Creato da Piero_Calzona il 14/03/2007

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Cos'è la Vita (3° Capitolo Ricerca)

Post n°62 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Piero_Calzona
 

COS'E' LA VITA 

La vita è un caso?

Indagine tra scienze e scientismo alla ricerca di una verità o di un’alternativa.

(Quarta parte)

 

La vita è un caso? 

Cerchiamo di vedere adesso, passando in rassegna alcuni esperimenti di autorevoli scienziati, come stanno le cose per quanto riguarda l’origine della vita, e vediamo come sia difficile passare dalla materia inorganica alla vita vera e propria con la sua organizzazione strutturale.

Iniziamo con un esperimento di Stanley Miller, un ricercatore presso l’Università di Chicago, che nel 1953 voleva dimostrare l’origine della vita. Miller prese un po’ d’acqua, metano, idrogeno e ammoniaca in una ampolla di vetro, sigillò tutto e fece passare attraverso l’ampolla delle scariche elettriche per simulare i fulmini primordiali, dopo una settimana trovò che nel brodo si erano formati degli amminoacidi. “Euforia generale”. Si pensava di aver scoperto la vita, dato che gli amminoacidi sono i mattoni della vita. Ma tutto questo si dimostrò non cosi interessante come si credeva. La materia organica si trova anche nello spazio, ma non la vita.

 

Vediamo come veramente stanno le cose. 

L’auto assemblaggio casuale delle proteine è reso poco plausibile da un’altra ragione fondamentale, che non riguarda la formazione del legame chimico in se, ma l’ordine particolare in cui si legano gli amminoacidi. Le proteine non sono formate da catene di peptici qualsiasi, ma sequenze di amminoacidi estremamente specifiche, dotate delle speciali proprietà di cui ha bisogno la vita. Tuttavia  il numero di combinazioni alternative che possono formarsi da una miscela di amminoacidi e superastronomico. Una piccola proteina contiene tipicamente un centinaio di amminoacidi di 20 tipi diversi. In una molecola di questa lunghezza gli amminoacidi possono disporsi in circa 10 alla 103 sequenze diverse. Centrare a caso quella giusta non sarebbe un’impresa da poco.

 

Dettagli: il punto della questione.

Le molecole complesse negli organismi viventi non sono di per sé vive. Una molecola non è che una che una molecola; non è né viva né morta. La vita è un fenomeno riconducibile ad un’intera società di molecole che cooperano a milioni, secondo schemi originali e stupefacenti. “Non esiste una molecola depositaria della scintilla della vita”, cosi come non c’è ancora alcuna catena di atomi che da sola costituisca un organismo. Anche il DNA, la super molecola biologica non è vivo. Estratto dalle cellule resta inerte e incapace di svolgere il suo compito abituale, solo nel contesto di un sistema molecolare altamente specializzato una data molecola svolge il proprio ruolo vitale. Per funzionare a dovere, il DNA deve far parte di una grande squadra, in cui ogni molecola esegue i compiti assegnati, cooperando con le altre. Le probabilità contrarie alla sintesi puramente casuale delle proteine sono circa: 10 alla 40.000. Del fatto che gli organismi biologici abbiano esigenze molto particolari e che tali esigenze siano soddisfatte, per nostra fortuna dalla natura si parla almeno dal diciassettesimo secolo; ma soltanto in questo ultimo periodo, con lo sviluppo della biochimica, della genetica e della biologia molecolare, il quadro è emerso nella sua pienezza.

Già nel 1913 il famoso biochimico di Awrvard, Lawrence Henderson scriveva: “ oggi possiamo vedere che le proprietà della materia e il suo corso dell’evoluzione cosmica sono intimamente collegati alla struttura dell’organismo vivente e alle sue attività;…… ormai il biologo può considerare biocentrico, nella sua stessa essenza, l’universo”. Henderson era stato condotto a questa sorprendente posizione dalle sue ricerche sulla regolazione dell’acidità alcalina negli organismi viventi, che dipende in modo cruciale dalle proprietà molto particolari di certe sostanze chimiche . L’aveva molto impressionato anche la maniera in cui, l’acqua che ha diverse proprietà anomale, è incorporata nella vita a livello fondamentale. Se tutte queste sostanze non esistessero, oppure le leggi della fisica fossero un po’ diverse, cosi da non dar loro queste proprietà speciali, la vita ( almeno come la conosciamo noi ) sarebbe impossibile. Henderson considerava l’adattamento dell’ambiente alla vita troppo grande per essere accidentale, e si chiedeva quale tipo di legge fosse in grado di spiegare una simile corrispondenza.

