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Un blog creato da Ganimede.76 il 14/05/2007

Parole non dette...

"la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!" (Forrest Gump)

 
 

PREGHIERA DELL’OMOSESSUALE

di Fr. Angelo (Sud  Italia) 

il discepolo che gesù amava

Padre dell’umanità, come figlio mi rivolgo a te con fiducia: aiutami a sentirmi amato da Te, dalla Tua Chiesa, dalle persone a  me care e da tutti coloro che mi circondano. Non mi facciano sentire un verme, un errore della natura, un mostro da nascondere. Donami la forza di accettarmi  per come mi hai creato, di non vivere da ipocrita, nascondendo a me e agli altri  la mia tendenza sessuale. Aiutami a capire che sono anche io Tuo figlio prediletto, che Gesù è morto in croce anche per me. Metti davanti al mio cammino persone sagge che sappiano consigliarmi, che sappiano aiutarmi ad accettarmi. Molte volte, a causa dei pregiudizi e delle paure, sono tentato di  farla finita su questa terra, ma poi sapendo che “tu ami tutte le cose esistenti  e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l`avresti  neppure creata”(Sapienza 11,24) mi riprendo e vado avanti. Dona ai miei  genitori la rassegnazione e la serenità che sono sempre loro figlio, anche se  non potrò mai dargli la gioia di essere nonni, potrò donargli l’affetto di un figlio  che sa amare e vuole essere amato. Aiutami a non fare scelte sbagliate, matrimonio o vocazione di copertura, ma a fare scelte vere e libere. Se qualche volta ho bisogno di essere abbracciato e amato da uno del mio stesso  sesso…. Stammi vicino e abbracciami forte e fammi sentire la tua infinita misericordia e le tue lacrime che scendono sul mio capo, per dirmi che mi comprendi e mi ami per quello che sono. Ti voglio bene Gesù.

 

BIBBIA E OMOSESSUALITÀ

Nel tentativo di approfondire tale tematica e, soprattutto, di individuare con esattezza i testi della Bibbia ed interpretarne correttamente il contenuto, ho ritenuto opportuno leggere due libri che affrontano l'argomento sul piano esegetico e che hanno come punto di riferimento la Bibbia nella sua interezza.

I libri che ho provveduto a leggere e ai quali mi riferirò nella presente trattazione sono:

- Bibbia e Omosessualità, Ed. Claudiana

- l'Omosessualità nella Bibbia, Ed. San Paolo

bibbia

 Introduzione (>)

I testi nei loro contesti antichi

Antico Testamento:

1) Genesi (>)

I resoconti della Teologia della Creazione

2) Sodoma e Gomorra (>)

C'è Omosessualità in questi racconti?

3) Gionata e Davide (>)

Si può parlare di Omosessualità?

(continua)

 

UN PÒ DI ME...

volto

"Omosessuale e credente"  di Alessandra Del Re:

LiberoBlog/Storie

MI RACCONTO...

"Essere o non essere..."

Una pagina del mio Diario su: Gionata.org

UNA MIA ESPERIENZA...

"Non guaritemi in nome di Cristo"

sul Blog: 1, 2, 3... Liberi tutti dell'Unità di Delia Vaccarello

"Una cristoterapia per guarire dai pregiudizi" su: gaynews

 

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AGEDO

AGEDO

L’A.GE.D.O. è costituita da genitori, parenti e amici di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transessuali che si impegnano per l’affermazione dei loro diritti civili e per l’affermazione del diritto alla identità personale.

Vogliamo essere di aiuto e sostegno a quei genitori che hanno saputo dell’omosessualità della propria figlia o figlio e ne soffrono perché per loro è difficile comprendere e accettare. Pensiamo di poter condividere il loro disagio offrendoci come interlocutori per un dialogo su una situazione che noi abbiamo vissuto e superato.

 

DISCLAIMER

Questo Blog non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicita'. Pertanto, non puo' essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 7.03.2001. Gli articoli e le immagini inseriti in questo Blog sono tratte in massima parte da Internet; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarmelo e saranno subito rimossi.

 

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Messaggi di Giugno 2008

Il mondo da un'altra prospettiva

Post n°177 pubblicato il 30 Giugno 2008 da Ganimede.76
 

Va bene le minoranze, le loro tutele e non discriminazioni ma non esageriamo. Ci sono minoranze che, in quanto tali, non devono essere discriminate o disprezzate per questo ma non possono pretendere di assurgere allo status di normalità.

