UN ANGELO DI OBOE

...un oboe gelido risillaba gioia di foglie perenni, non mie, e smemora...(Oboe sommerso, S. Quasimodo)

 

Lascia che il tuo amore suoni la mia voce

e si posi sul mio silenzio.

Lascialo entrare, attraverso il mio cuore,

in tutti i miei movimenti.

Fa brillare il tuo amore come le stelle

nell'oscurità del mio sonno

e fallo albeggiare al mio risveglio.

Fallo bruciare nel fuoco dei miei desideri,

e scorrere in tutte le correnti del mio amore.

Lasciami portare il tuo amore nella mia vita,

come l'arpa porta la musica,

e lascia che io te lo ritorni,

alla fine assieme alla mia vita.

 

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LA MANO GUIDONIANA

Post n°16 pubblicato il 26 Luglio 2007 da oboe82
 
Foto di oboe82

Malgrado sia passato un pò di tempo, ritorno  alla storia della musica, e questa volta mi soffermerò su un uomo additato come l'inventore della musica. Sto parlando di Guido d'Arezzo, trattatista e didatta più importante nel Medioevo, nato a Pomposa e monaco benedettino che lasciò la sua città natale in seguito a contrasti con dei confratelli. Si trasferì ad Arezzo dove fondò una scuola di canto godendo della protezione del vescovo Teodaldo.Tra le sue innovazioni:

-l'esacordo e il nome delle note: Guido D'Arezzo sviluppò un metodo chiamato solmisazione per facilitare ai cantori l'apprendimento delle melodie scritte sul rigo. Questo metodo si basa sull'esacordo che è la successione di sei suoni in cui il semitono è collocato in posizione centrale. Egli lo derivò dalle note delle sillabe iniziali di ognuno dei sei emistichi che compongono la prima strofa dell'Inno di San Giovanni, il protettore dei cantori. Unendo queste sillabe con le relative note si ha l'esacordo (ut,re,mi,fa,sol,la).
Il “si” nacque dall'avvicinamento delle due lettere iniziali di Sancte Johannes, il verso adonio che conclude la prima strofa dell'Inno di San Giovanni. Fu Ludovico Zacconi a proporre l'adozione del “si”.

Quello che oggi conosciamo come “do” una volta era chiamato “ut”. La sostituzione avvenne nella prima metà del XVII secolo su proposta di G.B. Doni. Do è la sillaba iniziale del suo cognome.

-la solmisazione (dall'unione delle parole sol e mi, le note in cui si effettua la mutazione): è l'applicazione dell'esacordo alla successione dei suoni impiegati nella pratica esecutiva. In tal modo tutti i semitoni, anche quelli tra LA-SIb e SI-DO, venivano indicati con MI-FA. Si ebbero così 3 esacordi duri (ut=sol), 2 esacordi naturali (ut=sol) e 2 esacordi molli (ut=fa). Questo processo fu usato fino al XVI secolo. La solmisazione permetteva ai cantori di leggere ed intonare canti nuovi o comunque sconosciuti.

-la mutazione: quando l'estensione di un canto era compresa nell'ambito di un esacordo, i cantori associavano ad ogni suono le corrispondenti sillabe esacordali fino a memorizzare gli intervalli, per poi sostituirle con il testo del canto. Quando invece l'estensione di un canto superava l'esacordo, essi procedevano nello stesso modo ma applicando la mutazione degli esacordi. Questa mutazione veniva effettuata nei punti in cui si passava da un esacordo all'altro e consisteva nella sostituzione delle sillabe dell'esacordo da cui si proveniva con le sillabe del nuovo esacordo. Ogni semitono veniva indicato con le sillabe MI-FA.


-la mano guidoniana: la mutazione presentava molte difficoltà, così i posteri inventarono il sistema della mano armonica o guidoniana. Secondo questo metodo la successione dei suoni corrispondeva alle falangi e alle punte delle dita (come si può vedere nell'immagine a sinistra).

-la musica ficta: Dall'XII sec. il numero di suoni alterati crebbe con la conseguente origine di nuovi esacordi. Per indicare l'alterazione si utilizzarono il b rotondo (o molle) per l'abbassamento di un semitono e il b quadrato (o duro)
per l'innalzamento del semitono.

 
 
 
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Un blog di: oboe82
Data di creazione: 07/05/2007
 

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AMA...

L'amore non si chiede perché parla dal cuore e non spiega mai... non lo sai?
L'amore non ci pensa due volte può arrivare di colpo o sussurrare da lontano, non chiedermi se queste emozioni sono giuste o meno, non deve
essere logico deve solo essere forte.
Non abbiamo una voce quando sono i nostri cuori a scegliere, non c'è un piano, non abbiamo un controllo.
Sento ciò che hai paura di dire, di dare
ma non possiamo lasciarci sfuggire questo momento, non possiamo chiederci se
sia giusto o esigere una risposta, possiamo solo provare.
L'amore non ti chiede perché... perciò prendiamo cosa abbiamo trovato e avvolgiamocelo addosso.
Guarda verso l'amore, potresti sognare e se dovesse andarsene allora dagli le ali, ma se quell'amore è destinato ad essere, allora la sua casa è il tuo cuore.
Sotto i cieli noi viaggiamo lontano sulle strade della vita, siamo viandanti, dunque lascia che l'amore parta e lascia che la speranza abbia un
posto nel cuore di colui che AMA. 

 

 

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