Creato da lapresenz il 07/04/2010
di Roberto Sinico

Direttore Roberto Sinico

 

L'Editoriale

Fachiro

La scomoda comodità

        di Roberto Sinico

 

    Dopo la seconda guerra mondiale, le società del mondo sviluppato hanno postulato la necessità di fondare l'economia sul consumismo. Il condizionamento mentale prodotto dall'uso dei nuovi sistemi pubblicitari di massa, hanno spinto le persone a credere ciecamente che dovevano rincorrere lavorando di santa ragione la comodità. All'inizio vi fu un florilegio di sforzi scomodi per ottenerla ed ogni tanto arrivava un qualche cosa in grado di far risparmiare tempo, fatica a prorpie spese

 

Inserti del Giornale

L'Editoriale

 

 

BambiniPoveri

 

 

 

L'Editoriale

Il Costo dei figli

    di Roberto Sinico

        Il noto giornalista Bruno Vespa si è spesso occupato di un problema che attanaglia le coscienxe delle famiglie italiane: il tremendo costo dei figli. Gli adulti genitori come lui sono latitanti però quando si tratta di elencare quanto costano loro, ai figli. D'altra parte l'esempio per le famiglie arriva da quella grande famiglia che è la Patria. Questa nobile e sublime entità ideale si è abbassata e corrotta oggi a "patria patrimoniale", ovvero azienda di profitto, una S.p.A con pochi e ricchi azionisti che stanno spolpando la vita del popolo. Ma, da questa tragica ingiustizia mondiale non se ne esce con il metodo tradizionale della dialettica politica, perchè i sostenitori dei diritti dell'umanità saranno sempre sconfitti dall'imperante egoismo individualistico. Allora serve ricominciare a combattere in un mondo politico parallelo, che si affianchi a quello reale per studiarlo, per minarlo idealmente fino nelle sue basi più profonde, in modo assolutamente non violento: la politica del non fare...niente. Deve nascere una sorta di partito ombra notturno, un ombra al buio, che al contrario sia lei ad illuminare le sagome reali. Un mondo parallelo in cui non sono i figli a costare ma gli adulti.

 

L'Editoriale

La pericolosa deriva dell'umanità

        di Roberto Sinico

Agli albori del XXI secolo l’umanità è crollata. Le trasformazioni della vita e la risposta alle speranze di una maggiore prosperità globale, sono soltanto una realtà virtuale.   La forza delle parole si è infranta e, tolta la loro semantica sostanza, sono divenute meri segni insignificanti, fioco soffio d’inganno. Le emozioni e i sentimenti sono stati strappati dalla forza gravitaria dell'io, come manifestazioni bandite da chi regge le sorti dei paesi. Nessuno si scompone alle notizie più drammatiche, semmai qualche parola di ipocrita circostanza. Ma, sbucano leggeri sorrisi ammicanti e strafottenti, misurati salutini con la manina, passeggiate solenni per incontrare i capi di stato. Tutto lascia presagire che non esiste più il popolo. Tornano in scena gli astratti individui i cui comportamenti sono prevedibili, automatici, osceni. Ritorna con prepotenza lo stato di natura al punto che non si può nemmeno bollare di egoismo chi vende i propri diritti sanciti da leggi, per non privarsi di qualche centesimo. Le facce dei viandanti sono inespressive, sagomate da un grugno teso, infastidito, bloccato sulla difensiva. I lamenti e le proteste sembrano nascondere il vero movente: la strenua difesa di un ego materiale. L’atmosfera che si respira è intrisa dal fumo dell’avida ignavia. A nessuno importa nulla della scuola, della sanità, del sociale, e sbuffano disturbati da questi nomi ridicoli. Anche agli inizi del secolo scorso prese forza una forma di irrazionalità che sarebbe stata la guida verso le forme micidiali dell’antiumanità. Non siamo molto lontani da questo tragico approdo che si alimenta invisibile ed indisturbato nelle piccole anime dei singoli individui, passivi ed inutili. La tecnica però si pavoneggia, tolte le emozioni, nel trionfo della causalità fisica.

 

 

Fatti Storici Nascosti

Dalla Libertà alla Solidarietà
Post n°10 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da SinistradeiValori

Ringrazio di cuore tutte le Persone che hanno risposto con entusiasmo alla nascita della Sinistra dell’Italia dei Valori e che mi danno la forza per continuare a non rassegnarmi a tollerare ed accettare il male del mondo.
Con il Numero 0 de “La Questua”, organo informativo ufficiale della Sinistra IdV, invito tutti a collaborare con il nostro giornale, ad inviarmi osservazioni, esperienze, denunce, commenti, notizie.
Le nostre questue non subiranno il solito percorso mediatico, prima il sensazionalismo e poi l’oblio nel mare magno della comunicazione.
Ritorneremo sine die, con pazienza insistente, sulle questioni che ci indignano e che infuocano la passione del nostro fare politica.
Quando ci siamo iscritti all’Italia dei Valori, siamo diventati “Gabbiani”.
Il gabbiano del nostro simbolo rappresenta la libertà.
La più alta libertà che ci è stata data è quella della conoscenza.
I nostri occhi vedono il mondo, le cose che ci circondano, scrutano e vivono i rapporti umani, guardano altri occhi.
Quelli sguardi, come diceva Levinas, ci obbligano ad agire moralmente, ad ascoltare la nostra coscienza etica, alla Responsabilità verso gli Altri, a non far finta di non vedere.
Ho scritto la Fiaba del Gabbiano per mostrarvi, con una metafora, come la Libertà diviene Solidarietà.
Nel “volo basso” del nostro Gabbiano, leggerete e spero vi identificherete, con lo spirito della battaglia intrapresa dalla Sinistra IdV.

