Parole non dette..."la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!" (Forrest Gump) |
"La realtà dell'altra persona non è in ciò che ti rivela,
ma in ciò che non può rivelarti.
Perciò, se vuoi capirla, non ascoltare ciò che dice ma ciò che non dice"
da "Le parole non dette" di Kahlil Gibran
PREGHIERA DELL’OMOSESSUALE
di Fr. Angelo (Sud Italia)
Padre dell’umanità, come figlio mi rivolgo a te con fiducia: aiutami a sentirmi amato da Te, dalla Tua Chiesa, dalle persone a me care e da tutti coloro che mi circondano. Non mi facciano sentire un verme, un errore della natura, un mostro da nascondere. Donami la forza di accettarmi per come mi hai creato, di non vivere da ipocrita, nascondendo a me e agli altri la mia tendenza sessuale. Aiutami a capire che sono anche io Tuo figlio prediletto, che Gesù è morto in croce anche per me. Metti davanti al mio cammino persone sagge che sappiano consigliarmi, che sappiano aiutarmi ad accettarmi. Molte volte, a causa dei pregiudizi e delle paure, sono tentato di farla finita su questa terra, ma poi sapendo che “tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l`avresti neppure creata”(Sapienza 11,24) mi riprendo e vado avanti. Dona ai miei genitori la rassegnazione e la serenità che sono sempre loro figlio, anche se non potrò mai dargli la gioia di essere nonni, potrò donargli l’affetto di un figlio che sa amare e vuole essere amato. Aiutami a non fare scelte sbagliate, matrimonio o vocazione di copertura, ma a fare scelte vere e libere. Se qualche volta ho bisogno di essere abbracciato e amato da uno del mio stesso sesso…. Stammi vicino e abbracciami forte e fammi sentire la tua infinita misericordia e le tue lacrime che scendono sul mio capo, per dirmi che mi comprendi e mi ami per quello che sono. Ti voglio bene Gesù.
BIBBIA E OMOSESSUALITÀ
Nel tentativo di approfondire tale tematica e, soprattutto, di individuare con esattezza i testi della Bibbia ed interpretarne correttamente il contenuto, ho ritenuto opportuno leggere due libri che affrontano l'argomento sul piano esegetico e che hanno come punto di riferimento la Bibbia nella sua interezza.
I libri che ho provveduto a leggere e ai quali mi riferirò nella presente trattazione sono:
- Bibbia e Omosessualità, Ed. Claudiana
- l'Omosessualità nella Bibbia, Ed. San Paolo
Introduzione (>)
I testi nei loro contesti antichi
Antico Testamento:
1) Genesi (>)
I resoconti della Teologia della Creazione
2) Sodoma e Gomorra (>)
C'è Omosessualità in questi racconti?
3) Gionata e Davide (>)
Si può parlare di Omosessualità?
(continua)
UN PÒ DI ME...
"Omosessuale e credente" di Alessandra Del Re:
MI RACCONTO...
"Essere o non essere..."
Una pagina del mio Diario su: Gionata.org
UNA MIA ESPERIENZA...
"Non guaritemi in nome di Cristo"
sul Blog: 1, 2, 3... Liberi tutti dell'Unità di Delia Vaccarello
"Una cristoterapia per guarire dai pregiudizi" su: gaynews
LA MIA MAIL:
GRUPPI OMOSESSUALI CREDENTI IN ITALIA
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AGEDO
L’A.GE.D.O. è costituita da genitori, parenti e amici di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transessuali che si impegnano per l’affermazione dei loro diritti civili e per l’affermazione del diritto alla identità personale.
Vogliamo essere di aiuto e sostegno a quei genitori che hanno saputo dell’omosessualità della propria figlia o figlio e ne soffrono perché per loro è difficile comprendere e accettare. Pensiamo di poter condividere il loro disagio offrendoci come interlocutori per un dialogo su una situazione che noi abbiamo vissuto e superato.
