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Un blog creato da Ganimede.76 il 14/05/2007

Parole non dette...

"la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!" (Forrest Gump)

 
 

PREGHIERA DELL’OMOSESSUALE

di Fr. Angelo (Sud  Italia) 

il discepolo che gesù amava

Padre dell’umanità, come figlio mi rivolgo a te con fiducia: aiutami a sentirmi amato da Te, dalla Tua Chiesa, dalle persone a  me care e da tutti coloro che mi circondano. Non mi facciano sentire un verme, un errore della natura, un mostro da nascondere. Donami la forza di accettarmi  per come mi hai creato, di non vivere da ipocrita, nascondendo a me e agli altri  la mia tendenza sessuale. Aiutami a capire che sono anche io Tuo figlio prediletto, che Gesù è morto in croce anche per me. Metti davanti al mio cammino persone sagge che sappiano consigliarmi, che sappiano aiutarmi ad accettarmi. Molte volte, a causa dei pregiudizi e delle paure, sono tentato di  farla finita su questa terra, ma poi sapendo che “tu ami tutte le cose esistenti  e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l`avresti  neppure creata”(Sapienza 11,24) mi riprendo e vado avanti. Dona ai miei  genitori la rassegnazione e la serenità che sono sempre loro figlio, anche se  non potrò mai dargli la gioia di essere nonni, potrò donargli l’affetto di un figlio  che sa amare e vuole essere amato. Aiutami a non fare scelte sbagliate, matrimonio o vocazione di copertura, ma a fare scelte vere e libere. Se qualche volta ho bisogno di essere abbracciato e amato da uno del mio stesso  sesso…. Stammi vicino e abbracciami forte e fammi sentire la tua infinita misericordia e le tue lacrime che scendono sul mio capo, per dirmi che mi comprendi e mi ami per quello che sono. Ti voglio bene Gesù.

 

BIBBIA E OMOSESSUALITà

Nel tentativo di approfondire tale tematica e, soprattutto, di individuare con esattezza i testi della Bibbia ed interpretarne correttamente il contenuto, ho ritenuto opportuno leggere due libri che affrontano l'argomento sul piano esegetico e che hanno come punto di riferimento la Bibbia nella sua interezza.

I libri che ho provveduto a leggere e ai quali mi riferirò nella presente trattazione sono:

- Bibbia e Omosessualità, Ed. Claudiana

- l'Omosessualità nella Bibbia, Ed. San Paolo

bibbia

 Introduzione (>)

I testi nei loro contesti antichi

Antico Testamento:

1) Genesi (>)

I resoconti della Teologia della Creazione

2) Sodoma e Gomorra (>)

C'è Omosessualità in questi racconti?

3) Gionata e Davide (>)

Si può parlare di Omosessualità?

(continua)

 

UN Pò DI ME...

volto

"Omosessuale e credente"  di Alessandra Del Re:

LiberoBlog/Storie

MI RACCONTO...

"Essere o non essere..."

Una pagina del mio Diario su: Gionata.org

UNA MIA ESPERIENZA...

"Non guaritemi in nome di Cristo"

sul Blog: 1, 2, 3... Liberi tutti dell'Unità di Delia Vaccarello

"Una cristoterapia per guarire dai pregiudizi" su: gaynews

 

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AGEDO

AGEDO

L’A.GE.D.O. è costituita da genitori, parenti e amici di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transessuali che si impegnano per l’affermazione dei loro diritti civili e per l’affermazione del diritto alla identità personale.

Vogliamo essere di aiuto e sostegno a quei genitori che hanno saputo dell’omosessualità della propria figlia o figlio e ne soffrono perché per loro è difficile comprendere e accettare. Pensiamo di poter condividere il loro disagio offrendoci come interlocutori per un dialogo su una situazione che noi abbiamo vissuto e superato.

 

DISCLAIMER

Questo Blog non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Pertanto, non puo' essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001. Gli articoli e le immagini inseriti in questo Blog sono tratte in massima parte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarmelo e saranno subito rimossi.

