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26^ 2011-2012 Juventus - Chievo 1-1

Post n°869 pubblicato il 04 Marzo 2012 da resistenzabianconera
 

Juve, brutto stop. Il Chievo impone il pari

I bianconeri non riescono a replicare al Milan e non vanno oltre l'1-1 con i veneti: in attesa del recupero di mercoledì a Bologna ora i rossoneri sono a +3. In vantaggio nel primo tempo con De Ceglie, la compagine di Conte viene raggiunta nel finale da Dramé, che qualche minuto prima aveva rischiato l'espulsione

JUVENTUS (4-4-2): Buffon 6, Lichtsteiner 6 (31' st Del Piero 6), Barzagli 6 (40' Bonucci 5.5) Chiellini 6, De Ceglie 6,5, Padoin 6,5 Pirlo 6, Marchisio 5.5 (26' st Caceres 5.5), Giaccherini 6, Matri 5, Vucinic 5. (30 Storari, 34 Marrone, 17 Elia, 18 Quagliarella). All. Conte 5,5.
CHIEVO (4-3-2-1): Sorrentino 7, Frey 6, Andreolli 6,5 Acerbi 6,5, Dramè 6,5, Luciano 6 (18' st Moscardelli 6.5), Bradley 6,5, Rigoni 6,5 Sammarco 6 (18' st Hetemaj 6.5), Thereau 6,5 Paloschi 6 (38' st Bostjan sv). (Puggioni, 29 Dainelli, 21 Frey, 8 Cruzado). All. Di Carlo 7
Arbitro:
Gervasoni 5.5
Reti: 18' De Ceglie, 30' st Dramè
Angoli: 11-0 per la Juventus
Recupero: 2 e 5
Ammoniti: Dramè per gioco scorretto. Spettatori 39027, incasso 1.195.403

TORINO - Aveva provato ad esorcizzare con l'ironia, Antonio Conte, la 'pareggite' contro le piccole del campionato. L'importante è non avere la 'sconfittite', la tesi del tecnico. Sarà anche così, sarà anche che la Juve è l'unica imbattuta in Europa, ma l'1-1 con il Chievo è una brutta batosta, anche dal punto di vista psicologico. Non c'è risposta al Milan dilagante di Palermo, soprattutto ora c'è la necessità assoluta di vincere il recupero a Bologna per appaiare i rossoneri in testa, anzi superarli per la combinazione degli scontri diretti. Il pari maturato allo Stadium è assolutamente giusto, anche alla luce di episodi dubbi penalizzanti per ambo le parti. La chiave a nostro avviso risiede nella scarsa brillantezza atletica della Juve, che ha esaltato le doti tattiche e agonistiche dei veneti.

ALTRO MODULO PER CONTE -
Entrando nella tattica, il camaleontico Conte opta per un modulo 'naturale' come il 4-4-2: chiaro l'intento di proteggere le fasce (tradizionale terreno cercato dal Chievo) ed al tempo stesso proporre spinta a sostegno del tandem Matri-Vucinic. In tale ottica si inserisce la scelta di De Ceglie - uno che spinge - a sinistra, con Chiellini centrale accanto a Barzagli. Di Carlo se la gioca senza eccessiva prudenza. Paloschi è l'attaccante di riferimento, assortito il tandem tra le linee, formato da Thereau e Sammarco.

DE CEGLIE, IL PRIMO E' DUBBIO -
Dicevamo di De Ceglie. Dove non riescono Matri e Vucinic, che concludono in maniera leziosa i palloni più giocabili, ci riesce il terzino, al suo primo gol in A. Un cross tagliato di Pirlo, il palo colto da Chiellini con una deviazione aerea a prolungare, il colpo di testa vincente sulla ribattuta. In tutto ciò, un 'ma'... De Ceglie è in posizione di fuorigioco, non eclatante, ma dopo una settimana infuocata proprio non ci voleva. Detto di una gran destro di Padoin che evidenzia la qualità di Sorrentino (parata molto difficile), passiamo al Chievo. Squadra armonica tra i reparti, per nulla intimorita dall'avversario. L'unico che riesce a presentarsi al cospetto di Buffon - pronto nell'uscita - è Thereau, ma varie iniziative di Paloschi e Sammarco mettono apprensione alla difesa juventina, nella quale Bonucci rileva l'infortunato Barzagli.