I mancini, per esempio.

Da quando esiste l'uomo il modello di normalità è rappresentato dai destrimani e questo modello funziona da sempre con poche variazioni. Da questo si può evincere che anche se i mancini esistono da sempre fanno parte di una catena evolutiva minoritaria.

La Natura prevede, quindi, che i destrimani siano la maggioranza e se la natura vuole questo vuol dire che ogni allontanamento da tale modello è, inevitabilmente contronatura, va bene la non discriminazione ma la normalizzazione proprio no. E' così fin dalla notte dei tempi e così deve rimanere per sempre.

Non è certo un caso che gli oggetti siano costruiti per essere usati dai destrimani e che l'istinto naturale porti le persone ad usare la parte destra del corpo, ogni allontanamento da tale modello potrebbe portare al sovvertimento delle istituzioni per come le conosciamo.

Pensiamo solo un attimo se essere mancini dovesse diventare la normalità. Dove si arriverebbe? I destrorsi verrebbero discriminati in quanto tali, le forbici sarebbero impossibili da usare e i bambini imparerebbero fin da piccoli a scrivere e mangiare con la mano sinistra. La gente non saprebbe più come fare per stringersi la mano salutandosi e il mondo per come lo conosciamo non esisterebbe più.

In fondo i mancini hanno già avuto le loro conquiste, ci sono utensili costruiti apposta per non discriminarli per le loro scelte di vita, non si prevede più la correzione forzata di tale difetto fin dalla più tenera età e non si considera quasi più una malattia o una devianza l'usare la mano sinistra per scrivere. Tutte cose che sono state imposte ai normalissimi destrimani da una lobby occulta di mancini che ha preteso che la loro devianza fosse ritenuta normale ma, parliamoci chiaro: la mano sinistra è la mano del diavolo!

Se si dovesse normalizzare, come pretendono alcuni attivisti mancini, fino in fondo l'utilizzo della mano sinistra dove si arriverebbe? Se una coppia di mancini dovesse avere figli, o dovesse adottarne, quei bambini sarebbero spinti a diventare mancini e vivrebbero in un mondo distorto e contronatura senza potersi integrare pienamente tra gli altri bambini che, naturalmente, sono destrorsi.

Essere mancini è una scelta, magari non condivisibile, ma comunque una scelta.

Nessuno dice che i mancini non siano liberi di compiere tale scelta ma perchè tale condizione privata dovrebbe entrare di diritto nelle istituzioni? Ognuno, nel privato, è libero di essere mancino ma nessuno può decidere che essere mancini diventi la norma e, magari, demolisca gli istituti naturali per come li conosciamo.

Sarà anche vero che ci sono raffigurazioni preistoriche di persone mancine ma se tale modello non ha avuto la meglio sui destrimani dovrà pur esserci un motivo. In fondo fino a pochi anni fa la Chiesa considerava i mancini emissari del Diavolo e li curava, con buoni risultati, forzandoli ad avere esperienze destrorse e costringendoli a non avere alcun rapporto con il "mancinismo". i risultati ci sono stati per secoli fino a quando la già citata lobby di mancini ha preteso che si cambiasse un modello naturale millenario.

Come detto, esistono oggetti creati apposta per i mancini, club e associazioni di mancini e addirittura parlamentari mancini, perchè si dovrebbe dare ancora più diritti ad una scelta libera e privatistica che pretende di assurgere a normalità e magari di adottare bambini per il semplice narcisistico desiderio di alcuni mancini?

Immagino che a nessuno che è arrivato a leggere fin qui questo post il discorso che ho portato avanti possa sembrare giustificabile in qualche modo, o almeno lo spero!

Bene, allora perchè tale discorso dovrebbe funzionare se invece dei mancini si parla di omosessuali?

Ci sono testimonianze di omosessuali fin dalla preistoria come per i mancini, ci sono studi che dimostrano che figli allevati da omosessuali non diventano omosessuali come i figli dei mancini non diventano mancini, i mancini sono oggettivamente una minoranza rispetto ai destrimani ma questo non ha influito in alcun modo sull'evoluzione dell'umanità nè alla scomparsa dei mancini e, anzi, l'apporto alle scienze e alle arti dei mancini, come per gli omosessuali, ha segnato numerosi vantaggi nella storia dell'uomo, molte credenze religiose identificavano i mancini come peccatori o come perversi ma, come per l'omosessualità, la scienza ha prodotto modelli secondo i quali l'essere mancini è una condizione naturale e non dipende da scelte personali e privati.

