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Un blog creato da Ganimede.76 il 14/05/2007

Parole non dette...

"la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!" (Forrest Gump)

 
 

PREGHIERA DELL’OMOSESSUALE

di Fr. Angelo (Sud  Italia) 

il discepolo che gesù amava

Padre dell’umanità, come figlio mi rivolgo a te con fiducia: aiutami a sentirmi amato da Te, dalla Tua Chiesa, dalle persone a  me care e da tutti coloro che mi circondano. Non mi facciano sentire un verme, un errore della natura, un mostro da nascondere. Donami la forza di accettarmi  per come mi hai creato, di non vivere da ipocrita, nascondendo a me e agli altri  la mia tendenza sessuale. Aiutami a capire che sono anche io Tuo figlio prediletto, che Gesù è morto in croce anche per me. Metti davanti al mio cammino persone sagge che sappiano consigliarmi, che sappiano aiutarmi ad accettarmi. Molte volte, a causa dei pregiudizi e delle paure, sono tentato di  farla finita su questa terra, ma poi sapendo che “tu ami tutte le cose esistenti  e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l`avresti  neppure creata”(Sapienza 11,24) mi riprendo e vado avanti. Dona ai miei  genitori la rassegnazione e la serenità che sono sempre loro figlio, anche se  non potrò mai dargli la gioia di essere nonni, potrò donargli l’affetto di un figlio  che sa amare e vuole essere amato. Aiutami a non fare scelte sbagliate, matrimonio o vocazione di copertura, ma a fare scelte vere e libere. Se qualche volta ho bisogno di essere abbracciato e amato da uno del mio stesso  sesso…. Stammi vicino e abbracciami forte e fammi sentire la tua infinita misericordia e le tue lacrime che scendono sul mio capo, per dirmi che mi comprendi e mi ami per quello che sono. Ti voglio bene Gesù.

 

BIBBIA E OMOSESSUALITà

Nel tentativo di approfondire tale tematica e, soprattutto, di individuare con esattezza i testi della Bibbia ed interpretarne correttamente il contenuto, ho ritenuto opportuno leggere due libri che affrontano l'argomento sul piano esegetico e che hanno come punto di riferimento la Bibbia nella sua interezza.

I libri che ho provveduto a leggere e ai quali mi riferirò nella presente trattazione sono:

- Bibbia e Omosessualità, Ed. Claudiana

- l'Omosessualità nella Bibbia, Ed. San Paolo

bibbia

 Introduzione (>)

I testi nei loro contesti antichi

Antico Testamento:

1) Genesi (>)

I resoconti della Teologia della Creazione

2) Sodoma e Gomorra (>)

C'è Omosessualità in questi racconti?

3) Gionata e Davide (>)

Si può parlare di Omosessualità?

(continua)

 

UN Pò DI ME...

volto

"Omosessuale e credente"  di Alessandra Del Re:

LiberoBlog/Storie

MI RACCONTO...

"Essere o non essere..."

Una pagina del mio Diario su: Gionata.org

UNA MIA ESPERIENZA...

"Non guaritemi in nome di Cristo"

sul Blog: 1, 2, 3... Liberi tutti dell'Unità di Delia Vaccarello

"Una cristoterapia per guarire dai pregiudizi" su: gaynews

 

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AGEDO

AGEDO

L’A.GE.D.O. è costituita da genitori, parenti e amici di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transessuali che si impegnano per l’affermazione dei loro diritti civili e per l’affermazione del diritto alla identità personale.

Vogliamo essere di aiuto e sostegno a quei genitori che hanno saputo dell’omosessualità della propria figlia o figlio e ne soffrono perché per loro è difficile comprendere e accettare. Pensiamo di poter condividere il loro disagio offrendoci come interlocutori per un dialogo su una situazione che noi abbiamo vissuto e superato.

 

DISCLAIMER

Questo Blog non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Pertanto, non puo' essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001. Gli articoli e le immagini inseriti in questo Blog sono tratte in massima parte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarmelo e saranno subito rimossi.

