Creato da: AngeloQuaranta il 10/02/2009
"fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
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Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo
Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901. Opera simbolo del XX secolo, rappresenta lo sciopero dei lavoratori ed è stata eseguita secondo la tecnica divisionista. Non solo raffigura una scena di vita sociale, lo sciopero, ma costituisce un simbolo: il popolo, in cui trova spazio paritario anche una donna con il bambino in braccio, sta avanzando verso la luce, lasciandosi un tramonto alle spalle. Il dipinto è lo sviluppo completo di questo tema, già affrontato dall'artista in dipinti come Ambasciatori della fame, Fiumana e un bozzetto preparatorio del 1898, Il cammino dei lavoratori. La composizione del dipinto è bilanciata nelle forme e movimentata nelle luci, rendendo perfettamente l'idea di una massa in movimento. È conservato a Milano nel Museo dell'Ottocento della Villa Reale (o Villa Belgiojoso Bonaparte). La versione preliminare, invece, è esposta sempre a Milano presso la Pinacoteca di Brera. A rendere celebre il dipinto contribuì anche il film Novecento di Bernardo Bertolucci.
VINCENT VAN GOGH PARTE PRIMA
Post n°35 pubblicato il 01 Marzo 2009 da AngeloQuaranta
Tag: ARTE Vincent Van Gogh Esercito un mestiere che è sporco e difficile: la pittura. Se non fossi quel che sono, non dipingerei; ma essendo quel che sono, lavoro spesso con gioia e intravvedo la possibilità di fare un giorno dei quadri dove ci sarà un po' di freschezza e di gioventù, essendo la gioventù una delle cose che ho perduto Per saperne di più http://it.wikipedia.org/wiki/Vincent_van_Gogh I suoi paesaggi Le Moulin de Blute-Fin Anno: 1886 Dimensione: 46.5 x 38.0 cm Luogo: Parigi Locazione: Tokyo: Bridgestone Museum of Art Le Moulin de la Galette Anno: 1886; 61.0 x 50.0 cm Luogo: Parigi Locazione: Buenos Aires: Museo Nacional de Bellas Artes
Old Church Tower at Nuenen
Montmartre Anno: 1886: 43.6 x 33.0 cm Luogo: Parigi Locazione: Chicago: The Art Institute of Chicago
Parsonage Garden at Nuenen in the Snow Anno: 1885; 53.0 x 78.0 cm Luogo: Nuenen : Los Angeles: The Armand Hammer Museum of Art
Bridge at Trinquetaille Anno: 1888: 65x 81 cm Luogo: Arles Israel: Collection Joseph Hackmey
Cottage with Trees Anno: 1885: 32x 46cm Luogo: Nuenen Locazione: Cologne: Wallraf-Richartz-Muesum View of Roofs and Backs of Houses Anno: 1886; 30x 41 cm Luogo: Parigi Locazione: Amsterdam: Van Gogh Museum La Casa Gialla Campo di papaveri
Cipressi Anno: 1889: 93x 74cm Luogo: Saint-Rèmy Locazione: New York: The Metropolitan Museum of Art Avviso per il giovane viandante : I parallelismi, le differenze, un'attenta osservazione ti fa cogliere le sfumature, un privilegio riservato a pochi ..... tu da che parte stai ? Fermati e leggi le recensioni per i due quadri sotto esposti ... poi chiudi gli occhi e rifletti ... Vincent Van Gogh, Campo di grano con corvi, 1890. Amsterdam, Rijksmuseum In questo Campo di grano con corvi (1890) di Vincent Van Gogh si riflette un dramma personale. Questo cielo che cala sul campo di grano. Il soggetto, di per sé, è simbolicamente inquietante, ma quello che conta in Van Gogh, in tutta l'opera di Van Gogh, e questo ne è un esempio, è fare una pittura che non abbia collegamento con la realtà. Quello che interessa a Van Gogh non è dipingere quello che vede, ma quello che sente; non come vede il paesaggio, ma come sente il paesaggio e, siccome ha una spinta interiore drammatica, deve accentuare i colori. Spingere il giallo, spingere il rosso, spingere il blu e quindi caricare tutto. La forza di questa pittura, come quella di Odilon Redon e di Caspar David Friedrich, è dipingere non quello che si vede ma quello che si sente. Lo fanno in modi diversi. Friedrich mostrando una natura in cui l'uomo si sente insignificante. Odilon Redon rappresentando con immagini un male della coscienza. Van Gogh rivelando una sua ossessione, sentire la realtà come qualche cosa che fa male, trasmettere il suo malessere attraverso i colori. Questa pittura calda, bruciante, appassionata corrisponde alla vita di un uomo che sta soffrendo, che ha la disperazione. È una pittura in cui c'è la densità delle emozioni e della sofferenza. Ora osserva l'opera di Edvard Munch, L'urlo, 1893. Oslo, Nasjonalgalleriet Il parallelo esatto di Van Gogh, anche più drammatico, è Munch, L'urlo, del 1893. Questo è l'anti-impressionismo, è esattamente come Vang Gogh, colori reinventati. Però, quale è la differenza? Van Gogh è asciutto, quasi virile, in Munch c'è l'idea che quello che esce dal corpo, cioè l'urlo, è prova d'inadeguatezza, un'impossibilità di entrare, un'incomunicabilità che si riflettono nel cielo e nell'acqua. È come se ci fosse un continuum tra quello che l'artista sente e quello che noi vediamo. È come se le onde sonore del suo urlo si stampassero attraverso la pittura nel cielo. È un dipinto straordinario anche per questa linea, questo ponte, che non è un prospettiva ma è scosceso, è inclinato, quasi a dare la sensazione di qualcosa che scivola via e che scivola esattamente come esce l'urlo dalla bocca. Ecco, questo quadro è un'opera formidabile per il realismo dei colori. Il colore dentro la realtà, il cielo rosso, è esattamente l'alterazione cromatica di Van Gogh, e unisce il movimento della voce, dell'urlo, con la natura che gli sta intorno. Quindi ci comunica uno stato di angoscia, di sgradevolezza, di tormento che è quello che Munch voleva. La pittura non vuole piacerci, cerca di essere sgradevole, di rappresentare una condizione di disagio. Ed ecco allora che L'urlo è, con l'espressione di una condizione interiore alterata, uno dei primi dipinti dell'arte moderna.
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