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NON E' COLPA DELLA STATISTICA

Come acquistare il libro "Non è colpa della statistica"

La recensione di Gaetano Lisco

La recensione di Paride Iuso

La recensione di Antonella Amato

Indagine sui limiti della calcolabilità: intervista al Prof. Alfredo Garro

Un approccio non matematico alla statistica per le scienze mediche

Video su Tik Tok a cura di "Libriperdavvero" in cui viene presentato il libro "Non è colpa della statistica" e letta l'introduzione


Su Instagram, con il nome di "Statbunker", l'autore si occupa di debunking statistico e probabilistico


 
 
 
 
 
 
 

Messaggi del 28/11/2008

 

AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE N. 5: Adempimenti previdenziali del datore di lavoro

Post n°76 pubblicato il 28 Novembre 2008 da supergigia2000

Gli enti previdenziali operano come assicuratori: intervengono in caso di eventi predefiniti. Tali eventi (es. malattia, maternità, mobilità, cassa integrazione, pensionamento) riguardano il lavoratore, che è quindi il soggetto che verrà "risarcito". Resta da capire chi paga e chi incassa. Ad incassare il premio è l’assicuratore, cioè l’ente previdenziale (i più importanti sono l’INPS, Istituto Nazionale Previdenza Sociale e l’INAIL, Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro), a pagare…. dipende.

Se si tratta di un rapporto di lavoro subordinato, i contributi previdenziali da pagare all’INPS sono:

  • in parte a carico del lavoratore (circa il 10% dello stipendio lordo come ordine di grandezza. La massima percentuale effettiva è, nel 2008, il 9,49%);
  • in parte a carico del datore di lavoro (circa il 30% come ordine di grandezza, ma si arriva, nel 2008, anche al 35%).

Per quanto invece riguarda i premi INAIL essi sono:

  • parametrati alla pericolosità dell’attività aziendale;
  • esclusivamente a carico del datore di lavoro.

Se si tratta di un rapporto di lavoro a progetto, i contributi INPS gravano:

  • sul lavoratore (per 1/3 del 24,72% nel 2008);
  • sul datore (per 2/3 del 24,72% nel 2008).

Ai fini INAIL i premi assicurativi sono anch’essi sia a carico del lavoratore (1/3 dell’aliquota prevista), sia a carico del datore (2/3 dell’aliquota prevista).

L’inquadramento INPS del datore di lavoro, nel senso di regime contributivo applicabile, dipende:

  • dal settore merceologico in cui rientra l’attività aziendale;
  • dal numero dei dipendenti;
  • dal fatto che i dipendenti siano operai o impiegati o quadri o dirigenti.

I contributi previdenziali sono pari all’imponibile previdenziale moltiplicato per l’aliquota contributiva.

Oltre al puro pagamento dei contributi previdenziali (sia a carico lavoratore che a carico ditta) gravano sul datore di lavoro degli oneri aggiunti, che consistono essenzialmente in procedure burocratiche (e spesso telematiche) da espletare.

Si tratta di:

  • F24;
  • DM 10/2;
  • Dichiarazione mensile unificata fiscale e contributiva;
  • CUD;
  • DURC.

Il modello F24 serve a pagare, entro il 16 di ogni mese, i contributi previdenziali e le imposte, anche compensando importi a debito e importi a credito.

Il modello DM 10/2 serve a dichiarare all’INPS, entro la fine del mese successivo a quello di riferimento, le somme a debito e quelle a credito (oltre alla differenza fra le prime e le seconde) del datore nei confronti dell’ente previdenziale.

La dichiarazione mensile (telematica) unificata, fiscale e contributiva riunisce – dalle retribuzioni di gennaio 2009 (con prima scadenza 28/2/09) – i dati precedentemente inseriti nel flusso mensile Emens e nel modello annuale 770.

Il CUD (Certificazione Unica Dipendenti) va consegnato dal datore ai lavoratori entro il 15/3 dell’anno successivo al periodo di riferimento (oppure entro 12 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro). Tale certificazione contiene, fra i dati principali, le retribuzioni annue lorde corrisposte, le ritenute fiscali operate (sia IRPEF che addizionali all’IRPEF) e le detrazioni d’imposta riconosciute.

Il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) viene rilasciato dall’INPS e dall’INAIL ai datori di lavoro in regola con il pagamento dei contributi previdenziali. È un documento indispensabile al fine di:

  • ottenere benefici normativi e contributivi;
  • ottenere appalti (per le imprese edili).

