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Sem.Fin. Coppa Italia 2012-2013: Lazio - Juventus 2-1

Post n°981 pubblicato il 31 Gennaio 2013 da resistenzabianconera
 

Floccari regala la finale al 93'
Alvaro Gonzalez apre i giochi, Vidal pareggia al 90’. Di Floccari il gol decisivo nei minuti di recupero. Proteste bianconere per un rigore non concesso nel primo tempo. Conte fa l'ironico: "Vucinic si è buttato"

LAZIO (3-5-1-1): Marchetti, Biava, Dias, Ciani, Konko, Gonzalez (44' st Cana) , Ledesma, Hernanes (17' st Lulic), Radu, Mauri, Klose (18' st Floccari). (1 Bizzarri, 84 Carrizo, 32 Brocchi, 87 Candreva, 18 Kozak, 39 Cavanda, 78 Zauri, 33 Stankevicius, 25 Rozzi). All.: Petkovic
JUVENTUS (3-5-2): Storari, Barzagli, Bonucci, Peluso, Isla, Vidal, Marrone (18' st Marchisio), Padoin (18 st Pirlo), Giaccherini (30' st Quagliarella), Giovinco, Vucinic. (1 Buffon, 34 Rubinho, 4 Caceres, 24 Lichtsteiner, 11 De Ceglie, 6 Pogba, 32 Matri). All. Conte
ARBITRO: Banti di Livorno
RETI: nel st 8' Gonzalez, 46' Vidal, 48' Floccari
ANGOLI: 10-1 per la Juventus
RECUPERO: 2' e 8'. Ammoniti: Giaccherini, Isla, Vidal, Bonucci, Andrè Dias e Konko per gioco scorretto, Floccari per comportamento antiregolamentare, Giovinco per simulazione
SPETTATORI: 50.000

ROMA - A quattro anni dall'ultimo successo in Coppa Italia, la Lazio torna ad assaporare la finale, battendo per 2-1 la Juventus all'Olimpico. I biancocelesti si mostrano più lucidi soprattutto nei momenti decisivi del match, di fronte a una Juve arrembante ma troppo nervosa, forse anche per gli strascichi del match contro il Genoa, poco attenta in fase difensiva. Ai bianconeri va sicuramente l'onore delle armi, al termine di una prova di grande intensità che, però, non basta a raggiungere la quindicesima finale nella storia juventina.

NOIA E RECRIMINAZIONI FINO AL RIPOSO - Il primo tempo, pur giocato a ritmi molto elevati, non è uno spot per il bel calcio: le due squadre si annullano, nonostante la Juventus provi a fare qualcosa in più. Storari non ha granché da fare fino all'intervallo, mentre Marchetti ha due occasioni per farsi notare quando siamo già nel recupero, sebbene le conclusioni di Vucinic e Giovinco non siano proprio trascendentali. Pari, invece, il conto delle recriminazioni: Banti sbaglia con equità, negando il rigore a Vucinic (falciato in uscita da Marchetti) così come farà, più tardi, con Klose, messo giù da Isla.

GONZALEZ SBLOCCA, HERNANES VA KO - La partita si fa subito più frizzante nella ripresa, nonostante i due tecnici non facciano sostituzioni all'intervallo. Al 7' è la Lazio a passare in vantaggio: Ledesma premia, con un cross pennellato, la penetrazione centrale di Gonzalez che, ignorato da Peluso, colpisce di testa in tuffo battendo inesorabilmente Storari. I biancocelesti, per qualche minuto, danno l'impressione di poter chiudere il match, ma poi vivono attimi di paura per Hernanes, che esce dal campo con la tempia sanguinante dopo uno scontro aereo con Marrone.