Roberto Sinico

 

 

Tempi Sepolti

Post n°17 pubblicato il 26 Gennaio 2019 da lapresenz
Foto di lapresenz

Nasce la Sinistra dell’Italia dei Valori
Post n°4 pubblicato il 14 Gennaio 2008 da SinistradeiValori

29 settembre 2007


COMUNICATO STAMPA



“In assenza di un Congresso Nazionale dell’Italia dei Valori, credo sia necessario, per trasparenza e democrazia interna, raccogliere gli iscritti IdV e le Persone che hanno una sensibilità rivolta al sociale, all’ambiente, alla condizione di vita delle persone, alla solidarietà concreta e non solo affermata, per formare una corrente che esprima tali istanze, in opposizione alla parte liberale massimalista del nostro partito.
La battaglia della legalità, la questione morale, la lotta alla corruzione non si discutono, ma accanto alla Giustizia in senso stretto, il partito della morale non può non perseguire la Giustizia Sociale. Le Persone non possono aspettare che in parlamento siedano politici onesti per migliorare la condizione precaria della loro vita.
Non accettiamo che l’Italia dei Valori vada a destra, che Antonio di Pietro sciolga il suo partito per convergere in un nuove soggetto politico moderato. L’Italia dei Valori non è una lista elettorale, ma una visione del mondo e della politica ben definita ed in quanto tale è un bene per tutti gli italiani. Abiamo bisogno di una rinascita di Valori sani, di legalità, di moralità, di giustizia sociale, di uguaglianza, di fraternità, di solidarietà vera. Perciò dobbiamo collocarci tra Partito Democratico e Sinistra radicale, o meglio popolare, favorendo il dialogo interno alla coalizione del centrosinistra, l’Unione, dando un contributo di giustizia nelle scelte politiche economiche, sociali ed ambientali”.
Queste le parole di Roberto Sinico, Responsabile Nazionale del Dipartimento “Famiglia, Minori Anziani” IdV, anima sociale e morale del partito nella fabbrica del programma di Prodi, alla vigilia dell’Incontro dei Valori “Dalla parte dei Cittadini”, che si terrà a Vasto dal 5 ottobre. “Non intendo produrre lacerazioni o scissioni”, continua Sinico, “ma lavorerò per raccogliere le Persone e gli iscritti che intendono dare piu forza alle politiche che si occupano della vita dei bambini, dei giovani, delle persone disabili, degli anziani, del rafforzamento strutturale di scuola, sanità ed assistenza sociale, della salvezza dell’ambiente, della precarietà del lavoro e della vita, della cura dell’infanzia, della condizione delle donne, della fame nel mondo. Mi appello alla forte passione ed impegno di Di Pietro per la qualità della vita delle fasce deboli e precarie della popolazione che sono in forte aumento.
Il problema del nostro partito risiede nella concezione dell’economia: il liberismo come strumento di progresso sociale è una buona idea teorica ma nella realtà ha fallito.
Il liberismo utilizza le persone al servizio dell’economia dei grossi capitali ed interessi finanziari. Noi crediamo invece che l’economia deve essere al servizio delle Persone. Attendere che il mercato si moralizzi nel rispetto di regole giuste e trasparenti, istituendo una concorrenza corretta e leale, è come dire campa cavallo che l’erba cresce. Rendere il liberismo ed il capitalismo umani è la battaglia che ho combattuto in anni di convinta militanza nell’Italia dei Valori, ma ormai sono convinto che praticando questa via l’umanità, i consorzi sociali, sono votati all’abisso, alle continue guerre, all’impoverimento dei popoli, alla rovina dell’ambiente, all’indifferenza globale rispetto alla drammatica sorte disumana che incombe su milioni di bambini e, nella piccola quotidianità di ognuno di noi, l’accettazione rassegnata che un bambino disabile non abbia a scuola l’insegnante di sostegno perché i budget di bilancio, le scarse risorse gestite dai managers, non lo consentono.
Se l’economia non è al servizio delle Persone, ma viceversa, allora tutti diveniamo dei questuanti, alcuni molesti, alcuni disperati, e le nostre voci sono ignorate dai politici che parlano di ascolto dei cittadini. Il liberismo non sta dalla parte dei cittadini, Un liberismo equo, solidale, sociale, non è oggi possibile, e l’Italia dei Valori deve forse ripartire dai problemi concreti e quotidiani, perché solo così deve fare e non può non fare un partito che fa della morale la sua bandiera. Stare dalla parte dei cittadini, io preferisco delle Persone, significa liberarli dalla condizione di questuanti garantendo loro il rispetto dei loro Diritti.
Molti, anche nel nostro partito, parlano di Solidarietà sostenibile, quella possibile in base alle risorse di bilancio, una sorta di tassa fastidiosa, un’elemosina costosa.
La Solidarietà non è un peso per la collettività ma il primo Valore dell’Umanità. I bambini non sono un costo, i pensionati non sono una zavorra che ci condurrà alla rovina economica, i lavoratori non sono un gravame ma una risorsa per un paese. Le tasse non sono un furto dello Stato ai danni del cittadino, ma lo strumento della sua Responsabilità verso gli Altri nella vita sociale di un popolo. Oggi la Solidarietà si misura con un badget, che il manager cerca di ridurre con l’aiuto di una prassi sempre più controllata da metodi scientifici. Progressivamente, subdolamente, quasi senza che nessuno se ne accorga, diminuiscono i servizi, per ridurre le tasse. Per noi, invece, Solidarietà significa mettersi nei panni di chi ne ha bisogno e in base a ciò stabilire il badget, in modo che le tasse non siano oboli fastidiosi lesivi dell’egoismo avido, ma partecipazione umana alla vita della comunità.
Dove sta la solidarietà nel togliere gli insegnanti di sostegno ai bambini, o diminuendo soltanto le ore assegnate, nel lasciare cadere a pezzi le loro scuole, nel fare una legge per precarizzare il lavoro e la vita delle Persone, nel mandare in pensione i lavoratori sempre più tardi con la scusa che la vita, nelle case di riposo senza assistenza, si è allungata? Ciò che si allunga a dismisura è la sofferenza dellìItalia.
Il liberismo ha fallito in questo compito di servizio alle Persone per autoalimentarsi in una spirale di vorace arricchimento brutale, che, divenuto globale, ha ridotto ulteriormente e gravemente le possibilità di vita di miliardi di Persone.