 

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LE NUOVE CATACOMBE

I GRUPPI DI OMOSESSUALI CREDENTI

Sono il cromosoma mancante. Né X né Y. Sono terzisti naturali, il colore neutro, il gene mutante, una pianta transgenica da estirpare e bruciare prima che si diffonda. Sì, perché si può essere omosessuali, si può essere anche checche, ma omosessuali cattolici no. Quello no. Per qualcuno sono i peccatori Doc, chi pecca sapendo di peccare. Una vergogna da nascondere, la spazzatura sotto il tappeto.
Eppure esistono, ci sono, ci sono sempre stati. E sono tanti. Non sono una lobby. Anzi. Nella Chiesa ufficiale sono praticamente invisibili, ma non si nascondono. Si riuniscono, si parlano, si aiutano. Sono una vera comunità del profondo, anzi una comunità di comunità sparse sul territorio, nelle metropoli come in provincia, da Udine a Catania.

L'appuntamento che li ha risvegliati dal letargo ha un luogo e una data: Centro ecumenico di Agàpe, Praly, montagne torinesi. L'anno è il 1980. Al campo estivo si parla di "Fede e omosessualità", un tabù fino a quel momento. Tutto sembra nascere da lì, come se una misteriosa energia avesse trovato la strada per salire in superficie.
 A dicembre, a Milano, don Domenico Pezzini ospita nella propria casa un gruppo di ragazzi omosessuali. Per parlare, ascoltare, capire. Il nome scelto per il gruppo è Il Guado, un riferimento a un passaggio della Genesi (32, 23-33), la lotta di Giacobbe con l'angelo sulla riva dello Jabbok. La lotta, la fede, l'angelo e un passaggio da una sponda all'altra: l'allegoria perfetta. Pochi mesi dopo, a Torino, nasce un'altra comunità di omosessuali cattolici, Davide e Gionata, nell'ambito del gruppo Abele di don Ciotti. Ad animarla c'è un ragazzo, Ferruccio Castellano, un insegnante gay che si toglierà la vita tre anni più tardi.

Nell'82 la casa di don Pezzini diventa troppo piccola per tutti i ragazzi del cenacolo. Si cambia casa, si va nella chiesa valdese di via Francesco Sforza, sempre a Milano. Nel 1988, poi, un altro trasloco, in un freddo scantinato in via Pasteur 24, la sede di oggi. Un crocefisso di legno, qualche poltrona Ikea e alla parete una fotografia di Carlo Maria Martini con una lettera firmata.
Ci sono anche due fornelli, perché non si vive solo di preghiere e parole. «E presto cambieremo sede ancora, andremo in un posto un po' più confortevole». Al Guado non serviva una sede lussuosa per diventare un punto di riferimento per le comunità di omosessuali cattolici in Italia. Al gruppo di via Pasteur fa riferimento anche il Coci, il coordinamento nazionale delle associazioni di gay credenti che ha già tenuto due assemblee annuali e nel ‘99 ha chiesto alla Cei di affrontare il tema.

Nel frattempo, però, le strade del Guado e di don Pezzini si sono divise. A metà degli anni ‘80 don Domenico dà vita a un altro gruppo, sempre a Milano. Si chiama La Fonte, senza una sede fissa, ma con un'idea molto precisa di comunità.
Ancora oggi al Guado parlano di don Pezzini come di un padre. I suoi libri sono una lettura irrinunciabile, così come i testi del teologo morale Leandro Rossi, scomparso nel 2003. «Ho deciso di non venire più a compromessi, ho deciso che devo dire la verità fino in fondo», scrisse in una relazione sul tema "Quale castità per gli omosessuali".

Don Domenico ha una storia troppo lunga, bella e tormentata da meritare una sosta. A modo suo è un ribelle, ma di una specie particolare, di chi lavora sul confine, sulla formazione e sulla coscienza. Prete diocesano di Lodi, in realtà lavora "in esilio" a Milano: al vescovo non erano piaciute certe sue uscite. Oggi insegna Letteratura inglese all'Università di Verona, dopo un incarico a Sassari e alla Cattolica di Milano. Negli anni ha dato vita ad altri gruppi di esperienza pastorale, a Bologna, (In cammino) e a Roma (La Sorgente), ma a lui fanno riferimento anche i gruppi di Brescia (Il Mosaico) e Bergamo (La Creta).
Un «lavoro morbido», lo definisce lui, che non ha nulla di politico, ma privilegia l'interno sull'esterno, le pieghe della coscienza alla ribalta dell'opinione pubblica. «Bisogna pure che qualcuno proponga qualche pista di azione», ha scritto don Pezzini in un articolo pubblicato sulla rivista cattolica Il Regno nel '97 «è in gioco la situazione di migliaia di persone che si sentono non capite, mal giudicate, rifiutate proprio da una "famiglia”, quella cattolica, che a livello di affermazioni proclama l'accoglienza universale».

