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27^ 2012-2013: Napoli - Juventus 1-1

Post n°988 pubblicato il 03 Marzo 2013 da resistenzabianconera
 

La gara chiave per lo scudetto termina in parità, con la capolista che mantiene 6 punti di vantaggio, con in più lo scontro diretto favorevole. Le reti nel primo tempo: apre Chiellini, protagonista di parecchi scontri con Cavani, pareggia Inler

NAPOLI: De Sanctis - Campagnaro, Cannavaro, Britos (46' Dzemaili) - Maggio, Behrami, Inler (84' Armero), Zuniga - Hamsik - Cavani, Pandev (66' Insigne). All. Mazzarri.
JUVENTUS: Buffon - Barzagli, Bonucci, Chiellini - Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio (90' Padoin), Peluso - Giovinco (73' Matri), Vucinic (85' Pogba). All. Conte.
ARBITRO: Orsato di Schio.
RETI: 9' Chiellini, 42' Inler.
NOTE: Terreno in buone condizioni. Ammoniti: Vidal, Behrami, Cavani, Zuniga, Cannavaro, Peluso. Espulso il dirigente del Napoli Bigon per proteste. Recupero: 1' e 3'

NAPOLI - La Juve è tanta, forse troppa. Troppa per il Napoli e per il campionato. Potrebbe vincere anche stavolta, non rischia quasi mai di perdere e ottiene un pareggio che vale un bel po' di futuro, lasciando ai bianconeri 6 punti di vantaggio da gestire in undici giornate. Tante ne mancano alla fine di un campionato che molto probabilmente la Juventus rivincerà. Con pieno merito.

Non è stato uno spettacolo di esattezza, Napoli-Juve, ma di emotività. Gli sfidanti hanno cercato di accendere la gara in ogni modo, procedendo a fiammate, a scatti poderosi ma effimeri; molto più solida la Juventus, più robusta di nervi e struttura fisica, migliore per ordine tattico e capacità di colpire. Il Napoli è andato sotto colpito da Chiellini di testa, ha pareggiato con un bel tiro occasionale e fortuito di Inler (c'è stata una deviazione a ingannare Buffon), poi ci si è messo pure l'arbitro Orsato: non ha visto un rigore su Lichtsteiner, una tirata di capelli di Chiellini a Cavani e soprattutto una gomitata di Cavani a Chiellini, autentico raptus da espulsione. A squadre invertite, le polemiche continuerebbero fino alla fine dei tempi.

Con il Napoli in dieci, la Juve ne avrebbe  probabilmente fatto un sol boccone. Ma anche così l'ha spolpato non poco, lasciandolo sfogare ma concedendogli pochissimo: il pareggio è giusto, né all'andata né al ritorno Mazzarri è venuto a capo di Conte. Il nervosismo dell'evento, cominciando dal pullman juventino

accolto a sassate dagli ultrà avversari e proseguendo con un'esplosione di petardi assordanti per novanta minuti più recupero, non ha scosso per niente i campioni d'Italia, sempre più vicini al loro scudetto numero 29. L'unica, vera insidia che potrebbe profilarsi all'orizzonte è la Champions League, a partire dai quarti di finale, perché non è facile vivere con la medesima intensità l'Europa e il campionato, ed è molto dispendioso. Però il margine sul Napoli e sugli altri è ampio, così come la capacità di gestire le situazioni. La trappola del San Paolo non ha funzionato, la tagliola non è scattata. E la lepre bianconera continua a correre.

 
 
 

26^ 2012-2013: Juventus - Siena 3-0

Post n°987 pubblicato il 24 Febbraio 2013 da resistenzabianconera
 

Lichsteiner, Giovinco e Pogba lanciano i bianconeri. Conte stacca il Napoli in attesa del posticipo.


