AMORE MIO

Post n°19 pubblicato il 26 Maggio 2006 da capriccinauff
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E' così difficile, stare vicini ad una persona che non si vuole bene da sola. Fare forza ad un uomo che non vuole riceverla. O forse non capisce di volerla ricevere. E' quasi impossibile. E anche l'amore, che io ritenevo inossidabile, comincia a vacillare sotto i colpi troppo forti delle delusioni  e della sua rabbia. Perchè la vita è difficile, in salita, e con un infelice accanto diventa durissima. A volte mi chiedo se sarà possibile essere felice con lui. O se potrebbe esserlo senza di me perchè io so di potercela fare, combatto per  la sua di felicità.

Sarà che è notte fonda, che dalla radio accesa arriva musica lenta, messa in onda;
sarà che per pensare non c'è un orario se c'hai pensieri che pesano sul serio.
E non c'è dizionario, non c'è vocabolario per trovare le parole
e allora scusa se son scritte male, però tu tanto mi capisci uguale, tu sei come me!
Vorrei spiegarti che crescere nei bar delle periferie,
respinto dalla scuola, buttato a volte dentro strane compagnie,
vuol dire che non c'è sentimento che trova uno spazio dentro
e allora devi aver pazienza e insegnarmi quello che sento cos'è.
Questo qualcosa tra me e te, che non è un'abitudine,
che non mi fa dormire e non mi importa niente,
che se non chiami e non ti fai vedere non c'è una ragione,
neanche la musica mi serve a stare bene. Nemmeno una canzone.
Vorrà pur dire qualcosa dai se insieme a te la notte passa veloce
e con un'altra non ci starei, non potrei farlo neanche se mi piace
e stare in macchina a parlare per ore, mi piace quasi come fare l'amore,
che è una parola che non so pronunciare, c'ho confusione su che cosa vuol dire,
però mi sa che la ritrovi uguale se guardi dentro di te.
Questo qualcosa tra me e te che scava la mia ruggine,
che non fa parte delle cose che conosco
e non c'è casa e non c'è compagnia, e amico, amica o chiunque sia,
insomma dimmi dove sta il mio posto, io voglio una risposta.

B-nario - Tra me e te

 
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angoscia

Post n°18 pubblicato il 17 Maggio 2006 da capriccinauff
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Vorrei tanto volare, sorridere, essere lasciata in pace da quest'ansia che mi tormenta, essere felice, se non felice, serena.

Perchè non ci riesco?

 
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MOGGI: ORA CHE SUCCEDERA'???

Post n°17 pubblicato il 10 Maggio 2006 da capriccinauff
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Nonostante la delusione Moggi noi dobbiamo....
Vivere
è passato tanto tempo
Vivere!
è un ricordo senza tempo
Vivere
è un po' come perder tempo
Vivere.....e Sorridere!.......
VIVERE!
è passato tanto tempo
VIVERE!
è un ricordo senza tempo
VIVERE!
è un po' come perder tempo
VIVERE....e Sorridere dei guai
così come non hai fatto mai
e poi pensare che domani sarà sempre meglio
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!

Vivere!
e sperare di star meglio
Vivere
e non essere mai contento
Vivere
come stare sempre al vento
VIVERE!......COME RIDERE!!!

VIVERE!
anche se sei morto dentro
VIVERE!
e devi essere sempre contento!
VIVERE!
è come un comandamento
VIVERE..... o SOPRAVVIVERE....
senza perdersi d'animo mai
e combattere e lottare contro tutto contro!.....
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!.....

VIVERE
e sperare di star meglio
VIVERE VIVERE
e non essere mai contento
VIVERE VIVERE
e restare sempre al vento a
VIVERE.....e sorridere dei guai
proprio (così) come non hai fatto mai
e pensare che domani sarà sempre meglio!!!!!
Pare però che stia per succedere una mezza rivoluzione che coinvolgerà la serie A e la nazionale...che tristezza....Mi chiedo, come ne uscirà il calcio? A pezzi e senza più un tifoso disposto a spendere per una partita?

 
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ABBASSO MOGGI!!!!

Post n°16 pubblicato il 09 Maggio 2006 da capriccinauff
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Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi.

A. Einstein

Ci sono due sole passioni che io ho nella vita. E per passioni intendo quello che trascende dall'amore per la mia famiglia e dal rispetto per il mio lavoro.

Sono la play station e lo sport, come gesto atletico, come atto di liberazione, come fisicità, gioia e disperazione, vittoria e sconfitta. Lo sport come legame con gli antici greci, i fondatori della civiltà. E fra tutti gli sport, prediligo il calcio. Per scarsa originalità, o per comodità, visto che si gioca generalmente nel week end, unico momento libero. Posto che alla play sono una vero disastro, mi rimane solo il calcio.

