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Messaggi del 22/03/2010

 

L'OPINIONE, BANALITA', LUOGHI COMUNI, MODI DI DIRE, STEREOTIPIE, INTERCALARI, ASTRUSITA' LINGUISTICHE,

Post n°3894 pubblicato il 22 Marzo 2010 da psicologiaforense

L'OPINIONE

LA VALANGA INARRESTABILE DELLE BANALITA', DEI LUOGHI COMUNI, DELLE STEREOTIPIE, DEGLI INTERCALARI, DEI MODI DI DIRE.

Per una sorta di gioco, uno degli scorsi giorni mi è capitato di avventurarmi nell'evoluzione degli intercalari, dei modi di dire. Per gioco ho detto, senza pretese statistiche, tanto meno esaustive. Dunque, riflettevo, c'era una volta la credenza popolare, sostituita ora dall' immaginario collettivo che, pronunciato con giusto tono, intellettualizza il discorso. Se non che di tanto si è abusato di questa espressione, coniata da incerta, confusa paternità, da accusare un qualche fastidio nel sentirla ripetere di continuo, fino a ricondurre in essa ciò che non è affatto immaginazione di tutti, ma soltanto vezzo a uso di chi se ne serve. Come è accaduto con i telefonini: all'opposto di esibirli, oggi si cerca di mimetizzarli, nonostante residue resistenze di chi sèguita a servirsene in pubblico con voce da megafono.
I vecchi professori con il pizzetto bianco, le botticelliane professoresse con impagabile, bruna lanugine fra orecchia e gota, trovandosi impediti nella fluidità del dire, ricorrevano al "vero", infioravano ciascun periodo con un "vero" o un "nevvero, no" di buon sostegno all'eloquenza. Non potevano sapere che i loro remoti discepoli, restii a ogni imitazione, avrebbero sostituito al vero l'altrettanto  ripretitivo “cioè”. Un nugolo di avverbi è cresciuto nelle usuali o dotte conversazioni. Certo. Certamente. Sicuramente. Ricorrenti quando uno pontifica e l'interlocutore, poverino, non avendo capito nulla non sa cosa rispondere. Tanti “assolutamente sì” o “assolutamente no”, con l'affermazione o la negazione al fianco, e meno male, infatti, a lungo, l' assolutamente, secco, isolato, messo in risposta a una domanda, rischiava di dire l'opposto di quel che s'intendeva significare. Un po' come l' affatto, che senza il niente davanti rafforza quel che si pretenderebbe negare.
Il credo veniva usato nella preghiera liturgica, nel rinnovo dei voti battesimali a Capodanno. Adesso si crede sempre. Io credo, credo, credo. Io credo... e, se si crede, basta far sapere ciò in cui si crede. Infatti mai si vide chi sostenne ciò in cui non credeva, pure se, sotto questo aspetto, adesso se ne vede più d'uno. In compenso (e siano rese grazie, nonostante la perdita delle relative melodie dolcissime) da inni sacri e mottetti sono scomparse molte astrusità linguistiche. Recitava la seconda strofa di «O bella Regina»: «dal monte, dal colle, dal piano, dal mar, un inno si estolle, tue lodi, a narrar». Si estolle? Sì, dall'irregolare verbo latino exfero , porto via, porto su. Da bambina lo cantavo, lo ripetevo, metricamente era perfetto.
E ognuno arrivava al suo significato, a differenza delle tante insignificanze d'oggi che non lasceranno traccia non significando nient
e

 
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IL FATTO DEL GIORNO, TUTTA LA COMMUNITY NE PARLA!, GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA, DIRITTI UMANI, GUERRA, ESODI, SETE, ORO BLU,

Post n°3893 pubblicato il 22 Marzo 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE DELLA NOTTE

GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA, UN MILIARDO DI PERSONE SOFFRE LA SETE


E' EMERGENZA MONDIALE PER L'ORO BLU

 

 

La sete, ora come nei tempi più antichi, è spesso motivo di gravi conflitti sociali. La mancanza d'acqua, infatti, costringe popoli all'esodo e alimenta guerre in territori inariditi quali quelli nel triangolo compreso tra Turchia, Israele e Iraq o in Eritrea ed Etiopia.

Oggi, in tutto il mondo, si riflette sul bene più prezioso per la vita umana: l'acqua. Risorsa di cui un miliardo e duecento milioni di persone non dispone a sufficienza. Ma le previsioni sono ancora più fosche. Già prima del 2025, tre miliardi e mezzo di persone, metà della popolazione  mondiale, soffriranno la sete, soprattutto in Africa e in Medioriente. Sono 3 milioni e 400 mila le persone che, ogni anno, muoiono per patologie connesse all'acqua impura o insufficiente. La disposizione dell'«oro blu» sul pianeta sottolinea le enormi differenze tra un'area geografica e l'altra. Per esempio, se un americano dispone di 425 litri al giorno, un abitante del Madagascar può contare solo su 10 litri, un italiano su 237 e un francese su 150. Fattori climatici e intervento umano contribuiscono a mettere a rischio la disponibilità idrica.
Anche l'Italia, sebbene sia uno dei Paesi più ricchi di acqua del mondo (2700 metri cubi annui per abitante), soffre di differenze tra Nord e Sud. Nelle regioni meridionali, il 15% della popolazione, 8 milioni di persone, per i 3 mesi estivi è sotto la soglia del fabbisogno idrico minimo, calcolato in 50 litri di acqua al giorno a testa. Il 30% DELL'ACQUA che entra nelle condotte idriche si perde per strada e non arriva nelle case.

