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L’ECONOMIA UTILE di Walter Caputo – 24-11-2008

Post n°103 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da supergigia2000

Insegno economia da molti anni. Il mio percorso formativo si è in gran parte sviluppato nei binari economici: il diploma di Ragioneria, il diploma universitario in Amministrazione Aziendale, la laurea in Economia. Anche i miei interessi, fino ad un certo momento, sono stati prettamente economici.
Poi, stanco dell’inutilità dell’economia, mi sono laureato in Statistica ed ho cominciato a dedicarmi alla divulgazione scientifica. Sia bene inteso: non tutta l’economia è inutile. L’economia aziendale serve a capire come funziona un’azienda. Una volta che gli studenti hanno imparato cosa c’è dentro un’azienda, verranno tendenzialmente pagati per lavorare in una qualche funzione o area aziendale: la contabilità, la gestione del personale oppure il marketing o anche la produzione. E questo è ben chiaro a tutti; il problema è l’altra economia, cioè quella che viene definita “economia politica”.
Essa avrebbe lo scopo di allocare in modo ottimale risorse scarse, vale a dire che servirebbe a far “rendere” il più possibile le risorse (denaro, investimenti, lavoro,…). L’economia politica si avvale di modelli, che non sono altro che approssimazioni della realtà. Spesso si tratta di approssimazioni molto lontane dal reale, poiché si basano su presupposti irrealizzabili. Inoltre, affinché questi modelli abbiano una vaga parvenza di scientificità, sono corredati da un apparato matematico, anche molto sofisticato.
Ormai se ne sono accorti anche gli studenti delle scuole superiori: la matematica è scienza, ma l’apparato di formule di un modello economico funziona soltanto all’interno del modello, che è piuttosto distante dalla realtà. Non serve a molto spiegare che non si possono effettuare esperimenti in economia, dal momento che verrebbero “bruciate” immense quantità di denaro. Ciò non convince gli studenti, in quanto appare soltanto come un’escamotage per giustificare il fatto che l’economia non è una scienza e non potrà mai esserlo, il che implica affermare che, in buona sostanza, l’economia non serve a nulla e non servirà mai a nessuno. Spesso questo è un modo per far perdere a qualunque studente ogni motivazione e incentivo per studiare economia. Purtroppo i programmi delle scuole superiori e anche delle facoltà economiche non danno certo una mano in tal senso: sono spesso centrati su un’economia che è pura astrazione. Richiamano operatori economici perfettamente razionali, scelte del consumatore fra due soli beni, scelte dell’imprenditore fra due soli fattori produttivi. Questa non è la realtà, questo è il mondo che esiste soltanto nei modelli economici.
Nonostante questo panorama desolante, occorre notare che in realtà una “economia utile” esiste. È quell’economia che riparte da zero, cioè che non considera astratti modelli preesistenti, ma punta a risolvere effettivamente e nel modo più pratico possibile problemi che hanno natura economica.
Ripartire da zero significa essenzialmente cominciare a recarsi là dove esistono problemi economici, osservare attentamente sul campo ciò che accade e perché e infine elaborare soluzioni e monitorare i risultati. In altre parole, occorre applicare il metodo scientifico ai problemi economici. Ed insegnarlo agli studenti.
Quanto sopra detto è possibile. Alcuni ci sono riusciti, altri ci stanno lavorando seriamente.
Fra i primi troviamo Muhammad Yunus, inventore del microcredito, cioè del prestito di piccole cifre a soggetti che non possono fornire garanzie, ma che sono effettivamente intenzionati ad aprire un’attività imprenditoriale. I poveri hanno una forza di volontà senza uguali, ed una dignità encomiabile: questi sono i motivi che li spingono a restituire i prestiti ricevuti. Quindi il microcredito è una soluzione al problema economico della povertà.
Fra i secondi troviamo coloro che lavorano per trasformare l’economia in scienza. Si tratta dei ricercatori di “econofisica”, cioè di quanti traggono dalla fisica un insegnamento fondamentale e cercano di applicarlo alla comprensione del comportamento delle masse (da cui, in ultima analisi, dipende l’andamento dell’economia di un paese). “La lezione più importante della fisica moderna è che spesso a contare più di ogni altra cosa non sono le proprietà delle parti, ma la loro organizzazione, la loro struttura e forma” (da Mark Buchanan – “L’atomo sociale” – Mondadori 2008).

 
 
 
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L'AUTORE DEL BLOG: CHI E' WALTER CAPUTO ?

Ha un diploma universitario in Amministrazione Aziendale, con specializzazione in Finanza. E’ laureato in Economia e Commercio e in Scienze Statistiche. Insegna sia materie matematico - fisico – statistiche che economico - giuridico - fiscali. Su questi temi: contabilità, controllo di gestione, paghe e contributi, divulgazione scientifica ha scritto decine di libri. Inoltre ha pubblicato più di 300 articoli di divulgazione scientifica. Da giugno 2016 è coautore del blog Cibo al microscopio. Da novembre 2012 è cofondatore di Risparmiare Fare Guadagnare. Da novembre 2008 è science writer per Gravità Zero, corporate blog di divulgazione scientifica. Da giugno 2007 è autore di un Blog di Scienze naturali ed economiche.

I suoi articoli si leggono qui.

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