Le comunità degli omosessuali credenti sono sempre in cammino, un viaggio che ha spesso la stessa stazione di partenza. Parli con Maurizio, Gianni, Fabrizio e tutti ti raccontano la stessa storia. La scoperta dell'omosessualità durante l'adolescenza, il trauma, prima la rimozione e poi il senso di colpa. Infine, anche grazie agli incontri fortunati e all'esperienza di comunità, la lenta risalita, la cancellazione della macchia e l'accettazione di sé. Un lavoro che può durare anche tutta la vita.
«Quando ero un ragazzo mi sentivo dannato o, nel migliore dei casi, un malato», racconta Maurizio, 51 anni, medico. «Solo dopo ho cominciato ad accettarmi, a non vedere problemi tra la mia fede e la mia affettività. Ho capito che è primaria la mia relazione con Dio. Ma è una ferita che non guarirà mai del tutto, che ha colpito la mia struttura psicologica di base. Poi, certo, si cresce: una pianta che può crescere storta o diritta ma cresce comunque. Spero almeno che il racconto della mia esperienza possa aiutare altri omosessuali credenti come me. Ho fatto mio il mito di Chirone: chi tocca la sua ferita guarisce».

«La prima fase è negare il problema: fino alla prima giovinezza non se parla», racconta Gianni Geraci, 40 anni, instancabile animatore del Guado e presidente del Coci. «Poi si comincia a praticare la propria omosessualità con i sensi di colpa, nell'incapacità di accettare la propria identità sessuale e tanto meno di costruire una relazione». Gianni ricorda un sogno particolare di quel periodo buio. «Eravamo un gruppo di persone, stavamo aspettando qualcuno. A un certo punto è arrivato il Papa e ha chiesto a tutti quale fosse il nostro peccato. E io ho detto: “Sono stanco di raccontare sempre lo stesso peccato”. Poi mi sono svegliato e ho capito che c'era un problema».

Sì, il problema c'era e basta conoscere Gianni per capire che oggi non c'è più. «Con l'età, lo scambio di esperienze con altre persone, anche sacerdoti, si entra in una nuova dimensione». Ma non è così per tutti. I casi di suicidio tra i giovani omosessuali credenti non sono così rari. «O si rimane schiacciati dal senso di colpa - spiega Maurizio - oppure la reazione è quella di allontanarsi dalla Chiesa. Tant'è che io non faccio vita di comunità in parrocchia: preferisco non creare problemi al mio parroco».

Chi ce la fa è chi arriva a capire che, spiega Gianni, «il peccato fa parte dell'esperienza cristiana. Nello stesso tempo il progetto di Dio su di noi, ognuno di noi, è in sé perfetto. È tradire il Cristianesimo pensare che l'omosessuale sia chiamato a realizzare la propria vocazione cristiana nonostante la propria omosessualità e non attraverso la propria omosessualità».

Gianni sfoglia il Catechismo della Chiesa. «Le persone omosessuali sono chiamate alla castità, come tutti i cristiani. Ma che cos'è la castità? Mettere la sessualità al servizio dell'amore». E due omosessuali non si possono amare? Il catechismo dice anche che la vita omosessuale è "intrinsecamente disordinata".
E questo rimane uno scoglio. «Anche perché dal `75 a oggi i documenti ufficiali del Magistero della Chiesa sono stati un continuo ripensamento all'indietro. Negli anni ‘70 i gay andavano dai preti per sentirsi capiti. Negli anni ‘90 avviene il contrario. Non dimentichiamo che l'Arcigay è stata fondata da un sacerdote. Io stesso ho organizzato incontri di preghiera all'Arcigay di Varese».