Sono entrato nell’Italia dei Valori credendo che il liberismo potesse diventare umano, mettendolo alla prova, ma ho capito, ora, che ciò non è possibile nella realtà per il suo carattere utopico ed intrinsecamente malato, per le sue edulcorate proposte di un Bene per tutti, che mirano sottobanco soltanto a produrre la ricchezza opulenta di pochi.
Dare vits, far nascere una corrente interna che dia enfasi al sociale è una normale prassi democratica in un partito. Non essendoci un congresso nazionale, credo sia giusto esprimere la posizione della sinistra IdV, la quale ritiene che la giustizia sociale, la solidarietà, l’assistenza non vengano, dopo la battaglia per la legalità. I lavavetri molesti disturbano molto meno il popolo italiano di chi ha ridotto l’economia italiana sul lastrico arricchendosi rubando. Riformare le pensioni va bene a patto che i pensionati non ne escano come zavorra per la collettività e che le risorse risparmiate vadano al sociale e non alle aziende private. Andare in pensione più tardi per garantire la pensione dei figli è un argomento che regge soltanto se la Repubblica Italiana fondata sul lavoro, ne garantisce ai giovani uno e sicuro, per poter guardare al futuro con serenità e costruirsi una famiglia senza paure
La Sinistra IdV è una corrente interna, normale espressione della vita democratica di un partito, portavoce di istanze che non trovano enfasi nella comunicazione dei parlamentari IdV e che invece devono a ragione trovare posto nell’identità politica dell’Italia dei Valori per esprimere con più forza le istanze sociali ed ambientali. In Italia ci sono già tanti soggetti che si occupano benissimo di economia, pochi quelli in grado di indicare un senso alla vita delle Persone, dando energie alla costruzione di un mondo fatto di Valori umani, allontanando gli idoli ingannatori del successo e del denaro, dello sviluppo economico indiscriminato e disumano, dell’avido interesse di chi conduce una vita di comodi agi, noncurante di chi soffre.
Nell’Italia dei Valori ci sono molte sensibilita di destra e di centro e da queste posizioni non è previsto occuparsi con forza del sociale. Lo stesso PD dovrà fare i conti con la diminuzione della spesa che significa tagli al personale mirando ad un consenso graduale rivolto a diminuire la qualita dei servizi. A sinistra si trova una sensibilita opposta e questa deve emergere in IdV, la cui funzione deve essere quella di posizionarsi tra PD e sinistra radicale, stimolare il dialogo e dare, alla fine, sulle questioni di merito, un giudizio basato sulla morale, sul giusto. Quando entrammo in Europa, Prodi ebbe a dire che si trattava di fare un sacrificio e poi la gente avrebbe avuto dei benefici. Non mi pare che ciò sia avvenuto, anzi, i sacrifici continuano anche per gli aspetti vitali, essenziali delle Persone. Ricordo che nel programma dell’Ulivo del 2001, un capitolo parlava di “Umanizzazione della Sanità”. Poi, la Sanità, si è provveduto a spolparla di energie professionali, a risparmiare soldi, ma di umanità non vi è traccia. I pazienti sono stati buttati sul Territorio, dove marciscono in attesa dell’assistenza. In Friuli Venezia Giulia l’assessore alla sanità afferma pubblicamente che mancano in regione 800 professionisti, ma che non ci sono le risorse per assumerli. Se mancano, la posizione di IdV deve essere : trovare le risorse!
Antonio Di Pietro dice spesso che il suo è il partito del fare. Io però, credo, che prima del fare dobbiamo pensare a quelle cose che non si possono non fare. Da quando siamo al governo, il partito ha subito progressivamente una svolta moderata, accentuando i tratti ideologici massimalisti del liberalismo e del liberismo, smarrendo via via la componente socialista democratica, l’attenzione reale alla condizione di vita delle persone, occupandosi invece di un astratto bene dell’Italia, tipico della destra: sviluppo, rigore, autoritarismo ma poche parole in favore di scuola, sanità, assistenza, lavoro, aiuto all’infanzia, considerazione delle donne in politica, attuando una incomprensibile violenta reprimenda della componente sinistra dell’Unione e dei sindacati, buttando via con l’acqua sporca anche il bambino. Anche la posizione della sinistra sulla Finanziaria, mi pare debba essere presa in considerazione. Come non notare che sostiene maggiormente le imprese e le aziende private rispetto alle fasce più disagiate del Paese?
Quante sono le cose dette sulla scuola da Diliberto, sull’ambiente da Pecoraro Scanio, sul lavoro e sulle pensioni di Giordano che dovremmo ascoltare per riflettere prima di prendere posizione? Perché il pregiudizio a priori? Come è possibile, dico io, negare ai bambini in difficoltà scolastica l’insegnante di sostegno dicendo che mancano le risorse?. Oggi un genitore è costretto a chiedere l’elemosina per avere assistenza di suo figlio e se le persone, i cittadini, esigono di veder rispettati diritti stabiliti da leggi, diventano per i governi fastidiosi questuanti, non molesti come i lavavetri, ma rassegnati e impotenti.
Per questo motivo, l’organo informativo della Sinistra IdV, sarà un giornaletto per il momento on-line dal titolo “La Questua”. La prossima settimana invieremo il numero zero della testata, per dare voce ai cittadini questuanti. Le loro questue non si perderanno nel mare magno dell’informazione che tutto dimentica ed oblia ad arte per pilotare l’opinione delle persone e quindi le scelte politiche, ma le riprenderemo in mano ad oltranza monitorando la reazione concreta di chi governa il paese.
Le tendenze psico-sociali della nostra comunità educano ad una lotta di tutti contro tutti, anche nei rapporti quotidiani. Noi ci batteremo anche a livello culturale affinchè si ritrovi l’accoglienza, l’ospitalità, la partecipazione, la solidarietà del tutti assieme, il Valore dei Valori.
Nella fabbrica del programma del centrosinistra, Prodi affermò che la civiltà di un popolo si misura dall’attenzione ai deboli. Non basta per noi misurare, dobbiamo costruirla la civiltà.




