Semplicemente Io...

Forse si, forse no.

Forse basterà ricominciare ad inseguire un sogno. Forse, tentare  di catturare almeno una passione, basterà a cambiare le cose. Forse no. Forse fare il possibile per ritornare indietro nel tempo non basterà a riportare alla normalità la mia vita.  Non mi importa. Non mi importa se davvero riuscirò a farcela. Non mi importa dell'esito. Non mi importa se, passato l'entusiasmo per aver deciso di tentare il possibile per poter fare quello che mi piace davvero e mi appassiona, l'insoddisfazione e l'inquietudine torneranno. Non mi importa della delusione momentanea che proverei nel caso in cui non dovessi riuscirci. So solo che da quando l'ho deciso, anche se ancora non ne ho preso realmente coscienza, il mio umore è cambiato. E' tornata la vitalità, è tornato il buonumore, è tornata la capacità di dare il giusto peso ed il giusto senso alle cose che mi capitano. So solo che per più di un anno, ogni volta che spolveravo qualcosa in casa, mi sentivo addosso il peso dell'assenza di mia madre e lo sconforto di aver dovuto dire addio ai miei sogni. Ieri, invece, ho amato ogni granello di polvere poggiato su quei libri che non vedevano luce da anni. Li ho presi, uno ad uno, li ho spolverati, sfogliati, selezionati, con gli occhi pieni di luce. Mi sono sentita di nuovo io, quella me che avevo perso ed ho ritrovato. Di nuovo la Mari che crede in se stessa, nelle sue capacità e nel fatto che bisogna porsi un obiettivo, una meta e fare di tutto per raggiungerli. Sono di nuovo innamorata di me stessa. Ho ricominciato a volermi bene, a stimarmi. Me ne sono accorta così, all'improvviso, mentre pensavo alle cose che sarei stata capace di fare, mentre sognavo e non sentivo più quel vocione tetro che mi ripeteva: "non accadrà mai!". Mi ero convinta che non potessi più permettermi di desiderare alcune cose, che non fosse più il tempo, per me, di sognare, di crederci, di volare. Invece, non è mai troppo tardi per volersi bene. Tanto, non risolverei tutti i problemi che ho, votandomi al sacrificio e all'abnegazione. Tanto, morendo, i miei genitori, non hanno lasciato alcun testamento in cui fosse scritto che solo io dovessi pagarne le pene. Del resto, annullandomi, non riporterei in vita loro e non risolverei tutti problemi che devo affrontare da quando non ci sono loro. Del resto, dopo quasi due anni passati a farmi sopraffare dal senso di responsabilità, non è che abbia risolto o cambiato molto. Sono solo stata un'infelice per questi due anni, vivendo una vita che non volevo vivere, dimenticandomi di essere umana, di avere dei sogni, delle aspirazioni e dei bisogni. Voglio essere il centro del mio mondo. Di tutto il resto, chi cavolo se ne frega!

Tempo

Ho scoperto il vero significato del tempo in questi ultimi giorni. Tempo che stravolge la nostra visione del mondo.Tempo che ti fa apparire insignificanti persone e cose che una volta ti sembravano le più importanti al mondo. Tempo che ti sana le ferite. Tempo che non torna più. Tempo prezioso da dedicare a se stessi. Tempo che fugge quando si è impegnati in cose che non sentiamo davvero nostre. Tempo che vola quando facciamo qualcosa che ci piace. Tempo che non c'è quando vorremmo fermarlo. Tempo che sembra non esser passato quando ritrovi le persone e le cose di sempre. Tempo di cui riappropiarsi, lo stesso tempo che una volta ti era sfuggito dalle mani.

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E' sempre bello tornare nei luoghi in cui ti senti a casa. Rispolverando le vecchie passioni. Rivedendo i volti familiari. Ricordando i tempi in cui in quella facoltà ci passavo più ore che a casa. Salutando persone, conoscendone altre. Trascorrendo minuti interminabili stretta negli abbracci di sempre. Godendomi il tepore di quei momenti in cui mi sembra che il tempo sia fermo.