GRAN FINALE DEL CHIEVO - Nella ripresa la Juve ha le sue chance per chiudere i giochi. Matri fa una delle poche cose buone della sua gara opaca fornendo un assist che Padoin sta per tramutare in gol: glielo impedisce Sorrentino, reattivo nel neutralizzare il diagonale ravvicinato. A parte una punizione di Acerbi che trova pronto Buffon, il Chievo avanza lentamente ma inesorabilmente il baricentro. Di Carlo dà tono alla squadra inserendo Hetemaj e Moscardelli. Conte inserisce Caceres per Marchisio: difesa a tre, fortificati gli esterni. L'uomo chiave della ripresa è Dramè. Il senegalese fa un sacco di cose: si prende a randellate con Vucinic, rischia il secondo giallo per un fallo ingenuo in mediana (la Juve reclama), calibra sulla testa di Moscardelli un cross non sfruttato a dovere. Il clou però è il gol del pari: cross basso di Moscardelli e piattone preciso e vincente del terzino. Juve in affanno, ci vorrebbe il gesto tecnico: Del Piero nei pochi minuti a disposizione prova ad illuminare e per poco non ci riesce, Pirlo trova un destro dei suoi, ma Sorrentino è strepitoso. Il Chievo comunque non assiste solamente: Thereau, il più bravo insieme al proprio portiere, per poco non sorprende Buffon con una botta dalla distanza. Finisce 1-1, giusto così.

Conte: "Potevamo e dovevamo vincere"

TORINO - E' un Antonio Conte dal doppio stato d'animo quello che commenta il pari con il Chievo. Da una parte la delusione: "Dispiace. Oggi era una partita che si poteva e si doveva vincere. Non esserci riusciti ci lascia un grande rammarico", spiega a Sky. Dall'altra la presa di coscienza che la squadra sta comunque dando molto: "Questa è una squadra che sta sempre a tavoletta e ci sono serate come questa che mi danno purtroppo ragione. Oggi la sensazione che abbiamo dato è che facciamo fatica, c'era la sensazione che il gol ce lo potessero fare. C'è stato un eccesso di generosità nel primo tempo in cui volevamo spaccare il mondo e spesso e volontieri abbiamo rischiato ripartenze clamorose. Ci sta anche che in questo stadio il pubblico ti tiri fuori l'entusiamo ma abbiamo dato la sensaiozne che correvamo un pericolo".

Alcuni fischi per Bonucci e Vucinic, ma Conte li difende. "Non so questi fischi se ci sono stati, per chi, per come, io dico sempre che non dobbiamo dimenticare da dove veniamo, anche perchè, come dico sempre, per vincere bisogna percorrere una strada e noi, in sette mesi, abbiamo utilizzato delle scorciatoie e siamo nelle prime posizioni di classifica tirando la macchina sempre a 200 all'ora. Ci sono altre squadre più attrezzate di noi per competere ad alti livelli, noi dobbiamo essere orgogliosi di quello che stiamo facendo e i tifosi altrettanto". Conte ribadisce di considerare i propri calciatori come "i più forti in assoluto, questa è una squadra che deve crescere e tanto. E non dimentichiamo che questa estate gli addetti ai lavori avevano profetizzato per noi un sesto o un settimo posto. E, anche se faccio gli scongiuri, siamo ancora in tempo. Quello che stiamo facendo penso sia un miracolo, e il merito è dei ragazzi, che stanno raschiando il fondo del barile. C'è qualche calciatore stanco, che aveva giocato in nazionale. Ma fa parte del processo di crescita, bisogna avere pazienza".

"Conte continua a dire che stiamo andando al di là delle previsioni e ha ragione, ma non vuol dire che ci dobbiamo fermare a queste considerazioni: il nostro cammino verso obiettivi importanti deve continuare nonostante questo mezzo passo falso", aggiunge l'amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta, ai microfoni di Mediaset Premium. "Allo scudetto ci crediamo, ci dobbiamo credere perchè lo abbiamo dimostrato fino ad oggi di potercela giocare, non può essere una sola partita a cambiare le carte in tavola. Abbiamo deciso di puntare su un tipo di progetto, ma ad essere sincero è vero che dobbiamo andare sempre a cento all'ora per vincere, sennò facciamo fatica".

 
 
 
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