JUVENTUS (3-5-2): Buffon 7; Barzagli 7, Bonucci 6, Peluso 6; Lichtsteiner 6,5, Pogba 7, Pirlo 6.5, Marchisio 6,5, Asamoah 5,5 (32' st Chiellini 6); Giovinco 6.5 (36' st Giaccherini 6), Vucinic 5,5 (20' st Matri 5,5). In panchina: Storari, Rubinho, Padoin, Isla, Vidal, Marrone, Quagliarella, Anelka. Allenatore: Conte.
SIENA (3-4-2-1): Pegolo 5,5; Jorge Teixeira 5.5, Terlizzi 6,5, Felipe 5,5; Belmonte 5,5, Bolzoni 5, Della Rocca 6 (47' st Verre sv), Rubin 6; Rosina 5.5 (26' st Agra 6,5), Valiani 5 (20' st Pozzi 5,5); Emeghara 6. In panchina: Farelli, Paci, Bruno Uvini, Mannini, Bogdani, Calello, Matheu, Agra, Grillo, Reginaldo. Allenatore: Iachini.
ARBITRO: Celi di Bari.
RETI: 30' pt Lichtsteiner, 30' st Giovinco, 44' st Pogba.
NOTE: Giornata fredda, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 25 mila circa. Ammoniti: Bonucci, Della Rocca. Angoli: 6-2. Recupero: 1'; 2'.

Prendendo alla lettera Antonio Conte, la Juve si presenta sul campo considerando il Siena un’ottima squadra, e come tale la tritura: cioè non giocando sempre da applausi, ma in maniera molto pratica e, alla fine, spremendo il massimo dal pomeriggio. Tanto che il tre a zero del gong è quasi troppo largo rispetto alla bellezza del gioco, ma non per la concentrazione messa in battaglia. I bianconeri vanno quindi a più sette sul Napoli, in attesa del posticipo del lunedì della squadra di Mazzarri, a Udine. E venerdì prossimo, al San Paolo, verrà il gran duello scudetto. 

Nel primo tempo comanda solo la Juve, che mette in fila almeno quattro tiri nello specchio della porta nemica, e altri due sparati alti. Magari ci vorrebbe più mira, se poi i bianconeri andranno in vantaggio con un’uscita rivedibile di Pegolo, che spedisce la palla sullo stinco destro di Lichtsteiner, e da lì, come un flipper, in porta. Prima ci aveva provato Pirlo, su punizione (al 6’, alta) e lo stesso Lichtsteiner, dopo un bel triangolo con Vucinic (15’). Nel frattempo la curva juventina scalda le ugole per il match scudetto: “Noi non siamo napoletani” e “O Vesuvio lavali col fuoco”. Evviva il fair play e altro multone in arrivo. 

La Juve sta giocando bene, ma ha il peccato di finire nell’accademia, come al 17’, quando un fantastico flipper Pogba-Vucinic finisce con un passaggio nella terra di nessuno, perché il montenegrino non tira neppure con la pistola alla testa. Vucinic si rifà, in parte, con una deliziosa sponda per Marchisio: stavolta Pegolo c’è. Ancora il portiere senese su botta in corsa di Giovinco. L’assedio ha cotto il Siena per il gol. alla mezz’ora: bella palla di Vucinic, Pegolo anticipa Lichtsteiner, deviando però la palla sulla tibia destra, e nella propria porta. I bianconeri di casa, insistono, ma il tiro di Asamoah è troppo centrale. 

Ripresa. La Juve cerca subito il raddoppio, quando dopo 13 minuti Barzagli apre il contropiede per Giovinco, che mette in mezzo a Vucinic: il centravanti non ci arriva. Accademia, ancora, ma da applausi: al 15’, tentativo di pallonetto di Pirlo, largo di poco. Siamo già dalle parti del raddoppio: 29’, punizione rasoterra di Pirlo, da gran furbone, pisolone della difesa senese, e Giovinco stampa il sinistro in corsa sotto la traversa. 

C’è anche il Siena. E, per fortuna della Juve, anche Buffon: un minuto dopo il portiere juventino mette sulla traversa il colpo di testa di Emerghara. Ancora Buffon, otto minuti dopo, su Agra. Minuto 39, non c’è Buffon, ma il palo sì, sulla gran botta da fuori di Terlizzi. Nel ramo sventole, però. Pogba ha preso la laurea: al 44’, prende la mira, e spedisce il missile nell’angolo basso, dove Pegolo non può arrivare. Tre a zero e quinto gol in campionato per il francesino sfilato al Manchester United, schierato oggi al posto di Vidal, ammaccato. Nella ripresa c’è anche spazio per Matri, tenuto a riposo perché a rischio squalifica, e Chiellini, tornato in campo dopo due mesi abbondanti di infermeria. Ormai è pronto per Napoli, venerdì sera.  