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Un improvviso bisogno di sentirmi rassicurata. Un improvviso ritorno all'infanzia. La voglia di sentirsi dire "sei una brava bambina" e "andrà tutto bene, vedrai". Magari, il tutto condito da un forte, lungo abbraccio e tanti bacetti sulla guancia. Alla faccia di chi si è convinto che io sia dotata di una forza inesauribile...

Di tutto un pò...

Alcune cose cambiano, altre restano sempre uguali. Guardo perplessa chi ha fatto della sua vita una scatola vuota. Guardo sconcertata chi è sempre fermo allo stesso punto, aspettando che, nelle sue giornate vuote, la presenza altrui riempia i suoi minuti. Insomma, è tutto come un tempo. Cambiano i soggetti, ma la scena è sempre la stessa. Le donne, invece, in questa casa non si sono arrese mai. Le donne di questa casa hanno sempre pazientato, cercando di trovare il giusto equilibrio tra lo spirito di sacrificio insito nella loro indole e la voglia di affermazione della propria identità. Poi ci sono gli incroci. Della figura maschile ho preso la capacità d'analisi. Lui, della figura femminile, ha preso il non voler uscire dal ruolo che la vita gli ha cucito addosso. Mentre non mi fermavo, oggi ho riflettuto sul fatto che sconto le mie sfortune e pure quelle di chi non c'è più. In molte cose i miei genitori non sono stati fortunati e molte di queste me le hanno lasciate in eredità. A queste, si aggiungono le mie. Passo le mie giornate con la ferma convinzione che riuscirò ad eliminare, una ad una, tutte le cose che non vanno. Credo ancora al fatto che prima o poi tutto diventi diverso, più semplice, più bello. Sogno ancora il riscatto. Non si tratta di riscatto sociale ma di riscatto individuale. Voglio ancora mettermi al passo con gli altri. Quegli altri che avevano sempre la casa più bella della mia, la famiglia più bella della mia, una vita più bella della mia. Qualche passo in avanti l'ho fatto già. Per tutto il resto, c'è Mastercard.

Ciuf ciuf

Ho visto mille volti in poche ore. Lavorando mi capita di incontrare occhi che sanno parlare. Poi, quegli occhi restano nella mia mente. Occhi di padri e madri premurosi ed affettuosi. Occhi di giovani precari. Occhi di giovani affermati. Occhi di ragazzi spensierati. Occhi di lavoratore stanco. I sorrisi, anche quelli mi restano impressi nella memoria. Mi vien voglia quasi di fermarmi a parlare per ore con persone che non conosco. Molte, mi sembra di conoscerle da anni. Volti che mi risultano familiari anche se è la prima volta che li vedo. Oggi, mi è capitato tante volte. Certo, a volte mi vien voglia anche di chiedere un numero di telefono a qualche bel ragazzo che incontro lungo il mio cammino ma la mia insicurezza non me lo farà mai fare :D Cerco negli occhi altrui sguardi da riconoscere, espressioni da ritrovare. A volte mi incanto, mentre provo ad immaginare che vita e che persona ci sia dietro a quei volti. A volte, penso che dovrei tornare sul pianeta terra :D Però, potrei sempre pensare di viaggiare in treno proprio per conoscere nuove pesone interessanti hahahaha. La pendolare alla ricerca dell'amore. Farò mica prima a rivolgermi ad un'agenzia matrimoniale? Un giorno per caso. Mi piacerebbe cominciasse tutto così, come in un film. "Anche i disillusi sognano": ecco il titolo del mio film :D