 

 
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L'EDITORIALE DELLA SERA, GIUSTIZIA, CHIASSO, SCHIAMAZZI, AMERICA, INGHILTERRA, FAME E SETE DI GIUSTIZIA

Post n°3892 pubblicato il 22 Marzo 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE DELLA SERA

GIUSTIZIA "GRIDATA" E MALAGIUSTIZIA

La saggezza popolare ha sempre suggerito che è meglio non contare sulla piena soddisfazione del bisogno di giustizia. Le risposte saranno molto spesso approssimative e qualche volta umilianti o persino oltraggiose. Eppure, i cittadini – come si suol dire – hanno fame o sete di giustizia, per indicare che non possono farne a meno, come un nutrimento essenziale per lo spirito. Senza giustizia non si riesce a realizzare la pace, né quella interiore né quella tra gli individui e tra i popoli. Per questo, siamo sempre attenti, sino alle sfumature, anche alle modalità con cui viene esercitata. Non ci rendiamo conto che, in quest'anelito insopprimibile, spesso pretendiamo troppo da quanti sono chiamati a rendere la giustizia, immaginandoli – a torto – diversi da noi, sacerdoti sempre fedeli e inflessibili d'un tempio immacolato e non invece interpreti, talvolta rozzi e approssimativi, del patto sociale consacrato nella legge. Ogni tanto, ci svegliamo dall'intorpidimento ideale e protestiamo per l'innocenza o la colpevolezza non riconosciute, per il torto subìto e non adeguatamente riparato. Quando ci sembra che il sistema abbia troppe falle e faccia acqua da tante parti, guardiamo lontano da noi, immaginando che in altri Paesi sappiano essere più bravi ed efficienti. Il mito americano, anche in questo campo, ha prodotto guasti decisivi, rendendo non più gestibile il processo penale, ormai sempre più ridotto a un mero esercizio formale di denegata giustizia. Con il complesso di pensare superati i nostri modelli culturali, siamo andati scopiazzando, senza capire che gli istituti giuridici, sostanziali o processuali, non si trasferiscono da una realtà a un'altra come imballi di Coca Cola. Non abbiamo voluto riflettere sui vizi degli altri sistemi e ce li siamo caricati addosso. Ogni tanto, prendiamo atto che nei Paesi dei nostri sogni, talvolta la risposta di giustizia è semplicemente ridicola. Così ci è capitato leggendo che un giudice della Florida ha condannato il quattordicenne Lionel Tate all'ergastolo senza possibilità di sconti di pena per aver ucciso, quando aveva 11 anni, una bambina di 6 anni, mentre imitava le mosse dei lottatori di wrestling viste alla tv. Così ci è capitato ogni qual volta abbiamo assistito impotenti al macabro e disgustoso spettacolo delle esecuzioni capitali, contrabbandate per atti di giustizia. Anche dalla superba Inghilterra arrivano agli imitatori nostrani risposte talvolta mortificanti. Non sto qui, per brevita, ad elencare ulteriori esempi di malagiustizia all'estero come in Italia e pongo qui un preoccupatissimo punto fermo.
Forse è giunto il momento di  far tacere il chiasso e gli schiamazzi che soffocano la giustizia, lasciando quanti sono chiamati a renderla nella solitudine della propria coscienza.

 
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LA FOTONOTIZIA DEL GIORNO, ACQUA, GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA, INDIA, TERZO MONDO, H2O WALK FOR WATER

Post n°3891 pubblicato il 22 Marzo 2010 da psicologiaforense

 

Né azzurra né chiara

 

Fresca, limpida, dissetante... magari fosse sempre così. Più di un miliardo di persone nel mondo è costretto ogni giorno a lavarsi, cucinare e riempirsi il bicchiere con acqua sporca. Magari dopo aver camminato per chilometri pur di recuperarne un secchio. Quest'anno la Giornata Mondiale dell'Acqua è dedicata alla necessità di garantire a tutti fonti d'acqua pulita: per sensibilizzare i potenti su questo tema si sta tenendo a Londra e in altre città del mondo la marcia benefica H2O Walk for WaterCondividendo simbolicamente la fatica quotidiana che molte persone compiono per conquistare un po' d'acqua.
Nella foto: un bambino si disseta in un campo di accoglienza di Araria, India (Focus).

 
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