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Messaggi del 02/03/2018

GALWAY KINNELL

Post n°245 pubblicato il 02 Marzo 2018 da emma01


 




GALWAY KINNELL
L'ORSO

 

1
A fine inverno
mi capita di intravedere fili di vapore
che trapelano
dalle crepe della neve vecchia
e mi chino e vedo un color polmone
e ci infilo il naso
e riconosco
il freddo, persistente odore dell'orso.

 

2
Appuntisco la costola di un lupo
su entrambi i capi
la avvolgo
in una palla di grasso che congelo e lascio
sul passaggio degli orsi.

E quando è sparita
mi metto sulle tracce degli orsi,
spostandomi in cerchio
finché non mi imbatto nella prima, appena accennata,
chiazza scura per terra.

Allora parto
di corsa, seguo le chiazze
di sangue che errano per il mondo.
Nelle nicchie scavate a furia dove ha riposato
mi fermo a riposare,
sui graffi degli artigli
dove si è sdraiato sulla pancia
per superare una venatura di ghiaccio infido
mi sdraio
trascinandomi in avanti con i coltelli da orso in pugno.

 

3
Il terzo giorno comincio ad aver fame,
all'imbrunire mi chino come sapevo che avrei fatto
su una merda imbevuta di sangue,
esito, la raccolgo,
me la ficco in bocca e la mando giù,
mi alzo
e riprendo a correre.

 

4
Il settimo giorno,
ormai mi sostentavo solo del sangue dell'orso,
scorgo il cadavere capovolto, lontano avanti a me,
un'arruffata carcassa fumante
con la pesante pelliccia che si increspa al vento.

Lo raggiungo
e guardo gli occhi piccoli, vicini,
il muso sgomento
riverso sulla spalla, le narici
dilatate, che forse
hanno percepito il primo sentore di me
mentre moriva.

Gli squarcio
una forra nella coscia e mangio e bevo,
lo squarto da cima a fondo
lo apro e ci entro dentro
e me lo chiudo addosso, contro il vento,
e dormo.

 

5
E sogno
di trascinarmi esangue
sulla tundra,
pugnalato due volte da dentro,
lasciandomi dietro una scia di sangue,
sangue che sgorga comunque, a dispetto di dove, come mi muovo,
di qualsiasi parabola di trascendenza orsina,
di qualsiasi danza di solitudine accenni,
qualsiasi balzo artigliato dalla gravità,
qualsiasi arrancare, qualsiasi grugnire.

 

6
E poi un giorno barcollo e cado-
cado su questo
ventre che ce l'ha messa tutta a resistere,
a digerire il sangue che gli colava dentro,
a dissolvere
e digerire l'osso stesso: e adesso il vento
soffia accarezzandomi, soffia via
i rutti ripugnanti di sangue d'orso mal digerito
e di stomaco marcio
e il normale, orribile odore di orso,

soffia sulla
mia lingua pesta e ciondolante una canzone
o un urlo, finché non penso che mi devo alzare
a ballare. E giaccio immobile.

 

7
Mi risveglio, penso. I fuochi fatui
riappaiono, le oche
di nuovo in formazione sulla rotta di volo.
Nella sua grotta sotto la neve vecchia la mamma-orso
giace, lecca
pelo raggrumato
e occhi lacrimosi facendone forme
con la lingua. E avanti con un
passo arrancante di zampa pelosa,
e un altro portato grugnendo,
e un altro,
un altro,
il resto dei miei giorni li passo
vagando: divagando
su cosa, comunque,
fosse quell'infuso viscoso, quel gusto rancido di sangue, quella poesia, di cui vivevo.





traduzione di damiano abeni e moira egan

 

 

 

 








Several, emancipazione musicale
redemption song per voci di Johnny Cash e Joe Strummer
 


" (...) Emancipatevi dalla schiavitù mentale
Solo noi stessi possiamo liberare la nostra mente
Non aver paura dell'energia atomica
Perchè nessuno di loro può fermare il tempo
Per quanto ancora dovranno uccidere i nostri profeti,
Mentre stiamo da parte e guardiamo?
Si, alcuni dicono che è solo una parte di questo:
Dobbiamo adempiere al libro
Non mi aiuterai a cantare
Questi canti di libertà? (...)"

Bob Marley







Tobias, note sul "cacciatore primordiale" da
The Revenant, composed by Ryuichi Sakamoto and Alva Noto
with additional music by Bryce Dessner

 

 






wooden,
che contiene,
con serena consapevolezza,
partecipazione e distacco, 
il divenire:

"Spettacolare come solo la banalità della ferocia,
per saziare la fame,
del sangue per acquietare la sete,
della poesia per riscoprirsi
selvaggiamente ululanti,
su sentieri di una ancestralità obliata
ma pur sempre presente."









roberta, la chiarezza ed il riconoscimento:

"siamo NOI. si. siamo noi; sa descriverci"












































fuck nota

ti riposano le parole dentro
questo da tutta la vita.
scivola una scheggia di selce,
tra le dita,
tu la sfiori, la saggi, la soppesi,
l'impugni e,
priva di tutto il coraggio del mondo,
l'affondi in centro al dolore.
ti sgorgano le parole dentro
questo per tutta la vita.

 

 

 

 

 
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