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Tutti mi lasciano qualcosa. Dell'ultimo mi è rimasto il ricordo dell' illusione che non fosse solo per breve periodo. Dovrei cominciare a crederci sul serio al fatto che niente è per sempre. Le coccole, le risate, il piacere, un lettone per due, l'addormentarsi abbracciati, le sorprese. Non mi manca lui. Lui si è rivelato una persona di cui non puoi sentire la mancanza. Mi mancano le cose che facevo con lui. Mi mancano le cose che ho fatto con tutti gli uomini che ho avuto. Sono stanca di vederli andare via o non fermarsi affatto. Dei momenti, dei ricordi, che me ne faccio? Voglio di più e l'ho sempre saputo ma credevo che, nell'attesa, fosse meglio accontentarsi anche solo di situazioni a due che si sapeva sarebbero durate solo per un attimo ma che mi avrebbero fatto vivere almeno per quell'attimo le cose che avrei voluto vivere per sempre. Adesso, non lo so più cosa sia meglio. Non che io ci abbia sempre rimesso i sentimenti. Quello è capitato, per fortuna, pochissime volte. Ho sempre cominciato le cose con la consapevolezza che sarebbero finite lì. Forse, non ne vale la pena. Comincio a credere che collezionare attimi non sia il modo migliore per soddisfare la voglia di stabilità affettiva/sentimentale... Adesso, proviamo a spiegarlo ai miei ormoni :P

:)

Credo di aver trovato la mia dimensione lavorativa, anche se durerà solo un anno. Il contatto con il pubblico, l'ascolto attivo, l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, la conoscenza delle forme di povertà che ancora attanagliano il nostro Paese. Provare anche minimamente ad essere di aiuto agli altri, con fatti (quando si può) ma anche solo con le orecchie e con la lingua. Questo più qualche mansione di segreteria. Il tutto in un ambiente lavorativo dove c'è un clima quasi sempre disteso, rilassato e amichevole. Un lavoro nel mio paese, dal lunedì al venerdì per un massimo quattro ore mattutine, più un pomeriggio a settimana per due ore ed un altro ogni 15 gg. Avrò il tempo per la seconda attività che comincerò tra una ventina di giorni (ripetizioni in materie letterarie, in scienze sociali (per una laureata in sociologia è il massimo che le possa capitare) ad un ragazzo già diligente di suo). Deve solo passare questo mese di ottobre, in cui mi sono caricata anche di altri lavoretti extra (interviste telefoniche e face to face), incredula del fatto che finalmente potessi starmene un pò tranquilla e godermi i miei nuovi lavori. Non ci credevo che finalmente avessi trovato un pò di pace e, per paura che, come al solito, non bastasse, ho accettato anche tutte le altre offerte di lavoro che mi sono capitate. Non capiterà più che, come è successo oggi, lavori quasi 14 ore di fila. Da novembre, lavorerò il giusto per guadagnare il giusto che mi permetta di essere serena per le finanze ma che mi consenta anche di avere tempo per me, per la casa e per le cose che ritengo più importanti. Insomma, lavorare per vivere e non vivere per lavorare :)

Ad un passo dalla serenità...

I momenti restano momenti. Devo solo concentrarmi su come vada in generale. In generale va meglio, molto meglio. I momenti si alternano, com è normale che sia: momenti da brividi di felicità e momenti da brividi di paura. I momenti restano momenti.

Perchè io valgo!

