Creato da: AngeloQuaranta il 10/02/2009
"fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
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Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo
Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901. Opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori ed è stata eseguita secondo la tecnica divisionista. Non solo raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma costituisce un simbolo: il popolo, in cui trova spazio paritario anche una donna con il bambino in braccio, sta avanzando verso la luce, lasciandosi un tramonto alle spalle. Il dipinto è lo sviluppo completo di questo tema, già affrontato dall'artista in dipinti come Ambasciatori della fame, Fiumana e un bozzetto preparatorio del 1898, Il cammino dei lavoratori. La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento. È conservato a Milano nel Museo dell'Ottocento della Villa Reale (o Villa Belgiojoso Bonaparte). La versione preliminare, invece, è esposta sempre a Milano presso la Pinacoteca di Brera. A rendere celebre il dipinto contribuì anche il film Novecento di Bernardo Bertolucci.
I danni della Pandemia, i dati della Confcommercio.
Post n°480 pubblicato il 28 Dicembre 2020 da AngeloQuaranta
Articolo dal FATTO QUOTIDIANO Confcommercio e il dramma Covid: perse 390mila attività. “Sparita un’agenzia viaggio ogni cinque”Duramente colpite le agenzie viaggi (chiusa una su cinque) ma anche bar, ristoranti, negozi di abbigliamento e calzature. Secondo il presidente di Confcommercio serve anche un "vaccino economico" Sono quasi 400mila le piccole attività che non ce l’hanno fatta a reggere l’impatto della pandemia. A far fronte, nonostante gli aiuti, a un crollo dei consumi vicino all’11% che si sono tradotti in una sforbiciata agli incassi da 120 miliardi di euro. Nel 2020, stima Confcommercio, abbasseranno per sempre le serrande 390mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi a fronte di 85mila nuove aperture. Alla fine il paese si troverà quindi con 305mila imprese in meno. Nell’80% la decisione di dire basta è direttamente legata al Covid. Agenzie viaggio, bar e negozi di abbigliamento i più colpiti – La assottigliamento del tessuto produttivo risulta particolarmente accentuato tra i servizi di mercato, dove la attività in meno sono il 13,8% rispetto al 2019. Tra i settori più colpiti, nell’ambito del commercio ci sono abbigliamento e calzature (-17,1%), venditori ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%). Nei servizi di mercato le maggiori perdite si registrano, invece, per agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%) e trasporti (-14,2%). C’è poi tutta la filiera del tempo libero che, tra attività artistiche, sportive e di intrattenimento, fa registrare complessivamente un vero e proprio crollo con la sparizione di un’impresa su tre. Alla perdita di imprese – conclude la nota – va poi aggiunta anche quella relativa ai lavoratori autonomi, ovvero quei soggetti titolari di partita Iva operanti senza alcun tipo di organizzazione societaria. Si stima la chiusura per circa 200mila professionisti tra ordinistici e non ordinistici, operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento e altro. “Il 2020 si chiude con un bilancio drammatico per il nostro sistema produttivo colpito dal Covid. Quasi mezzo milione tra imprese e lavoratori autonomi potrebbero chiudere l’attività. Oltre all’indispensabile vaccino sanitario, c’è bisogno del vaccino economico, cioè indennizzi finalmente adeguati al crollo dei fatturati e l’utilizzo di tutte le risorse europee per rimettere in modo l’economia del nostro Paese”: così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commenta i dati. Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te. In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro, svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico. La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati. Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci. Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana, fondamentale per il nostro lavoro.
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