 

L’astrofisico Paul Davies, scienziato di fama mondiale e scrittore di tanti libri affascinanti sostiene che se potessimo giocare ad essere Dio e scegliere i valori per poter determinare la vita a nostra discrezione manovrando un insieme di manopole, scopriremmo che quasi tutte le posizioni renderebbero inabitabile l’universo; in alcuni casi è come se le manopole dovessero essere regolate con enorme precisione perché l’universo sia tale che la vita vi fiorisca.

 

In Cosmic Coincidences, John Gribbin e Martin Rees, astronomi ricercatori, arrivano alla conclusione che le condizioni del nostro universo sembrano veramente le sole adatte a forme di vita come la nostra.

E’ nota anche l’osservazione dell’astronomo britannico Fred Hoyle secondo cui le probabilità che un processo spontaneo metta insieme un essere vivente sono analoghe a quelle che una tromba d’aria passando sopra una discarica fosse in grado di assemblare un boeing 747  perfettamente funzionante.

La vita è dunque un miracolo?

 

CONCLUSIONI.

Abbiamo passato in rassegna varie discipline della biologia per far emergere le speculazioni che lo scientismo ci propone come modello culturale scientifico, abbiamo visto che l’evoluzionismo di Darwin con le sue ramificazioni esasperate, riduzionistiche e ultradarwinistiche prendono in considerazione l’uomo solo dal punto di vista zoologico e sono certamente insufficienti se non completamente errate a porre l’uomo alla stregua degli animali, le caratteristiche dell’uomo sono ben lontane da queste facili affermazioni. Abbiamo visto quali difficoltà ci sono per dare una risposta all’origine della vita. Ancora oggi la scienza non può dare delle risposte soddisfacenti a queste domande esistenziali, la logica dell’uomo rimane ancora una volta insufficiente per colmare uno dei più grandi misteri.

A questo punto qualcuno mi potrà obbiettare: e con questi ragionamenti che cosa credi di aver ottenuto? Forse di aver  “ dimostrato scientificamente  l’esistenza di Dio “. No di sicuro!

Spero solo di aver mostrato la inconsistenza, anche scientifica, di quelle teorie che pretendono di spiegare col caso l’esistenza di quella bellissima armonia che è l’insieme delle creature viventi e dell’uomo che è l’unico essere a capirla.

Sono un po' stanco, mentre sto scrivendo c’è di sottofondo una dolcissima musica di Vangelis che accentua la voglia di comunicare tutto quello che in questi lunghi anni ho cercato di mettere da parte; la voglia di indagare, di sapere, di esaminare con cura tutte quelle cose che non si possono capire se non approfondendo con una lettura mirata e specifica. Spero almeno di aver trasmesso solo una piccola parte di quella indescrivibile curiosità che c’è dentro ognuno di noi e che ci conduce inevitabilmente verso uno dei misteri più profondi della nostra esistenza, questo mistero che non è stato ancora svelato né dalla scienza né dalla filosofia, forse non sarà mai svelato, ma può essere ricercato nella nostra interiorità, quella parte imperscrutabile che qualche Entità ci ha regalato per farci riflettere sulla grandezza di questo Universo.

(Fine)

 

 