Anche con l'Arcigay si sono dovuti superare molti steccati. Il Guado, che accoglie credenti e non, oggi fa parte della rete di movimenti che organizza il Gay Pride a Milano.
«Fino ai primi anni ‘90 anche quelli dell'Arcigay ci discriminavano», racconta Maurizio, insegnante di 52 anni, del gruppo Terrabattuta di Reggio Emilia, «per loro o eri omosessuale o eri cattolico. Non capivano. Noi, invece, rivendicavamo la nostra dignità e appartenenza. Noi volevamo mediare il paradosso».

La dimensione pubblica e la vicinanza al movimento dei diritti dei gay è uno degli elementi che separano esperienze come quelle del Guado dalle comunità vicine alla Fonte di don Pezzini. Al Guado si parla anche di diritti; alla Fonte si prega, si legge, si discute.
«Il Guado è un luogo che assume fisionomie diverse a seconda di chi lo frequenta», racconta Gianni. «Fino a metà degli anni ‘90 era pieno di santini, anche troppi; oggi sono stati messi nei cassetti. Fino a dieci anni fa si celebrava anche la Messa. Oggi ci si riunisce, si parla, si fa anche attività culturale, ma ci consideriamo un'associazione di laici e ci rivolgiamo a tutti, senza chiedere preventivamente un consenso su un cammino prestabilito di preghiera».

Sulla scia del Guado sono nati il gruppo Nuova Proposta a Roma (uno dei più importanti), La Parola di Vicenza, Emmanuele di Padova, Kairos di Trieste, la Goccia di Cremona, Kairos di Firenze, Narciso e Boccadoro a Rimini (con un lavoro che copre tutta la costa adriatica, fin quasi in Puglia), Ponti Sospesi a Napoli, Terrabattuta a Reggio Emilia.

«Abbiamo tra noi anche molti anziani. E per un omosessuale invecchiare è spesso un'esperienza di solitudine. Non si ha famiglia e il legame con gli amici diventa l'unico contatto col mondo. Due anni fa uno di noi si è ammalato. Era solo. Abbiamo capito che ci chiedeva una cosa sola: di non morire squallidamente. Abbiamo capito che su quella storia ci giocavamo la nostra credibilità e, a turno, gli siamo stati vicini». Un ex "discepolo" del Guado è Fabrizio, un insegnante di 46 anni, oggi responsabile dell'associazione Arco di Parma, una delle tante che stanno nascendo sul territorio quasi per gemmazione spontanea. «Non facciamo figli ma facciamo gruppi».

L'esplosione dei gruppi di omosessuali cattolici è un fenomeno degli ultimi anni («lo spirito soffia dove vuole», dice Maurizio), tanto che in alcuni casi la singola diocesi incarica propri "emissari" per parlare, confrontarsi, capire. Sempre meno per "redimere". Le resistenze ufficiali rimangono, ma la Chiesa sembra aver scrostato vecchie diffidenze per scendere a patti con un fenomeno sotterraneo ma in espansione, un fiume carsico che ha iniziato a fecondare il terreno circostante. Forse perché la conoscenza passata al setaccio dalla sofferenza può sprigionare un'energia insospettabile. Tanto che oggi molti non credenti sono disposti ad ammettere che l'avanguardia culturale del movimento gay sia rappresentata proprio dai credenti. Come il Guado, l'Arco di Parma accoglie credenti e non. «È un gruppo atipico: partecipano anche due mamme dell'Agedo, l'associazione delle mamme di persone omosessuali». L'Arco alterna attività ludico-culturale (molto cinema, non solo Pasolini e Visconti, e naturalmente Giovanni Testori) alla lettura critica delle Sacre Scritture, magari con traduzioni meno tradizionali. L'Arco ha fatto anche scelte di rottura. Come alcuni mesi fa, quando ha inviato a tutti i sacerdoti della città il numero monografico della rivista Credere Oggi di Padova dedicato alle persone omosessuali. «Era un modo per dire: “noi esistiamo”. Purtroppo hanno risposto solo in due. Se si va allo scontro ognuno si irrigidisce sulle proprie posizioni, anche perché molti sacerdoti rischiano se prendono posizioni pubbliche sull'argomento. Quindi spesso preferiscono agire nel segreto e nell'anonimato».

