Creato da: AngeloQuaranta il 10/02/2009
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La dislessia se la riconosci subito ...

Post n°264 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da AngeloQuaranta

    http://www.maestrantonella.it/dislessia.html

Riporto il manifesto dei Lions di Taranto a cui riconosciamo l'impegno nel sociale .

 

Il giorno 2 Dicembre 2010 presso la Sala Resta - Subfor - Taranto alle ore 19 i Lions Club della zona C della 5^ Circoscrizione terranno un meeting sul tema "Lotta alla dislessia ed ai disturbi specifici dll'apprendimento".Relatori sono il dott. Giuseppe Russo per l'aspetto clinico e la prof.ssa Giovanna Lepre per gli aspetti legislativi e didattici.

Il tema è anche il Service Nazionale 2010-2011.

La dislessia è una sindrome classificata tra i Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) con il codice F81.0 e la sua principale manifestazione consiste nella difficoltà che hanno i soggetti colpiti a leggere velocemente e correttamente ad alta voce. Tali difficoltà non possono essere ricondotte a insufficienti capacità intellettive, a mancanza di istruzione, a cause esterne o a deficit sensoriali.

Dato che leggere è un complesso processo mentale, la dislessia ha svariate espressioni. Questa sindrome sembra strettamente legata alla morfologia stessa del cervello. La dislessia non è una malattia o un problema mentale. Secondo la definizione più recente, approvata dall'International Dyslexia Association (IDA), "la dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un'adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale".Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento come disabilità, per cui non è possibile apprendere la lettura, la scrittura o il calcolo aritmetico nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento.

Se questo problema non viene identificato nei primi anni della scuola primaria, tramite la valutazione di un esperto nel campo dei disturbi dell'apprendimento, le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Se il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suoi compagni e per il suo maestro sono quasi banali. Durante la scuola dell'infanzia è possibile effettuare una valutazione dei prerequisiti per l'abilità di lettura, in modo da poter intervenire precocemente e rafforzare delle competenze eventualmente carenti. Anche se la diagnosi di dislessia può essere fatta solo in classe seconda o terza della scuola primaria, i segnali del disturbo possono essere colti molto prima (quando il bambino affronta l'apprendimento della lettura e della scrittura) ed è opportuno intervenire subito; aspettando, la difficoltà aumenta. I maschi tendono a esternare di più un problema rispetto alle femmine che cercano di celarlo. I problemi maggiori nascono quando i bambini dislessici non vengono compresi, poiché spesso passano per pigri o addirittura per stupidi. Questo li porta spesso a perdere la propria autostima, a forme di depressione o ansia, a crisi d'identità e molto spesso a rigettare in toto il mondo della scuola, rinunciando in questo modo a molte possibilità che la loro capacità di memoria superiore alla media, invece, consentirebbe.

Le mie riflessioni:

La professoressa Giovanna Lepre, relatrice è stata semplicemente splendida per la sua chiarezza e per la passione e competenza dimostrata. Ho appreso con rammarico che è in pensione, una persona come Lei è una risorsa per la nostra scuola e il nostro territorio, le risorse vanno utilizzate al meglio ... il privato lo sa il pubblico deve darsi delle regole, deve far proprio il concetto di meritocrazia e tutelare le sue donne i e i suoi uomini migliori, per loro non può esistere la pensione ... 

 
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