[a cura di Walter Caputo – 28-11-08]

 
 
 

AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE N. 4: Assunzione e collocamento obbligatorio

Post n°75 pubblicato il 28 Novembre 2008 da supergigia2000

Prima di procedere ad effettuare un’assunzione occorre verificare se l’azienda che intende assumere debba assolvere agli obblighi relativi ai diritti di precedenza.

Per “diritti di precedenza” intendiamo che alcuni lavoratori, che si trovano in particolari e sfortunate situazioni, hanno la precedenza nell’assunzione rispetto a tutti gli altri. Tale diritto è valido se esercitato entro un determinato periodo di tempo. Inoltre talvolta è relativo all’assunzione presso la stessa azienda, in altri casi invece tale diritto implica la precedenza nell’assunzione presso ditte simili.

Elenchiamo qui di seguito, in maniera sintetica, le principali categorie di lavoratori con diritto di precedenza:
- licenziati per riduzione di personale o posti in mobilità;
- licenziati per crisi economiche settoriali o locali;
- lavoratori non subentrati nella nuova azienda in seguito a trasferimento d’azienda;
- lavoratrici stagionali in maternità licenziate per cessata attività;
- lavoratori part - time rispetto a nuove assunzioni full - time;
- diritti di precedenza derivanti da CCNL.

Anche per i disabili, a causa della loro condizione, è prevista una sorta di “corsia preferenziale” per giungere all’assunzione. Le norme che li riguardano:
- sono riunite nella legge 68/1999;
- hanno l’obiettivo di realizzare un collocamento mirato, cioè trovare il posto di lavoro adeguato alle (residue) capacità del disabile disoccupato;
- prevedono servizi di sostegno a favore delle ditte con obbligo di assunzione di disabili.

In generale sono soggetti all’obbligo di assunzione:
- di un disabile, i datori di lavoro che hanno da 15 a 35 dipendenti;
- di due disabili, i datori di lavoro che hanno da 36 a 50 dipendenti;
- del 7% della forza lavoro, i datori di lavoro che impiegano oltre 50 dipendenti.

È prevista l’esclusione dall’obbligo di assumere disabili per:
- i datori di lavoro che impiegano fino a 14 dipendenti;
- i datori di lavoro del settore edile, limitatamente al personale di cantiere e addetto al trasporto;
- i datori di lavoro del settore trasporti, limitatamente al personale viaggiante.

L’obbligo è sospeso per i datori di lavoro:
- che ricorrono alla cassa integrazione guadagni o alla mobilità;
- che sono soggetti a procedure concorsuali.

È possibile fare domanda di esonero parziale dall’obbligo di assunzione dei disabili:
- solo per un periodo di tempo determinato;
- a condizione di contribuire finanziariamente al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili;
- se l’attività svolta è faticosa o pericolosa.

La ditta che ha l’obbligo di assumere disabili può stipulare, con il Collocamento obbligatorio, una convenzione, vale a dire un accordo. Esso ha come oggetto il programma di inserimento lavorativo del disabile.

Infine, entro il 31 gennaio di ogni anno, le imprese che occupano più di 14 dipendenti devono inviare agli uffici del lavoro competenti il prospetto informativo sulle assunzioni dei disabili. Tale prospetto, dal 2008 telematico, costituisce un adempimento che non va ripetuto annualmente (salvo il caso in cui la variazione della forza lavoro implichi un cambiamento negli obblighi di assunzione dei disabili).

[a cura di Walter Caputo – 28-11-08]

 
 
 

INSEGNARE MATEMATICA: "UNA MISSIONE IMPOSSIBILE ?"

Post n°74 pubblicato il 28 Novembre 2008 da supergigia2000

La suoneria del mio cellulare è il tema del film “missione impossibile”. Tanto è vero che quando squilla si tratta spesso di una scuola di recupero anni scolastici o di sostegno agli studenti universitari. E frequentemente il problema è “la matematica”.

Con ciò intendo dire che le principali difficoltà degli studenti non sono rappresentate dalla matematica dei ragionieri, dei periti, dei geometri o dei licei oppure dall’Analisi, che riguarda gli iscritti ad Economia o al Politecnico, ma piuttosto dalla matematica in sé e per sé. E così molti – semplicemente – affermano che – per la matematica – “non sono portati” e, dunque, non la capiranno mai. Queste persone ritengono che la matematica non serva a nulla al di fuori della scuola, che si tratti in sostanza di una materia antipatica, piena zeppa di simboli incomprensibili e priva di una pur minima applicazione pratica.