 
 
 

Conte vince la panchina d'oro. PREMIO BULGARELLI N.8: IL VINCITORE E' ANDREA PIRLO

Post n°986 pubblicato il 18 Febbraio 2013 da resistenzabianconera

L'allenatore bianconero ha vinto l'edizione 2011-2012, stagione in cui ha trionfato in campionato e raggiunto la finale di coppa Italia. Zeman riconosciuto come migliore tecnico della serie B al Pescara. Per la Lega Pro oro a Toscano (Ternana) e argento a Battistini (Perugia).

COVERCIANO - La panchina d'oro edizione 2011-2012 è stata assegnata all'attuale tecnico della Juventus Antonio Conte. "E' un bellissimo riconoscimento perché viene dai colleghi, sono contento. Ringrazio chi mi ha votato per questo premio ambitissimo per chi fa la nostra professione, che mi spinge a cercare di migliorare sempre", ha commentato l'allenatore bianconero, vincitore nella scorsa stagione dello scudetto e finalista in coppa Italia.

Al tecnico bianconero viene chiesto se l'aver fatto anche un po' di gavetta gli è servito nel momento in cui è arrivato alla Juventus: "E' un valore importante, infatti con soddisfazione ricordo che ho vinto a Bari la 'Panchina d'Argento'. Avere un percorso è molto importante, ti aiuta nel passaggio a squadre più importanti". Sulle difficoltà di imporsi da parte degli allenatori giovani in Italia, Conte aggiunge: "Se uno è bravo, è bravo anche a 35 anni. I dirigenti devono avere le capacità nel trovare l'allenatore giusto vedendo come giocano le squadre. Il nostro miglior spot è appunto far vedere come giocano le nostre squadre". Infine l'allenatore rispedisce al mittente le insinuazioni sulla punizione che avrebbe imposto alla squadra dopo la sconfitta di Roma e cioè allenamento alle 8 di mattina. "E' lo stesso orario di quando facciamo dei test. Era una cosa già programmata, penso sia azzardato dire che c'è stato da parte mia una punizione, non ho niente da punire".

La panchina d'argento per la serie B è stata assegnata a Zdenek Zeman, lo scorso anno alla guida del Pescara. " I ringraziamenti più grandi per questa mia vittoria vanno alla società abruzzese ed ai giocatori che ho allenato, che mi hanno permesso di fare il calcio come piace a me", ha commentato il tecnico boemo. Per la Lega Pro panchina d'oro a Domenico Toscano (Ternana), e argento a Francesco Battistini (Perugia). Entrambi gli allenatore hanno guidato le due squadre alla promozione rispettivamente in serie B e in prima divisione. 

Il centrocampista della Juventus e della nazionale italiana Andrea Pirlo ha vinto il premio 'Bulgarelli number 8' assegnato alla miglior mezzala dell'anno dall'Aic e dall'associazione che porta il nome della storica bandiera rossoblu'. Gli altri due finalisti erano Xabi Alonso e Yaya Toure'. Il riconoscimento gli e' stato consegnato a Bologna. Nella giuria anche Fabio Capello, Gianni Rivera e Sandro Mazzola.

 
 
 

25^ 2012-2013: Roma - Juventus 1-0

Post n°985 pubblicato il 17 Febbraio 2013 da resistenzabianconera
 

ROMA (3-4-2-1): Stekelenburg; Piris, Burdisso, Marquinhos; Torosidis, De Rossi, Pjanic (23'st Bradley), Marquinho (38'st Balzaretti); Lamela, Totti (43'st Florenzi); Osvaldo. In panchina: Goicoechea, Lobont, Romagnoli, Taddei, Lucca, Tachtsidis, Perrotta, Lopez. Allenatore: Andreazzoli.
JUVENTUS (3-5-2): Buffon 6.5; Barzagli 6, Bonucci 6, Caceres 6.5; Lichtsteiner 5.5, Vidal 5.5 (26'st Anelka 6), Pirlo 6, Pogba 5.5, Asamoah 5 (11'st Padoin 5.5); Matri 5, Vucinic 4 (11'st Giovinco 5). In panchina: Storari, Rubinho, Giaccherini, Quagliarella, Isla, Marrone. Allenatore: Conte 5.
ARBITRO: Rocchi di Firenze.
RETE: 13'st Totti.
NOTE: serata fredda, terreno in buone condizioni. Ammoniti: De Rossi, Totti, Lichtsteiner, Matri, Pirlo. Angoli: 7-3 per la Juventus. Recupero: 2' pt; 4' st