 

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Messaggi di Aprile 2008

"Rigenerati dalla Parola di Dio"

Post n°156 pubblicato il 30 Aprile 2008 da Ganimede.76
 

XXXI Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del

Rinnovamento nello Spirito Santo

Fiera di Rimini 1 - 4 maggio 2008

Carissime sorelle, carissimi fratelli nel Signore, è la Parola del Signore che ci convoca. Ed è nel segno della Parola che questa nostra XXXI Convocazione porterà benedizioni abbondanti nelle nostre vite. Pertanto, grazie di avere accolto l’invito a partecipare!

La Parola profetica che ispira il tema delle nostre giornate riminesi è una confessione di lode di S. Paolo, un uomo arreso a Gesù, rinato in Lui, che ha vissuto una vita nuova per rendere nota la bellezza e la potenza del nome di Cristo. L’anno 2008 è dedicato a S. Paolo, nel bimillenario della sua nascita.

«La Parola del Signore conserva coloro che credono in lui» (Sap 18, 26): se anch’io, come S. Paolo “dopo” la conversione, ho deciso di dare ascolto alla Parola di Dio e di essere una creatura nuova, ebbene posso fare di questa Convocazione l’occasione per ribadire la mia fedeltà a Gesù.

«Tutto procede secondo la sua Parola» (Sir 43, 26): se anch’io, come S. Paolo “prima” della conversione, non ho ancora fatto del Vangelo di Gesù l’orizzonte benefico della mia vita, ebbene posso fare di questa Convocazione l’occasione di un incontro personale e decisivo con il Signore.

Parola e vita si rispondono reciprocamente, si condizionano e si completano. Senza la Parola la vita è svuotata; senza una vita – la nostra – in cui la Parola possa incarnarsi, Gesù rimane una lezione di storia o un eroe da commemorare. Torniamo ad ascoltare, a pregare, ad amare, a servire la Parola! Una Parola che non ha perduto il suo fascino creativo e miracoloso, la sua straordinaria contemporaneità e attualità. Una Parola che a tutti giova, che nessuno offende, che ha la capacità di rendere ogni uomo migliore, che tutti ha il potere di salvare. Il 2008 è anche l’anno del Sinodo dei Vescovi dedicato a “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa” e noi non vogliamo fare mancare il nostro sostegno profetico.

Ogni nostra Convocazione è un’apologia dell’opera dello Spirito nella vita della Chiesa e di ogni credente. Lo Spirito rimemora le parole di Cristo, le rende attuali: ogni volta dà loro una risonanza inattesa, un’urgenza nuova” scriveva l’indimenticato cardinale Leo J. Suenens (in “Una nuova Pentecoste”). È lo Spirito che ci ha dato un avvenire nella Chiesa! È lo Spirito che ci ha «rigenerati e rinnovati effondendosi abbondantemente su di noi» (cf Tt 3, 5-6). È lo Spirito che ci guiderà lungo le sessioni di questa Convocazione, in un tempo liturgico straordinario (è l’inizio della Novena di Pentecoste), per farci «desiderare le parole del Signore» (cf Sap 6, 19) e per farci «vedere quanto è buono il Signore» (Sal 34, 9).

Abbiamo voluto riportare l’attenzione del Movimento sul fondamento della Parola di Dio, così che il piano formativo e di evangelizzazione preparato per gli anni 2008-10 manifesti questo indirizzo portante. Tutta la vita del RnS, ogni attività al suo interno, dovrà riproporsi a partire dalla centralità della Parola e riformularsi con un’adesione alla Parola ancora più marcata.

Allo Spirito Santo consegniamo le nostre vite, ogni partecipante alla Convocazione, gli ospiti, i relatori, i testimoni, gli animatori, i volontari  che ci edificheranno con il loro servizio. E la “Vergine dalle mani alzate” non si stanchi di presentarci a Gesù, perché le nostre opere glorifichino il Padre. Alleluja!

Gioiosa Convocazione! 