Chi non agisce sotto anonimato è don Pezzini. Il suo approccio è dichiaratamente pastorale: fissa un tema e lo sviluppa con il gruppo durante l'anno. Lo scopo è quello di «formare dei cristiani adulti». Come Marco, 34 anni, nella Fonte da otto, che è anche educatore scout.
«Siamo un gruppo di persone che si propone di trovare un'integrazione feconda tra condizione omosessuale e fede. Alla base della nostra attività c'è un cammino condiviso: ci ritroviamo una domenica pomeriggio ogni tre settimane in una parrocchia di Milano e tre volte all'anno per il ritiro spirituale».
Gli “allievi” di don Pezzini vanno dai 20 ai 60 anni, ma la media è tra i 30 e i 40. «Quando ero un ragazzino pensavo di essere l'unico omosessuale al mondo: quello che vivi e provi ti sembra così grave che non puoi parlarne con nessuno. Io all'esterno cercavo di essere normale quasi per compensazione, anzi cercavo di essere un modello di comportamento. L'incontro con don Pezzini ha rappresentato il grande spartiacque della mia vita. E ho scoperto che potevo vivere da cristiano anche da omosessuale».

Anche la Fonte è una comunità aperta. Sergio, un impiegato di 37 anni, l'ha scoperta l'estate scorsa su Internet e oggi racconta: «La mia vita, come quella di tutti coloro che si ritrovano ad avere il dono dell'omosessualità (non è un refuso) è stata costellata da mille difficoltà, dapprima legate all'autoconoscenza, poi all'autoaccettazione, poi allo scontro con una realtà che spesso è subdolamente ostica se non apertamente ostile nei confronti dell'omosessuale».
Sergio entra in seminario, poi incontra un ragazzo e s'innamora. «Con Gigi arrivai all'ultimo passo: accogliere la mia sessualità come Grazia. Impercettibilmente, senza che me ne accorgessi, ero arrivato a ringraziare il Padre per avermi fatto omosessuale. Quella che era stata una croce era divenuta una grazia, un grandissimo dono».

Ma la strada è ancora lunga. La notte del 24 dicembre 2002, alla Messa della vigilia di Natale, don Fabrizio Longhi, il parroco di un piccolo paese pugliese ha chiamato sull'altare un ragazzo omosessuale perché raccontasse la sua storia.
«Sono un gay credente, sono venuto in questa chiesa per parlare di omosessualità: non spaventatevi». Nel giugno del 2003 il vescovo di San Severo ha "licenziato" don Longhi.

«Se la società riconosce e "desidera” riconoscere sempre più spazio "civile" ai cristiani, è nella chiesa che diventa sempre più difficile abitare», scrive lo storico Alberto Melloni in Chiesa madre, chiesa matrigna (Einaudi, 2004).
«In ambito cattolico questo è un fenomeno vistoso: certo le opportunità di essere albergati in un gruppo di propri "simili" non mancano e i pedaggi per il transito fra le zone della Chiesa sono abbastanza bassi.
Ma l'esperienza della Chiesa come madre attiva - la Chiesa dalla quale si viene accolti, si viene accompagnati nelle stagioni della vita, si viene iniziati alla vita interiore - è sempre più rara: non si resta privi della giustificazione, della grazia, del perdono, ma si dubita che la Chiesa possa esserne custode e dispensatrice
».

Sono passati sette anni da quando Alfredo Ormando, un ragazzo siciliano di 39 anni, si diede fuoco in piazza San Pietro di fronte al presepe. Era il 13 gennaio 1998 e Alfredo era omosessuale.

di Giovanni Cocconi, da Communitas, n.1, 11 febbraio 2005

Commenti al Post:
orsonmax2006
orsonmax2006 il 30/06/07 alle 00:47 via WEB
Sono molto colpito dal post e dalle varie esperienze raccontate..purtroppo,nella nostra società,puoi essere o solo gay-ateo o etero-cattolico o etero-ateo,ma gay-cattolico,bè è difficile da accettare...non perchè i gay cattolici(o credenti in generale)non siano uguali agli altri,ma perchè,spesso,se sei un "peccatore"come lo è un gay per la Chiesa in generale,non si può essere cattolici,in qualche modo vivere la propria vita sessuale diversamente dagli altri comporta un problema insormontabile..Forse agli inizi i gay non cattolici,discriminavano i gay credenti,semplicemente perchè ne avevano paura..paura che questi,fossero dei finti gay e si intromettessero nella vita degli altri gay solo per convertirli..in seguito hanno capito di essere sulla stessa barca ed hanno accettato...credo sia questo il motivo..poi,ovviamente,si deve vedere la situazione nel completo.. Baci Max
 