Secondo costoro – nel momento in cui si scontrano con il problema di ottenere un diploma oppure una laurea – la matematica non è altro che “un male necessario”: una sorta di medicina che bisogna buttar giù turandosi il naso. E allora l’unico modo per raggiungere la “quasi sufficienza” è imparare a memoria le formule e saper risolvere gli esercizi.

“La matematica come problema” può invece essere facilmente superato. Basta pensare che gran parte delle difficoltà degli studenti sono da attribuire a cattivi insegnanti.
Il mio obiettivo – in questo articolo – è fornire brevi indicazioni (tratte dalla mia esperienza):
- ai docenti: su come insegnare la matematica;
- agli studenti: su come studiarla.

Innanzitutto il docente non deve dare mai nulla per scontato: non possiamo essere convinti che, ad esempio, gli studenti debbano conoscere il concetto di logaritmo. A loro interessa la musica, la tecnologia, il sesso, non certo i logaritmi. Tuttavia quando – evidentemente spazientiti – ci chiederanno perché mai qualcuno li abbia inventati e soprattutto chi sia questo qualcuno, allora dobbiamo sfoderare le nostre conoscenze di storia della scienza. Se sapremo narrare brevemente, ma in modo divertente, la storia di John Napier, del regolo calcolatore e di come questo strumento venne usato dagli astronauti delle prime missioni Apollo, allora avremo senz’altro catturato l’attenzione degli studenti.
Con la storia narrata aggiungiamo alla matematica un ricco condimento, fatto di umanità (dei matematici), di scoperta (per l’aneddoto), di trasformazione in strumento utile (il regolo calcolatore) e – soprattutto – di applicazione della matematica al nostro mondo.

In secondo luogo, il docente deve sempre agganciare le proprie spiegazioni al mondo degli studenti che ha di fronte. Quindi, se deve introdurre il concetto di equazione, è meglio non partire da “E=mc2 ” di Einstein e nemmeno enumerando le forme letterali di tutte le tipologie di equazioni esistenti, sconfinando così nel più arido nozionismo.
Sarebbe decisamente un’idea migliore iniziare con un’equazione, che descriva la legge che lega il prezzo del concerto di Vasco Rossi alla domanda di concerti rock. E poi eventualmente allargare il discorso a quali altri elementi possano influenzare il prezzo e come possano essere inseriti nell’equazione di partenza.

In terzo luogo, il docente deve sempre evitare il “muro contro muro” con gli studenti. Non conviene mai irrigidirsi sulle proprie posizioni, è opportuno invece venire incontro alle esigenze degli studenti (che andrebbero considerati come dei clienti) in modo da poter aprire un dialogo. Va bene la disciplina, ma gli studenti vanno rispettati, e sempre premiati quando intervengono nelle spiegazioni matematiche o anche se semplicemente dimostrano interesse.

Consentite sempre ai vostri studenti di interrompervi se non capiscono, e non guardateli mai “dall’alto verso il basso”. Insegnare è una fortuna, ma imparare lo è ancora di più. Se riuscirete a tenere vivo il legame con i vostri studenti, non incorrerete nella noia tipica della “ripetizione”, perché ogni loro intervento rende sempre tutto nuovo e diverso.

È questo il modo per far sì che la passione per la matematica non si spenga nel docente, e nasca invece nello studente, rigogliosa e colma di frutti per il futuro.
E voi, studenti, esigete sempre dei docenti che rispettino queste indicazioni: vedrete che studiare matematica sarà completamente diverso. Sarà per voi una sorpresa, quando scoprirete…. il piacere della matematica.

Walter Caputo - 12 ottobre 2008

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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L'AUTORE DEL BLOG: CHI E' WALTER CAPUTO ?

Ha un diploma universitario in Amministrazione Aziendale, con specializzazione in Finanza. E’ laureato in Economia e Commercio e in Scienze Statistiche. Insegna sia materie matematico - fisico – statistiche che economico - giuridico - fiscali. Su questi temi: contabilità, controllo di gestione, paghe e contributi, divulgazione scientifica ha scritto decine di libri. Inoltre ha pubblicato più di 300 articoli di divulgazione scientifica. Da giugno 2016 è coautore del blog Cibo al microscopio. Da novembre 2012 è cofondatore di Risparmiare Fare Guadagnare. Da novembre 2008 è science writer per Gravità Zero, corporate blog di divulgazione scientifica. Da giugno 2007 è autore di un Blog di Scienze naturali ed economiche.

I suoi articoli si leggono qui.

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