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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Messaggi del 29/10/2017
Sappiamo tutti quanto i videogiochi siano a portata di mano dei ragazzi, anzi, direi che anche gli adulti spesso siano presi dalla foga di compiere "imprese impossibili" servendosi delle consolle manuali e di un grande schermo video. Parliamo di alta tecnologia e anche il più indifferente, avuto l'orpello tra le mani, dopo alcuni minuti non lo mollerebbe facilmente. Sarà l'ampio impiego, la massiccia diffusione e la continua applicazione, sono pochi coloro che si possono chiamare fuori dalla febbre digitale. Sarà questo largo consumo e la notevole massa di chi trascorra tempo davanti al video, che il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) abbia preso in seria considerazione di inserire tra le discipline olimpiche lo sport del videogioco. Immaginabile la reazione a questa decisione che si rapporti ad una realtà ineludibile: siamo difronte a persone (ragazzi specialmente) che facciano di tale passatempo una ragione di vita. Impegnando tre dei cinque sensi come vista, tatto e udito, sollecitano il cervello e lo rendono brillante e veloce per prendere decisioni relative al gioco; teniamo conto che pur essendo situazioni impossibili e fantasiose, il giocatore deve rapportarsi e relazionarsi virtualmente con il contesto critico dell'azione e tutto questo deve avvenire in tempi ristrettissimi. La velocità di realizzazione deve impiegare secondi per procedere ed in quel tempo che ci si misura quando si gioca in tanti. Ecco quindi la gara: la bravura porta alla vittoria e misurarsi sarà gratificante e motivo d'orgoglio per tutti. Non so se sia una buona scelta questo del CIO, siamo a fondere virtuale e fantasia con la realtà, siamo alla richiesta di prestazioni personali molto importanti e decisive: azione manuale, azione visiva e uditiva. Tutto ovviamente gestito da un cervello che faccia scattare i suoi neuroni in modo fulmineo. Mah, mi piacerebbe seguire gli sviluppi di questa innovativa decisione, avremo un solo importante problema per i nostri ragazzi: mo' chi li scolla più dal video? Vorranno partecipare in tanti alle Olimpiadi.
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Se non sappiamo cogliere questi segni, allora siamo proprio cotti e decotti. Morire a 14 anni dopo 12 ore di lavoro ininterrotto, sfilando e pubblicizzando prodotti diversi, per una modella adulta sarebbe una tortura, per una ragazzina può essere la morte: una madre che come tante vede nella sua piccola ragazza, sin dall'età di 12 anni, un roseo e importante futuro per la figlia bellissima. La iscrive prematuramente ad un corso specializzato perché impari a sfilare senza pensare che a quella età, magari sarebbero altri gli interessi per una figlia molto giovane. La russa Vlada era a Shangai per una serie di impegni, nella giornata era riuscita tra una pausa e l'altra a sentirsi con la mamma per confessarle al telefono che fosse stanca e avesse sonno. Ha stretto i denti ha lavorato con tenacia, ma si è sentita male ed è crollata. Pare che sia andata da sola in ospedale, le voci sono tutte discordanti, si parla di diverse cause per la morte. Non ci interessa sapere ora, una sola cosa sappiamo e ci fa vergognare. Morire a quattordici anni con dodici ore di lavoro continuato e faticoso sule spalle, non dovrebbe essere consentito a nessuna ragazzina che dovrebbe essere impegnata a far ben altro per la sua età.
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