 
Ganimede.76
Ganimede.76 il 30/06/07 alle 10:06 via WEB
Buondì caro Max, credo che tu abbia sintetizzato chiaramente e brillantemente il Post...! E' proprio questo il problema, la "difficoltà" per molti e sopratutto di alcune gerarchie della Chiesa, di non capire, di non volere, di non potere conciliare l'essere Gay e vivere gioiosamente, serenamente la propria identità, con l'essere Cristiano Cattolico praticante. Questi Gruppi, nel nascondimento purtroppo, cercano di Testimoniare invece, che si può vivere un Cammino di Fede nella Chiesa e con la Chiesa. Conosco molti miei AMICI GAY credenti, che non riescono a intraprendere un rapporto di Fede, un Cammino di Crescita Spirituale nella Chiesa, perchè non riescono a trovare dei punti di riferimento. Io, sono riuscito a non allontanarmi dalla Chiesa, dalla mia Parrocchia, dal mio Gruppo di Crescita, perchè, anche se non sono dichiarato publicamente, ho AMICI a cui l'ho detto che mi continuano ad AMARE così come sono, che mi rispettano e mi accettano. In poche parole, non è cambiato nulla con loro. E poi perchè, il mio rapporto con Dio, il mio incontro personale con Gesù, prima della scoperta della mia "diversità", è stato e continua ad essere FORTE, quasi sempre stabile... eh eh e duraturo. Mi sento AMATO da Dio e anche dalla Chiesa, in quei Sacerdoti che mi hanno capito, che mi sono venuti incontro e che mi guidano! (la Gerarchia è un'altro discorso.... Ma avrò modo in seguito di approfondire questo discorso. Grazie Max per la tua visita, ti aspetto nuovamente. Baci.
 
kris1965
kris1965 il 30/06/07 alle 01:33 via WEB
..il post e' un po' lungo.....lo leggero' domani con calma....per ora un bacio e una dolce buonanotte. ciao
 
 
Ganimede.76
Ganimede.76 il 30/06/07 alle 10:11 via WEB
Hai ragione Kris, ma non mi sono sentito di fare taglio e cucito su questo discorso. E' una bella Testimonianza di FEDE di alcuni Gruppi Omosessuali Credenti, che anche se vivono nel nascondimento, nel silenzio, valeva la pena riportare alla luce, come si è fatto con alcune Catacombe nel passato... Appena puoi, attendo un tuo commento. Un Grandissimo Bacione Kris, ed una Buona Giornata!
 
Felix721
Felix721 il 30/06/07 alle 10:52 via WEB
Gioioso weekend in Gesù nostro Signore e nell suo immenso Amore,Dio ti benedica.
 
cateviola
cateviola il 30/06/07 alle 12:09 via WEB
Mi sono fermata a leggere tutto, in silenzio... per altre ragioni sono uscita dalla chiesa, ma non riesco ancora a non sentirne la mancanza. Tormentata, arrabbiata a volte, mai indifferente rispetto ai temi della fede e della religione. Però, se ne fossi continuamente giudicata e "allontanata", non vorrei restarci un minuto di più... Perplessa, ci penso..
Un abbraccio
 
 
Ganimede.76
Ganimede.76 il 01/07/07 alle 11:48 via WEB
Buona Domenica Cate, mi scuso se il Post è troppo lungo, ma come ho già detto prima, non mi sono sentito di elimirare nulla di questa bellissima Testimonianza di Fede in questi Gruppi di Omosessuali Credenti. Anch'io, dopo la scoperta della mia "diversità" mi sono sentito un pesce fuor d'acqua nella Chiesa. In un'istante, mi sono sentito non amato, non voluto, e giudicato. Ma l'Esperienza Forte di Cristo nella mia vita, prima della mia scoperta della "diversità" era ed è troppo Grande, Intensa... e non potevo permettermi, permettetemi il termine, di "buttare l'acqua sporca con tutto il bambino". Ero consapevole che senza la Sua CHIESA, non potevo incontrare il vero GESU', non potevo fare una vera Esperienza del Suo AMORE, del Suo MESSAGGIO, della Sua MISERICORDA! Tante volte ho pensato di uscirmene, perchè come hai già detto tu Cate, mi sento continuamente giudicato e allontanato. Ma sono anche consapevole, che non si può essere CRISTIANI se non si SENTE il bisogno, la necessità di vivere nella CHIESA, con la CHIESA, e per la CHIESA. Io sono parte di essa, faccio parte di questo CORPO MISTICO DI CRISTO che è la CHIESA, e se me ne andassi, AMPUTEREI il Corpo di Gesù, diventerei un'isola, una cellula impazzita, e non potrei più Pregare come Gesù mi ha inzegnato: PADRE NOSTRO... perchè vivrei separato dai miei FRETELLI di Fede. Questa è la mia Esperienza e il mio Percorso... Un Bacio Grande Cate!
 