DISCLAIMER
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Messaggi di Luglio 2008
Post n°183 pubblicato il 29 Luglio 2008 da Ganimede.76
di Federico Salvatore - Sanremo 1996 Mamma son qui con le valigie sulla porta |
Post n°182 pubblicato il 24 Luglio 2008 da Ganimede.76
Tag: CHIESA, CULTURA, CURIOSITA', LESBISMO, OMOSESSUALITA', PREGHIERA, RIFLESSIONE, SANTI, SPIRITUALITA', STORIA, VANGELO "Il rito della Fratellanza Spirituale" Il Rito dell'Adelphopoiesis è una Celebrazione della Chiesa Ortodossa orientale molto antica, Boswell fa notare l'assenza di un rito equivalente nella Chiesa Cattolica, tuttavia lo storico Alan Bray nel suo libro The friend, fornisce un testo latino con relativa traduzione di una cerimonia croata simile, intitolata Ordo ad fratres faciendum. La sua forma attuale risale tra il quarto e il nono secolo dC. Questa Celebrazione è tratta da un Euchologion di Jacobus Goar, che è stato stampato nel 1647 e riveduto nel 1730. L'edizione è presente in molte biblioteche di teologia. Con l'aumento delle idee e delle influenze occidentali negli ultimi secoli, questo Rito ha cessato di essere ampiamente praticato ed è stato in larga misura dimenticato o ignorato tranne che in zone isolate, in particolare l'Albania e in altri settori nei Balcani, dove fiorì in tutto il XIX secolo e fino almeno al 1991. Sia gli uomini che le donne sono stati uniti con questo rito o similari. Oggi, questo rito è praticato nella Chiesa Ortodossa a Elbasan, nel centro di Albania, e in alcune Chiese Ortodosse negli Stati Uniti (mentre la maggior parte delle Chiese Ortodosse respingono con forza il rito). Vi sono altri manoscritti del presente rito disponibili in russo; John Boswell ha esaminato circa 100 manoscritti di adelphopoiia. Questa Celebrazione è chiamata "Fratellanza spirituale", perché l'unione tra due persone dello stesso sesso "fratelli spirituali", non è come una relazione o un legame di sangue, ma un'unione Spirituale, e anche per distinguerlo dal rito di "sangue-fratellanza" praticato in secoli passati, proibito dalla Chiesa di quel tempo. Nella Celebrazione, i Santi martiri Sergio e Bacco sono invocati, perchè sono stati uniti nella fratellanza spirituale "non vincolato dalla legge di natura, ma sull'esempio di fede nello Spirito Santo". Questi santi sono stati torturati e martirizzati nel terzo secolo dC, quando hanno rifiutato di adorare l'imperatore come un dio. Nella loro biografia scritta da Simeone Metafraste (Patrologia Graeca, Vol. 115, pp. 1005-1032) sono descritti come dolci compagni e amanti gli uni agli altri. SACERDOTE: Benedetto il regno del Padre, del Figlio e del Santo Dio, Santo forte, Santo immortale, abbi pietà di noi. (3 volte). Gloria al Padre, al Figlio e al Santo Spirito, ora e sempre TUTTI: Santissima Trinità, abbi pietà di noi. Signore, abbi pietà. Signore, abbi pietà. Signore, abbi pietà. Gloria al Padre, al Figlio e al Santo Spirito, ora e sempre Padre nostro, che sei nei cieli... ma liberaci dal maligno. Perchè tuo è il regno, (Dopo questo, il sacerdote dice il Troparion.) (E i due che stanno per essere uniti in fraterna unione (Il Sacerdote dice la seguente preghiera, in modo che sia sentito da tutti: Gloria al Padre, al Figlio e al Santo Spirito. Attraverso l'intercessioni, o Signore, di tutti i Santi, della In pace preghiamo il Signore. SACERDOTE: Facendo memoria dalla nostra tutta-santa, immacolata, SACERDOTE (sottovoce): O Signore, nostro Dio, la cui gloria è incomprensibile, la cui misericordia è infinita, e il cui amore verso il genere umano è ineffabile; nella tua grande compassione