Anche i mancini, come gli omosessuali, essendo considerati demoniaci da molte culture religiose hanno subito "cure" e costrizioni nel nome di una normalità che è solo una maggioranza statistica e, come per gli omosessuali, esistono ancora istituti dove tali "correzioni" vengono praticate più o meno in segreto con un tacito assenso di genitori che, per ignoranza o per superstizione, vedono nella "diversità" dei propri figli un'onta o un segno divino, o maligno a seconda dei casi.

Come detto: se un modello culturale simile vale per i mancini perchè non dovrebbe valere per gli omosessuali? A gay e lesbiche vengono rivolte praticamente le stesse accuse che fino a non molti decenni fa venivano imputate ai mancini. Sui mancini ci si è già dovuti ricredere, quanto bisogna ancora aspettare perchè si faccia lo stesso percorso con gli omosessuali e l'omosessualità?

 
 
 

Da Stonewall al Gay Pride

Nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1969, la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn, un club privato di Christopher Street nel Greenwich Village di New York, la cui clientela era prevalentemente omosessuale. Il motivo ufficiale dell'irruzione era la vendita non autorizzata di alcolici. Era la seconda irruzione nel giro di una settimana nello stesso locale e l'ultima di una lunga serie ai danni di altri locali della città frequentati da gay.
Quel giorno la polizia fermò ed identificò circa 200 persone, la maggioranza delle quali furono libere di lasciare lo Stonewall, ma il personale e tre transessuali furono arrestati (per le leggi dello stato era infatti illegale indossare meno di tre capi di vestiario appropriati al proprio genere).

Alcuni testimoni hanno raccontato che l'atmosfera all'esterno del locale era inizialmente festiva ed allegra nonostante l'intervento della polizia. Passanti e turisti si erano uniti alla folla, che urlava e scherzava all'uscita di ogni persona che veniva via via rilasciata dall'interno del locale. Ma quando la polizia iniziò a caricare su un cellulare il personale del locale e le tre transessuali, la rabbia della folla esplose; iniziò un lancio di pietre, bidoni della spazzatura e bottiglie verso il palazzo, qualcuno gettò una bottiglia molotov. Secondo le cifre riportate dalla stampa il giorno successivo, 13 persone furono arrestate e tre agenti rimasero feriti.

Durante quella stessa sera di sabato, e per tutta la domenica mattina, la folla continuò a radunarsi di fronte allo Stonewall Inn cantando e ballando di fronte alle forze di polizia schierate in assetto antisommossa:"we are the Stonewall girls. We wear our hair in curls. We have no underwear. We show our pubic hair". La polizia disperse la folla senza ulteriori incidenti, anche se nei giorni successivi ci fu un altro momento di tensione tra dimostranti e forze di polizia.

Nelle sere successive le manifestazioni davanti allo Stonewall ripresero e si scontrarono ancora con la polizia che voleva disperderle. Il seme era gettato, e dalle pavide e represse associazioni "omofile" si staccò nelle settimane successive un movimento più radicale di persone che chiedevano di avere i diritti degli altri (e che vennero accusati dalle prime di essere "comunisti" e voler compromettere il quieto vivere) e sceglievano per la prima volta di usare la parola "gay" per le loro rivendicazioni.

Alla polizia sono sicuri di una cosa sola: "sentiranno ancora parlare delle Ragazze di Christopher Street", chiudeva la suo spregevole cronaca il Daily News del 6 luglio.

Allo Stonewall andò a portare la propria solidarietà anche il poeta Allen Ginsberg, che celebrò con una frase fatidica quanto era accaduto: "I froci hanno perduto quel loro sguardo ferito".

Gli scontri, una vera e propria sorpresa per tutti, avevano rivelato per la prima volta nella storia che esistevano omosessuali disposti a combattere per non veder calpestati i propri diritti, decisi a scrollarsi di dosso secoli di vergogna e a rifiutare il canonico ruolo di vittime. La rottura simbolica con gli stereotipi tradizionali, dunque, si compiva.