Per il CNS e il CN,

Salvatore Martinez

Presidente Nazionale del RnS

 
 
 

Gesù, il centurione e il suo "ragazzo"

Post n°155 pubblicato il 28 Aprile 2008 da Ganimede.76
 

Sermone del pastore Gregorio Plescan pronunciato nel culto per le vittime dell'omofobia tenuto nella Chiesa Valdese e Metodista di Venezia il 6 aprile 2008

"Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch`io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va`, ed egli va; e a un altro; Vieni, ed egli viene, e al mio servo: "Fa` questo, ed egli lo fa". All`udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall`oriente e dall`occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti". E Gesù disse al centurione: "Và, e sia fatto secondo la tua fede". In quell`istante il servo guarì". (Matteo 8,5-13)

Questo racconto non è unico nel panorama del Nuovo Testamento: ci sono anche altri episodi in cui l’intervento di una o più persone "terze" sono determinati perché Gesù guarisca qualcuno. Quello che rende particolarmente stimolante il racconto, semmai, è il "non detto", il contesto in cui i fatti si svolgono.

Il rapporto tra cultura ebraica e cultura romana ed ellenista non era semplice, sia perché l’idea di "incontro" tra culture non era particolarmente praticata nell’antichità (si preferiva di gran lunga lo scontro al confronto), sia perché i "valori" dei due mondi erano in alcuni casi contrapposti.

Per es. l’ebraismo insisteva sul fatto che le relazioni di carattere affettivo e sessuale avessero come scopo la procreazione - il modo in cui i singoli Ebrei potevano contribuire alla realizzazione della promessa fatta da Dio ad Abramo: una terra e una discendenza...

La cultura greco-romana, invece, riteneva sì importante l’avere tanti figli da dare all’Impero, ma non escludeva che si potessero anche avere delle amicizie significative e intime tra persone dello stesso sesso [cfr. le "Memorie di Adriano" della Youcennar].

La contrapposizione tra questi due approcci alla vita privata era uno dei cavalli di battaglia della polemica ebraica rispetto all’universo culturale pagano, visto come peccaminoso, degenerato, immorale. Non è affatto improbabile che il "servo" del centurione fosse il suo compagno - in effetti la parola usata dal testo gr. è quella che si usa per indicare il "ragazzo" - pais (da cui "pediatra, pedagogo" ecc.).
Quello che più colpisce in questo racconto è il fatto che a Gesù questa relazione - vera, presunta, figlia della sua cultura, temuta... - non produca giudizio morale, non costituisca un problema. A Gesù interessa un’altra cosa, che esula dalla sfera della "moralità" dei due: la sfera della fede.

Quella fede che porta a una solidarietà così forte da ribaltare i rapporti socio-politici consueti: non dimentichiamo che in questo episodio un ufficiale dell’esercito occupante si rivolge a un predicatore indigeno per ottenere un favore personale relativamente alla guarigione di una persona con cui aveva dei rapporti che probabilmente gli altri ritenevano dubbi. E ciò non doveva certo essere una cosa così usuale...

Nonostante ciò, Gesù vede in questa situazione qualcosa di così ricco e stimolante, da additarla ad esempio, al punto pronunciare una frase molto forte: "vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande".
Anche in questo caso colpisce l’assenza del giudizio, della premessa che invece dovrebbe essere decisiva: anche una relazione "peccaminosa" può essere una relazione per la quale può passare l’Evangelo della salvezza.

Questo è un racconto in cui Gesù tocca un aspetto importante della vita reale, la salvezza. Non stiamo parlando della salvezza eterna, oltre la vita, ma quella presente, che ciascuno anela e che in parte ciascuno di noi può anche sperimentare, se crede che Gesù sia il suo salvatore. Perché la vita è un palcoscenico sul quale ciascuno di noi recita parti diverse e alcune di queste prevedono anche la possibilità una salvezza o dannazione - sempre temporanea, ma sempre significativa.
Il "ragazzo" del centurione è salvato, ma solo temporaneamente - come Lazzaro un giorno verrà ri-suscitato, ma alla fine del suo cammino, un giorno, ri-morrà. Non possiamo dimenticare che la nostra esperienza di vita è quella di persone che vivono esistenze frammentate, ma non per questo meno "vere".

E Gesù non ignora né disdegna questo, non ritiene che nella vita solo ciò che è definitivo meriti di essere valutato, ma anche ciò che è parziale, eppure autentico è prezioso agli occhi di Gesù, merita di essere guarito dal Cristo.
In questo cammino di "salvezza" con la "s" minuscola, Gesù dice che essa può passare anche attraverso gli altri: le persone che ci vogliono bene e a cui vogliamo bene, le persone che sono importanti.

