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Messaggi del 21/03/2010
Post n°3890 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
TESTI E PRETESTI FAMIGLIA, GIOVANI E SOCIETA' Trascorsa una generazione abbondante, essendosi fatta spavalda la smania di precocità, di avere tutto e subito con la scusa che il futuro non si sa cosa ci riservi, gli azzardi hanno finito per essere norma, i freni morali si sono grippati. Spazzata via ogni remora, ogni diaframma sulla strada dell'ottenere, diventa facile spazzare via gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di uno scopo magari abietto, che per tale non giunge a chi lo persegue. Mancando un metro di giudizio, si arriva al peggior coraggio dell'eroe più negativo, inconsapevoli di rimorsi e del suo peso per la prevalenza dell'egoismo sul ragionamento, sullo stesso timore delle conseguenze, fidando nella capacità di dribblare i sospetti, nella convinzione che i furbi la fanno sempre franca. Dalla piccola delinquenza a quella agghiacciante, la molla dell'agire sta nella volontà di essere superiori alle regole civili, di rifiutare i richiami della coscienza degradata a spazzatura, di saper trovare motivazioni ai misfatti. Una povertà assoluta, spesso frutto di meditazioni e di confidenze aberranti, sempre conseguente a una mancanza di dialogo nel luogo che dovrebbe essere il miglior crogiuolo dell'adolescenza, cioè la famiglia. Ma, con rassegnazione, persino con qualche compiacimento, si ripete che la famiglia ha fatto il suo tempo, che non si può impedire se certe inclinazioni hanno preso l'abbrivio, se ormai si è deciso. Passata la prima emozione d'un fatto di eco sempre meno lunga, pur se alcuni fatti la perpetuano, nella compiacenza quasi di chi informa e di chi morbosamente attende, riprenderà la volgarità, la diseducazione, l'istigazione alla violenza, la sessualità come condimento di ogni atto quotidiano, il turpiloquio pubblico, la demenzialità del gran carrozzone dove si balla, si vince, si perde, ci s'incitrulla. Le dighe non servono più, da troppo tempo ci piove addosso a dirotto.
Post n°3889 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
RIFLESSIONE DELLA DOMENICA E' DAVVERO POSSIBILE AMARE CHI CI FA DEL MALE? A causa della mia professione, sono sempre più frequentemente di fronte ad eventi luttuosi causati dagli uomini, eventi in cui il «nemico» assume un volto preciso, il volto dell'assassino, del persecutore, del terrorista, il volto del seminatore di morte. E sovente sorge la domanda, a volte posta in modo morboso e intempestivo, se le vittime o i loro cari possono perdonare l'autore del crimine; a volte i cristiani coinvolti nel tragico evento si raccolgono in celebrazioni liturgiche in cui risuonano anche preghiere per chi si è fatto seminatore di morte. Perdonare il nemico, pregare per l'assassino non sono sentimenti e atteggiamenti naturali ma il risultato di un lungo e doloroso processo personale capace di mutare il cuore in profondità: proprio per questo non andrebbero mai ostentati, non dovrebbero mai diventare «scena» esibita, fosse anche scena religiosa. Il rischio, infatti, è di rimuovere la verità profonda che ci abita per apparire protagonisti e magnanimi perchè capaci di perdonare l'assassino, il terrorista, colui che ci ha brutalmente privato delle persone che amiamo e che sono parte della nostra vita. L'odio esiste, può abitare il cuore dell'uomo, e così il sentimento di vendetta, quando si sperimenta la condizione della vittima innocente. Ma per dominare questi impulsi occorre un lungo lavoro su di sè in cui l'odio è represso, la responsabilità è assunta, il rancore e il gusto della vendetta sono combattuti. Questo, per i cristiani - va detto con assoluta fermezza - non è un atteggiamento opzionale, ma è semplice e puntuale obbedienza alle parole precise di Gesù che essi confessano come il definitivo interprete della volontà di Dio: anzi, si potrebbe affermare che questo è un tratto specifico proprio della predicazione di Gesù. Infatti, nella tradizione ebraica precedente e contemporanea a lui, non esiste questo precetto dell'amore per il nemico nè il divieto di vendetta: anche maestri del pensiero ebraico moderno, come J. Klausner e D. Flusser, lo hanno riconosciuto, giudicando tuttavia utopica, impossibile da viversi, questa norma di