Verso la fine di luglio iniziarono a circolare copie di un volantino che chiedeva un incontro generale "per la liberazione degli omosessuali", ed il cui titolo recitava "Pensi che gli omosessuali siano disgustosi? Ci puoi scommettere il tuo dolce sederino che lo siamo!". Il gruppo che prese vita da quell'incontro si diede il nome di "Gay Liberation Front" e adottò una politica estrema di rottura con quelle che erano state fino ad allora le prese di posizione di gruppi omofili come la "Mattachine Society", chiedendo non solo la fine delle violenze e delle discriminazioni portate avanti dalle forze dell'ordine, ma anche l'introduzione di una serie di diritti che andavano dalla protezione sul posto di lavoro all'introduzione di leggi antidiscriminatorie a livello locale e federale.

Ben presto videro la luce altri gruppi ed organizzazioni come la "Gay Activists Alliance" dapprima a New York, quindi nel resto del paese. In altri paesi ci furono negli anni successivi simili rivolte, come ad esempio in Canada nel 1981, quando a seguito dell'irruzione della polizia in un locale gay, ci furono incidenti in quella che è ancora ricordata come la "Stonewall canadese". A Sydney il 24 giugno 1978 una manifestazione per commemorare la rivolta di Stonewall fu interrotta brutalmente dalla polizia, che arrestò 53 persone, dando inizio all'annuale celebrazione del Sydney Gay & Lesbian Mardi Gras.

La rivolta di Stonewall ha assunto una grande importanza nella storia omosessuale del dopoguerra e ha significato certamente la nascita di un forte movimento politico omosessuale a livello internazionale.

Lo Stonewall è sempre in Christopher Street : è stato dichiarato monumento nazionale e sta aprendo un nuovo "Stonewall Bistro".

Quella notte a Stonewall
Brano tratto da "E LA BELLA STANZA E' VUOTA"
di Edmund White, (Edizioni Einaudi, 1992 - originale del 1988)

(…)I poliziotti fecero entrare a spintoni metà dei baristi in una macchina della polizia e se ne andarono, lasciandosi alle spalle parecchi altri poliziotti, barricati dentro lo Stonewall con il resto del personale. Tutti quanti fischiavano contro i poliziotti; proprio come se stessero commettendo un atto vergognoso. Continuavamo a sbirciarci intorno, eccitati e impauriti. Avevo voglia di comportarmi in maniera responsabile e di di-sperdere la folla pacificamente, mandando tutti a casa. Dopo tutto, per cosa protestavamo? Per avere diritto alla nostra "patetica malattia"? (…)Qualcuno accanto a me gridò: "Gay è bello", a imitazione del nuovo slogan che diceva: "Nero è bello", e ridemmo tutti quanti e ci accalcammo verso la porta. (…) A un certo punto qualcuno disse: "Siamo le pantere rosa", e questo ci fece ridere di nuovo. Poi mi sorpresi a immaginare scioccamente che un giorno i gay potessero costituire una comunità e non una diagnosi. - Questa potrebbe essere la prima rivoluzione buffa, - disse Lou. (…) Le doppie porte di legno dello Stonewall si schiantarono. Sentivo i poliziotti dentro gridare nelle ricetrasmittenti. Uno di loro uscì fuori tenendo una mano alzata per calmare la folla, ma lo fischiarono tutti e cominciarono a prenderlo a spintoni finché non si ritirò dentro a Fort Disco. I bidoni di spazzatura della città traboccavano di bicchieri di carta, tovaglioli unti e giornali buttati via. Arrivò di corsa un nuovo gruppo di gay, svuotò un bidone nel vano della porta abbattuta, lo bagnò con il liquido da accendini e gli dette fuoco. Si sollevò una nuvola di fumo grigio. (...) I poliziotti sgombrarono il marciapiede, formarono un cordone e spinsero in fretta e furia il resto dei baristi nel furgoncino al di là della spazzatura fumante, ma la folla fischiò ancora più forte. Una volta partito il furgoncino, i poliziotti ci allontanarono lentamente dall'entrata del bar. Lungo la strada, alcuni dei nostri ribaltarono una Volkswagen parcheggiata. I poliziotti si precipitarono in quella direzione mentre dietro di loro veniva rovesciata un'altra macchina. I finestrini andarono in frantumi e caddero sul selciato. Adesso cantavano tutti la canzone dei diritti civili, We Shall Overcome. Venne chiamata la squadra antitumulti. Protetta dagli scudi, marciò come un esercito romano lungo Christopher Street, partendo dalla prigione femminile, che risuonava di fischi e del fracasso delle tazzine di metallo contro le sbarre di acciaio. La squadra, roteando i manganelli, respinse i gay giù per Christopher Street, ma ritornarono tutti indietro per Gay Street e spuntarono dietro la squadra disposti in una fila di ballerine che ballavano il can-can. "Uh-hu, uh-hu", gridavano. (…) Rimasi a dormire da Lou. A letto ci abbracciammo come fratelli, ma eravamo troppo eccitati per dormire. Ci precipitammo a comprare i giornali del mattino per vedere come era stata descritta la rivolta di Stonewall. - E proprio la nostra presa della Bastiglia - disse Lou. Ma sulla stampa non trovammo nemmeno una parola sulla svolta delle nostre vite.

