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the percy b. shelley manor

Post n°180 pubblicato il 19 Maggio 2017 da emma01

LISA GERRARD 
COME TENDERNESS





 

 




PERCY BYSSHE SHELLEY
THE CLOUD - LA NUVOLA



Da mari e fiumi porto fresche piogge 
per i fiori assetati; e alle foglie 
porto un'ombra leggera quando stanno 
a riposare nei sogni meridiani. 
Dalle mie ali stillano rugiade 
che svegliano uno ad uno i dolci bocci 
quando sono cullati sul seno della madre 
che danza attorno al sole. Uso il flagello 
della sferzante grandine, e imbianco le verdi 
pianure sottostanti, 
e poi di nuovo la dissolvo in pioggia, 
e mentre passo rintronando rido.

Setaccio le nevi sui monti 
e i grandi pini gemono spauriti; 
tutta la notte è questo il mio cuscino bianco 
mentre dormo abbracciata con i turbini. 
Sublime sulle torri delle mie 
dimore celestiali siede il lampo 
che mi fa da pilota; e in una grotta 
è incatenato il tuono, che lotta strenuamente 
e si dibatte in gemiti terribili; 
con lieve moto sulla terra e il mare 
il pilota mi guida, e lo sospinge 
l'amore di quei geni che si muovono 
nelle profondità del mare violetto; 
sui torrenti e le rocce, sui colli, 
sui laghi e le pianure, ovunque sogni, 
sotto montagne o fiumi lo Spirito che lui 
ama rimane; ed io per tutto il tempo mi riscaldo 
all'azzurro sorriso dei Cieli 
mentre lui si dissolve nella pioggia.

L'Aurora colore di sangue, con occhi di meteora, 
con le sue piume ardenti dispiegate, 
balza sopra il mio nembo veleggiante 
quando la stella del mattino splende 
quasi svanita; in questo modo, al culmine 
di una vetta montana che si scuote e oscilla 
a un terremoto, un'aquila discende 
e si posa alla luce delle sue ali d'oro. 
E quando il sole àlita al tramonto 
dal mare illuminato i suoi ardori 
di riposo e d'amore, ed il mantello cremisi 
della sera ricade dal profondo abisso 
dei Cieli, io mi soffermo con le ali chiuse 
sopra il mio nido aereo, serena 
come colomba intenta alla covata.

Quella fanciulla sferica ricolma 
di fuoco bianco che i mortali chiamano 
Luna scivola splendida sul mio 
corpo simile a un vello che sia stato steso 
a mezzanotte dai venti; e ovunque il passo 
di quei piedi invisibili che gli angeli soltanto 
possono udire, alla mia tenda abbia sfondato il fragile 
traliccio che la copre, dietro di lei occhieggiano 
e spiano le stelle. Io nel vederle rido 
quando fuggono in turbini e assomigliano 
a uno sciame di api dorate, e allora allargo 
lo strappo nella tenda che mi eresse il vento, 
finché i fiumi sereni e i laghi e i mari 
come lembi di cielo quaggiù precipitati 
sopra di me dall'alto 
di luna e stelle siano lastricati.

Cingo il trono del Sole con una fascia ardente 
e quello della Luna con un cinto di perle; 
ogni vulcano è spento, le stelle vacillano e ondeggiano 
quando il turbine spiega il mio stendardo. 
Da un promontorio all'altro, con la forma 
dell'arcata di un ponte su un mare torrentizio 
che resiste a ogni raggio di sole, 
resto sospesa in alto come un tetto - 
e le colonne sono le montagne. 
L'arco trionfale che oltrepasso in marcia 
con l'uragano e il fuoco e con la neve 
e le Potenze dell'aria incatenate al carro 
non è che l'arcobaleno dai mille colori; 
su cui la sfera di fuoco intrecciava le tinte 
lievi e la fresca terra sorrideva in basso.

Sono la figlia dell'Acqua e della Terra, 
sono l'allieva del Cielo; 
passo attraverso i pori del mare e delle spiagge; 
mi trasformo, ma mai potrò morire. 
Perché dopo la pioggia, 
quando la volta del Cielo è immacolata e nitida 
e i venti e il sole coi convessi raggi 
levano azzurra la cupola dell'aria, 
io silenziosamente rido a quel mio cenotafio, 
e come un neonato dal grembo, 
come uno spettro dalla tomba sorgo 
dalle caverne della pioggia e lo distruggo ancora.

 

 

 






epimetea

il piombo del cielo
si è rifatto luce bianca
la battaglia combattuta
nessun vinto, nessun vincitore
si tratta dell'invocazione all'uomo
del dio, questa pioggia, 
in una preghiera veramente
unica ed eterna.
e mentre arriccio le dita dei piedi
dentro le scarpe fradice,
ho stampato in faccia 
il più grande sorriso della giornata
tanto ebete da farmi respirare meglio.

 

 
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