Rime in Prosa vol.1

Sera.
Buio e freddo, seduto sul balcone mentre osservo il cielo.
Pensieri. Forse troppi.
Accendo una sigaretta, il fumo mi avvolge.
Ecco che vanno, descrivono momenti e situazioni, ragionamenti incontrollati che riempiono il vuoto davanti a me. Faccio un tiro.
Forse penso troppo.
Me lo dico sempre. Ma non riesco a non farlo.
Analizzare le situazioni, trarre conclusioni più o meno ragionate, trovare soluzioni a problemi quotidiani, vedere che succede laggiù. Nel cuore.
Faccio un altro tiro.
Sento freddo, ma non sulla mia pelle. Sento freddo dentro.
Il freddo mi pervade, non avrei dovuto guardare proprio così a fondo nel mio cuore.
Troppi fantasmi.
Ed ecco che mi ritrovo qui seduto a pensare nel vuoto. La sigaretta nella mano destra e il posacenere nella mano sinistra. Scuoto la cenere e poi tiro ancora.
Penso che non dovrei fumare. Ma penso che fumare concilia i miei pensieri. E penso che i miei pensieri dovrebbero essere controllati. Penso che fumare mi rilassa e la mia mente rilassata controlla meglio i pensieri.
Un'altra boccata di tabacco. Altri pensieri.
Il freddo ora inizia a giungere dall'esterno. Mi domando perchè.
Perchè il mio cuore è così freddo.
Il calore della sigaretta mi riscalda parzialmente, ma è una sensazione passeggera.
La mente prosegue la sua analisi quotidiana e trae conclusioni inaspettate.
Conclusioni inaccettabili, ma veritiere.
Un altro tiro, poi getto la cenere.
Guardo in cielo. Mi torna in mente l'orsa maggiore. Sul mio braccio destro la disposizione dei nei è quasi identica alla disposizione delle stelle di quella costellazione.
Un altro tiro.
Che le stelle abbiano le risposte? Non penso.
Le stelle mi suggeriscono di guardare su di me. Sulla mia pelle.
Devo giocarmi le mie carte facendo buon gioco, o almeno tentando.
Smuovere gli eventi, ecco cosa dovrei fare.
L'ultimo tiro. Spengo il mozzicone nel posacenere.
Chiudo la veranda e torno dentro.
Una volta a letto, la mia mente inizia il suo lento rilassamento.
Finchè sopraggiunge Morfeo.
Mi preparo per un'altra noiosa giornata di routine.
Chissà per quanto ancora durerà.