Roberto Sinico
Responsabile Nazionale Dipartimento “Famiglia Minori Anziani” dell’Italia dei Valori

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Storia nascosta

Post n°16 pubblicato il 26 Gennaio 2019 da lapresenz
Foto di lapresenz

 

La fiaba del gabbiano
Post n°11 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da SinistradeiValori

C’era una volta un gabbiano che amava la libertà. Egli volava altissimo, nell’iperuranio, nella torre solitaria degli intellettuali, dove si contemplano le idee pure, i principi, i fondamenti delle cose. Ragionando dei massimi sistemi, gli sembrò di esser giunto alla verità: “affinché la vita degli uomini abbia un senso in questo universo, c’è bisogno della morale. I Valori che presiedono alla vita della comunità umana non si sostengono da soli ma hanno bisogno, per guidarla, dell’azione dell’uomo in società. Tale azione però, se è priva di morale, se agisce cioè per interessi egoistici che trascurano l’amore e la giustizia verso l’Altro, produce la loro degenerazione materiale. Se invece l’azione è morale, non può non avere cura, senza moderazioni mediazioni o riduzioni, della vita e dei diritti umani delle persone: in questo modo tale azione degli uomini produce l’elevazione spirituale dei Valori. La storia della filosofia ha insegnato che è un errore assolutizzare un valore rispetto agli altri, ma la relatività dei valori, non significa dire che non c’è verità in questo mondo. L’assoluto che noi cerchiamo è la Persona e i Valori sono al suo servizio. Non può essere frainteso ciò che serve o spetta alla persona e quindi i Valori non possono che essere quelli. Non può essere un valore l’interesse economico ma è un valore l’economia che libera tutti dal bisogno e dalla fame”.
Il Gabbiano comprese allora che la presenza o l’assenza di morale nell’uomo indica rispettivamente una elevazione od una degenerazione delle nostre tradizionali categorie politiche: la democrazia degenera in marketing e si eleva in partecipazione attiva con assunzione di responsabilità; la trasparenza degenera in irresponsabilità e si eleva in informazione completa, corretta e onesta; il liberalismo degenera in egoismo, liberismo licenzioso ed arrogante, si eleva in rispetto della Persona, libertà dal bisogno; la legalità degenera in formalismo raggirato tecnicamente, si eleva in rispetto delle regole come dovere morale; la solidarietà degenera in elemosina una tantum, costo dei bambini e degli anziani, sacrificio nel pagare le tasse, fastidio per il prossimo, si eleva in lotta per il rispetto dei diritti umani universali, nel mettersi nei panni degli Altri e della loro condizione di vita, in amore per il prossimo; la sicurezza degenera in accettazione del rischio estremo per i popoli pur di far soldi ed affari, si eleva in cura assoluta dell’Abiente, della Natura, delle Persone, in visione previdente e responsabile del futuro.
Mentre articolava i suoi pensieri, assorto nella contemplazione teoretica, sentì un richiamo misterioso proveniente dalla terra e, forte delle sue conoscenze, decise di abbassare il suo volo, lasciando il mondo delle idee perfette e pure per entrare nel mondo degli uomini. Pensò, in questo modo, di realizzare concretamente i Valori che avevano acceso l’energia della Verità. Stando li, nello spirito, non poteva fare nulla. Cominciò il suo viaggio a capofitto sino a scorgere la terra. Vide, dall’alto, guerre, fame, inquinamento, ciminiere fimanti, fiumi secchi ed inquinati, sfruttamento, lusso sfrenato e misera povertà, ingiustizie, manipolazioni, furberie, fabbriche di armi, violenze e basi aeree dovunque. Capì che era necessario abbassarsi ancora per sondare chi fossero gli autori di quello scempio e per capire cosa fare. Vide, allora, scuole fatiscenti e palazzi decorati con le facciate nuove, Aziende Sanitarie accorpate per risparmiare accanto al proliferare di sontuose ville abusive, macchine enormi e luccicanti vicine a bambini soli e ipnotizzati dalla televisione, anziani maltrattati nelle Case di Riposo e giovani storditi dal non senso dell’alcol, pensionati col senso di colpa e precari impauriti e schiavizzati… La lista interminabile dell’inquietante deriva dell’umanità toglieva il fiato, già abbondantemente corrotto da un’aria irrespirabile, che a stento si insinuava tra il fumo delle ciminiere e lo scarico delle automobili.
Il Gabbiano non poteva restare impotente spettatore di quell’assurdo, drammatico spettacolo nero e decise di fare un programma, si, il solito programma politico che di solito serve solo per l’immagine pia che un partito vuole dare agli elettori. Non poteva però farlo da solo e allora volò ancora più in basso all’altezza delle case, in cerca delle Persone.
Si posò sul balconcino di una scuola e scrutò dentro una classe dove vide un bambino triste. I suoi compagni lo prendevano in giro perché non riusciva, come gli altri, a fare i calcoli matematici ed a scrivere bene, il suo foglio era ancora bianco, stava rinunciando al compito assegnato, era in difficoltà, aveva bisogno di aiuto. Si accorse allora, il bambino, della presenza del gabbiano mentre gli strizzava l’occhio con un sorriso e non si sentì più solo. Il gabbiano aveva capito che il bambino aveva bisogno di un’insegnante di sostegno e volò in cerca di aiuto. Parlò con le maestre che concordarono sulla necessità, mentre i servizi territoriali psicologici nicchiavano indifferenti, chiedendo di aspettare in onore ai risparmi. Al Comune gli risposero che non c’erano le risorse perché la Regione le aveva negate, in Regione si giustificarono indicando in Roma la colpa dei tagli. Giunto a Roma fecero grandi discorsi spiegandogli che i parametri europei costringevano a dure scelte sociali. Volò, allora all’impazzata in Europa e qui teorizzarono la necessità di favorire un’economia forte e competitiva accentrando o rastrellando capitali, nello scenario della globalizzazione che non consente spese nei servizi.
A questo punto il gabbiano, non trovando di fatto i responsabili, tornò veloce alla scuola, si posò vicino al bambino chiudendo le ali, chiamò a raccolta gli altri gabbiani e disse loro: “Dobbiamo aiutare questo bambino ad avere l’insegnante di sostegno che gli spetta di diritto! Decidete voi cosa fare, se tornare a volare alto o stare qui con me, io, da qui, non mi muoverò”.