Attenzione: la "salvezza" passa per gli altri, non si compie in loro: è Gesù che salva, entrando nella sua casa o, come in questo caso, entrando nella sua vita. Ma il veicolo di questo evangelo non è preconfezionato od istituzionalizzato, bensì si muove sui binari dell’amore reciproco: al centurione è caro il suo ragazzo - questo Gesù lo capisce - per amore di questo amore lo guarisce.
L’amore del centurione ha in qualche modo - parzialmente, temporaneamente, certo! - "salvato" il ragazzo. Come si può salvare il prossimo in questo mondo, che è ancora drammaticamente imperfetto, ma è pur sempre l’unico che abbiamo a disposizione.

Colpisce il contrasto tra omofobia detta dalla cultura della Bibbia e compassione attiva di Gesù: e se davvero il servo del centurione fosse stato il suo amante? E se davvero Gesù indicasse il centurione gay al pubblico dei pii eterosessuali dicendo loro che "i figli del regno saranno gettati fuori, nelle tenebre..."?

Altro che DICO; PACS, coppie di fatto, società basata sulla famiglia, matrimonio tra uomo e donna... Gesù, con le parole che rivolge al centurione e al "pubblico", ci sbatte in faccia la verità di Dio - che non è necessariamente la nostra, [neppure della chiesa peraltro]: non c’è codificazione nell’amore che non sia quella dell’amore che si mette in gioco.

Certo, tra Gesù e noi vi è una capacità di questo amore che è senza paragone possibile (cfr. Gv 15,13 "nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici"), ma anche se noi non possiamo ambire da tanto, ma possiamo pur sempre imparare dall’umanissimo centurione e dire "Signore, non son degno...".

E riconoscendo la forza della relazione di questa coppia, Gesù mette in discussione radicalmente la fonte dei nostri preconcetti. Noi viviamo in un mondo pieno di fobie. Oggi dedichiamo la nostra riflessione all’omofobia, ma sappiamo che esistono tante altre forme di negatività contro categorie di persone.

Queste nostre fobie tendono a considerare gli altri dei "gusci vuoti", delle etichette senza volto e senza spessore. Gesù, invece, ci ricorda che gli altri hanno invece dei nomi, delle storie - e dei cuori che soffrono.
Ci sarebbe sinceramente da domandarsi perché siamo negativi nei confronti di una persona che a volte non si conoscono neppure e che non ci fanno nulla di male... forse risposta non c’è.

O forse sì, la risposta c’è, ma è difficile da accettare. La risposta si trova nella malvagità del nostro cuore: chi non sa vedere oltre i pregiudizi e le etichette non riesce a capire la ricchezza della creazione di Dio e la ricchezza della diversità delle persone che Cristo ha salvato.
Chi non lascia entrare Gesù nella sua casa e nel suo cuore, non sarà salvato e sarà eternamente condannato a ripetere gli schemi che non guardano in faccia nessuno - e non capisce che la via di Dio è un’altra, è quella di Gesù che annuncia la salvezza indipendentemente dai nostri "valori".
Mettersi sinceramente di fronte a un riflessione come questa - cioè dedicare una domenica a parlare di Gesù che incontra persone forse omosessuali e non se ne fa un problema, ma anzi le loda - è una sfida non da poco.

Non tanto per le cose da dire, quanto, forse, per quelle da non dire. Noi non siamo chiamati a riconoscere la dignità degli altri "benché" (gay, neri, cattolici/protestanti ecc.), ma a riconoscerli "in quanto"... in quanto capaci di affetti forti, forse più forti di quelli che noi stessi siamo capaci di esprimere.
Questo non vuol dire che tutte le nostre relazioni sono "automaticamente" benedette: vuole dire che noi non siamo il metro per cui le relazioni sono "benedizione" o "maledizione", ma chi le sta vivendo e Gesù.

Perché essere preda delle fobie, qualsiasi sia la forma con cui noi la decliniamo, è un dramma: per chi le vive e porta con sé sofferenze e angosce, spesso così distruttive a autodistruggersi - ma anche per chi ne è affetto, perché impedisce di far entrare Gesù in casa propria.
Perché, se tu non ritieni il centurione degno di ricevere Gesù, chi dice tu stesso lo sei? Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato... perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi”.