Gesù. Va notato che già la Torah chiedeva: «Tu non coverai odio verso il tuo fratello... tu non ti vendicherai... quando vedrai l'asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico, tu lo aiuterai...» (Levitico 19,17), ma non si trovano precetti di amore verso il nemico, il persecutore. Nei libri sapienziali, poi, il nemico di Dio deve diventare personale nemico del credente (Salmo 139,21) e al peccatore non va prestato nessun aiuto (Siracide 12,4-7). Gesù contraddice con autorità false tradizioni e interessate interpretazioni della legge: «Udiste che fu detto... ma io vi dico...» ed esorta: «porgi l'altra guancia a chi ti percuote... lascia il mantello a chi ti toglie la tunica... amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano... pregate per i vostri persecutori» (Matteo 5,45-47 e Luca 6,27-28). Questo il comando assoluto, senza casistiche, dato da Gesù ai suoi discepoli. Ma questo amore è possibile, è praticabile? Questo comandamento non chiede solo un atteggiamento caritatevole verso il nemico, ma esige un amore simultaneo all'odio mostratomi dal nemico, un fare il bene a colui che mi sta facendo del male. Questo è impossibile alle forze umane, è innaturale, ma i cristiani credono che diventi possibile al seguito di Gesù, grazie a un dono, alle energie che vengono da Dio. In questo senso il comando dell'amore dato da Gesù - amore verso l'altro fino all'amore per il nemico - è comandamento «nuovo», definitivo, come Gesù stesso l'ha chiamato, ed è comandamento che Gesù stesso ha vissuto fino all'estremo, fino alla morte, chiamando «amico» chi lo stava tradendo con bacio e chiedendo a Dio di perdonare - «perchè non sanno quello che fanno» - coloro che l'avevano messo in croce. Gesù ha subìto su di sè l'inimicizia, ma così facendo l'ha distrutta e il nemico è diventato anch'egli fratello amato, il lontano è diventato vicino. Allora, nella prospettiva cristiana, pregare per chi ci perseguita, benedire chi ci fa il male, perdonare chi è empio, amare chi ci odia è sempre un atto di umanizzazione dell'altro e di se stesso, un gesto di speranza negli altri e, dunque, in una comunità di uomini migliore, in una terra meglio abitata. Non demonizzare l'altro ma umanizzarlo! Questo il vero compito di chi è offeso. Certo, non sempre nella storia i cristiani hanno seguito fedelmente questo «specifico» della legge di Gesù. Soprattutto a livello collettivo, hanno maledetto i nemici, hanno benedetto guerre e crociate contro i nemici della cristianità e a volte hanno fatto risuonare l'istanza dell'«odierai il tuo nemico» attribuendola alla legge di Dio e, di conseguenza, leggendo il proprio nemico come nemico anche di Dio. Ma a livello personale sono stati molti i cristiani che, obbedendo al Vangelo predicato dalla stessa chiesa, non si sono vendicati e sono morti invocando il perdono per i propri assassini: da Stefano, il primo martire cristiano, ai monaci trappisti di Tibhirine in Algeria, all'umile e quotidiana suor Maria Laura di Chiavenna che, ferita a morte da due ragazze che aveva cercato di aiutare, trova ancora la forza di pregare nonostante le coltellate: «Signore, perdonale!». Sì, vivere il cristianesimo è faticoso, è un impegno a caro prezzo che fa scandalo, ieri come oggi, anche tra gli stessi cristiani. Tutte le forze del nostro essere, tutti i nostri sentimenti, il dolore che soffriamo ci impediscono di guardare al nemico, assassino o terrorista, con un sentimento di amore, di custodia fraterna che chiede sì la sua conversione, ma anche bene e felicità. Nietzsche, pensando a questi comandi evangelici, li definiva «proposte indecenti» in cui l'impotenza appare BONTÀ, la sottomissione obbedienza, la debolezza pazienza e perdono delle offese. In verità, il vero grande nemico è in noi, non fuori di noi, e la lotta che con esso bisogna ingaggiare non è contro gli altri ma contro l'ingiustizia del nostro cuore, contro l'assolutizzazione del nostro io a scapito degli altri: quando appare un nemico esteriore che ci contraddice, ci rattrista, ci calunnia, ci fa del male, occorre un serio lavoro interiore per sviluppare sentimenti ed energie positive verso l'altro. Perchè non fare innanzitutto del nemico un maestro? È lui, il nemico che può rivelare le mie vere debolezze più di tanti altri, lui che mi fa scoprire come sono