lavocelivera
lavocelivera il 30/06/07 alle 23:17 via WEB
Nulla impedisce ad un omossessuale di essere un credente altrettanto valido di un eterossessuale... precludere ad una persona la possibilità di praticare a pieno la propria vita religiosa spolo in relazione all'orientamento sessuale non è solo sbagliato, ma profondamente anti cristiano... l'accettazione del prossimo e la capacità di non giudicare sono valori che vengono dimenticari troppo spesso. Serena notte e buon fine settimana :)
 
 
Ganimede.76
Ganimede.76 il 01/07/07 alle 11:56 via WEB
E' vero Lavoce, ci dimentichiamo spesso noi cristiani, dell'Unico e più importante Comandamento che ci ha lasciato Gesù, il Comandamento dell'AMORE, quel Comandamento che racchiude tutta la Legge e i Profeti. Perchè alla fine, saremo giudicati sull'AMORE... (Matteo 25,31-46). Una Serena Domenica.
 
Interluce
Interluce il 01/07/07 alle 00:02 via WEB
E' un post che merita di essere letto con calma,e domani lo faro' :) un saluto e grazie della tua presenza, buon fine settimana ^_^
 
 
Ganimede.76
Ganimede.76 il 01/07/07 alle 11:58 via WEB
Grazie a te Interluce, per l'interesse che mostri in quello che scrivo. Attendo un tuo commento, è importante. Buona Domenica. :)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/07/07 alle 06:20 via WEB
Ciao! Sono Daniela, insegnante milanese, amica dei ragazzi del gruppo Kairòs attraverso i quali ho conosciuto il tuo link. A proposito, se ti va di "venirmi a trovare" la porta virtuale è spalancata (ma anche quella, reale, della mia disponibilità): ho lasciato il mio link. E' domenica mattina e vado un po' di fretta. Però mi piacerebbe leggessi questo mio intervento qui: http://www.mentecritica.net/un-provvidenziale-aut-aut-non-solo-gay-pride/democrazia-e-diritti/daniela-tuscano/744/ . Si parla proprio di gay credenti, segnatamente dell'incontro dell'altra sera. Sarebbe bello che aggiungessi anche la tua testimonianza, questa realtà è spesso misconosciuta e, come ha detto un utente, sembra si possa essere solo gay e atei. Questo ci fanno credere i grandi media. Mentono, ed è ora di gridarlo forte. Un saluto, Daniela.
 
 
Ganimede.76
Ganimede.76 il 01/07/07 alle 12:24 via WEB
Ciao Daniela, mi emoziona il sapere che il mio BLOG, e i miei Post-it, stanno iniziando ad interessa altre persona su internet. Essere letto da tante altre persona fuori dai BLOG, mi sprona, mi stimola a continuare questo percorso che ho iniziato con l'intenzione di Comunicare, di Testimoniare la mia piccola Esperienza di Gay Cristiano, il mio percorso fatto di conquiste, ma anche di molti fallimenti... Il sapere che non sono solo in questa Testimonianza è un modo per diffondere ancora con più Coraggio, con più Forza questo Messaggio di Speranza per tutti quei ragazzi, che pur vivendo la loro "diversità" non vogliono rinunciare a vivere anche un'Esperienza di Fede con Gesù nella Chiesa! GRAZIE per il tuo commento, grazie per aver lasciato il tuo Link, lo metterò in evidenza per farlo conoscere e diffonderlo. E appena avrò un pò di tempo, aggiungerò anche la mia Testimonianza nel Sito che mi hai indicato. Ti Auguro una Serena Domenica.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/07/07 alle 20:27 via WEB
E io metterò in evidenza il tuo link, sai, anch'io come te ogni tanto posto dei commenti sulle letture domenicali, cose semplici (quando li scrivo io), o più profonde (quando sono contributi altruo). Sempre più mi rendo conto che la Chiesa vive e si costruisce "dal basso". A risentirci prestissimo e un abbraccio. Daniela
 