 
Rispondi al commento:
Piero_Calzona
Piero_Calzona il 12/11/07 alle 10:18 via WEB
Il tema è molto complesso Infinitylive, cercherò di essere più sintetico possibile, anche perché su questa tematica ci sono tantissimi libri e altrettante teorie, ma cerchiamo di analizzare per quanto è possibile alcune cose determinanti. La piana di Giza è senza dubbi uno dei luoghi più misteriosi di tutto il mondo. Il suo peso consta in 6 milioni e mezzo di tonnellate di blocchi di granito del peso di circa 20 tonnellate ciascuno; in alcuni casi superano le 100 tonnellate. Molte sono le ipotesi su come sia stata possibile un’opera di tali dimensioni, molte teorie vorrebbero svelare il mistero della costruzione, ma ancora non ci sono certezze, solo pure e semplici ipotesi. Queste sono le teorie più accreditate. La prima è la TEORIA DELLE RAMPE, sicuramente la più diffusa, secondo la quale la costruzione dell’elevato era possibile mediante rampe inclinate su cui si facevano scivolare i blocchi di granito, sfruttando il limo viscido del Nilo. Una variante più verosimile della prima è la TEORIA DELLA RAMPA A SPIRALE, oggi la più accreditata, poiché ipotizza una rampa a gomito che doveva aggirare la piramide man mano che si procedeva verso la cima. Una terza teoria, proposta di recente, presuppone che la costruzione delle piramidi sarebbe opera di operai altamente qualificati, ovvero Egiziani con avanzate conoscenze tecnologiche. l’ingegnere Robert Bauval, John Antony West e Graham Hancock hanno formulato una nuova teoria rivoluzionaria, ipotizzando che le piramidi, e in particolare le tre Piramidi di Giza, non fossero Tombe. Essi, infatti, hanno scoperto una correlazione assai importante di molte piramidi Egizie con le Stelle del Sistema Solare: la planimetria delle Piramidi e degli altri monumenti sacri fu progettata per avere una esatta corrispondenza con la mappa Stellare della nostra Galassia. Le tre Piramidi di Giza sono esattamente collocate nello stesso modo in cui sono collocate le tre Stelle della Cintura di Orione facente parte dell'Orsa Minore nella volta Celeste. Le dimensioni differenti hanno correlazione con la magnitudine (cioè la luce di una stella misurata su uno spettrometro di massa). Al Nitak è la più splendente e corrisponde quindi alla Grande Piramide di Cheope. Tutto ciò denota approfondite quanto incredibili conoscenze in materia di geografia astronomica da parte degli antichi Egizi. Bauval pensa che ogni monumento e ogni piramide abbia un corrispettivo corpo celeste. Ad esempio, ha dimostrato che le Piramidi di Danshur corrispondono esattamente alle Iadi (nella Costellazione del Toro) e che la Sfinge è orientata verso Marte (un tempo era dipinta di rosso). Anche il fiume Nilo ha un corrispettivo celeste : la Via Lattea. Sicuramente una tale pianificazione non serviva solo a scopi rituali. La saggezza di chi progettò tutto lo Stato Egizio aveva lo scopo di lasciare un messaggio universale, comprensibile anche a distanza di migliaia di anni, da una civiltà che avesse raggiunto un adeguato grado di scienza e spiritualità. In sintesi, Bouval crede che le piramidi non possano state edificate da una popolazione così primitiva come lo erano gli egizi ma che siano state costruite molto, ma molto prima di quanto la storia nelle ricostruzioni tradizionali ci riferisce. Autori di tali opere potrebbero essere gli abitanti di Atlantide, o comunque di una civiltà che, già 12.000 anni or sono era molto evoluta. Nella sterminata piana di Giza, però, c’è anche la misteriosa e imponente Sfinge. Essa è lunga circa settantatre metri ed alta circa 20. Da secoli è oggetto di studio di storici, egittologi, archeologi; ma non solo: geologi ed astronomi sono altrettanto coinvolti nel decifrare il messaggio che vuole mandarci. Dev' esser veramente antica. Alta più di un edificio di sei piani e lunga come un quartiere di palazzi a schiera, ha i fianchi lisci e scavati dalle erosioni; il collo è puntellato con un collare di cemento al fine di mantenere eretta la testa. Le zampe, ricoperte da un moderno rivestimento di mattoni, appaiono rovinate. Anche il volto, non ben decifrabile, è rovinato e fissa da secoli l' Est, come stesse custodendo un segreto... come stesse aspettando un qualcosa. A questo proposito, alla fine degli anni settanta, John Antony West, era impegnato con lo studio di misteriosi ed oscuri scritti del matematico francese R.A. Schwaller de Lubicz. Nel suo testo Sacred Science vi erano commenti