Roberto Sinico

 
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Arroganti Assurdità

Post n°15 pubblicato il 14 Gennaio 2019 da lapresenz
Foto di lapresenz

Il Costo dei figli

    di Roberto Sinico

        Il noto giornalista Bruno Vespa si è spesso occupato di un problema che attanaglia le coscienxe delle famiglie italiane: il tremendo costo dei figli. Gli adulti genitori come lui sono latitanti però quando si tratta di elencare quanto costano loro, ai figli. D'altra parte l'esempio per le famiglie arriva da quella grande famiglia che è la Patria. Questa nobile e sublime entità ideale si è abbassata e corrotta oggi a "patria patrimoniale", ovvero azienda di profitto, una S.p.A con pochi e ricchi azionisti che stanno spolpando la vita del popolo. Ma, da questa tragica ingiustizia mondiale non se ne esce con il metodo tradizionale della dialettica politica, perchè i sostenitori dei diritti dell'umanità saranno sempre sconfitti dall'imperante egoismo individualistico. Allora serve ricominciare a combattere in un mondo politico parallelo, che si affianchi a quello reale per studiarlo, per minarlo idealmente fino nelle sue basi più profonde, in modo assolutamente non violento: la politica del non fare...niente. Deve nascere una sorta di partito ombra notturno, un ombra al buio, che al contrario sia lei ad illuminare le sagome reali. Un mondo parallelo in cui non sono i figli a costare ma gli adulti.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Parole allo specchio

Post n°14 pubblicato il 29 Dicembre 2018 da lapresenz
Foto di lapresenz

Il Capitalismo buono

         di Roberto Sinico

Qualcuno ha definito buono quel capitalismo che produce ricchezza senza far del male alle Persone. La storia ed il panorama socio-economico mondiale ci indicano purtroppo che tale forma non abita sulla terra. Pensiamo al fenomeno della de-localizzazione. Solo uno sprovveduto ed ingenuo potrebbe pensare che la ragione intima di questi viaggi per spostare un azienda non risieda nell'opportunità di pagare in altri paesi meno tasse e nello sfruttare lavoratori che percepiscono minor compensi. Il risultato della globalizzazione dovrebbe essere dunque abbassare il costo del lavoro a quei minimi disumani adottati da quei paesi che fanno lavorare come schiavi anche i bambini? Ci abbiamo provato a stimolare i soggetti imprenditori ad onorare l'etica ma se aspettiamo che essi rinsaviscano facendo vivere il valore assoluto della Persona contro quello misero del denaro, il risultato sarà che il capitalismo buono sarà solo un'utopia. Alla fine saremo costretti, come Vattimo, a credere che l'unica via alternativa è la rivoluzione comunista e che è connaturato nell'uomo in modo non modificabile l'inganno e l'avidità?

Peanuts

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Alberto Laggia

Post n°13 pubblicato il 29 Dicembre 2018 da lapresenz
Foto di lapresenz

Piccoli schiavi delle miniere

               di Luca Fiordiloto

        Nella Bolivia, migliaia di ragazzi e bambini lavorano nelle miniere del Cerro Rico per estrarre l’argento dalla miniera.

         Rodolfo ha otto anni e ha già imparato a distinguere i sassi che contengono zinco, da quelli con l’argento e a scartare le parti con poco minerale. Dentro la miniera, a 400 metri di profondità, riempie sei sacchi al giorno. Due giorni alla settimana aiuta suo padre, negli altri giorni deve andare a scuola. Tra non molto userà la dinamite, innescherà detonatori, abbandonerà la scuola e metterà il caschetto. Rodolfo è uno dei migliaia di ragazzi che lavorano nelle miniere del Cerro Rico.

         Ai piedi del Cerro c’è una città chiamata Portosì che è la città più alta del mondo. Crebbe a tal punto grazie alle vene d’argento della sua montagna e divenne la città più vasta e ricca dell’America Latina. Le miniere, produssero tanta ricchezza, ma altrettante furono le tragedie: si contano otto milioni di vittime.

     La montagna continua a generare schiavi. La polvere di silice che si respira nelle gallerie accorcia la vita dei lavoratori, la silicosi arriva dopo dieci anni di lavoro nelle miniere. Nonostante una legge impedisca il lavoro minorile qui si inizia a scavare da ragazzini. Quando cominciano le vacanze al Cerro sono tre o quattro mila i minori che lavorano.

         Questa terra che era la più ricca, ora è diventata una delle regioni più povere della Bolivia. La nostra guida dentro la miniera di San Juan de Dios, si chiama Freddy. Ha appena compiuto 19 anni, più della metà trascorsi in miniera. Per dare una mano in famiglia è diventato minatore: ha fatto molte mansioni nella miniera. Nelle miniere si lavora senza mascherina perché l’attrezzatura devono comprarla personalmente i minatori. Se devono comprare tutto, dei 200 boliviani, resta molto poco. Da secoli i minatori di Potosì vivono sotto terra anche a 45 gradi di temperatura.

         Sono ossequienti alla divinità della miniera, chiamata el Tio perché se lo preghi, secondo un’antica credenza, ti fa trovare una buona vena argentifera e ti preserva dai pericoli. Se sapessero, che la divinità è stata aggiunta dagli spagnoli per costringerli a lavorare di più, sfruttando la loro superstizione. Ora che Potosì ha ripreso a esportare l’argento, la miniera ha ricominciato a far lavorare dei bambini.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Vecchi saggi

Post n°12 pubblicato il 29 Dicembre 2018 da lapresenz
Foto di lapresenz

Mario Monti: rigore, equità, austerità, sobrietà, vita frugale...per i poveri

Una vecchia ricetta per evitare la crisi

Spesso si dice che la tecnica insegni a fare quello che già si sapeva. Una volta la torta della nonna veniva fatta in casa, spesso con una buona dose di magia. Oggi, la stessa torta la può fare solo un tecnico. Cosa ci vuole per capire che una persona non può lasciarsi andare a spese pazze, che è meglio non passare col rosso per evitare una contravvenzione, che fare gli sbruffoni è un atteggiamento brutto e che gli sprechi sono assurdi? E' proprio questo il punto, e' incredibile ma le menti non lo capiscono più ed allora ci vuole il tecnico

