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La pandemia avvalora la tesi del prof Carlos Moreno, docente alla Sorbona di Parigi, ripensare la città è possibile

Post n°535 pubblicato il 05 Marzo 2021 da AngeloQuaranta
 

Città dei 15 minuti, un modello urbano sostenibile basato sulla prossimità    di Francesco Rasero

Il modello di città dei 15minuti propone una pianificazione sostenibile dello spazio urbanobasata sul concetto di prossimità, in modo da ridurre gli spostamenti inautomobile in ambito cittadino, favorendo quelli in bicicletta o a piedi.

Il primo a introdurre il concetto di città dei 15 minuti èstato il professore franco-colombiano Carlos Moreno, docente alla Sorbona di Parigi, proponendo una nuova concezione dell’idea di prossimità all’interno delle città, orientata allo sviluppo sostenibile.

Secondo la sua teoria, in contesto urbano, il lavoro, i negozi, l’assistenza sanitaria, ’istruzione, il benessere, la cultura, lo shopping e il divertimento dovrebbero essere idealmente tutti raggiungibili entro quindici minutida casa propria, a piedi o in bicicletta.

 

La proposta di “Ville du quart d’heure” da parte del sindaco di Parigi

 

Obiettivo di questo innovativo approccio alla pianificazione è quello di influire positivamente sul ritmo di vita nelle città, ricollegando le persone con il loro territorio ed eliminando gli spostamenti inutili con mezzi inquinanti ed energivori.

A cambiare è, innanzitutto, la prospettiva: se finora urbanisti e architetti pensavano a come far raggiungere punti distanti tra loro nel minor tempo possibile, oggi la sfida diventa avvicinare questi punti, in modo da ridurre la necessità di muoversi per soddisfare le esigenze primarie individuali.

La città dei 15 minuti nell’epoca(post) pandemica

Quello ella 15-minutes City è un modello che, più o meno inconsapevolmente, è già stato almeno in parte sperimentato da molti cittadini durante la pandemia, anche grazie allo smart working e alle regole anti-contagio.

 

Quello che propone, infatti, è una sorta di ritorno alla vitalità dei quartieri, promuovendo la frequentazione delle vie “sotto casa”, anziché costruire maxi parchi commerciali, cinema multisala e altre grandi strutture commerciali-terziarie ai margini delle città, da raggiungere in automobile o tramite mezzi pubblici spesso affollati.

La proposta di “Ville du quart d’heure” da parte del sindaco di Parigi

 

Obiettivo di questo innovativo approccio alla pianificazione è quello di influire positivamente sul ritmo di vita nelle città, ricollegando le persone con il loro territorio ed eliminando gli spostamenti inutili con mezzi inquinanti ed energivori.

A cambiare è, innanzitutto, la prospettiva: se finora urbanisti e architetti pensavano a come far raggiungere punti distanti tra loro nel minor tempo possibile, oggi la sfida diventa avvicinare questi punti, in modo da ridurre a necessità di muoversi per soddisfare le esigenze primarie individuali.

La città dei 15 minuti nell’epoca(post) pandemica

Quello della 15-minutes City è un modello che, più o meno inconsapevolmente, è già stato almeno in parte sperimentato da molti cittadini durante la pandemia, anche grazie allo smart working e alle regole anti-contagio.

 

 

 Con tanti benefici, a partire da una riappropriazione del proprio tempo vitale, grazie alla drastica riduzione delle ore sprecate in lunghi spostamenti, ingorghi e code all’interno delle metropoli.

Inoltre, le strade spogliate delle auto non fungerebbero più da percorsi di passaggio, liberando così spazio per nuove aree pubbliche -come parchi, fontane, alberi e orti urbani- che andrebbero a mitigare l’effetto “isola di calore”, rendendo il quartiere un luogo più piacevole da vivere e in cui soffermarsi.

Carlos Moreno e la teoria della città dei 15 minuti

«È tempo di passare dalla pianificazione urbanistica alla pianificazione della vita urbana. Ciò significa trasformare lo spazio della città, ancora altamente mono-funzionale con le sue diverse aree specializzate, in una realtà policentrica, basata su quattro componenti principali -vicinanza, diversità, densità e ubiquità- per offrire a breve distanza le sei funzioni sociali urbane essenziali: vivere, lavorare, fornire, curare, imparare e godere».