egoista e poco disposto a essere contraddetto; ed è lui, anche, che può tirar fuori da me il meglio di me stesso, che può suscitare in me un insospettato sussulto di autenticità, che può ridestare valori e convinzioni nascoste che da tempo avevano cessato di plasmare la mia esistenza... Nella tradizione dei padri del deserto si esortava a considerare il nemico come un maestro, un medico, un benefattore. Il nemico di oggi può essere il fratello di domani e per questo occorre pregare e - come prescritto dalla Didachè - anche digiunare. Sì, è un cammino faticoso quello del perdono, dell'amore e della preghiera per il nemico, ma è il cammino che, come diceva Giovanni Crisostomo, ci rende uguali a Dio! Nel Lager di Ravensbruck, accanto al cadavere di un bambino venne ritrovato un biglietto con questa preghiera: «Signore, ricordati non solo degli uomini di buona volontà, ma anche di quelli di cattiva volontà. Non ricordarti di tutte le sofferenze che ci hanno afflitto. Ricordati, invece, dei frutti che noi abbiamo portato grazie al nostro soffrire: la nostra fraternità, la lealtà, l'umiltà, il coraggio, la generosità, la grandezza di cuore che sono fioriti da tutto ciò che abbiamo patito. E quando questi uomini giungeranno al giudizio, fà che tutti questi frutti che abbiamo fatto nascere siano il loro perdono». Non conosciamo l'autore di queste righe, nè qual era la sua fede: possiamo solo imparare che di fronte al male non bisogna contrapporre un male più grande, ma acconsentire all'umile amore, possiamo capire cosa significhi sperare sempre per ogni uomo, in ogni situazione.
Post n°3888 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
L'EDITORIALE DI DOMENICA 21 MARZO 2010 Storia di un beato che ancora stupisce Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli, una vita nella storia Il viso intatto dopo 40 anni dalla morte, anche se non è un miracolo, è certo un evento che fa felici i tanti che nel mondo venerano la bontà di Papa Giovanni e ricordano quanto egli ha fatto per la Chiesa e la pace nel mondo. Un punto in più nel curriculum di papa Roncalli, già proclamato beato La beatificazione, proclamata da Giovanni Paolo II sancisce l'intervento miracoloso di Papa Roncalli nel salvare la vita di suor Giuseppina Capitani, affetta da una malattia letale e ripresasi, in modo inspiegabile per la scienza, dopo aver invocato il Papa-buono. Ma si stanno già raccogliendo dossier su ulteriori miracoli di Papa Giovanni. Divenuto papa in tarda età, dopo una vita al servizio della Chiesa (prima in diplomazia e poi arcivescovo di Venezia), l'anziano bergamasco di origine contadine era stato scelto per essere un papa di transizione. In realtà nei pochi anni del suo pontificato, dal '59 al '63, pose le basi del rinnovamento della Chiesa, convocando a sorpresa il concilio Vaticano II e guidandone la prima fase. Nella biografia del beato di Sotto il Monte, venerato in tutto il mondo, ci sono una serie di gesti e prese di posizione che gli attirarono anche diffidenze e critiche, sia dentro che fuori la Chiesa. Tra queste l'aver ricevuto il genero di Krusciov, Adjubei, e l'essersi adoperato perché al Concilio partecipassero anche degli osservatori della Chiesa ortodossa. E anche se durante il Concilio fu fatta la proposta di proclamarlo beato per acclamazione, la causa canonica è stata invece lunga e laboriosa e ha dovuto smontare molte critiche. Per qualcuno infatti Papa Giovanni fu troppo conciliante con le sinistre, addirittura filocomunista. Per altri invece ebbe simpatie per il fascismo, fu troppo conciliante con le posizioni teologiche degli ortodossi, spinto da ottimismo inguaribile e ansia ecumenica. Per altri ancora fu buono ma non santo, e per giunta gli piaceva troppo il cibo. Ancora nel febbraio del Duemila i lefevriani hanno preso posizione contro la sua beatificazione, affermando che «strinse un patto con il Cremlino» per avere gli osservatori ortodossi al Concilio. La sua enciclica Pacem in terris è una pietra miliare nel magistero ecclesiale e nel dialogo della Chiesa con il mondo; il suo impegno per la pace aiutò l'umanità e scansare il pericolo di un terzo conflitto mondiale, nella crisi tra Usa e Urss per i missili a Cuba.
Post n°3886 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
Baby gang in rosa
TANTO BELLE QUANTO CATTIVE.
