Blood black&white

Riposto in ghiacciaia per sette mesi, Krasic s'è scongelato bene: a segno con un bel gol sabato scorso a Berlino, contro l'Hertha, il serbo s'è ripetuto ieri a Ginevra, buttando dentro in spaccata, e con grande tempismo, il pari contro il Benfica, che era andato in vantaggio a due minuti dalla fine. Milos l'ha acciuffato nel recupero, dando ai bianconeri un pari di prestigio, se i portoghesi avevano piallato il Real Madrid, solo quattro giorni fa.

Ma è stata un'amichevole per modo di dire: diverse entrate robuste, su entrambe le trincee, e Marchisio uscito per una brutta botta alla schiena (ma sta bene, hanno confermato le lastre), dopo essere stato catapultato in aria da un contrasto. Sul ring s’è capito quanto potrà essere tosto il centrocampo juventino, che ieri ha visto l’innesto di Marchisio e Pirlo, affiancanti a Vidal e Asamoah, due iene. E, nella ripresa, l'esordio assoluto di Paul Pogba, nei panni di Pirlo: ha i piedi e il fisico per diventare un grande. Poi, certo, i bianconeri sono stati lontanissimi dalla perfezione che Antonio Conte pretende, tenendo a lungo il comando del gioco ma senza mai finalizzarlo. Senza contare che la Juve era arrivata a bordo lago senza la difesa, con Lucio, Caceres, Chiellini e Barzagli tutti a Vinovo: i primi infortunati, l’ultimo per precauzione, dovendo ancora mettere del tutto a posto il guaio muscolare patito con la nazionale. Dunque, Conte era obbligato a giocare al piccolo chimico ancora una volta, pure di restar fedele al legame a tre, dietro.

E allora, Lichtsteiner, Marrone e Bonucc (capitano per dono di Buffon)i, confermando il giovane centrocampista al centro della difesa, come già sperimentarto nella ripresa di Berlino, contro l’Hertha. Ha abbastanza funzionato, anche se ci vorrà pazienza: del resto, pure un fenomeno come De Rossi ci ha messo un po’ per adattarsi alla garitta davanti a Buffon. All'inizio ha brillato pure Sebastian Giovinco, con due bei tocchi felpati, e il secondo sprecato da Matri. Che nella ripresa sbagliaerà piure un rigore, da lui stesso procacciato. Poi, due miracoli di Storari, fino al pisolino di Masi, e zuccata vincente di Cardoso. Finita. Macché: zampatona di Krasic, per la gioia di Beppe Marotta. Venghino signori venghino: il serbo è in vendita, e magari i due gol sono la spolverata che serviva.