Creato da m_de_pasquale il 05/10/2009
"il sapere ha potenza sul dolore" (Eschilo) ______________ "Perchè ci hai dato sguardi profondi?" (Goethe)
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"La filosofia guarda da un altro livello cose, problemi, sofferenze, desideri, piaceri. E qui cade la solitudine del filosofo che non gode come gli altri, non soffre come gli altri, perchè non guarda le cose al livello dove le vedono gli altri. Per questo il filosofo è solo e incompreso. Della solitudine ringrazia ogni giorno gli dèi che gli tolgono di torno gli abitatori del tempo; dell'incomprensione si rammarica, non per sé ma per gli altri che non sanno quello che dicono e fanno." (Galimberti)
« il bosco e l'essere | l'etica del viandante » |
percorso: porticciolo turistico Campomarino (41° 56' 29.09" N, 15° 04' 28.32" E) - foce del Saccione [AR 12 km] Sentire sul corpo il calore infuocato del sole, la carezza del vento che viene dal mare, confondersi con l’acqua rivivendo la situazione prenatale, affondare i piedi nella sabbia avvertendone allo stesso tempo morbidezza e durezza, sono alcune delle sensazioni che si provano in questa camminata. Una camminata fatta di sensazioni intense capaci della compenetrazione con gli elementi costitutivi della natura: fuoco, aria, acqua e terra. Empedocle che individuava in essi le quattro radici delle cose, pensava che il sentire fosse possibile per la relazione simpatetica tra uomo e natura: “Con la terra vediamo la terra, l’acqua con l’acqua, con l’aria l’aria divina, e poi col fuoco distruttore il fuoco distruttore”. Credeva che dalle cose e dai pori delle cose si sprigionassero effluvi che colpivano gli organi di senso, i quali, sollecitati nelle parti simili, riconoscevano le parti consimili degli effluvi provenienti dalle cose. Per lui anche il pensiero segue la stessa logica: esso ha sede nel cuore dove il sangue che scorre è costituito dalle quattro radici (aria, acqua, terra e fuoco) del cosmo e pertanto essendo simile alla natura poteva conoscerla compenetrandosi con essa. Una relazione, quindi, simpatetica con la natura favorita dalla intensa stimolazione dei nostri sensi da parte degli elementi primordiali: l’immersione/confusione nel mare, nel senso della progressiva perdita della propria identità nel Tutto dell’acqua; il silenzio assordante del caldo ed il profumo delle cose sprigionato grazie al calore del sole; il piacere sottile di essere investiti dalla brezza marina che rinfranca dalla fatica. Siamo aria, acqua, terra e fuoco, un microcosmo che rispecchia la totalità del cosmo, che anche nell’azione del camminare ritorna ai quattro elementi fondamentali. Se camminiamo la prima azione che compiamo è sollevare il piede sperimentando la leggerezza di esso come il fuoco che rende le cose leggere e diventando leggere si sollevano; dopo averlo sollevato, spostiamo il piede in avanti provocando un movimento da un luogo ad un altro e favorendo così un flusso d’aria; poi appoggiamo il piede sentendone la sua pesantezza che è una delle caratteristiche dell’acqua che a causa della pesantezza tende a gocciolare verso il basso; infine premiamo il piede contro il suolo e prestando attenzione alla pressione del piede contro il terreno, percependone la durezza o la morbidezza, sperimentiamo la natura dell’elemento terra. Le quattro radici sono la vita del mondo, una vita che si alimenta nella misura in cui le radici si riconoscono e si riuniscono: perciò nella relazione simpatetica con la natura l'uomo trova il suo ambiente e rafforza quindi la sua energia vitale, tende a diventare un tutt'uno con la natura; ma ciò accade - sostiene Empedocle - quando la forza prevalente è Amore per cui nessuno degli elementi si distingue dagli altri, ma tutti sono insieme raccolti nell'Uno: "Ma da ogni parte era uguale e per tutto infinito, Sfero rotondo che di sua avvolgente solitudine gode". (camminare - 3 precedente seguente) |
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