Creato da anna0772 il 06/01/2008
un`italiana in Polonia- anno quindicesimo
 

 

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Il caso non esiste

Post n°418 pubblicato il 30 Marzo 2010 da anna0772

La giornata era calda. Di quelle soporifere e pesanti, che si appiccicano addosso come la colla. Un sottofondo di cicale riempiva l`atmosfera rarefatta e polverosa della via. Una via in terra battuta, forse ocra.  

La giornata mi aveva portato sulla via, la via ad una collina e la collina ad un piccolo rudere, forse dell`anno mille. Non so.  L`ombra e l`umidore, al riparo dal solleone, mi avevano convinto ad entrare.

Nel rudere  nulla, oltre vecchie panche di legno e , infondo alla parete, una vecchia croce sbilenca con un cristo polveroso appiccicato sopra. Nella stanchezza mi sono seduta. Nel silenzio estivo mi sono riposata.

Cristina.

Mi aveva trascinato in questa vacanza Cristina. Lei che era la mia confidente, nel periodo turbolento dell` adolescenza. Lei che conosceva ogni mia delusione d`amore. Lei che profondamente credeva.  Mi ero detta, appena qualche mese fa, perche` no? Almeno trovero` un po` di pace per pensare, lontano da tutto e da tutti. Mi dava fastidio  pero`, nell` incontrare gli altri della comitiva durante i pasti all`ostello, sentire come non sapessero che parlare di Dio.  Ma perche` usavano questa parola come una chiave in grado di aprire ogni porta? come un traduttore di tutto e di tutti? come una giustificazione di quello che era evidente?

 Lo sapevano anc he i bambini che era il caso a regolare il mondo e non Dio. Dio non esiste. Trovarsi qui, invece che li, in quel preciso istante, conoscere Cristina, aver provato quella delusione che li, in basso a sinistra, nel torace, bruciava ancora. Era il caso e non Dio a regolare tutto. Dio non esite. Un caso che fossi. Un caso che avessi incontrato quel maledetto ragazzo. Un caso che ci fossimo lasciati. Era andata cosi, si ,ma poteva andare assolutamente in modo diverso.

Nell`afa immota del pomeriggio  le idee erano agitate. Ruotavano intorno al cuore. Ma perche` bruciava ancora, quella ferita?

Ferite.

Le tue su quella croce di legno mica fanno male come dicono, perche` tu non sei. E quanta polvere, su queste  tue ferite di legno. Dovrei avere qui un fazzoletto.  Aspetta . In giro non c`e` nessuno.  Nessuno mi vede. Ti posso anche spolverare va`, che almeno per via di questa polvere non ti  si mangino i tarli. Sei fortunato sai? Che sei solo di legno e che qui a sentire i miei pensieri in verita` ci sono solo io. Una barba, sti miei pensieri.

Il sole all`uscita ere  abbacinante.  La via si contorceva sinuosa e portava a valle.  Nugoli di mosche ronzavano sopra due mucche al pascolo.

Carica di pensieri  scendevo lungo la via e continuavo a parlarti, senza rendermene conto.

Io son come Tommaso sai? Non ci credo. Dovresti dimostrarmelo che esisti. Facciamo cosi: io apro il palmo della mano. Se esisti, fai posare qui ora, proprio qui, al centro del mio palmo una di quelle mosche che infastidiscono li nel pascolo il ruminare. Lo fai , eh?

Ho aperto il palmo della mano, illuminato dal sole meridiano, ed una mosca, nera di carbone mi si e`posata proprio  li, al centro dell` incavo.

Ecco perche` il caso non esiste, perche` esiste Dio.

PS : il racconto partecipa all`iniziativa indetta dall` amico Bob qui:http://blog.libero.it/AoxomoxoA/view.php?nocache=1269974956

:-)

 
 
 
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