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Scritti di 15 anni fa

Post n°11 pubblicato il 27 Dicembre 2018 da lapresenz
Foto di lapresenz

Il Capitalismo senza veli

           di Roberto Sinico

     Il potere mondiale toglie i veli ed appare la drammatica situazione prodotta dalle macerie della seconda guerra mondiale. Sembra che solo i tecnici possano descrivere quello che sta accadendo nel mondo, ma per capirlo veramente basta affidarsi ad un ragionamento logico. Ci siamo messi in un vicolo cieco, in cui le vittime non hanno scampo. Se non consumiamo , il sistema crolla e muore. ma consumare porta comunque alla morte. Come uscirne? La prima cosa da fare è analizzare come si è approdati nel corso della storia a questa situazione bloccata. Tre sono i momenti e le fasi decisive che non riguardano però avvenimenti e fatti, ma sentimenti ed emozioni delle genti. Sono queste che trascinano a quegli avvenimenti. Il primo momemto è l'acuirsi ed il definirsi l'egoismo individualistico sedotto ed ingannato dalla promessa di eterna ricchezza. Il secondo è la crisi delle solidarietà e delle comunità, alimentato dall'ipocrisia e dall'avidità. Il terzo la progressiva rassegnazione alla morte e quindi l'abbracciare un modo di vita epicureico, edonistico, centrato sull'adesso del massimo effimero e fatuo godimento.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Scritti di 15 anni fa

Post n°10 pubblicato il 27 Dicembre 2018 da lapresenz
Foto di lapresenz

La pericolosa deriva dell'umanità

        di Roberto Sinico

Agli albori del XXI secolo l’umanità è crollata. Le trasformazioni della vita e la risposta alle speranze di una maggiore prosperità globale, sono soltanto una realtà virtuale.   La forza delle parole si è infranta e, tolta la loro semantica sostanza, sono divenute meri segni insignificanti, fioco soffio d’inganno. Le emozioni e i sentimenti sono stati strappati dalla forza gravitaria dell'io, come manifestazioni bandite da chi regge le sorti dei paesi. Nessuno si scompone alle notizie più drammatiche, semmai qualche parola di ipocrita circostanza. Ma, sbucano leggeri sorrisi ammicanti e strafottenti, misurati salutini con la manina, passeggiate solenni per incontrare i capi di stato. Tutto lascia presagire che non esiste più il popolo. Tornano in scena gli astratti individui i cui comportamenti sono prevedibili, automatici, osceni. Ritorna con prepotenza lo stato di natura al punto che non si può nemmeno bollare di egoismo chi vende i propri diritti sanciti da leggi, per non privarsi di qualche centesimo. Le facce dei viandanti sono inespressive, sagomate da un grugno teso, infastidito, bloccato sulla difensiva. I lamenti e le proteste sembrano nascondere il vero movente: la strenua difesa di un ego materiale. L’atmosfera che si respira è intrisa dal fumo dell’avida ignavia. A nessuno importa nulla della scuola, della sanità, del sociale, e sbuffano disturbati da questi nomi ridicoli. Anche agli inizi del secolo scorso prese forza una forma di irrazionalità che sarebbe stata la guida verso le forme micidiali dell’antiumanità. Non siamo molto lontani da questo tragico approdo che si alimenta invisibile ed indisturbato nelle piccole anime dei singoli individui, passivi ed inutili. La tecnica però si pavoneggia, tolte le emozioni, nel trionfo della causalità fisica.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La spettacolare battaglia politica

Post n°9 pubblicato il 09 Novembre 2012 da lapresenz
Foto di lapresenz

Il Leviatano

democratico

            La rinascita dell’Assolutismo 

                           di Roberto Sinico


Obama

 

     “Taci Grillo !”, diceva Pinocchio colpendolo con un martello, perché gli presentava la dolorosa verità delle cose e lo richiamava ad un comportamento responsabile. Era meglio starsene alla larga dalle fatiche della scuola, per praticare la strada della comodità. Ma, senza impegno, fatica, sacrificio, partecipazione ed assunzione di Responsabilità, cardini fondamentali della Democrazia, un Popolo è destinato ad affrancarsi ed a ridursi in schiavitù. La politica italiana è dunque il prodotto esatto dell'indole italica, quella che pensa di poter evitare l'interrogazione nascondendosi dietro il compagno e che, nel momento di prendere decisioni, delega la responsabilità a un uomo elevato al rango di capo o meglio a quello di salvatore della patria. Insomma, meglio essere schiavi dell'Economia ma liberi da Responsabilità?

Sembra essere questa la scelta degli italiani perseguita dai propri rappresentanti i quali, anche se non vogliono, vi si devono adeguare pena la decapitazione pubblica. Si spiega così anche la rassegnata rinuncia e la mesta resa della politica che, incapace di redimersi e di moralizzarsi, rinunciando ai baccanali, ha delegato tutto ad una nuova Auctoritas, la Tecnica.

         Ma, questo nuovo assoluto, è compatibile con la democrazia? Viene il dubbio anche alla luce dei numerosi diktat imposti dall’Europa ai paesi in difficoltà, della recente battaglia elettorale americana, della fredda, monotona e noiosa, come dice Monti, amministrazione del condominio Italia.

         Vediamo di recuperare la vecchia definizione di democrazia:  

 Il termine democrazia deriva dal greco δμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo.

E’ una concezione politica fondata sui principi della sovranità popolare.

         Dunque senza sovranità popolare non vi è democrazia. Il popolo esercita la sua sovranità con il voto, eleggendo i propri rappresentanti. In Italia è più forte il bisogno di farsi votare che di votare e allora per adempiere al primo articolo della costituzione, per far vedere che è il popolo che comanda, basta persuaderlo, convincerlo con una comunicazione massiva, satura e manipolatrice.

         Lievitano le campagne elettorali costosissime, fondate sull’uso ossessivo dei sondaggi, sul controllo delle menti che si assuefano nel balbettare i bisogni indotti dai demagoghi. Un esempio molto evidente sta nel fatto che il 70% degli americani hanno votato i due sfidanti Obama e Romney in base all’istanza economica e, d’altra parte, i due leaders hanno martellato l’opinione pubblica solo su questo. Ma di quel 70% quanti intendono veramente la moderna economia con le sue articolate postulazioni tecniche e i teoremi fondati su un’infinita congerie di variabili? L’1 %? Gli altri 69% ascoltano passivi i discorsi sugli spread, sui conti pubblici, sulla crescita, sul PIL, ipnotizzati dagli imbonitori di turno, abili nel gioco delle tre carte: una carta contiene l’effige dei sacrifici del popolo, la seconda i tagli alla qualità della vita, la terza i benefici per tutti. Le carte vengono mescolate ad arte ed il popolo non pesca mai quella del suo bene, ma deve ingoiare la ghigliotina delle altre due, pena la catastrofe e il default. In breve, se non fai come dice la Tecnica Economica, muori.