Così dichiara il professor Carlos Moreno nel suo manifesto per le città dei 15 minuti. «Dobbiamo essere creativi e immaginare, proporre e costruire un altro ritmo di vita, altri modi di occupare lo spazio urbano per trasformarne l’uso. Preservare la nostra qualità di vita ci impone di costruire altre relazioni tra due componenti essenziali della vita cittadina: il tempo e lo spazio».

Diventa quindi fondamentale ottimizzare la gamma dei servizi attraverso la tecnologia digitale e i modelli di collaborazione e condivisione. «Ritornare alla vita urbana locale significa passare dalla mobilità come abbiamo vissuto alla mobilità che abbiamo scelto; si tratta di avvicinare la domanda degli abitanti all’offerta che viene loro proposta», conclude il teorico della nuova rivoluzione urbanistica.

Comunità ibride anziché borghi

Giordana Ferri ed Enzo Manzini, promotori del recente convegno online “Abitare la prossimità” , sottolineano inoltre la differenza tra la nuova visione delle 15-minutesCities e il concetto di città come somma di borghi.

«Si tratta di una connessione facile ma controproducente sul piano pratico e sbagliata su quello teorico -spiegano- Parlare di borghi fa pensare a una città di luoghi ripiegati su se stessi, chiusi agli altri e al mondo; luoghi in cui rischiano di diffondersi idee e pratiche comunitarie regressive».

ll prof. Moreno 

Esempio di applicazionedella città dei 15 minuti (fonte: www.moreno-web.net)

PerFerri e Manzini, invece, stanno nascendo inedite forme sociali, rivolte alfuturo. «Comunità ibride, materiali e digitali; ambienti fattidi luoghi a geometria variabile, i cui confini non sono più quelli fisici mache vengono amplificati dalle tecnologie».

Lachiave è quello che viene definito “localismo cosmopolita”. «La cittàdei 15 minuti non deve essere solo il luogo delle reti brevi della vitaquotidiana, ma anche quello in cui le reti delle piccole distanze a piedi o inbicicletta si connettono con quelle lunghe, lavorative, culturali o di studioche siano».

La Ville du quart d’heure aParigi

Leteorie di Moreno riguardo la Ville du quart d’heure (città delquarto d’ora, in francese) sono diventate uno dei cavalli di battaglia nellacampagna elettorale che, in primavera, ha portato alla riconferma del sindacodi ParigiAnne Hidalgo, sostenuta anche dagliecologisti.

Laproposta è stata ben esemplificata da un’infografica elettorale della sua listacivica “Paris en Commun”, che pone al centro l’abitazione di ogniparigino e, nel raggio di un quarto d’ora, tutte le attività essenziali,che compongono gran parte della vita di ciascuno: studiare, lavorare, fare laspesa, stare all’aria aperta, fare attività fisica, andare dal medico, uscire esvagarsi.

La tangenziale di Parigi si trasforma in un’opera disostenibilità ambientale

Giànei primi mesi del suo nuovo mandato, Hidalgo ha iniziato a trasformare le ideein realtà, sfruttando in positivo anche la crisi legata al Covid: Parigi è oggiuna città sempre più a misura di pedoni e ciclisti, con laprogressiva introduzione di spazi ciclabili in ogni strada della città e interevie, come la centralissima Rue de Rivoli, in cui le biciclette hanno assolutapriorità, diventando così il mezzo di spostamento più efficace, rapido e sicuroin ambito urbano.

Iprogetti futuri riguardano la riqualificazione degli Arrondissement cittadini,creando nuovi spazi di aggregazione sociale e culturale, ma anche co-working,ambulatori e aree commerciali di prossimità, utilizzando il marchio “Made inParis” come strumento di marketing.

Città dei 15 minuti in Europa e nel mondo

InItalia, è stata Milano laprima grande città a far proprio questo modello di sviluppo futuro. Nelcapoluogo lombardo, la vera sfida è quella di dare vita a quartieriresidenziali integrati anche al di fuori dell’area centrale -in cui farconvivere abitazioni, uffici, fabbriche, servizi pubblici e spazi verdi- ancheper ridurre il fenomeno del pendolarismo lavorativo econtribuire al decongestionamento del trasporto pubblico e della viabilitànelle ore di punta.

Anche Barcellona,fin dal suo penultimo piano della mobilità urbana (2013), ha sposato unconcetto simile alla “Città del quarto d’ora” teorizzata da Moreno, progettandoi cosiddetti “Superblocks”: isolati prevalentemente pedonali, alcui interno possono accedere solamente pochi veicoli autorizzati, cherappresentano piccole Comunità nella città e che sono unite e interconnesseagli altri blocchi urbani da vie di collegamento esterne.

 
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