Eppure devo ringraziare anche te, piccolo uomo confuso, fragile e senza attributi che hai ritenuto opportuno che questa nostra "relazione" finisse perchè io e la mia vita eravamo troppo per te. Troppe le mie responsabilità, troppo matura io per la mia età, troppo pesante la mia vita, troppo dense le mie giornate, troppo triste il mio passato, troppo tutto per te. Hai detto che non riuscivi a reggere il peso della mia vita, che accanto a te avresti voluto una ragazza leggera, fresca, superficiale, sempre solare e spensierata. Bene, caro il mio uomo di 30 anni con il cervello di un 15enne, ti consiglio di andare a cercarti una donna in un asilo nido! Non è stato difficile per me fare tabula rasa e stroncare il sentimento che cominciavo a provare nei tuoi confronti. Ho cominciato a farlo mezz'ora dopo aver sentito quelle tue parole. Mi è bastato capire quanto mi avessero fatto male quelle tue parole stupide, nei primi dieci minuti dopo averle sentite, per tirare fuori il mio adorato spirito di salvaguardia nei miei confronti. Così, mi sono fatta domande a cui ho trovato subito delle risposte. Ho per caso almeno una volta chiesto qualcosa a quest'uomo? Gli ho per caso mai buttato addosso i miei problemi? Gli ho mai chiesto di aiutarmi in un momento di difficoltà? No, mai. Quest'uomo mi conosceva quando stavo veramente male? Mi ha conosciuta quando davvero mi sentivo schiacciata dal peso delle responsabilità, del dolore e della mia vita troppo complicata? No, non c'era, non mi conosceva neanche. Cosa c'è di così pesante nella mia vita presente? Le normalissime cose che ci sono nella vita di tutti. Lavoro, spese, bollette, affitto, manutenzione casa e auto, cucinare, lavare, stirare, insomma, la gestione di una casa. Non mi pare di essermene lamentata con lui nè di avergli chiesto di lavarmi un bicchiere o prestarmi dei soldi o di mettermi a posto qualche cosa di rotto in casa. Cosa c'è di tanto pesante nel mio passato? La morte dei miei genitori. Non mi pare di avergli mai buttato addosso il peso dei ricordi. Eppure rido, scherzo, canto, esco con gli amici, vado al cinema, ascolto musica, uso msn e fb, faccio tutte quelle cose normali che fanno tutti. Mi ritagliavo spazi anche solo per noi due, per divertirci insieme, per trascorrere ore spensierate e rilassanti insieme. Gli è bastato vivermi sul serio mezzo pomeriggio per spaventarsi perchè faccio troppo. Quando facevo i salti mortali per tenermi un week end o un giorno libero pur di passarlo allegramente con lui, andava tutto bene. Ebbene, grazie a te, la mia autostima è tornata ed è cresciuta ancora di più. Perchè quelle che ti hanno spaventato sono tutte cose che in me suscitano nient'altro che ammirazione per me stessa. E' vero: sono troppo. Sono troppo per te. Sono troppo ganza perchè invece di piangere sulle mie disgrazie mi rimbocco le maniche e faccio tutto quello che c'è da fare. Sono troppo esageratamente eccezionale perchè non solo sono ancora in piedi dopo la morte dei miei genitori ma anche perchè ho imparato a fare tutto quello che facevano loro prima. Sono una Gran Donna, come hai detto tu (lì avrei voluto rideti in faccia perchè sei proprio un cretino se pensi che io sia una Gran Donna e me lo dici dopo avermi però detto che non te la senti di continuare a stare con me). Sono una Gran Donna perchè nonostante abbia tutte queste responsabilità e riesca ad affrontarle, ho ancora tempo e voglia per cose seplici, leggere, piacevoli. Sono una Gran Donna perchè nonostante, come hai detto tu, a volte viva, pensi e ragioni come una 50enne, ho ancora la voglia e la forza di mettermi i tacchi, i jeans, lo smalto alle unghie, di migliorare il mio aspetto con la dieta. Sono troppo esageratamente ganza perchè nonostante non abbia un attimo per sedermi e rilassarmi, ho ancora la voglia e la forza di andare a fare un giro, di andare al cinema, al bar, a cazzeggiare con gli amici. Sono una Gran Donna perchè ora, dopo il normalissimo periodo di  smarrimento, torno a vivere a 360 gradi e non mi sono lasciata schiacciare dal peso del dolore e delle responsabilità piovutemi addosso da un giorno all'altro. Insomma, grazie a te, mi sono ricordata di quanto mi voglia bene e di quanto io stimi me stessa per la mia forza. In quanto a te, pensavo che forse unr egalo potrei sempre fartelo ma sono ancora indecisa tra un biberon ed un passeggino. Grazie di cuore, per aver detto delle grandi cazzate e per aver, con quelle, risvegliato il mio amore per me stessa. Perchè io valgo. Grazie per essertene andato tu, proprio quando io cominciavo a crederci perchè così mi hai risparmiato la fatica di mandarti a quel paese quando mi sarei accorta che non sai proprio cosa sia la Vita. Cia ciao. Perchè io, valgo!