 
 
 

"Due volte genitori"

Un documentario che racconta come reagiscono i genitori alla notizia che i loro figli sono gay o lesbiche. E come quegli stessi genitori imparano a conoscere davvero i loro figli, a “rinascere come genitore”, come dice una mamma in questo trailer.

È “Due volte genitori”, un film di 90 minuti, girato da Claudio Cipelletti e presentato a Firenze alla conferenza Family Matters. Aspettiamo di vederlo, in attesa che vada a finire nelle scuole italiane grazie all’Agedo.

 
 
 

Riconoscere le unioni omosessuali?

Post n°174 pubblicato il 19 Giugno 2008 da Ganimede.76
 

Un contributo alla discussione tratto da "Aggiornamenti Sociali" giugno 2008 anno 52

L'intento è di offrire materiale,  elaborato nel confronto comune, che contribuisca a istruire la questione e a continuare un dialogo sereno, uscendo da vicoli ciechi che costituiscono una sconfitta per tutti. (...)

L'ipotesi attorno a cui abbiamo riflettutto è se sia possibile istituire una disciplina giuridica di un legame tra due persone dello stesso sesso, non basandosi specificamente sulla sua connotazione omosessuale, quanto piuttosto sul suo significato per la vita sociale. (...)

Ci rendiamo conto, pubblicando questa ricerca, del rischio di prestare il fianco a indebite strumentalizzazioni. Ci è sembrato, però, che rendere noto il frutto del nostro lavoro faccia parte delle finalità della Rivista: esplorare vie nuove per armonizzare la fedeltà al Magistero della Chiesa con la libertà di una ricerca eticamente responsabile. (...)

Una delle difficoltà maggiori vissute dai singoli omosessuali e ancora di più dalle coppie è infatti quella di ritrovarsi a essere socialmente "invisibili". La lotta per il riconoscimento dei diritti civili e sociali costituisce di fatto uno sforzo per entrare con il proprio progetto di vita nel "ciclo di vita" della società nel suo insieme, contribuendovi positivamente, in maniera non concorrente, non surrogata della coppia eterosessuale, con una specificià però ancora da focalizzare. (...)

Il riconoscimento dell'omosessualità come una possibile e legittima variante della sessualità, al pari dell'eterosessualità, comporta il rifiuto dell'eterocentrismo e la decostruzione della società tradizionalmente eterosessista, a cominciare dalla famiglia fondata sul matrimonio. Uscendo dal silenzio di una lunga repressione, come pure smettendo il chiasso della rivendicazione orgogliosa, le persone omosessuali potrebbero allora vivere serenamente la propria identità e godere felicemente la propria normalità, pensando "all'omosessualità come a una possibilità di legame amoroso, globale e gioioso, in nulla difforme da quello eterosessuale". Non più vizio morale, non più malatia psichica, l'omosessualità diventerebbe finalmente una condizione di vita gaia, gay. (...)

E' proprio per tali ragioni che nella presentazione di queste riflessioni si scrive che tra i rapporti riconosciuti come stabili si possono - e aggiungiamo si debbono - includere quelli che implicano legami tra persone dello stesso sesso non perchè ci si basi sulla loro connotazione omosessuale o meno, quanto piùttosto sulla loro rilevanza sociale e costituzionale. D'altra parte il riconoscimento di diritti fondamentali della persona è istanza morale prima che garanzia costituzionale. (...)

