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I solfiti nel vino parte 1 A partire dal 25 novembre 2005 è obbligatorio indicare nelle etichette dei vini la dicitura “contiene solfiti” nel caso ve ne sia una presenza superiore ai 10 mg\l. A cosa servono i solfiti in campo enologico? si trovano in altri alimenti?
Non li avete mai incontrati prima nelle etichette dei vini? È possibile, visto che la legge italiana, non obbligava i produttori di vino ad indicare in etichetta gli ingredienti e i coadiuvanti usati, eppure non tutti sanno che il vino può subire aggiunta di mosto (per aumentarne la gradazione), aggiunta di enzimi, caseine, gelatine, acido tartarico per aumentare l’acidità, e i solfiti per la conservazione e via di questo passo. La legge fissa comunque un limite di 10mg di solfiti per kilogrammo di prodotto, ma in taluni casi questo limite non viene rispettato. A partire dal 25 novembre 2005 sarà obbligatorio indicare nelle etichette dei vini ¨ contiene solfiti¨ nel caso ve ne sia una presenza superiore ai 10 mg\l. Lo prevede la direttiva allergeni della UE (2003/89/EC). L’indicazione era già obbligatoria per i vini esportati negli Stati Uniti e Australia. Ma quanti solfiti ingeriamo anche a nostra insaputa? Tenta di fare chiarezza una ricerca condotta nel 2000 da alcuni ricercatori dell’Istituto Nazionale di Nutrizione Umana che ha quantificato, sulla base dei livelli di solfiti contenuti negli alimenti, che un bambino può assumerne fino a 23mg al giorno, mentre un adulto può arrivare a 50mg. Questi valori superano la DGA (Dose Giornaliera Accettabile) fissata per i solfiti a 0.7mg/kg/die. Questo significa che un bambino di 30kg di peso dovrebbe assumerne al massimo 21mg, mentre un adulto di 60kg non più di 42mg. Qualche buon motivo per evitare alte dosi di solfiti? Questi composti contenuti negli alimenti e nelle bevande vengono assorbiti dall’organismo e sono ritenuti responsabili di lesioni alla mucosa intestinale e della riduzione dei livelli di vitamina B1. Inoltre numerosi studi hanno dimostrato che causano reazioni allergiche nei soggetti sensibili. Si è stimato che dal 5% al 10% dei soggetti asmatici adulti siano ipersensibili ai solfiti. Questa percentuale sale al 21% per i bambini asmatici. Sulla base di questi dati, è giusto che siano indicati nelle etichette dei vini che li contengono, è un diritto dei consumatori essere informati. Prodotti gastronomici comuni quali l’uva da tavola, buona parte della frutta secca ed una varietà di sottolio e sottaceti, vengono trattati con derivati dello zolfo durante la loro preparazione. A quando etichette trasparenti anche per altre classi di alimenti? Un produttore pesa solfiti da aggiungere ad una vasca da 5.000 litri Solfiti industriali prodotti dalla ditta francese Chaumat Chimie Dal sito http://trashfood.com |
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