Tre partite contro altrettanti avversari di rango in sette giorni, sono un tour de force che spreme energie fisiche e mentali. la Juve, tra Fiorentina e Celtic, ne ha spese moltissime e all’Olimpico paga pegno, di fronte ad una Roma a caccia disperata di punti e di riscatto dopo le recenti delusioni.

Per invertire la rotta Andreazzoli manda in campo l’artiglieria pesante, con il tridente Lamela, Osvaldo, Totti. Il talento non manca e le verticalizzazioni improvvise impegnano la difesa bianconera, come quando, dopo una decina di minuti, Osvaldo salta Buffon in uscita e mette in mezzo, trovando il puntuale intervento di Bonucci.

La Juve non concede altro e con il passare dei minuti schiaccia gli avversari nella loro metà campo. Pirlo batte una punizione dai venticinque metri e costringe Stekelenburg a un tuffo prodigioso per  togliere il pallone dall’angolino.

Il regista bianconero, alla mezz’ora, prende un brutto colpo sul ginocchio destro da Totti, che entra con il piede a martello e viene ammonito. Andrea rimane comunque in campo a dirigere le operazioni, ma il gioco è spezzettato e il primo tempo si trascina stancamente alla fine.

Ben più vivo l’inizio della ripresa, con Osvaldo e Vucinic che sfiorano il palo, il primo con un diagonale rasoterra, il secondo con una sventola dal limite.

Al 6’ Buffon risponde da campione al destro di Pjanic, mentre Stekelenburg chiude su Matri, che si libera in area calcia sul primo palo, trovando solo un angolo.

All’11’ Conte cambia: fuori Vucinic e Asamoah, dentro Giovinco e Padoin. Non c’è il tempo di vedere l’effetto delle sostituzioni che la Roma passa. Buffon ribatte un insidioso colpo di testa di Osvaldo, ma due minuti dopo non può nulla sulla sassata di Totti da fuori area.

Le tossine di Glasgow si fanno sentire e il pressing giallorosso, portato molto alto, non consente una reazione immediata. Conte allora, dopo averlo fatto esordire in Champions, lancia anche in campionato Anelka al posto di Vidal, passando al tridente.

Il francese ha personalità ed esperienza, arretra spesso a chiedere il pallone per far salire la squadra, ma la Roma è brava a chiudersi e a ripartire in contropiede e creare occasioni per il pareggio è un’impresa.

Un’impresa che, questa volta, non riesce ai bianconeri.


Il tecnico salentino bacchetta i bianconeri: "Ognuno è andato per conto suo e poi c'è chi mi ha detto che se la sentiva di giocare e poi in campo non ha reso". Poi torna a lamentarsi per il calendario: "Abbiamo avuto un giorno in meno per riposare"

ROMA - "Non abbiamo giocato da squadra". Antonio Conte sa da cosa è difesa la sconfitta della Juve contro la Roma. "Se non giochiamo da squadra ci può battere chiunque... Ma abbiamo pagato anche il fatto di aver giocato in Champions e di aver avuto un giorno in meno per riposare". Conte, che già si era lamentato la scorsa settimana di dover giocare con la Roma di sabato, ribadisce il concetto: "Avevo già detto in tempi non sospetti, anche prima di giocare contro la Fiorentina, che non mi aveva fatto piacere giocare di sabato, poi martedì e di nuovo di sabato. Mi auguro che in futuro, quando si farà il calendario, ci sarà un minimo di rispetto in più per una squadra che sta portando il nome dell'Italia in Europa".
 