         In questa visione torbida ed ambigua delle dinamiche globali, dove le Persone remano tristemente incatenate, emerge l’ordine perentorio impartito dal console romano di Ben Hur, che compendia l’unica libertà rimasta ai Popoli: “Remate e vivete!”

         Si fa strada così nel pensiero il ricordo di un’opera di filosofia politica scritta nel 1651 daThomas Hobbes, Il Leviatano, considerato la teorizzazione e l'atto costitutivo dello stato assoluto moderno

         Il Leviatano rappresenta simbolicamente lo Stato come un grande corpo le cui membra sono i singoli cittadini-sudditi. L'autorità dello Stato è pari alla porzione di libertà individuale che ognuno gli delega con la rinunzia, per vivere in pace, ad esercitare i corrispondenti diritti collegati a tale libertà.

         Ecco, questa rinunzia oggi è totale, la delega è quasi in bianco, con la differenza che in cambio non si vive in pace, ma la pace è un lusso perché per non morire bisogna competere con gli altri. La repressione subdola, non violenta, ma agita terroristicamente come minaccia sottintesa al soddisfacimento dei bisogni vitali delle persone, produce una totale mancanza di fiducia nell’Altro, una cruda assenza di solidarietà in una comunità triste e competitiva. Basta uscire di casa per osservare che le facce dal truce grugno urlano “Mors tua, Vita mea”, che alla resa dei conti è il principio che serve per alimentare l’energia della produttività. In pace il tempo si dilata e si perde il passo.

         Aristotele sosteneva che se vi fosse vera amicizia tra le persone non servirebbero le leggi per regolare la vita sociale, e all’apertura di un suo intervento pubblico disse: “Amici ! Non ci sono amici.

         Insomma, per spezzare questo incantesimo in cui siamo stati trasformati tutti in rospi, serve una principessa che, con un bacio, ci ridia la nostra essenza di principi della vita e del nostro destino: questa principessa è la realtà vera delle cose, quella che tocchiamo ogni giorno con mano, non quella proposta edulcorata ed ingannevole dell’industria della comunicazione mediatica, manipolatoria e falsa.

         La necessità di intraprendere il ritorno al realismo viene indicata con forza dal recente dialogo tra i maggiori filosofi italiani, tra i quali Vattimo, europarlamentare IdV, fondatore di un pensiero, quello debole, che toglie di mezzo gli assoluti. Si tratta di recuperare il valore della realtà in antitesi alla sempre più dilagante virtualità della vita. Le ultime vicende legate all’attacco a Di Pietro, dimostrano che il popolo non tollera la verità ma ha bisogno di sicurezze fasulle e di abiti sobri sotto i quali si celano eleganti fregature. Da queste dinamiche origina la moderna concezione della democrazia che è sostanzialmente completamente diversa da quella greco ateniese. In quei tempi le persone partecipavano direttamente alla res pubblica, ora sono pedine da utilizzare nei sondaggi. La campagna elettorale americana, costata 4 milioni di dollari !, si è svolta attraverso match di tipo pugilistico con tanto di vittoria ai punti. Conta chi vince nel gradimento, nella forma, correggendo di ora in ora il tiro in base al  marketing. Ma il Giusto, l’Umano, i Diritti, I Valori che fine hanno fatto se votiamo chi ci fa risparmiare qualche decina di soldini e in cambio ci abbatte Scuola, Sanità e Lavoro? La democrazia passiva ed irresponsabile è divenuta il moderno stato assoluto.

         Se non ascolteremo il Grillo parlante veramente, faremo tutti la fine di Pinocchio.

         Infine una proposta: per ogni euro speso per la campagna elettorale si deve dare 1 euro per opere benefiche. Stai a vedere che si riduce di colpo il costo della propaganda?

        

 

Trieste, 10 novembre 2012

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Schiavi dell'Economia ma liberi da responsabilità : ecco la scelta degli italiani

Post n°7 pubblicato il 11 Settembre 2012 da lapresenz
Foto di lapresenz

Beppe Grillo salverà la patria con il riso

 

Taci Grillo, diceva Pinocchio colpendolo con un martello, perche' gli presentava la dolorosa verita' delle cose che per lui era una sofferenza da allontanare da se'. Era meglio starsene alla larga dalle fatiche della scuola, per tentare la strada della facilita' che conduce alla felicita'. Di tal fatta sono gli italiani ed ecco spiegato il fenomeno Grillo come autoproduzione di un superio incpnscio, frutto del senso di colpa dello schivafatiche. La politica italiana e' dunque il prodotto esatto dell'indole italica, che pensa di poter evitare l'interrogazione nascondendosi dietro il compagno e che, nel momento di prendere decisioni, delega la responsabilita' a un uomo elevato al rango di capo o meglio a salvatore della patria. Tutto cio' e' talmente drammatico che vi e' un profondo bisogno, nel reggere i destini del nostto popolo, di comicita', di riso.
                                            Roberto Sinico
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Il mutuo fisso è una noia

Post n°6 pubblicato il 10 Marzo 2012 da lapresenz
Foto di lapresenz

Napolitano: Fare più figli per aiutare l’economia

 

     Il Presidente Napolitano, parlando dei possibili sostegni sociali alle donne, nella giornata dell’8 marzo, ha concluso il ragionamento sostenendo la tesi che occorre fare più figli e la cosa sarebbe un aiuto all’economia. Oggi i giovani che vorrebbero dare filantropicamente questo aiuto all’economia, come se gli aiuti salasso drenanti alle esigue risorse dl popolo ancora non bastassero, dovrebbero per prima cosa fare un mutuo per la casa. Ma, considerando che il posto di lavoro fisso per tutta la vita è una noia, anche il mutuo fisso per tutta la vita è una noia. Pertanto, i figli potrebbero farli chi li ha già, anche a cinquant’anni. Il mutuo rappresenta una modalità di economia non reale, è giusto invece che i giovani facciano conto esclusivamente sulle loro risorse.

