh, raga' ci sta tutto, qua ormai siamo alla realtà del nostro tempo: il gallo cedrone specie in inverno, cerca cibo, si allontana anche dal suo habitat solito e nonostante la presenza dell'uomo che teme, cerca cibo sulle piste innevate. Per cui, siate pronti ad evitare l'uccello aggressivo, cercate di scansarlo mentre scendete lungo la pista e sappiate che la gente si preoccupa più della salute dell'animale che della vostra. Non sempre si può incontrare un giudice benevolo e pronto a riconoscere le intenzioni dell'accusato. Pensate se gli animalisti volessero ricorrere contro la sentenza e magari, dopo anni e anni di processi (tre gradi di giudizio) e Cassazione, la storia si definisse tra venti o trentanni. Per cosa? Per un uccello...protetto?  E al pesce nessuno ci pensa? 


 
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IL MIO "CONTO" LIBERO

Post n°3475 pubblicato il 13 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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"In un mondo che cambia ogni dì, il mio conto libero sei tu...". Parafrasando il grande Lucio, ammetto di trovarmi difronte ad una novità che non conoscevo: gentilezza, garbo e cavalleria, non si sposano con il femminismo esasperato. Apprendo che molti ristoranti stellati, quindi di gran classe, in caso di coppia che segga per consumare i pasti nel locale viene trattata, in particolar modo la donna, con molta attenzione: ovvero riceve il menù di cortesia. Azz! Significa che la donna leggerà l'elenco delle pietanze, dei vini e di ogni offerta consigliata dallo chef (stellato), senza i prezzi segnati al lato come sia consuetudine dei locali pubblici. In Italia alcuni ristoranti famosi hanno istituito il "menù per le signore", non tutti ancora poiché alcuni argomentano questa soluzione audace e azzardata in modo diverso: "Da me si viene per mangiare bene, quindi non mostro il menù con i prezzi" o anche: "A che serve esibire un menù senza prezzi, quando sono obbligato a mostrare la lista con i prezzi all'esterno?", oppure: "Sono ben altri i modi per essere cortesi e gentili, accompagnare la donna al posto e tirare leggermente indietro la sedia per farla accomodare, è già un bel gesto cavalleresco!". Come leggete, non c'è comunione d'intenti, ognuno si regola a modo suo, ma siamo agli inizi di questa iniziativa; intanto si vorrà notare e comprendere perché alle donne niente prezzo? Passare in tal modo il menù è imbarazzante, una donna potrebbe anche sentirsi disuguale all'uomo. Intanto ci si regola consegnando il menù/listino a chi abbia prenotato: nel caso della coppia è quasi sempre l'uomo che procede e quindi la donna lo accompagna e resta la beneficiaria del pasto "offerto" da lui. Ma le donne, generalizzando e visto che sono nel pieno della loro lotta per l'eguaglianza di genere, potrebbero non accettare questo modo che le relegherebbe al ruolo di "comparse" e quindi non alla pari con il maschio. Qui, proprio su questo punto si sta avviando la discussione: perché non potrebbe capitare una situazione dove si passi tacitamente al saldo del conto "alla romana"? Ovvero, metà per uno? Tra l'altro: non sempre una coppia siede per un pasto e tra loro vi sia del tenero. Potrebbero essere in affari, potrebbero essere solo amici, quindi perché mortificare la donna con un conto dove non potrebbe dire la sua per il prezzo non segnato? E se al tavolo sedessero due donne? E tra loro che rapporto ci sarebbe? Insomma, tutto verrebbe demandato al maitre o al cameriere: da buon psicologi dovrebbero capire che rapporti intercorrono tra i due che seggono al tavolo. Troppi dubbi, troppe situazioni incerte e imbarazzanti e spesso, oggi come oggi, una femminista incallita e decisa, non è poi così difficile incrociarla. Concludendo, mi rendo conto che vi stia sottoponendo una situazione che non sempre riguarda me e altri come me: grandi ristoranti stellati "da mo' ave" che non ne frequento, altri posti certamente sì: trattorie, pizzerie e altri di buon livello sono alla portata e quindi quello che conta per noi e per gli amici, sono le conoscenze, sono le amicizie con i proprietari: noi ci andiamo per mangiare (ottimo e abbondante) e per pagare il giusto, quindi a prescindere dalla cavalleria, dalla finezza e dal garbo, chi si permetterebbe mai di passare il conto ad una delle nostre signore? Una volta ci abbiamo provato per scherzo e poco ci è mancato che le minacce ricevute dalle gentili signore, non fossero messe in pratica al rientro a casa, mentre si andava...a letto! Le vigliacche sanno come mettersi d'accordo! 

