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Messaggi del 01/03/2010

 

L'EDITORIALE, GENITORI E FIGLI, PEDAGOGIA, RETE, INTERNET, GRANDE FRATELLO, SPIARE I FIGLI, EDUCAZIONE, AMICI, FAMIGLIA

Post n°3790 pubblicato il 01 Marzo 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE

NON VIOLATE LA PRIVACY DEI GIOVANI

Se vi venisse voglia di spiare i vostri figli, nell'ondata guardona dei reality TV, non fatelo. Violare la privacy dei giovani ha effetti pedagogicamente disastrosi.
E non giova cercare alibi e soffici strumenti nella telematica. Non è neppure bene approfittare di Internet. Passi pure l'idea di tenere al corrente in Rete i genitori sui voti dei figli e magari sulle assenze alle lezioni, ma è meglio non andare più in là. Sarà anche vero che la lunga non-stop televisiva ha messo sotto gli occhi degli italiani, gesti, tic, fraseggi e desideri di generazioni sconosciute alle mature fasce anagrafiche, ma non sempre ciò che si vede dal buco della serratura è la verità. E poi i protagonisti dell'interminabile vacanza televisiva hanno scelto, anzi conquistato la condizione di spiati, vi ci sono psicologicamente adattati. Come in quella novella di Borges dove i giocatori di una partita di scacchi giocavano da così tanto tempo da avere dimenticato la posta in gioco, anche loro forse spesso scordano che gli spettatori li vedono e li sentono. Gli altri, i giovani che non sono stati ingaggiati dalla tv, di tutto hanno bisogno meno che di una Grande Mamma e di un Grande Papà. La spinta adulta a saperne di più è forte e legittima. Ma deve seguire l'unica strada corretta, quella di ristabilire una comunicazione. I genitori sono una moltitudine ansiosa. E ci sono motivi. C'è il branco degli amici, ignoti nei nomi e nelle idee. C'è il tempo della scuola, confinato in un limbo burocratico, rare comunicazioni e fugaci colloqui con i docenti. C'è il sabato sera con i suoi rischi. Ci sono i motorini: dove vanno, quanto corrono? Ci sono i primi amori. C'è l'educazione sessuale che gli adulti non sanno dare ma non sanno poi quali altri persone praticamente la danno ai loro figli. Quando la comunicazione in casa è monosillabica, la tentazione di ripiegare sul piccolo spionaggio si insinua fra i pensieri dei genitori. Ma sbirciare una pagina di diario, rubare qualche brano di una conversazione telefonica è peccato odioso. C'è chi si è fatto venire in testa persino l'idea della telecamera nascosta, oppure l'ingenua furbizia di mettere nella camera dei figli già cresciuti quegli aggeggi interfono che si usano accanto alle culle dei neonati. È meglio lasciare al commercio televisivo le sue discutibili trovate. Qualche volta invece il televisore, Grande Fratello o no, va spento e nel silenzio elettronico può riaccendersi quel rumore familiare che un tempo era il conversare, il dirsi qualcosa fra differenti generazioni.

 
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IL MIO CORSIVO BREVE, ANALFABETISMO, CONVERSAZIONI, CULTURA, INSEGNARE, ITALIANO, POVERTA', TELEVISIONE,TECNOLOGIA

Post n°3789 pubblicato il 01 Marzo 2010 da psicologiaforense

IL CORSIVO BREVE

Una sempre più inquietante povertà verbale

Un italiano su tre non riesce a elaborare un testo scritto decente e neppure a comprenderlo bene. Non c'è solo analfabetismo di ritorno: le difficoltà riguardano un gran numero di freschi «scolarizzati» e perfino di laureati. Insomma è la povertà verbale, sintattica e grammaticale di troppi giovani che inquieta. Pagine che spesso rimangono bianche a lungo per raccogliere poi componimenti scheletrici quanto scorretti. Conversazioni confuse, più intercalari e frasi fatte che ragionamenti e descrizioni filanti. Le emozioni svaniscono in sensazioni indistinte: poche volte prendono corpo in sentimenti e pensieri definiti. La vera crisi dell'italiano è in questo travaglio. Dalla palude non si esce senza uno sforzo collettivo che veda in prima linea la scuola, la famiglia e i mass-media. Purtroppo resta nell'orecchio un amaro giudizio di Sandro Onofri (Registro di classe) secondo cui «insegnare è una missione impossibile». Purtroppo i genitori raramente si dedicano all'educazione lessicale o invogliano alle letture. Purtroppo una televisione banalizzata e banalizzante non riesce a svolgere il benefico ruolo del passato. Nessuno si illuda: la tecnologia, qui, non è salvifica.

 
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