 
 
 

La Pasqua Ortodossa

Post n°154 pubblicato il 27 Aprile 2008 da Ganimede.76
 

e il grande miracolo della Luce Santa

"Oggi molte Chiese Orientali celebrano, secondo il calendario giuliano, la grande solennità della Pasqua", ha detto Benedetto XVI a conclusione del Regina Coeli in piazza San Pietro. "Desidero esprimere a questi nostri fratelli e sorelle la mia fraterna vicinanza spirituale", ha proseguito, per poi concludere: "Invito tutti ad unirvi a me nell'invocare la madre di Dio, affinché la strada da tempo intrapresa del dialogo e della collaborazione porti presto ad una più completa comunione tra tutti i discepoli di Cristo, perché siano un segno sempre più luminoso di speranza per tutta l'umanità". (Benedetto XVI al Regina Coeli - Città del Vaticano, 27 aprile 2008)

Uno dei più eccezionali miracoli che continuano ripetendosi fino al nostro tempo è la discesa del Fuoco Santo sulla Tomba del Signore a Gerusalemme nel corso del Vespro che il Grande Sabato apre la Domenica della Resurrezione. Questo miracolo è conosciuto in corso dei molti secoli dall'antichità.
A proposito del miracolo parlano già San Gregorio di Nissa (+394), San Giovanni di Damasco (+780) e lo storico della Chiesa Eusebio di Cesarea (secolo IV).
Nella vigilia di Pasqua, durante il Vespro della sera del Grande e Santo Sabato, il Patriarca Ortodosso di Gerusalemme, o in sua impossibilità un altro Vescovo Ortodosso, entra nel Sepolcro con le candele spente, dopo aver tolto tutti i paramenti eccetto lo sticario ed essere stato accuratamente perquisito dalle autorità civili, prima turche ora israeliane, senza mitra e prega davanti alla Tomba. Anche l'edicola del Sepolcro è stata perquisita e fermata con sigilli su cui tutte le Comunità comproprietarie della basilica, nonché le autorità civili appongono l'impronta del loro timbro. Subito o dopo qualche ora di preghiera, sul marmo che ora ricopre la lastra del Sepolcro Glorioso appaiono scintille come perline o gocce luminose.

Il Patriarca raccoglie queste gocce di Fuoco con l'ovatta e accende le candele. In un istante il Fuoco s'è propagato nella chiesa.  Meraviglioso è che il Fuoco non brucia per circa 33 minuti, né abiti, né capelli. Molti pellegrini raccontano che hanno provato ad infuocare la propria barba senza riuscirci. Alcuni dicono che si può anche respirare questo Fuoco.
Il Fuoco appare soltanto al Patriarca Ortodosso o ad un Vescovo delegato. Una volta gli  Armeni misero fuori della chiesa del Sepolcro gli Ortodossi per ricevere il Fuoco da soli e furono disonorati da Dio. Un certo Huri Fosi, arabo, scrisse nel 1910: "Invano gli Armeni invocavano Dio, il Fuoco non voleva discendere. All'improvviso s'udì un rimbombo del tuono e dalla colonna di marmo, presso la quale era il Patriarca Ortodosso, apparve il Fuoco."  Questo fuoco, come un fulmine fendette la colonna come ancor oggi si può vedere.
Ci sono testimonianze antiche anche dei Cattolici; ad esempio del monaco Bernardo (secolo IX) e papa Urbano II (secolo XI).
Bisogna dire che Cattolici e Ortodossi celebrano la Pasqua secondo stili diversi e quindi a date diverse. La Chiesa Ortodossa vive secondo il calendario vecchio (Giuliano), mentre il Cattolicesimo usa lo stile nuovo (calendario Gregoriano) dal 1582. Ora, il Fuoco Santo appare soltanto alla Pasqua secondo lo stile vecchio, cioè Ortodosso.
Come dice la Tradizione, la discesa del Fuoco Santo avrà fine prima dell'Apocalisse.
Questo miracolo rappresenta una sfida alla scienza ed anche all'incredulità del nostro secolo, perché chiunque può andare a Gerusalemme e constatare di persona.