In questo quadro la scelta di riconoscere il legame tra persone dello stesso sesso appare giustificabile da parte di un politico cattolico. Essa rappresenta un'opzione confacente al bene comune, di promozione di un legame socialmente rilevante, di un punto di equilibrio in un contesto pluralista in cui potersi riconoscere, di risposta praticabile a una esigenza presente nell'attuale contesto storico. E ciò senza mettere in discussione il valore della famiglia, evitando così indebite analogie, abusi e pericolosi scivolamenti verso ulteriori pretese.

Per approfondire:

Il testo dell'articolo "Riconoscere le unioni omosessuali? - Un contributo alla discussione" in Aggiornamenti Sociali del Giugno 2008, pp.421-444 (File pdf) 

 
 
 

Matrimonio Gay: è la cosa giusta?

Post n°173 pubblicato il 16 Giugno 2008 da Ganimede.76
 

C’è davvero bisogno di avere il matrimonio etero anche per i gay?

Per alcuni una legge sui matrimoni gay non apre alla differenza e a nuovi spazi di libertà, ma omologa il pur auspicabile e necessario riconoscimento legale e simbolico delle convivenze omosessuali a una “istituzione eterosessuale monogamica”.

Cosa c’entra il matri-monium con le persone omosessuali? Perché voler parassitare un’istituzione eterosessuale, invece di creare nuove forme di vita e nuove istituzioni? Un patto di amicizia e di convivenza, per esempio, che chi vuole può fare benedire nel nome di Venere Urania oppure da Gesù, se crede nell’Amore Eterno?

Ne abbiamo parlato con lo scrittore Gianni De Martino, autore – tra l’altro – di un blog e di un bel romanzo, Hotel Oasis (Mondadori 1988; Zoe 2001).

“Il matrimonio – spiega De Martino – è un’istituzione che storicamente lo stato laico deve alla Chiesa cattolica: nei primi secoli del cristianesimo si trattava di passare dal barbaro connubio dei guerrieri germanici al matri-monium – facendo tesoro anche delle istituzioni romane -, ovvero alla protezione della donna (che veniva rapita per il connubium) e alla tutela giuridica della maternità. Matri-monium segna, attraverso una cerimonia che è andata cambiando nel tempo, l’accesso giuridico della donna alla maternità legale. Più tardi, quando era importante per i signori feudali mantenere le proprietà all’interno delle famiglie, il matrimonio ha posto particolare attenzione specialmente alla tutela della filiazione legittima, alla educazione della prole, eccetera, fino al matrimonio borghese al quale acconciarsi, limitando in maniera più o meno ipocrita la propria libertà sessuale, in cambio di alcune compensazioni e una certa sicurezza”.

Ma anche nel matri-monium affetto e amore hanno la loro parte…

“Ma affetto e amore non costituiscono da soli il matrimonio, e inoltre affetto e amore si trovano anche in altri tipi di patti fra due o più persone che si amano e s’impegnano per la vita, o anche per realizzare insieme un bene provvisorio e lecito. L’affetto, l’amore, i piaceri condivisi e l’umana compagnia sfuggono, per fortuna, a quelle leggi prima ecclesiali e poi statali che hanno istituito il matri-monium. Non è una questione di termini, ma di storia, di leggi e di simboli. Come se duemila anni di storia, di filosofia, di progresso civile e di cure fossero passati invano. Come se tutto fosse uguale a tutto, come se fosse tutto lo stesso, nel regime dell’Identico. Una volta strappato il matrimonio a una presunta aristocrazia eterosessuale monogamica, questi perde il suo significato. E non sarà certo per aver introdotto il dato omosessuale nel matrimonio che i gay saranno uguali”.

Matrimoni gay in Italia: quale scenario si aprirebbe davanti agli occhi dei cittadini omosessuali?

“Ci si appiattirebbe, semplicemente, su una istituzione eterosessuale perbene, in osservanza al regime del re-coppia e l’esibizione di una vita virtuosa, prudente, informata, nemica del desiderio omosessuale, della sua specificità e differenza. Nel frattempo, si vivrà una relazione che è ancora tutta da inventare, dalla A alla Z. Cosa significa per due uomini vivere insieme, condividere la domesticità, i viaggi, le gioie, le confidenze, le tristezze, e scambiarsi dei piaceri? Significa amore, certo, e la convivenza di fatto comporta dei diritti e dei doveri che andrebbero riconosciuti e tutelati dalle leggi, ma non sarà certo l’appropriazione indebita dell’istituzione del matrimonio a dare una forma bella e civile a quella unione, contribuendo alla creazione di uno spazio più largo per tutti: sia per coloro che si vivono come eterosessuali, sia per coloro che si vivono come omosessuali o gay, sia per coloro che non si vivono come niente del genere, e magari si dicono queer, transgender, oppure onnisessuali”.

