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Post n°19 pubblicato il 16 Novembre 2012 da ro.sheen
Una sedia a dondolo ch’ebbe il cuore nel vento dondolava il tuo sorriso all’amaro cerchio del fumo Piccole fiamme incatenavano i sensi alla scintilla del fuoco di una stufa Secca, sprofondo nella gola mentre sorreggo il profumo del giardino dove s’apriva quella finestra di foglie che non credette al battito di un tempo vuoto quando l’edera s’annodò al respiro della parola Volto la pagine del rinsecchire per seguire l’aratro nelle strade assolate di luna quando la notte si veste dell’ululato del raccolto e annuso la sete della pioggia mentre…ti ricordo come grano che si faceva polvere della speranza Dondoli lento al profumo di legna… Si, tu dimmi se nacqui dalla pelle di un serpente che s’arrotola ora alla mia stessa lingua mentre cerco di raccogliere gocce del succo di limone per poterlo serrare tra labbra e denti… Imparai a riconoscerti nel tuo girare la maniglia di porta rincorrendo filari di canzoni cadendo nelle montagna della talpa che lenta mi spiava con la sua silenziosa pupilla Ma volevo giocare ai ranuncoli che fanno pace con i porcospini …ho perduto la forbice che scorre nella ruggine di due dita per lasciarmi stringere dalle corde della sera quando lasciavi scendere la goccia di saliva per raccoglierla nella fossa del respiro Ero io che non mi arrendevo allo zucchero delle mie speranze bambine Così seppe andare la notte senzal asciare orme per poterla seguire Così il giorno dimenticò di avere piedi e si dileguò nella coperta che spegne i pensieri Non sapevo del manto che copre le spine Sapevo della veste che consuma nella terra Avevo lingua per bagnarmi le labbra e amavo il gesto della mano che sposta la ciocca di capelli rimasti incollati al sudore della fronte Vibra il lento istante quando s’inspira la scelta tra la lama di barba sempre incolta con la quale pungere la pelle o la corda di gambe sempre in corsa con la quale prendere la pioggia della pozzanghera di una fine… S’attanaglia il tempo alla finestra …scosti la mano e s’aprono le dita come in ventaglio di fiato a ossigenare un respiro di perdono Ma non ho avventure da raccontarti che non siano le tue e non ho viaggi da regalarti che non abbiano pulsante tua radice sono nel ramo o nella terra sono nel volo o sprofondo come te …s’abbassa la nebbia mentre attendo lo scivolare della neve
. rosheen
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usciranno dall'oscurità
abbandoneranno la protezione della terra
accoglieranno l'invito della luce
Sarà origine
teneri nuovi alberi
arricchiranno la foresta
di corteccia e di verde.
Si respira in silenzio e solitudine l'atmosfera di vecchio e nuovo, di infinitamente piccolo e immensamente grande...di perduto e ritrovato. Negli opposti vi si può leggere un’armonia d'insieme che tocca tutte le corde del nostro sentire e poterle cogliere è un'enorme fortuna. Il racconto della vita scritto con dita delicate e inchiostro argentato.
Cristina
Seconda immagine: non era una veranda, era inverno in un interno, forse non fumava nemmeno, forse fumo di bosco che fu
Terza immagine: Voi che scendete nel ricordo, negli aratri che solcano la notte che bagnata donerà il grano della vita.
Quarta immagine: lo vedete, è di fronte a voi, ne sentite persino il profumo di legna che arde come le vostre domande.
Quinta immagine: si fa reale nel rincorrere la maniglia, il cigolio ed il canto che annuncia la presenza dell'avvento, la bambina recupera i più nascosti preziosi momenti e spera
Sesta immagine: i gesti più familiari, ritornano dolci ad accarezzare di barba pungente, ma il rimembrare porta un doloroso benessere. Contraddittorio appare ma l'essere scesi così nel profondo permette d'incontrare nell'abbandono che sta emergendo leggero e potente
Settima ed ultima immagine: l'incontro ed il perdono infine s'avverano, nella condivisione delle radici e dell'attesa dello "scivolare di neve" ancora.
Come vi avevo preannunciato, immagini. Che rubano il tempo, che colorano quei grigi. Scrivete ancora, io vi leggerò e a quanto vedo non sono l'unico, solo l'ultimo.
Sol4Y