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Un blog creato da pollon131.e il 29/07/2008

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« Elettricitàboh »

Era "la morte del cigno", la conoscevo..Ma sembrava scortese fare la saputella.

Post n°229 pubblicato il 02 Gennaio 2010 da pollon131.e

no, niente paura..

era solo la colonna sonora improvvisata di una serata assurda, quella senza pensieri del trenta dicembre. improvvisata sì, in tutti i modi inattesa ed alla quale non ero certo preparata..
Ho dovuto metabolizzare.
La strada che porta al bosco.
La luna tonda e le luci lontane.
L'odore di nebbia.
La stanza così ruvida da sembrare vera; al centro su un tappeto quattro libri di foggia identica a due a due, a sostenere un tagliere in legno.
Due balloon uno fianco all'altro, una bottiglia di rosso trentino del 2002; ho sentito il sapore in bocca non appena l'ho visto.
Comprata in un istante.
E sono rotolata in un vortice di parole a tappare tutti i silenzi che nn volevo ascoltare, riempito tutti gli spazi anche quelli tra le parole che stavo sciorinando io stessa,cercando di essere il più fastidiosa possibile.
Perchè i silenzi mi piacciono troppo, sono erotici i silenzi.
Perchè sono troppo morbida in questo periodo e non vorrei inutilmente peccare di lascivia.
Credo di aver recitato un copione che conosco bene pur se in modo pessimo, malcelando l'indole al piacere.
Poco male, è stato comunque uno strappo di sogno.

(qui sotto la colonna sonora nella mia testa)

http://www.youtube.com/watch?v=TUSlhAz4Cog&feature=rec-LGOUT-exp_fresh+div-1r-1-HM

 

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Commenti al Post:
el_desaparecido
el_desaparecido il 02/01/10 alle 13:08 via WEB
Ci sono silenzi che non hanno bisogno di parole e altri che devono essere riempiti.
E' una cosa fluida un silenzio, non è solo l'assenza di suono, ma uno stato dell'anima :o))
 
 
pollon131.e
pollon131.e il 03/01/10 alle 21:39 via WEB
non volevo ma volevo anche se non sarebbe stato il caso..nel dubbio non ho voluto lasciare al dubbio lo spazio di entrare. Una cosa ho voluto fortemente : che si dicesse, "ma che palle questa..ma che cavolo, zitta no, eh?" o anche, "mi sono sbagliato".perchè io in quella stanza vedevo il mio silenzio.
 
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Meglio del sentirsi forti nel labile.

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INTERPRETARE..

Io dedico questa canzone
ad ogni donna pensata come amore
in un attimo di libertà
a quella conosciuta appena
non c'era tempo e valeva la pena
di perderci un secolo in più.

(...)

Allora nei momenti di solitudine
quando il rimpianto diventa abitudine,
una maniera di viversi insieme,
si piangono le labbra assenti
di tutte le belle passanti
che non siamo riusciti a trattenere.




 
 
 
 

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