Restando in tema, Javier Marías1, scrittore spagnolo, commentava su la Repubblica delle Donne:

“Personalmente non capisco perché gli omosessuali s’incaponiscano a voler contrarre le nozze (a parte per questioni pratiche, come per esempio poter lasciare più facilmente l’eredità), ma tant’è. Ciò di cui non dubito è che, prima o poi, il fatto che una comunità finora esclusa (…) aspiri all’ordine, alla legalità, alla monogamia o monoandria, al compromesso, alla fedeltà, alla prescrizione, al contratto, alla struttura familiare che la Chiesa propugna, all’integrazione al lato conservatore del mondo, ad accettare le regole del gioco imposte dai benpensanti, presuppone per entrambe le istituzioni, matrimonio e famiglia, un’iniezione di vitamine senza paragoni. Se quelli che stanno fuori premono per stare dentro, significa che quel dentro è desiderabile, buono. Se i proscritti (…) anelano a rimanere iscritti, significa che iscriversi è raccomandabile e addirittura fashionable. Queste pretese imitative degli omosessuali, solo civili, non religiose né pertanto tendenti ad affossare la fede o i dogmi, danno l’esempio e favoriscono i propositi della Chiesa – non diciamo dello Stato – e rafforzano l’ordine da essa stabilito”.

“A questo punto – continua Gianni De Martino – bisognerebbe porre correttamente e sentitamente il problema alla Chiesa, ma senza ricorrere a banalità zapatere e dire che il matrimonio gay è la soluzione. Vorremmo un riconoscimento simbolico della bontà dei piaceri omosessuali e del nostro amore, e anche del fatto che una relazione affettiva stabile arricchisce la società dando una forma bella e civile al desiderio. In altre culture esistono istituzioni che valorizzavano le unioni omosessuali, senza peraltro mettere l’accento (come nella nostra cultura) sul sessuale. Il matrimonio, per sua formazione storica e il simbolismo che vi è connesso, è un’istituzione che occorrerebbe lasciare dove si trova, creandone altre che valorizzino le differenze, invece di confondere le cose e rendere demagogicamente tutto uguale a tutto, quando non lo è”.


1 Javier Marías, “Le nozze gay? Una benedizione”, la Repubblica delle Donne, 418, 18 settembre 2004, p.

di Pasquale Quaranta, Gay.tv, 19 novembre 2004

 
 
 
 

no pedofilia

 

IL VANGELO DEL GIORNO

(clicca qui)

vangelo

"Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino." (Salmo 118,105)

 

CRISTIANI OMOSESSUALI DI PALERMO

"ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me” (Esodo 19,4)

Gruppo"Ali d'Aquila"

 Email: gruppoalidaquila@libero.it

Chiesa San Francesco Saverio

piazza San Francesco Saverio all'Albergheria

PALERMO

Gruppo

Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.

Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.

Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.

Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro. 

 

AREA PERSONALE

 

SUGAR BABY LOVE

Il video racconta con ironia il percorso sentimentale di un ragazzo diventato uomo, che, dopo aver scoperto di essere Gay, vive la sua identità sessuale benchè vittima di alcune disavventure ... 

 

Criteri di discernimento vocazionale di persone a tendenza omosessuale per l'ammissione al seminario e agli ordini sacri (2005)

Sempre nostri figli Un messaggio pastorale ai genitori di figli omosessuali e suggerimenti ai collaboratori pastorali (1997)

- La Pastorale nei confronti degli omosessuali a Innsbruck (1998)

 

PUBBLICITÀ PROGRESSO

Dio non odia chi è gay

 

DIRITTI NEGATI

bandiera arcobaleno

"Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione." (Art. 2 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - 1948)

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." (Art. 3 della Costituzione Italiana - 1948)

 

LIBRI, RIVISTE, OPUSCOLI...

Fede e Omosessualità

Omosessualità e Vangelo 

 

CINEMA, FILM, DVD...

L'altra metà dell'amore

 

no omofobia

 

OMOCAUSTO

omocausto 

"...Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no..." (Primo Levi)

 

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