Post n°3885 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
"Ciao Darwin" è tornato. Col botto!!! Partenza col botto per la nuova edizione di "Ciao Darwin": 6.346.000 telespettatori (pari ad 28.01% di share) hanno seguito venerdì sera la prima puntata del programma di Paolo Bonolis e Stefano Magnaghi, che, a distanza di tre anni, torna e supera se stesso. L'esordio della sesta edizione di "Ciao Darwin", sottotilata "La regressione" che opponeva Reality e Lavoratori, ha distaccato la concorrenza di oltre 10 punti percentuali (18.89% per "Ciak si canta", condotto dalla coppia Pupo-Emanuele Filiberto) e di 20 sul target commerciale (31.64% contro 12.20%).
Post n°3884 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
Post n°3883 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
Sesso con 999 uomini per la pornostar Shannaya! Sesso e beneficienza? Possono tranquillamente andare d’accordo. Lo pensa una che se ne intende: Shannaya Tweeks, giovane pornostar francese. La donna, il prossimo 20 agosto, tenterà di superare il record mondiale di gang bang facendo felici 999 uomini. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto a favore della lotta contro l’AIDS. Le selezioni per reclutare i partecipanti alla giornata, che avrà luogo a Cap d’Agde, in Francia, sono in corso sul più famoso social network del mondo Facebook. “Entrate con me nella leggenda del porno” scrive Shannaya ai suoi ammiratori. Più che un invito, una sfida. L’evento, che è stato chiamato “Objectif 999″ (obiettivo 999), ha come obiettivo principale la raccolta di fondi a favore della ricerca contro l’AIDS, ma sarà senza dubbio un ottimo trampolino di lancio per questa giovane attrice. Shannaya, che compirà 30 anni a maggio, ha iniziato solo 18 mesi fa la sua carriera porno ma vuole farsi conoscere anche fuori dal mondo dell’hard. La pornostar, sola donna protagonista dell’evento, sembra non avere alcuna paura di dovere fronteggiare tutti quegli uomini e ha già iniziato la selezione dei candidati. Le selezioni sono comunque ancora aperte, non disperate. Chi volesse proporsi può contattare Shannya sulla sua pagina di Facebook. La manifestazione erotica (ops, erotica e di beneficienza soprattutto) avrà luogo il 20 agosto 2010 a Cap d’Agde, località turistica del sud della Francia.
Post n°3882 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
Fenomeno insolito a Pechino: una forte tempesta di sabbia si è abbattuta sulla capitale provenendo dai lontani deserti del nord. Secondo il Centro per il monitoraggio della desertificazione, un ente dello Stato, la tempesta di sabbia si sta muovendo a sud dello Henan e dello Shandong e i venti sempre più forti potrebbero spingerla anche a sud del bacino del fiume Yangtze. La desertificazione avanza da molti di anni nel nord della Cina come d’altronde sta avanzando anche in africa nel Sahel, per effetto, presumibilmente, del riscaldamento globale del pianeta. Quest’anno si è verificata anche una siccità eccezionale in molte parti della Cina tanto da che molti fiumi sono in secca Se i raccolti cinesi dovessero essere colpiti seriamente gli effetti si riverserebbero su tutto il mondo perche la Cina sarebbe costretta ad acquistare derrate alimentari sul mercato internazionale facendo levitare i prezzi e mettendo in ulteriori difficoltà i popoli più poveri del mondo.
Post n°3881 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
'Un milione' per Silvio, polemica forte sulle cifre MIA TESTIMONIANZA DIRETTA A PIAZZALE SAN GIOVANNI Oggi ero convocata all'UFFICIO STUDI E PROGRAMMAZIONE DEL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE. QUINDI SCRIVO DIRETTAMENTE QUELLO CHE HO VISTO CON I MIEI OCCHI ( e che hanno visto anche tutti gli altri, questura, CC, Digos, Servizi, ecc...): "Un milione in piazza? Un milione sono quelli che Berlusconi ha chiamato, non quelli che sono andati a Roma", erano presenti poco più di 100.000 persone, forse, ma NON CREDO, 200.000 a voler esagerare, è certo che 3000 pulmann hanno scaricato gli attivisti (6OX 300O= 180.000 PIU' I ROMANI, I LAZIALI... E CHI è GIUNTO CON I SUOI MEZZI). Al massimo, appunto 200.000 persone.
Post n°3880 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense
Bandiera umana A Torino tremila persone hanno composto un grande tricolore in piazza Castello, sulla quale si affaccia Palazzo Madama, sede del primo Parlamento italiano. E' una delle iniziative programmate per avvicinarsi ai festeggiamenti dei 150 dell'Unità d'Italia: con questo appuntamento il Comitato Italia 150 chiude la settimana di festeggiamenti del “Meno 1” , il conto alla rovescia che ci separa dal 2011, anno della ricorrenza.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49