poni il tuo sguardo su di loro, O Maestro, e su questa SACERDOTE (ad alta voce): Oggi vi è dovuta tutta la gloria, l'onore, e il culto; SACERDOTE: Preghiamo il Signore. TUTTI: Signore, abbi pietà Signore nostro Dio, che hai concesso ogni cosa per la salvezza, e che hai comandato di amarci gli uni gli altri e di perdonare ogni SACERDOTE: Preghiamo il Signore. TUTTI: Signore, abbi pietà. Signore nostro Dio, (Sulla tavola al centro della chiesa, viene Allora il Sacerdote canta:Uniti nell'amore degli apostoli aderite nel pregare il Maestro di tutti; uniti a Cristo a portare con i vostri bei piedi l'annuncio della buona novella della pace a tutti. SACERDOTE: Abbi pietà di noi, o Dio. (E continua la Liturgia.) (liberamente tratto dal Sito: AXIOS eastern orthodox christian gay men e women) |
Post n°181 pubblicato il 19 Luglio 2008 da Ganimede.76
"O stai zitto, o te ne vai". Alfredo La Malfa faceva parte del movimento carismatico Rinnovamento nello Spirito Santo e quando ha detto apertamente di essere omosessuale, non gli hanno lasciato alternativa. Facendolo precipitare nello sconforto. "Mi hanno fatto sentire peggio di un assassino", racconta seduto su una delle seggiole che fanno parte dell'essenziale arredo della sagrestia del Santissimo Crocifisso della Buona Morte, la parrocchia di piazza Giovanni Falcone nel cuore di San Berillo, l'ex quartiere a luci rosse di Catania. E' qui che nel 90 Alfredo ha incontrato don Pippo Gliozzo, che gli ha detto una cosa semplicissima: "Il Signore ti ama così come sei". Stimatissimo e molto amato dalla sua comunità, d'altra parte don Pippo da sempre dà sostegno a tutte le esperienze di marginalità sociale, di degrado o di povertà. Comprese le prostitute del quartiere, con le quali è solito pregare. La domenica a seguire la messa nella sua parrocchia arrivano da tutta Catania. "Bellissima persona, don Pippo - dice Alfredo -. Avevo 27 anni quando l'ho conosciuto. E per me ha rappresentato una possibilità di riscatto unica: mi ha consentito di uscire dall'oblio e di vivere serenamente la mia affettività". Ed è così che sono nati "I Fratelli dell'Elpis" che nella mitologia greca rappresentano la personificazione della speranza, uno dei doni contenuti nel vaso di Pandora. Di norma, si riuniscono la seconda e la quarta domenica del mese. "Organizziamo anche concerti - spiega Alfredo -. Da noi c'è molta gioia, anche se chi arriva qui spesso proviene da un percorso di grande sofferenza". "Quest'anno diventiamo maggiorenni - dice, ricordando i diciott'anni di attività di questa fraternità ecumenica per le diversità - e in questo periodo abbiamo sostenuto molti omosessuali, introducendoli in un percorso di liberazione che è proprio della fede cristiana". Cristiana e non specificatamente cattolica. "Perchè - spiega Alfredo - la maggior parte dei contatti li abbiamo con le chiese cristiane riformate storiche, come la chiesa valdese. La chiesa cattolica ufficiale è omofobica, basta ascoltare Radio Maria per rendersene conto. Se, poi, fai parte di Comunione e Liberazione, dell'Opus Dei, dei Neocatecumenali e dei Focolarini e dici di essere gay, sei rovinato". Se, poi, oltre a essere omosessuale e cattolico, si è pure preti, la situazione si fa più ancora complicata. Come ci racconta dall'altra parte della Sicilia, quella dell'entroterra occidentale, un parroco di campagna, don Mario - il nome è di fantasia "perchè se dico chi sono, il parroco non me lo fanno più fare" - che è diventato consapevole del proprio orientamento sessuale intorno ai quarant'anni: "Quando mi sono innamorato di un altro uomo - confessa -, ho dovuto mettere in discussione la mia identità sessuale e di prete. E' stato un periodo molto travagliato, dal quale sono uscito grazie all'aiuto di un padre spirituale molto valido e di una brava psicologa. E' grazie a loro se oggi sono ancora prete, nel pieno rispetto, s'intende, del voto di castità". Quasi vent'anni di sacerdozio alle spalle, don Mario è uno dei firmatari della lettera che il 24 dicembre del 2005 fu pubblicata da Adista (l'Agenzia d'informazione sul mondo cattolico e le realtà religiose) in risposta al documento di "Istruzione della congregazione per l'educazione cattolica circa i criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali". Istruzione che in sintesi, chiudeva le porte dei seminari ai gay. A firmare la lettera (Non ci negate di esistere. lettera aperta di Preti Omosessuali Cattolici) - chiedendo di mantenere l'anonimato per evitare ritorsioni - furono trentanove preti: 26 diocesani e 13 religiosi, provenienti da tutt'Italia, come certifica la redazione di Adista, garantendo sulla loro identità. "Per il Vaticano se uno è gay, non è buono neanche a fare il prete - dice don Mario - e questo perchè la Chiesa, in quanto sessuofoba è anche omofobica. Questo atteggiamento, però, riguarda più che altro le alte gerarchie, perchè poi c'è tutto un mondo molto più fedele alla vita reale, che di norma non ha l'attenzione dei media". Un mondo in fermento che vede, ad esempio, molti preti omosessuali in contatto tra di loro. "Il 25 aprile scorso - racconta don Mario - ci siamo incontrati a Roma. Eravamo una trentina. Certo, non si tratta di grandi numeri: c'è difficoltà ad uscire allo scoperto, anche se solo parzialmente. Ma abbiamo pure una mailing list che raccoglie un centinaio di istritti. E' un modo per sentirsi meno soli e per vivere serenamente il nostro mandato. In attesa che le cose cambino. D'altra parte, nel corso della sua storia, la Chiesa ha rivisto molti atteggiamenti. E visto che nessun dogma vieta agli omosessuali di essere preti, in futuro ci auguriamo di non essere più discriminati". (liberamente tratto dal mensile "I LOVE Sicilia" anno 5. n° 34 - luglio 2008) |
Post n°180 pubblicato il 15 Luglio 2008 da Ganimede.76
L’Agedo è l’associazione dei genitori di omosessuali. Mamme e papà che si battono per i diritti dei propri figli. Pioniere in Sicilia è stata l’insegnante Francesca Marceca. “Salvatore una sera mi disse: Mamma, amo Jim Morrison. Gli risposi spiazzata che lo amavo anch’io” L’acronimo sta per Associazione Genitori Di Omosessuali e a portare l’Agedo in Sicilia è stata Francesca Marceca. Dopo una serie infinita di telefonate alla sede di Milano, che “mi sono costate un patrimonio – racconta -, ho raccolto il loro invito ad aprire uno sportello anche a Palermo”. Correva l’anno 1998. Un anno che per Francesca era iniziato in modo particolare. “Durante la cena dell’uno gennaio, Salvatore, il maggiore dei miei due figli, che allora aveva 17 anni, disse “io amo Jim Morrison”. E, poi, a me, a suo padre e a suo fratello raccontò di essere omosessuale; dopo un mese lo disse anche a scuola. Ricordo che quella sera lo guardai, dicendo: “Anch’io amo Jim Morrison”. Ma il problema è stato discusso dopo. Di cosa dovevo parlargli, visto che non sapevo esattamente di cosa si trattava? Nella mia testa si affollavano mille pensieri. E una domanda sovrastava le altre: non potevo fare a meno di chiedermi in che cosa avevo sbagliato. In ogni caso, mi sentivo responsabile. I genitori nei loro figli coltivano delle aspettative e quando queste vengono deluse, nella maggior parte dei casi, ci si