 

Tanti Bambini

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

La schiavitù economica

Post n°5 pubblicato il 27 Maggio 2010 da lapresenz
Foto di lapresenz

La crisi economica

     La drammatica crisi che spinge l'Italia verso il baratro, può essere affrontata con ricette diverse. C'è chi invita ad aumentare i consumi, chi a tagliare i servizi, chi rammenta di adottare uno stile di vita austero, frugale, parsimonioso. A guardare bene tutto ciò era prevedibile e logico. A cosa poteva approdare la logica del capitalismo liberista mondiale, se non al massimo guadagno con il minimo sforzo? Finita la stagione della forza sindacale, i destini dei lavoratori e delle persone sono depositati nelle mani delle grandi multinazionali, delle banche e della rendita. Tutto ciò ha riprodotto la rigida suddivisione della società in classi con la tendenza a consolidarne due: ricchi e poveri.

Sfruttamento

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

L'Inserto mensile

Di ora in ora

Il taccuino delle nequizie

     in Cronaca del Mondo

Taccuino

 

Unicef

 

Emergency

 


 

La geopolitica mondiale

Geopolitica

 

 

Il Capitalismo buono

Qualcuno ha definito buono quel capitalismo che produce ricchezza senza far del male alle Persone. La storia ed il panorama socio-economico mondiale ci indicano purtroppo che tale forma non abita sulla terra. Pensiamo al fenomeno della de-localizzazione. Solo uno sprovveduto ed ingenuo potrebbe pensare che la ragione intima di questi viaggi per spostare un azienda non risieda nell'opportunità di pagare in altri paesi meno tasse e nello sfruttare lavoratori che percepiscono minor compensi. Il risultato della globalizzazione dovrebbe essere dunque abbassare il costo del lavoro a quei minimi disumani adottati da quei paesi che fanno lavorare come schiavi anche i bambini? Ci abbiamo provato a stimolare i soggetti imprenditori ad onorare l'etica ma se aspettiamo che essi rinsaviscano facendo vivere il valore assoluto della Persona contro quello misero del denaro, il risultato sarà che il capitalismo buono sarà solo un'utopia. Alla fine saremo costretti, come Vattimo, a credere che l'unica via alternativa è la rivoluzione comunista e che è connaturato nell'uomo in modo non modificabile l'inganno e l'avidità?

Peanuts

 

19/01/2008

La Sinistra dell'Italia dei Valori a Bologna: è scissione?
A Bologna la sinistra IdV decide: fuori o dentro l'Italia dei Valori?
      La corrente di sinistra dell'Italia dei Valori, si riunisce domani a Bologna, per decidere se continuare a lottare per i Valori morali e sociali all'interno del
partito.
      La svolta moderata e centrista del partito di Di Pietro, decisa per altro senza un congresso nazionale, potrebbe indurre il gruppo a costituirsi come movimento autonomo, schierandosi e confederandosi alla Sinistra Arcobaleno.    
      "Tale scelta è già stata attuata in Friuli Venezia Giulia", afferma Roberto Sinico, promotore dell'iniziativa, ma a livello nazionale si vuole ancora trovare ragioni sufficienti a sostenere l'appartenenza ad IdV".

Domani si decide.
www.sinistraidv.it


 

Sinistra dei Valori

Novità nell’Italia dei Valori: nasce a Bologna la Sinistra dei Valori
Post n°16 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da SinistradeiValori
Foto di SinistradeiValori

COMUNICATO STAMPA

Qualificati esponenti della corrente sociale dell’Italia dei Valori, hanno discusso ieri a Bologna, sulla necessità di non far venire meno al Paese quel crogiolo e portavoce delle istanze di Difesa della Dignità dell’Uomo che ha costituito la stessa ragion d’essere di Italia dei Valori fin dall’inizio; istanze che sono più che mai pressanti nel presente stato di prevaricazione dell’effimero esistente a livello non solo italiano; istanze che invece risultano emarginate nell’attuale Partito di Antonio Di Pietro.
L’idea di costituire un MOVIMENTO che apporti alla Sinistra italiana un’anima ideale, fondata sui Valori, sulla Solidarietà e sulla Responsabilità Civile e Morale delle Persone a garanzia dei Diritti Umani, ha avuto un consenso unanime.
L’unico punto controverso, che ha sviluppato una dialettica accesa nel gruppo, è stato sull’opportunità di formalizzare la decisione ora o dopo un Congresso Nazionale dell’Italia dei Valori.
“Il partito ha già scelto la propria collocazione, quella dichiarata moderata liberale centrista e non vi è possibilità che l’Italia dei Valori indica il Congresso Nazionale”, afferma Roberto Sinico, promotore di Sinistra IdV. “E’ stata una decisione molto sofferta, quella di muoversi autonomamente dal Partito che aveva documentato di costituire la concreta opportunità di rinascita per la politica italiana con la continua crescita che lo aveva portato ai risultati del 2001, ma che poi ha deluso, con conseguente crollo di consensi, a partire dalle dinamiche antidemocratiche interne. Rispetto quella parte della corrente di sinistra che cercherà di compiere un ultimo sforzo per coinvolgere gli iscritti IdV e chiedere con forza il Congresso Nazionale. In questo momento, però, c’è urgenza di un rinnovamento della Sinistra italiana, e noi vogliamo dare ad essa un contributo perché nel Paese servono forti garanzie sociali; occorre contrastare la precarietà della vita e rinforzare la funzione civile di scuola e sanità, dell’assistenza pubblica. Vi è inoltre bisogno di partecipazione e chiediamo che i Partiti diano l’esempio di democrazia fondando le loro scelte sui Congressi e non sulla gestione privata, verticistica, autocratica.

 

Diamo vita, dunque, alla Sinistra dei Valori, MOVIMENTO NAZIONALE che vuole dialogare e conferire alla Sinistra Arcobaleno un’anima idealista e morale, quella che conduce alla responsabilità verso gli altri a prescindere da fondamenti ideologici.
Oggi è in aumento il divario tra poveri e ricchi, prodotto da un liberismo ed un capitalismo disumani. I ricchi si difendono con i soldi, i poveri invece, da sempre, si possono difendere solo con i diritti: ma senza i Valori, non ci sono diritti.
La Sinistra dei Valori si batterà per la difesa dei diritti delle Persone senza negoziarli con gli interessi egoistici e matematici dell’economia. Vogliamo che l’economia realizzi il suo libero ruolo di produttrice di benessere di cui godono tutte le persone, ma che pertanto essa sia cosciente di svolgere un servizio per le persone e non viceversa”.

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963