inerenti alle inondazioni che colpirono la terra Egizia più di 12.000 anni or sono: "Una grande civiltà deve aver preceduto i vasti movimenti di acque che sommersero l' Egitto, il che ci fa credere che la Sfinge esistesse già, scolpita nella roccia della scogliera occidentale di Giza: quella Sfinge, il cui corpo leonino, eccettuata la testa, mostra segni inequivocabili di erosione provocata dall'acqua". Il problema sta nel fatto che la Sfinge appare corrosa fino al collo, e questo implica un'inondazione di minimo 20 metri, sull' intera Valle del Nilo. E' difficile credere a ciò perchè se la teoria fosse corretta, i blocchi interni del nucleo di pietra calcarea del cosiddetto Tempio Mortuario, sarebbero corrosi a loro volta, e ciò significa che l' acqua avrebbe corroso anche la base delle piramidi per almeno 25-30 metri. Dal momento che ciò non è riscontrabile, cos'è che ha corroso la sfinge? Nel 1989 John West incontrò un geologo molto stimato dell' Università di Boston: Robert Schoch. Schoch, esperto paleontologo e stratigrafo stentò inizialmente nel credere che la Sfinge fosse più antica di 4.500 anni. Tuttavia, cambiò idea nel 1990 quando visitò Giza.Benché gli fosse stato vietato di entrare nel recinto, Schoch osservò con gran minuziosità e rigorosa professionalità la Sfinge da pochi metri più in là. Il suo responso fu incredibile: la Sfinge era sì, erosa dall' acqua, ma non proveniente da inondazioni, bensì da copiose "precipitazioni atmosferiche". Schoch notò che le erosioni sul corpo e sui fianchi erano formate da canali verticali inconfondibili, come quelli che provoca l' acqua piovana nel corso degli anni. Zahi Hawass, direttore degli scavi di Giza, respinse senza pensarci due volte la teoria dell'erosione da acqua piovana: "E' stato il vento a corroderla per anni". Fatto sta che l'accesso alla Sfinge era privilegio soltanto di pochi egittologi dal 1978 in poi. Come vedi ci sono tante teorie e poche certezze su quello che è il mistero della Piana di Giza. Molti scrittori, scienziati, archeologi, hanno scritto fiumi di parole senza ancora dimostrare una teoria assoluta. Io penso, in base alla letteratura esistente, che le piramidi erano delle tombe, ciò lo dimostra la civiltà egizia, che aveva una fortissima propensione per il culto della morte e della conservazione dello spirito, tutto ciò ha indotto gli egiziani a costruire dei monumenti di enorme grandezza per onorare il proprio Re. Non bisogna dimenticare, anche, che gli egiziani erano una civiltà molto organizzata, sia dal punto di vista sociale che scientifico, ciò dimostra che molti ingegneri con un intuito molto spiccato hanno usato dei sistemi straordinari per la costruzione delle Piramidi, anche se oggi facciamo fatica a credere che un blocco di granito del peso di venti tonnellate possa essere spostato con facilità, ma le varie teorie, soprattutto quella relativa alla costruzione delle rampe intorno alle piramidi, ci porta verso una conclusione più accreditata. La teoria di Bouval è una teoria che bisogna prendere con le molle, anche perché non esiste nessuna prova paleontologica o antropologica di una civiltà più evoluta degli egiziani. Per quanto mi riguarda, alcune teorie, che si basano su civiltà extraterrestri sono da considerare pure e semplici fandonie, per motivi che sarebbe molto complesso spiegare con un semplice commento. In sintesi ti posso solo fare un piccolo esempio di come sia impossibile aver avuto contatti con civiltà extraterrestri: Noi sappiamo che la velocità della luce è di 300.000 Km /sec , quindi in un'ora la luce percorre 1.080.000.000 di Km, noi sappiamo anche che i corpi celesti hanno distanze talmente grandi che si devono misurare in anni luce, cosi come sappiamo che la stella più vicina a noi è: Proxima Centauri a circa 4,28 anni luce, mentre le altre stelle distano migliaia di anni luce. Se noi potessimo comunicare con un alieno che si trovasse distante 1000 anni luce, attraverso le onde radio che viaggiano alla velocità della luce, impiegheremmo 2000 anni per ricevere il messaggio, cioè 1000 anni per inviarlo e 1000 anni per riceverlo, la nostra età media e di soli 75 o 80 anni, come faremmo a ricevere il messaggio? Come farebbero civiltà diverse dalla nostra ad arrivare sulla Terra? Spero di essere stato esauriente, ciò che ho scritto fa parte di un mio personale pensiero, ho risposto solo alle tue domande. Un caro saluto, Piero
 
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