sente responsabili, colpevoli di chi sa quale mancanza. Avevo bisogno di sapere di più, di documentarmi. L’unica esperienza che avevo in fatto di omosessualità, si riferiva ad un mio vecchio compagno di scuola. Fu così che mi rivolsi all’Agedo di Milano. La mia più grande paura era la non-inclusione sociale di mio figlio: pretendevo che avesse diritto ad una vita alla luce del sole”. Lo sguardo limpido e fermo di chi ha un cuore grande e coraggioso da vendere, Francesca che insegna alle elementari, non ci mise molto a passare dal ruolo di chi chiedeva a quello di chi ascoltava. “L’Agedo a Palermo – dice – è nata, appunto, dieci anni fa come centro di ascolto telefonico. Prima da Roma in giù non c’era niente e, addirittura, nel 98 in città aveva chiuso i battenti anche l’Arcigay”. Dieci anni di attività, racconta la responsabile palermitana dell’associazione, distrattamente seguiti dalle istituzioni: “Nel 2003 – dice Marceca – il Comune ha sostenuto un nostro progetto, poi al di là di qualche piccola sponsorizzazione, non riceviamo alcun tipo di aiuto. Per intenderci: il telefono lo pago io!”. E anche le caramelle messe in un cestino al centro del tavolo nella sede dell’Agedo, ospitata in via Dello Spezio 43, nei locali della Chiesa Valdese alle spalle del Politeama (091 6112505 lo sportello telefonico attivo tutti i martedì dalle 16 alle 19, il sito, www.agedopalermo.org ). Caramelle che servono ad addolcire la bocca ai tanti papà e mamme che arrivano col cuore gonfio di preoccupazione, o ai ragazzi e alle ragazze che in famiglia non vengono accettati e in Agedo trovano un punto di riferimento. “Ci sono anche extracomunitari che nel loro paese, solo per il fatto di essere omosessuali, rischiano la prigione o la pena di morte – dice Francesca -; altri ai quali i genitori tagliano i viveri ed anche la connessione ad internet. Casi di violenza, pure psicologica: gente che arriva da dieci anni di analisi, perché non dimentichiamolo, fino al 91 per l’Organizzazione mondiale della sanità, l’omosessualità era una malattia mentale come tale veniva trattata…”. (liberamente tratto dal mensile "I LOVE Sicilia" anno 5. n° 34 - luglio 2008) |
Post n°179 pubblicato il 09 Luglio 2008 da Ganimede.76
“Si è tanto più veri, quanto più si assomiglia all’ideale che si ha di se stessi”, dice Agrado, il transgender interpretato da Antonia San Juan in “Tutto su mia madre” di Almodovar. E guardando Trilly e Lady Crystal, al secolo Ivano e Mauro – autentiche regine della serata –muoversi sinuose e ancheggiare con grazia al ritmo della musica che arriva sparata, mentre la luce della lampada stroboscopica strega la pista, nulla sembra più vero. Perché davvero si è tanto più veri, quanto più si assomiglia all’ideale che si ha di sé stessi. C’è gente di tutti gli orientamenti sessuali, etero compresi. Che si divertono come i pazzi, anche se sono in minoranza. O forse, proprio per questo. Perché – ci hanno raccontato gli “infiltrati” etero tra un classico di Madonna e la versione remix di Another brick in the wall – “per chi non ama i falsi moralismi e valuta le persone per quello che sono, senza preoccuparsi del sesso del partner che hanno, piuttosto che del gusto di yogurt con cui preferiscono fare colazione la mattina, tutto questo dà un senso di libertà”. Che si legge “civiltà” o, più semplicemente, rispetto per le differenze. Il venerdì del Rise up e l’Exit bar Il viaggio nella Palermo gaya del mondo LGBTQ (lesbo-gay-bisex-transgender o transessuale che dir si voglia, e dove la Q sta per Queer, il termine che riassume una realtà sociale e di studio di