 
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CIAO "BELLI CAPELLI"

Post n°3474 pubblicato il 12 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
Foto di monellaccio19

 

 

Dovete sapere che gli afroamericani sono spesso in difficoltà con i capelli. Averne tanti, gestirli correttamente e velocemente, è una iattura per molti di loro. Crespi, ruvidi, duri da comandare con pettini e spazzole particolari, specie i ragazzi non hanno vita facile per battersi contro cespugli fitti e inesplorati. Un giovane americano DeAndre Arnold, liceale del Texas, si accingeva a diplomarsi, quando è stata messa in discussione la sua pettinatura "dreadlocks" ovvero, una pettinatura composta da tantissimi nodi che scendono dal capo a treccine più o meno lunghe. Sono molto diffuse questa capigliature, se ne vedono in giro anche fuori dall'America. Ebbene, se il nostro giovanotto non avesse ricomposto la sua pettinatura (i dreads appunto) non sarebbe stato ammesso agli esami di diploma. Questo caso singolare, non solo ha movimentato l'opinione pubblica americana per il minaccioso ricatto, ma ha spinto un regista, Matthew A. Cherry, a girare un cartone animato molto bello: un breve filmato dove affronta il problema in termini molto semplici e toccanti. Una bimba con un tipico cespuglione in testa, deve uscire con il papà per andare dalla mamma che è fuori casa: ebbene, il dramma è farsi pettinare...dal papà! Pensate che ha partecipato agli Oscar e se ne aggiudicato uno per un "corto" apprezzato moltissimo dalla giuria. Desidero proporvelo, lo merita e sono certo che incontrerà il vostro favore e la vostra condivisione.

 

Questo video è premio Oscar 2020, una storia bellissima e pensate che DeAndre Arnold, è stato invitato la notte della consegna, per testimoniare la sua storia e il suo involontario suggerimento alla realizzazione del breve video. Intanto in America vige il "Crown Act" che è appunto la legge che difende le capigliature naturali e i vari stili per proteggerle e renderle appropriate per gli afroamericani. Il grande desiderio del regista è quello che non accada più ciò che abbia dovuto subire il liceale. Sarei d'accordo e accetterei il genere "dreadlocks" ma ad una condizione: che i nodi, come spesso avvenga, non si producano col lungo tempo e senza lavarsi mai i capelli. Infatti questo che vi ho riferito è un modo, ma ve ne sono altri e molto più puliti. Prima la pulizia e la bellezza dei capelli, poi divertitevi a fare le pettinature più strambe e originali. OK?








 
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ATLETE CON GLI ATTRIBUTI E...BASTA!

Post n°3473 pubblicato il 11 Febbraio 2020 da monellaccio19
 
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"Giulia" è una associazione italiana di giornaliste libere e autonome, riunite con lo scopo di difendere democrazia e libertà di informazione. In alcune occasioni sportive e quando sono impegnate squadre e atlete italiane, si rileva spesso da parte della stampa in genere, un linguaggio poco corretto e stereotipato quanto basta per richiamare l'attenzione della associazione. Hanno cominciato ad affrontare il problema da tempo, ma la sfida vera e propria è iniziata quando la nostra squadra femminile di pallacanestro, affrontò l'europeo e il mondiale con strepitosi successi e con ottimi risultati. Seguii in tv tutti gli incontri e ammetto di essermi esaltato molto vedendo le nostre ragazze battersi alla grande sia in Europa, sia contro squadre mondiali molto più brave della nostra nazionale. Bravissime tutte e in particolare, due ragazze (italianissime e di colore) che erano di sprone alle colleghe trascinandole in partite esaltanti. Per tali occasioni, leggendo i resoconti e gli articoli sui vari giornali sportivi, si notò l'esaltazione dei vari cronisti che presi dall'eccitazione si sbracavano con descrizioni poco eleganti verso le ragazze. "Sono donne con le palle!" per indicare che sotto il profilo atletico e sportivo, avevano forza, agonismo, e spirito combattivo alla pari degli uomini. Oh poffarbacco, che significa? Attribuiscono palle alle donne solo perché capaci di emulare gli uomini quando sono in campo? E' accaduto anche successivamente con la nazionale femminile di calcio: buone partite, esaltanti e con una squadra femminile capace di eccitare gli animi dei tifosi. Spesso si eccede nel linguaggio, tutto viene narrato con un distinguo sottinteso, laddove si evidenzia la differenza uomo/donna. Nomignoli, dettagli delle ragazze che non rinunciano allo smalto sulle unghie, capelli spesso tenuti in ordine ma legati per semplice praticità nelle fasi di gioco, insomma, ogni occasione è buona per definizioni ed enfasi   nell' indicarle: "Atleti in gonella" per esempio, è una di quelle indicazioni più irritanti. Tutto tende sempre a sminuire, a ridurre il valore di atlete che non hanno bisogno di paraventi e battutacce per essere se stesse, donne capaci e in grado di fare il loro mestiere. Tra l'altro, eliminato del tutto il "dilettantismo" in alcune discipline, vedi il calcio femminile che è è professionale, si deve smettere di pensare che alcuni team di donne vincano perché allenate da uomini. Andremo a Tokio quest'anno e speriamo sia una buona occasione per parlare di donne atlete, sportive, formate a tutti gli effetti come i maschietti e capaci anche di far meglio, se rispettate e sostenute senza alcun pregiudizio. L'associazione "Giulia" è al lavoro da tempo per spazzare definitivamente il campo dai luoghi comuni, dai pregiudizi e dalla retorica delle donne non comparabili agli uomini nel campo sportivo e agonistico. Non esistono sport per gli uomini e per le donne, esiste lo sport accessibile agli uni e alle altre e c'è solo da abbattere definitivamente la resistenza culturale che impedisce di fare discorsi, valutazioni e apprezzamenti per chi merita o meno. Abbiamo grandi atlete, grandi squadre e grandi campionesse: lo sci ci sta dando grandi soddisfazioni proprio in questo periodo, quindi smettiamola e parliamo di donne con attributi (ovvero, tanti aggettivi per etichettarle) ma non attribuiamo loro le palle, quelle con rispetto parlando, non sono di loro competenza anatomica... 

 
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