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vento e soffione

Sono vento.
Sussurro primavere tra le ciocche.
Raggelo di candide sferzate.

Sono vento.
E tu albero forte.
Cadano le foglie, come muoiono le certezze.

Sono vento d'estate,
solletico al sale sulla pelle,
sollievo alla calura.

Sono vento
e il vento non mi piace.
Mi ci abituo, inseguendo una rondine.

 

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LA FEMME NOIRE

Post n°77 pubblicato il 18 Aprile 2010 da nnsmettodsognare

scrivania

 

L'ho vista ieri pomeriggio, occhieggiare color sabbia dalla cassetta postale.

Mio figlio, che era con me, ha detto: "Mamma, apri che devono essere i gormiti. Finalmente!"

Mi sono avvicinata per leggere meglio e ho risposto con un brillio di gioia negli occhi: "No, mi spiace. Questo è un libro per me!"

Appena entrati in macchina, ho strappato la busta, troppo curiosa da non poter più resistere.

E lei, la femme noire, la Venere nera, si è stagliata prepotente, elegante e soda sul lato sinistro della copertina di  un allegro colore giallo canarino.

Dalla busta è saltata fuori anche una copia del periodico "La città del sole", del quale l'autrice del libro è direttrice.

Sfogliandola, mi sono ritrovata a fare un salto indietro nel mio passato recente in Veneto, ritrovando nomi di luoghi, modi di pensare, vissuti noti.

E mi sono tornate in mente le parole che di Mela scrissi sul moleskine, quando un blog non l'avevo più.

"Siamo stati invitati a casa di Alice e di Geppetto, una bimba curiosa e determinata con un marito gentile dallo sguardo buono. Il pesce rosso ammicca grandioso dall'acquario, il nero piccino e timido si nasconde, forse spaventato dal luccichio del vecchio grammofono. In questo salotto di velluto rosa, sparso di grandi cuscini dal sapore d'Oriente, riscaldati dalle fiamme che guizzano nel camino quasi quanto la luce negli occhi della padrona di casa, gustiamo biscotti di frolla al cioccolato, torta di mandorle e carote e succhi variamente colorati. Quadri ovunque. E poi libri, tanti, tantissimi, in ogni angolo della casa e la poesia di Coleridge in regalo. E mi verrebbe di domandarle invece, se potesse prestarmi la chiave di quella stanza con i mobili da lei progettati, così da poterci entrare, chiudermi dal di dentro, lanciare via quel piccolo pezzo di metallo che mi permetterebbe di tornare nel mondo fuori, e novella Alice anch'io, cominciare a leggere tutto quel che lì è custodito, inebriarmi con l'odore dell'inchiostro, perdermi tra parole antiche  e nuove, per tutto il tempo che c'è …"

Appena rientrata a casa non ce l'ho più fatta ad aspettare.

Così tra un pezzo di focaccia, un cartone (dei gormiti) in sottofondo, un bacio inatteso, nel giro di un'ora e mezza mi sono letteralmente succhiata tutte le parole di questo incantevole libretto.

Prima la quarta di copertina con i ringraziamenti dello scultore alla scrittrice.

Subito dopo la prefazione, già letta sulla città del sole, e riletta volentieri sul libro per inseguire l'autrice nel suo amore di approfondimento e di ricerca che l'hanno condotta alfine a scrivere.

Ancora la storia. Anni che passano in un lampo tra speranze, idee, delusioni e vittorie.

L'isola dei pini, la sensuale e lussureggiante Cuba, a far da sfondo a un doppio amore.

Quello per la donna in carne e ossa, che di giorno passeggia, dorme, canta, ascolta il rumore della risacca, spia il ritorno dell'amato.
Si inebria dei suoi racconti e dei suoi silenzi.
Non dorme se non dorme lui. Non mangia se non può condividere lo stesso cibo con l'uomo.
Vive d'amore e di volontà.

"Un uomo non arriva a volere quanto una donna, si distrae, s'interrompe, una donna no. Una donna è quel filo di ragno steso in un passaggio, che si attacca ai panni e si fa portare." (n.d.r Il peso della farfalla – Erri de Luca).

L'altro per la pietra, accarezzata, annusata e poi plasmata in forma di donna.
Una Venere perfetta, l'ideale della femmina, madre e amante, forte e leggiadra, dura e tenera.
La donna nera, nostra progenitrice. Ossa soffiate dallo spirito creatore e consumate dai secoli nella terra. Ritornate pietra per poter essere nuovamente modellate dall'idea di un uomo.
La donna nera, un po' come l'uomo nero di infantile memoria, quel piccolo incubo quotidiano di non poter possedere il cuore dell'altro. Dimenticando che l'amore è figlio della libertà, la fedeltà solo un grande dono che ci viene fatto, non una pretesa. 

Un uomo, un artista, concentrato su di sé, sul suo lavoro, sulla sua ispirazione dalla quale può sciogliersi solo occasionalmente, spinto da moti di passione o di gelosia.
Giusto il tempo necessario per accorgersi di quella donna dai capelli ribelli che non si stanca mai di sostenerlo, di aiutarlo, di farsi piccola e scomparire quando serve, di farsi cibo per lui quando la fame dell'amore chiama.

Una storia mediterranea, due Veneri che si contendono un mortale attratto dal fuoco dell'eternità che brucia nell'espressione artistica.

Quale delle due donne avrà la vittoria finale?

Entrambe o forse nessuna.

Non ha importanza. Non quanto il fatto che arte e amore così indissolubilmente mescolati daranno pienezza e senso alle vite di tutti.

E il mare continuerà il suo moto, la pietra nera sarà da sempre e per sempre in questa improbabile isola che chiamiamo vita.

 

Grazie Lucia! Sei stata una gran bella sorpresa annunciata!

Davvero ancora grazie con tutto il cuore e auguri!

 
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