confine) questo viaggio inizia al Rise Up di Palermo: la discoteca di via Ugo la Malfa aperta tutto l’anno, dove ogni venerdì sera si tengono le serate organizzate dall’Exit di piazza San Francesco di Paola, l’unico locale dichiaratamente gay di Palermo (www.exitdrinks.com). L’appuntamento si chiama “EXIT 10 & LOVE” e di norma si trascina fino a notte fonda. “All’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà – racconta Gaetano Marchese, 44 anni, che nel 96 nel cuore di Palermo ha aperto Exit, letto nel senso di Ex-it, esprime la voglia di reagire, dopo lo stato di esasperazione in cui ci aveva gettato l’atteggiamento ostile di certi bulli dei dintorni. Poi le cose sono cambiate, in meglio si intende: ora non abbiamo alcun problema col quartiere. Exit, poi, vuol dire anche uscita, come la nostra uscita all’esterno con i tavolini in piazza. E le feste “di piazza” che abbiamo fatto davanti al locale, sullo stile di quelle di paese, con tanto di mamme con i passeggini che ammiravano le performance delle Drag Queen”. Fulvio e il suo Martin’s Da piazza San Francesco di Paola a piazza San Francesco d’Assisi, sempre nel cuore di Palermo. Dove proprio a due passi, in via Calascibetta 25, c’è il ristorante wine bar di Fulvio Pastorella, 50 anni appena compiuti. Martina si chiamava sua madre. E ora, Martin’s è il nome del “ristoralouge” che ha aperto dopo una vita passata a Villa Giuditta. “E’ lì – racconta Fulvio – che cominciato a occuparmi di ristorazione e, di fatto, a favorire una sorta di contaminazione fra il mondo etero e quello gay. In questo senso, si può dire che sono stato una sorta di pioniere, di apripista in città”. Imponenti colonne che ostengono la volta della zona bar – coi gradini che, complici morbidi cuscini, si trasformano in comode sedute – e pareti di pietra viva, con la sala ristorante che si affaccia sul cortile di Palazzo Cattolica: ora il suo mondo è qui, nel cuore del centro storico di Palermo, dove lo chef Gioacchino Trapani, propone menù sfiziosi rielaborando profumi e sapori dell’isola. Libreria Altroquando Per nutrire pure lo spirito, sempre in pieno centro storico, ed esattamente in Corso Vittorio Emanuele 143, c’è poi Altroquando www.altroquando.org, unica libreria gay Palermitana, specializzata oltre che in libri e riviste a tematica omosessuale, anche in fumetti. “Siamo aperti dal 91 – dice Salvatore Rizzuto Adelfio che fa parte dell’associazione culturale omosessuale Articolo Tre -, ma la nostra resta una piccola realtà. Niente grandi numeri; d’altra parte Palermo è una città di frontiera per quello che concerne la cultura. Non solo per la letteratura, ma anche per il teatro. Da qui passano diversi giovani e la maggior parte ha voglia di fuggir via… solo che poi si resta, perché c’è il sole, il mare, il cielo è di un azzurro che si capisce che è azzurro, insomma alla fine è una città che strega”. E, in ogni caso, la voglia di reagire non manca. Così, dopo un periodo di stasi, da Altroquando hanno di nuovo voglia di tornare a organizzare anche mostre: “Un tempo – dice Salvatore – ne allestivamo una al mese; in tutto ne abbiamo fatto circa un’ottantina. Per ogni mostra c’era una cartolina ed è dall’esposizione di queste cartoline che vogliamo ripartire”. Il primo Arcigay d’Italia Passando dai locali gay friendy della città, come il Gatto Nero di Rua Formaggi nei pressi di piazza Bologni, dove il martedì sera si danno appuntamento soprattutto le ragazze, o per l’aperitivo del giovedì sera a “I Grilli Giù” in piazza Cavalieri di Malta, non possiamo dimenticare che proprio ventotto anni fa a