Nel post precedente si è parlato dell'Universo Assurdo e dell'Universo Unico, eccone altri due:
Il multiverso
Una quota minoritaria, ma in crescita, degli scienziati oggi sostiene la teoria del multiverso in una versione o nell'altra. I moderni modelli cosmo logici depongono con forza in favore dell' esistenza di una molteplicità di domini cosmici (per esempio, universi-bolla, universi-tasca, regioni cosmiche differenziate) come configurazione naturale e generica in cui il big bang che ha dato origine al nostro universo è soltanto uno fra molti «bang» (probabilmente in numero infinito) che generano una molteplicità di «universi». Inoltre, molte teorie che cercano di unificare la fisica predicono qualche specie di variabilità di alcune almeno delle costanti di natura - i parametri che entrano nel modello standard della fisica delle particelle -, e in alcune di queste teorie c'è anche una variazione nella forma delle leggi della fisica a bassa energia, il che rende verosimile che esse varino da un dominio cosmico all' altro allorché gli universi si raffreddano uscendo dal crogiolo delle loro origini. Il modello di unificazione preferito - ma potrebbe trattarsi di più modelli - noto come teoria delle corde/M, sembra implicare un «paesaggio» di innumerevoli possibili universi a bassa energia, senza nulla di ovvio che ne possa selezionare uno in particolare.
Il vantaggio della teoria del multiverso è che fornisce una spiegazione naturale e semplice della misteriosa regolazione fine dell'universo a favore della vita: osservatori compaiono soltanto in quegli universi dove le cose sono casualmente «proprio giuste». Gli universi ostili alla vita sono la stragrande maggioranza, ma sono per definizione sterili, e così rimangono inosservati.
Lo svantaggio della teoria del multiverso è che fa appello a una sovrabbondanza di entità, la maggior parte delle quali non potrebbero mai essre osservate, neppure in linea di principio. Questo spreco sembra a molti un modo stravagante di spiegare le condizioni favorevoli alla vita. La teoria è anche assai difficile da verificare. Gli osservatori sono trattati semplicemente come fattori di selezione, cosicché la misteriosa comprensibilità dell'universo (alla mente umana, per lo meno) rimane inspiegata. Così il multiverso, almeno in questa forma «moderata», manca della potenza dell'universo unico. Rimane pur sempre da fare qualche specie di scelta, non di un universo ma di un multiverso. Il problema dell' esistenza pertanto non è sparito, ma è stato soltanto spostato in su di un livello.
Questa critica non vale per il modello estremo di multiverso proposto da Max Tegmark, in cui esistono realmente tutti i mondi possibili di ogni genere, e non solo quelli che derivano da uno specifico modello matematico. Il vantaggio del multiverso estremo è che spiega tutto perché contiene tutto. Ciò ha il pregio della semplicità e della «naturalezza», ma l'enorme svantaggio di apparire piuttosto vuoto. Una teoria che può spiegare assolutamente tutto in realtà non spiega nulla. D'altra parte, un multiverso che non contenga proprio tutto implica una regola che separi ciò che esiste da ciò che è possibile ma non esiste.
La regola rimane senza spiegazione. Un altro svantaggio di tutte le teorie del multiverso è che sembrano condurre alla predizione di falsi universi che (almeno stando a un semplice criterio di conteggio) sono più numerosi di quelli reali, il che porta alla bizzarra conclusione che l'universo osservato è probabilmente un falso, e quindi la sua fisica non può comunque essere presa sul serio.
Il progetto intelligente
Il tradizionale punto di vista delle religioni monoteistiche è che l'universo è creato da Dio e progettato per essere idoneo alla vita perché la comparsa di esseri senzienti fa parte del piano divino. Questa idea ha il vantaggio di essere una spiegazione semplice della regolazione fine del cosmo e della sua idoneità alla vita, e di essere una spiegazione «naturale» per coloro che hanno già deciso su altre basi che Dio esiste. Essa inoltre attribuisce le qualità progettuali dell'universo a un progettista, il che sembra piuttosto ragionevole. Tuttavia la concezione soffre dell' ovvio inconveniente di essere una tesi che non ammette repliche. La semplice dichiarazione «Dio l'ha fatto!» non fornisce spiegazioni reali di alcunché, a meno che si sia in grado di dire anche come e perché Dio l'abbia fatto. La posizione religiosa incorre anche nel problema di «chi ha progettato il progettista», a meno che il concetto di un essere necessario possa essere saldamente stabilito e si possa dimostrare che è differente da quello di un universo necessario, e superiore a esso.
L'altro problema principale della tesi del progetto intelligente è che l'identità del progettista non ha necessariamente una qualsiasi relazione con il Dio del monoteismo tradizionale. L' «agente progettuale» può essere, per esempio, un comitato di dèi; o può essere costituito da uno o più esseri naturali, come una supermente o superciviltà evoluta esistente in un precedente universo o in un'altra regione dell'universo, che ha realizzato il nostro universo servendosi di supertecnologia.
Il progettista può anche essere una qualche specie di super-computer che simula questo universo.
continua....
Inviato da: tecnologiaevita
il 24/12/2009 alle 00:48
Inviato da: diavoletto52
il 24/11/2009 alle 11:57
Inviato da: io_ribelle
il 18/11/2009 alle 10:13
Inviato da: fengshui1954
il 10/10/2009 alle 22:36
Inviato da: Danielespi
il 10/10/2009 alle 22:21