OGNUNO E' ANDATO PER CONTO SUO - La squadra però sul campo non ha mostrato quanto fatto vedere in altre occasioni... "Quando non facciamo le cose provate in allenamento, quando non suoniamo lo spartito poi si stona tutti - aggiunge l'allenatore salentino -. Oggi ognuno è andato 'a braccio suo'. Questo mi spiace, mi auguro che si faccia sempre un passo avanti e oggi invece la squadra ne ha fatto uno indietro. Mi auguro che ci serva come esperienza perché è troppo importante per far andare avanti la squadra".
 
SBAGLIATE LE SCELTE - Conte ha poi spiegato le scelte: "Ho parlato chiaramente alla squadra, ho chiesto che mi dicessero chi non se la sentiva di giocare.
Mi sono aperto alla squadra e nessuno si è tirato fuori. Non mi sento di imputare nulla alle scelte. Come la fai la fai, la sbagli. Oggi ho preferito che le scelte venissero fatte in maniera serena, poi il campo ha dato una risposta negativa. Mi spiace, poi alla fine sbaglio io... Cerchiamo di fare tesoro".
 
LA ROMA CI HA SORPRESO - Sulla sconfitta, infine, Conte non esclude che possa aver inciso il fatto di sapere poco della nuova Roma di Andreazzoli: "Non avevamo grossi riferimenti, perché alla fine non sapevamo molte cose sullo schieramento. Ha pesato anche questo. Avessimo avuto altre notizie, saremmo stati più bravi e preparati", ha detto ancora.

 
 
 

Ottavi Champions League: Celtic - Juventus 0-3

Post n°984 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da resistenzabianconera
 

L’esordio di conte in europa si chiude con un trionfo

Celtic (4-3-2-1): Forster 5; Lustig 6 (14'st Matthews 5.5), Wilson 5, Ambrose 4.5, Izaguirre 6, Wanyama 6.5, Mulgrew 6, Forrest 5.5, Brown 5.5 (35' st Kayal sv), Commons 6 (29' st Watt sv); Hooper 5.5. (24 Zaluska, 7 Miku, 11 Nouioui, 16 Ledley). All. Lennon.
Juventus (3-5-2): Buffon 7, Barzagli 7, Bonucci 6.5, Caceres 6.5, Peluso 7 (24' st Padoin 6), Marchisio 7, Pirlo 6.5, Vidal 6, Lichtsteiner 6, Vucinic 6.5 (42'st Anelka sv), Matri 7.5 (35'st Pogba sv). (30 Storari, 12 Giovinco, 27 Quagliarella, 39 Marrone). All. Conte.
Arbitro: Undiano Mallenco (Spa) 6.5.
Reti: nel pt 3' Matri, nel st 32' Marchisio, 38' Vucinic
Angoli: 9-3 per il Celtic
Recupero: 1'e 3'
Ammoniti: Lichtsteiner, Hopper, Padoin, Brown per comportamento non regolamentare, Forrest per gioco falloso.
Spettatori: 63.000 (2.700 tifosi della Juventus).


Una Juve cinica, spietata, tremendamente matura nel saper resistere alla confusionaria foga del Celtic e nel colpire con precisione chirurgica: la banda di Conte compie un vero capolavoro e torna dalla Scozia con una vittoria pesantissima, per punteggio e significato. Il 3-0 non solo è una bella assicurazione in vista del ritorno, ma è anche il sigillo della prima vittoria bianconera al Celtic Park.
E non è cosa da poco, perché la casa del Celtic conferma la sua fama di campo caldissimo ancor prima del calcio d’inizio e, una volta iniziata la gara,  spinge subito in avanti gli scozzesi. Così, dopo appena un minuto, Buffon deve deviare in angolo il destro dai venticinque metri di Wanyama.

Ne passano altri due e il boato si spegne improvvisamente: le uniche voci che si sentono sono quelle dei tifosi bianconeri, che esplodono quando Matri  scatta sul lancio di Peluso vince un duello con Wilson al limite e a supera Forster. Il pallone varca lentamente la linea, ma il signor Mallenco lascia correre. A spazzare via i dubbi ci pensa Marchisio, che riprende la respinta della difesa e spara in rete da due passi. Il gol viene comunque giustamente assegnato a Matri, visto che la palla era nettamente entrata

La reazione del Celtic è veemente e Wanyama scalda  ancora i guantoni di Buffon con un rasoterra da fuori area, mentre per la Juve è  Marchisio il più pericoloso e all’8’ arriva puntuale sul cross di Caceres, ma in acrobazia non centra la porta.

