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Sottouncielodistelle

Ai confini dell’infinito, dove cielo e terra si prendono per mano

 

 

« xIl cappello color porpora »

giglio

Post n°9114 pubblicato il 12 Giugno 2016 da patty1_mah


Il Giglio Rosso è il simbolo, lo stemma

che rappresenta Firenze e riprende

l'iris bianco, molto diffuso nelle zone

intorno alla città. Lo stemma di Firenze

ha attraversato i secoli, la storia e i vari

governi della città. Pare che divenne

il simbolo della città nella seconda

metà del XII° secolo; era naturale che

lo stemma adatto a rappresentare Fiorenza

fosse proprio un fiore. Addirittura

fin dalla prima crociata, i fiorentini

portavano in battaglia il loro Giglio.

Sono diverse le ipotesi che si collegano

alla scelta di questo simbolo.

C'è quella che richiama un pretore

romano di nome Fiorino, deceduto

quando Fiesole fu attaccata; oppure

quella che che si collega alla celebrazione

della dea Flora, all'inizio della primavera,

quando i romani fondarono la città;

o, ancora quella legata al significato

principale del giglio: la purezza.

Secondo la mitologia, infatti, il Giglio

è associato alla castità ed ebbe origine

da una goccia di latte che cadde dal

seno di Giunone quando stava

allattando Ercole.

 

 

 

Ma i colori del simbolo di Firenze

all'inizio erano esattamente all'opposto:

bianco su sfondo rosso. Pare che il Giglio

rosso su sfondo bianco risalga al 1266,

 quando c'era la guerra tra Guelfi e Ghibellini.

A Firenze vinsero i primi, mentre

i secondi furono mandati via dalla città:

il simbolo di Firenze fu modificato dai Guelfi,

come segno della loro vittoria sui Ghibellini.

 

 

Sembra che nel 1811 Napoleone tentò

di sostituire il simbolo, proponendone

un altro ai cittadini di Firenze tramite

un decreto. Ai fiorentini l'idea non piacque

e protestarno finché l'imperatore non gli

"restituì" il loro Giglio.

 

 

 

E concludiamo con la citazione di

Dante Alighieri nel Canto XVI

del Paradiso: "Vid'io Fiorenza in sì fatto

riposo, che non avea cagione onde piangesse;

 con queste genti vid'io glorioso e giusto

il popol suo tanto, che il giglio non era

ad asta mai posto a ritroso né

per division fatto vermiglio".

 

Michela Silla

 

 

 

 


 
 
 
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