Palermo è nato il primo Arcigay www.arcigay.it d’Italia. Massimo e Gino, romano il primo, palermitano il secondo, si erano conosciuti a Roma un paio di anni prima, nel 78, al “Fuori”, “L’acronimo – dice Gino – stava per Fronte unitario omosessuali rivoluzionari italiani e come sponda politica aveva il partito radicale. A condividere le nostre battaglie c’era anche Rutelli. Di Family-day ancora non si parlava…”. Poi il viaggio a Palermo dove Gino che era stato sposato, aveva deciso di trascorrere le vacanze con i figli. E la scelta di restare. “In Sicilia c’era un grande fermento”, ricorda Campanella. I fatti di Giarre, dove due giovani erano stati trovati morti (l’inchiesta, poi, non chiarì se si erano suicidati o erano stati “suicidati” da chi ostacolava il loro amore), aveva provocato una mobilitazione generale e il 9 dicembre del 1980, presso la sede dell’Arci di via XX Settembre a Palermo, nacque l’Arcigay. Il 28 giugno dell’anno successivo, a Villa Giulia, si tenne la prima Giornata dell’Orgoglio omosessuale, ovvero il primo Gay Pride”. E forse non tutti ricordano che a promuovere l’Arcigay fu un prete, don Marco Fiscella, sacerdote cattolico dell’area del dissenso, poco amato dal Vaticano e dalla Democrazia cristiana anche per le sue simpatie comuniste. Omosessuale, don Marco sarà sospeso “a divinis” dopo un’imboscata tesagli da due giornalisti de “Il Borghese” che, spacciandosi per gay, gli chiesero di benedire la loro unione. (liberamente tratto dal mensile "I LOVE Sicilia" anno 5. n° 34 - luglio 2008) |
IL VANGELO DEL GIORNO
CRISTIANI OMOSESSUALI DI PALERMO
"ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me” (Esodo 19,4)
Email: gruppoalidaquila@libero.it
piazza San Francesco Saverio all'Albergheria
PALERMO
Il gruppo "Ali d'Aquila" nasce nel Natale 2008 col desiderio di creare un luogo di accoglienza e di preghiera per le persone omosessuali, per favorire una riconciliazione con se stessi, con Dio e con la Chiesa.
Ci incontriamo nell'ascolto reciproco, nella condivisione delle nostre esperienze, nell'accettazione delle nostre umane diversità, con l'amore dei fratelli, mettendo a frutto quei talenti, doni e carismi che Dio ha donato a ciascuno per la crescita del gruppo.
Poniamo Cristo al centro della nostra stessa esistenza, lasciandoci interrogare dalla Sua Parola per la nostra crescita, umana e spirituale, in una continua e instancabile ricerca della Verità che ci rende liberi.
Vogliamo percorrere un cammino di riconciliazione con la Chiesa, attraverso il dialogo, il confronto e la conoscenza reciproca, nella consapevolezza che la dimensione omoaffettiva è un valore e può ben costituire un percorso di crescita e di approfondimento per vivere, senza pregiudizi, una relazione autentica con l'altro.
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SUGAR BABY LOVE
Il video racconta con ironia il percorso sentimentale di un ragazzo diventato uomo, che, dopo aver scoperto di essere Gay, vive la sua identità sessuale benchè vittima di alcune disavventure ...
MAGISTERO E OMOSESSUALITÀ
- Sempre nostri figli Un messaggio pastorale ai genitori di figli omosessuali e suggerimenti ai collaboratori pastorali (1997)
- La Pastorale nei confronti degli omosessuali a Innsbruck (1998)
PUBBLICITÀ PROGRESSO
DIRITTI NEGATI
"Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione." (Art. 2 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - 1948)
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali." (Art. 3 della Costituzione Italiana - 1948)
LIBRI, RIVISTE, OPUSCOLI...
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