"Vera Ortodossia, quanto ti ama Nostro Signore Gesù Cristo
da inviarti la Sua Santa Luce a infiammare i nostri cuori
con la giubilazione celeste, illuminare le nostre menti
e sollevare la nostra speranza."

 
 
 

God hates fags - Dio odia i froci!

Post n°153 pubblicato il 26 Aprile 2008 da Ganimede.76
 

lo dice Donnie Davies

www.lovegodsway.org  -  www.donniedavies.com

 
 
 

MAI DIRE Giuseppe Giralico

Post n°152 pubblicato il 26 Aprile 2008 da Ganimede.76
 

Giuseppe Giralico (Veroli, FR), predicatore televisivo del basso Lazio, ha "spadroneggiato" a lungo nella trasmissione "Mai Dire TV" della Gialappa's Band.

"l'omosessualità"

Parliamo dell'uomosessuale, o Signore. L'uomosessuale è una cosa abbominevole1 davanti a Te. Tu hai mandato i Tuoi angeli a Sàdoma e Camorra2, o Signore, tu l'hai distrutta. Perché erano omisessuali, non c'era nessuno avveduto, c'era solo Lotte3, Signore. E tu hai tirato fuori Lotto3 da Sàdoma e Camorra, o Signore, e addistruggi Sàdoma e Camorra. Ma quando i Tuoi angeli hanno arrivati a Sàdoma e Camorra, quelli uomini di Sàdoma e Camorra volevano, volevano provare, volevano, volevano conoscere gli angeli, Signore. Ma non li volevano conoscere, Signore, come stai o come non stai4: li volevano conoscere sessualmente, Signore. Ammén ammén amménna olashikiria sayanda5...

N.B.: Questo Blog si dissocia e condanna fermamente le opinioni omofobiche espresse dal sig. Veroli nella predica qui sopra riportata.
1: Nel dialetto ciociaro la consonante "b" viene sempre raddoppiate (anche se posta all'inizio della parola).
2: Qui, e in seguito, per "Sodoma e Gomorra".
3: Per "Lot".
4: Leggi: "non volevano conoscerli nel senso di 'scambiarsi convenevoli'".
5: Al meglio delle mie conoscenze, questo dovrebbe essere una manifestazione carismatica dello "Spirito Santo" detta Glossolalia, ma visto il personaggio posso affermare senza ombra di dubbio che è delirio!

 
 
 
 

no pedofilia

 

IL VANGELO DEL GIORNO

(clicca qui)

vangelo

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino." (Salmo 118,105)

 

CRISTIANI OMOSESSUALI DI PALERMO

"ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me” (Esodo 19,4)

Gruppo"Ali d'Aquila"

 Email: gruppoalidaquila@libero.it

Chiesa San Francesco Saverio

piazza San Francesco Saverio all'Albergheria

PALERMO

Gruppo

Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.

Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.

Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.

Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro. 

 

AREA PERSONALE

 

SUGAR BABY LOVE

Il video racconta con ironia il percorso sentimentale di un ragazzo diventato uomo, che, dopo aver scoperto di essere Gay, vive la sua identità sessuale benchè vittima di alcune disavventure ... 

 

Criteri di discernimento vocazionale di persone a tendenza omosessuale per l'ammissione al seminario e agli ordini sacri (2005)

Sempre nostri figli Un messaggio pastorale ai genitori di figli omosessuali e suggerimenti ai collaboratori pastorali (1997)

- La Pastorale nei confronti degli omosessuali a Innsbruck (1998)

 

PUBBLICITà PROGRESSO

Dio non odia chi è gay

 

DIRITTI NEGATI

bandiera arcobaleno

"Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione." (Art. 2 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - 1948)

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." (Art. 3 della Costituzione Italiana - 1948)

 

LIBRI, RIVISTE, OPUSCOLI...

Fede e Omosessualità

Omosessualità e Vangelo 

 

CINEMA, FILM, DVD...

L'altra metà dell'amore

 

no omofobia

 

OMOCAUSTO

omocausto 

"...Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no..." (Primo Levi)

 

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