VIDAL ILLUDE LA JUVE - Conte prova a dare la sveglia ai suoi, inserendo Marchisio e Pirlo, ma ai bianconeri continua a mancare qualcosa negli ultimi sedici metri. Il pubblico dell'Olimpico contesta i sei minuti di recupero concessi da Banti (giustificati dallo stop per i soccorsi a Hernanes e dalle sei sostituzioni effettuate), forse temendo la beffa che puntualmente arriva. Se alla Juve manca qualcosa in fase di rifinitura, è una torre di Biava a fornire l'assist a Vidal, bravo ad anticipare Radu e insaccare in equilibrio precario.

FLOCCARI FA ESPLODERE L'OLIMPICO - La storia, però, stavolta sorride alla Lazio: alla ripresa del gioco, Mauri si procura e calcia un corner per la testa di Floccari, che sovrasta Vidal in elevazione e gira il pallone di testa verso l'angolo lontano. Non finisce qui, perché la Juve avrebbe il pallone del 2-2, che sarebbe valso la finale: lo spreca il febbricitante Marchisio, mandando fuori a porta vuota dopo la splendida respinta di Marchetti, impegnato severamente da Giovinco. Al 98', Banti fischia la fine: per la Lazio c'è la soddisfazione di un traguardo raggiunto e l'attesa, che durerà fino al 17 aprile, di conoscere la propria avversaria nell'atto conclusivo di Coppa Italia.

Il tecnico bianconero assume un atteggiamento ironico dopo la sconfitta con la Lazio, ma è chiara la tensione nell'ambiente dopo le recenti polemiche: "Vucinic si è tuffato, andava ammonito per simulazione. Giovinco ha avuto un calo di zuccheri"

TORINO - Conte accetta la nuova squalifica, d'accordo con la Juventus non fa ricorso. Conte il focoso si presenta adesso flemmatico come un lord inglese, lo sottolinea lui stesso: "La direzione di Banti è stata impeccabile. Vucinic si è tuffato, andava ammonito per simulazione. Proprio come Giovinco, che è caduto in area per calo di zuccheri. E a pensarci bene anche il gol di Peluso nella semifinale di andata era da annullare, per suo fallo".

Conte recita bene, con tutte le battute al momento giusto: "Abbiamo perso meritatamente. Non parliamo degli arbitri, non parliamo di niente". Si dà un tono british: "Adesso vedrete un Antonio Conte bon ton, un lord sotto tutti i punti di vista. Mi tolgo il cappello e dico buongiorno a tutti". Frequenta l'ovvio ironico: "Ora c'è la Champions, noi siamo in crisi, dobbiamo fare attenzione a ogni valutazione per non mettere a repentaglio, in nessun modo, la qualificazione". Gli riesce bene il passaggio tutto sommato rapido da mister Hyde a dottor Jekyll. Dalla sceneggiata del dopo Juve-Genoa alla recita del dopo Lazio-Juve di Coppa Italia. Ma è anche bravo a fare il marchese de Lapalisse, stile francese: "Sarà molto difficile rivincere lo scudetto in Italia, specialmente se non facciamo buoni risultati". Tutto studiato per evitare ulteriori polemiche, visto che di polemiche sempre in materia di arbitri e giudici si èdavvero fatto il pieno.

Il club ricorrerà per la squalifica a Bonucci, ma probabilmente senza procedura d'urgenza: con la certezza di non averlo contro il Chievo, con la speranza di averlo contro la Fiorentina. Allo studio attentissimo anche il ricorso per Marotta, trent'anni nel calcio senza mai una inibizione per fatti di campo e però stavolta accusato di atteggiamento minaccioso ed ingiurioso: e c'è persino più stupore che rabbia. Anche perché la rabbia pare davvero tutta contenuta, o comunque nascosta dietro allo scudo dell'ironia e del sarcasmo: "Il nostro nuovo corso è fatto di sorrisi e simpatia". Nuovo stile. Basta con l'accusa di una sudditanza arbitrale al contrario, post-Calciopoli e anti-Juve, che sinora ha permesso a troppi di sorridere quando la Signora si lamenta degli arbitri.

 
 
 
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