Ed ora, dopo anni di insinuazioni e sospetti, mi vengono a dire che sì, effettivamenete è tutto vero, gli arbitri sono venduti, Moggi con i suoi giri ha macchinato tutti i risultati, tutti gli ultimi almeno dicie anni di calcio sarebbero da gettare nel cestino.

Sono semplicemente schoccata. Lo sapevo, lo immaginavo, ma da appassionata (e tifosa, non importa di che squadra, (ma non di Milan Inter Lazio Roma o Juve, insomma non di una grande) la cosa mi da il voltastomaco. Ora che ne è di Napoli e Fiorentina, che si sono fatte il calvario della C per risalire? E di chi ha giocato onestamente non raggiungendo trofei ambiti?

Che schifo. Luciano Moggi, con i suoi compari, è riuscito a smontare il gioco degli italiani, l'hobby, la passione, lo strumento di discussione ed aggregazione. Una ragione, per molti, di sorridere. BRAVO. Nessuna condanna, nessuna, potrà mai ridarci quello che ci ha tolto.

E Carraro se ne va, lavandosi le mani. BRAVO, 10+.

Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.

Voltaire

 
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IL 5 MAGGIO

Post n°15 pubblicato il 05 Maggio 2006 da capriccinauff


      Ei fu. Siccome immobile,
  dato il mortal sospiro,
  stette la spoglia immemore
  orba di tanto spiro,
  così percossa, attonita                 5
  la terra al nunzio sta,
      muta pensando all'ultima
  ora dell'uom fatale;
  né sa quando una simile
  orma di pie' mortale                   10
  la sua cruenta polvere
  a calpestar verrà.
      Lui folgorante in solio
  vide il mio genio e tacque;
  quando, con vece assidua,              15
  cadde, risorse e giacque,
  di mille voci al sònito
  mista la sua non ha:
      vergin di servo encomio
  e di codardo oltraggio,                20
  sorge or commosso al sùbito
  sparir di tanto raggio;
  e scioglie all'urna un cantico
  che forse non morrà.
      Dall'Alpi alle Piramidi,           25
  dal Manzanarre al Reno,
  di quel securo il fulmine
  tenea dietro al baleno;
  scoppiò da Scilla al Tanai,
  dall'uno all'altro mar.                30
      Fu vera gloria? Ai posteri
  l'ardua sentenza: nui
  chiniam la fronte al Massimo
  Fattor, che volle in lui
  del creator suo spirito                35
  più vasta orma stampar.
      La procellosa e trepida
  gioia d'un gran disegno,
  l'ansia d'un cor che indocile
  serve, pensando al regno;              40
  e il giunge, e tiene un premio
  ch'era follia sperar;
      tutto ei provò: la gloria
  maggior dopo il periglio,
  la fuga e la vittoria,                 45
  la reggia e il tristo esiglio;
  due volte nella polvere,
  due volte sull'altar.
      Ei si nomò: due secoli,
  l'un contro l'altro armato,            50
  sommessi a lui si volsero,
  come aspettando il fato;
  ei fe' silenzio, ed arbitro
  s'assise in mezzo a lor.
      E sparve, e i dì nell'ozio         55
  chiuse in sì breve sponda,
  segno d'immensa invidia
  e di pietà profonda,
  d'inestinguibil odio
  e d'indomato amor.                     60
      Come sul capo al naufrago
  l'onda s'avvolve e pesa,
  l'onda su cui del misero,
  alta pur dianzi e tesa,
  scorrea la vista a scernere            65
  prode remote invan;
      tal su quell'alma il cumulo
  delle memorie scese.
  Oh quante volte ai posteri
  narrar se stesso imprese,              70
  e sull'eterne pagine
  cadde la stanca man!
      Oh quante volte, al tacito
  morir d'un giorno inerte,
  chinati i rai fulminei,                75
  le braccia al sen conserte,
  stette, e dei dì che furono
  l'assalse il sovvenir!
      E ripensò le mobili
  tende, e i percossi valli,             80
  e il lampo de' manipoli,
  e l'onda dei cavalli,
  e il concitato imperio
  e il celere ubbidir.
      Ahi! forse a tanto strazio         85
  cadde lo spirto anelo,
  e disperò; ma valida
  venne una man dal cielo,
  e in più spirabil aere
  pietosa il trasportò;                  90
      e l'avviò, pei floridi
  sentier della speranza,
  ai campi eterni, al premio
  che i desideri avanza,
  dov'è silenzio e tenebre               95
  la gloria che passò.
      Bella Immortal! benefica
  Fede ai trionfi avvezza!
  Scrivi ancor questo, allegrati;
  ché più superba altezza               100
  al disonor del Gòlgota
  giammai non si chinò.
      Tu dalle stanche ceneri
  sperdi ogni ria parola:
  il Dio che atterra e suscita,         105
  che affanna e che consola,
  sulla deserta coltrice
  accanto a lui posò.

 
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