     
Ganimede.76
Ganimede.76 il 01/07/07 alle 23:54 via WEB
Hai detto bene Daniela, la VERA CHIESA è quella che si Costruisce da BASSO, sono le Fondamenta che tengono in piedi tutta la struttura... Ho aggiunto il Sito che mi hai indicato, nei miei Link preferiti. Volevo precisarti che io non faccio parte di nessun Gruppo di Omosessuali Credenti, ho però voluto sottolineare, quanto siano importanti queste realtà per noi ragazzi che vogliono fare un Cammino di Fede nella Chiesa. Comunque, voglio lasciare una mia piccola testimonianza sul sito che mi hai indicato e sul post che hai scritto tu. Un Bacio Daniela, e Grazie ancora della tua visita.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/07/07 alle 20:30 via WEB
Stavolta (stranamente) il mio link non è comparso, ma si trova nel commento precedente... Ariciao
 
FiorVita
FiorVita il 02/07/07 alle 08:12 via WEB
In questi giorni sto leggendo un libro di un grande prete, forse uno dei più grandi per opere fatte tra i viventi. E' Don Verzè fondatore dell'ospedale San Raffaele di Milano e tante altre opere. Ha scritto un libro che si intitola Io e Cristo, dove spiega come tutti possiamo esser Cristo. Ripercorrendo minuziosamente la figura di Gesù fa vedere come l'unica pietra su cui fondava tutto era l'amore
 
 
Ganimede.76
Ganimede.76 il 02/07/07 alle 08:43 via WEB
Buongiorno Fior, personalmente non conosco la figura di Don Verzè. Mi hai incuriosito e vedrò di comprade questo libro che mi hai indicato. Ammiro questi Sacerdoti, che oltre al loro Ministero Sacerdotale, non si dimenticano del più Grande Comandamento dell'AMORE e della CARITA'... Un Grande Bacio Fior, ed una Serena Giornata!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/07/07 alle 18:32 via WEB
Ciao Ganimede, ti ho appena linkato (e ho risposto alla tua mail). :) Daniela
 
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no pedofilia

 

IL VANGELO DEL GIORNO

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vangelo

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino." (Salmo 118,105)

 

CRISTIANI OMOSESSUALI DI PALERMO

"ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me” (Esodo 19,4)

Gruppo"Ali d'Aquila"

 Email: gruppoalidaquila@libero.it

Chiesa San Francesco Saverio

piazza San Francesco Saverio all'Albergheria

PALERMO

Gruppo

Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.

Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.

Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.

Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro. 

 

AREA PERSONALE

 

SUGAR BABY LOVE

Il video racconta con ironia il percorso sentimentale di un ragazzo diventato uomo, che, dopo aver scoperto di essere Gay, vive la sua identità sessuale benchè vittima di alcune disavventure ... 

 

Criteri di discernimento vocazionale di persone a tendenza omosessuale per l'ammissione al seminario e agli ordini sacri (2005)

Sempre nostri figli Un messaggio pastorale ai genitori di figli omosessuali e suggerimenti ai collaboratori pastorali (1997)

- La Pastorale nei confronti degli omosessuali a Innsbruck (1998)

 

PUBBLICITà PROGRESSO

Dio non odia chi è gay

 

DIRITTI NEGATI

bandiera arcobaleno

"Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione." (Art. 2 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - 1948)

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." (Art. 3 della Costituzione Italiana - 1948)

 

LIBRI, RIVISTE, OPUSCOLI...

Fede e Omosessualità

Omosessualità e Vangelo 

 

CINEMA, FILM, DVD...

L'altra metà dell'amore

 

no omofobia

 

OMOCAUSTO

omocausto 

"...Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no..." (Primo Levi)

 

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