Gli scozzesi sono indemoniati e, visto l’ottimo lavoro di Barzagli e compagni, devono ricorrere alle conclusioni dalla distanza. Buffon c’è sempre. Al 15’ Commons arriva il corsa sul cross dalla sinistra di Izaguirre, colpisce all’altezza del dischetto e spedisce il pallone al secondo anello della curva. Ben più insidiosa la sua rovesciata al 28’, con il pallone che sfiora il palo alla destra di Buffon.

La Juve cerca il possesso palla per abbassare il ritmo della gara e per scavalcare l’affollato centrocampo ricorre i lanci di Bonucci e Pirlo, che creano qualche imbarazzo nella difesa di Lennon. Il tasso di agonismo rimane altissimo, il Celtic fa la partita, ma il muro bianconero resiste.

Il copione si mantiene identico nella ripresa. Le ripartenze della Juve vengono vanificate dalla poca precisione e l’identica pecca frena le azioni scozzesi. Insomma in campo dominano i muscoli più del fosforo e lo spettacolo è dato dall’intensità e non dalla qualità delle giocate. La prova sta nel fatto che, per quanto il Celtic si danni l’anima, Buffon deve intervenire per la prima volta nella ripresa solo al 18’, per bloccare una zuccata di Ambrose.

Pochi minuti dopo Vucinic ha sul destro il pallone buono per raddoppiare, ma cerca di piazzare il pallone invece che spaccare la porta e la difesa respinge. A forza di spingere senza costrutto, collezionando nient’altro che calci d’angolo, il Celtic perde mordente e la maggior classe dei bianconeri viene fuori con prepotenza: alla mezz’ora, il pallone viaggia velocissimo da una parte all’altra del campo, tagliato orizzontalmente sulla tre quarti. Marchisio dà a Padoin e si proietta in area, dove riceve la sponda di Matri. La finta a rientrare spiazza la difesa e il destro che infila alle spalle di Forster ammutolisce per la seconda volta il Celtic Park.

I tifosi biancoverdi non hanno neanche il tempo di riaversi dalla delusione che devono sopportarne una terza: Marchisio questa volta veste i panni dell’uomo assist e imbecca Vucinic in area che supera il portiere scozzese in uscita.

E’ una festa solo bianconera, che si conclude in bellezza al 41’, quando il montenegrino lascia il campo e fa spazio all’esordio in bianconero di Anelka che torna nel calcio europeo dalla porta principale e in una serata da ricordare. Una serata che riporta definitivamente la Juve nell’Olimpo del calcio.

 
 
 

24^ 2012-2013: Juventus - Fiorentina 2-0

Post n°983 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da resistenzabianconera
 

Vucinic e Matri stendono i viola. I bianconeri dominano di prepotenza il primo tempo. Una sola parata vera per Buffon

JUVENTUS (3-5-2): Buffon, Barzagli, Marrone, Peluso, Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, De Ceglie (12' st Caceres), Matri (30' st Pogba), Vucinic (15' st Giovinco ). (30 Storari, 34 Rubinho, 20 Padoin, 24 Giaccherini, 18 Anelka, 27 Quagliarella). All. Alessio
FIORENTINA (3-5-2): Viviano, Roncaglia, Rodriguez, Savic (1' st Tomovic), Cuadrado, Romulo, Pizarro, Borja Valero, Pasqual, Toni (10' st El Hamdaoui), Jovetic (27' st Lijaic) (12 Lupatelli, 89 Neto, 5 Compper, 19 Llama, 27 Wolski, 18 Larrondo, 28 Capezzi, 29 Bernardeschi). All. Montella
Arbitro: Mazzoleni
Reti: 20' Vucinic, 41' Matri
Angoli: 4-4
Recupero: 1' e 4'
Ammoniti: Cuadrado, Marchisio, Peluso per gioco falloso, Viviano e Pizarro per comportamento non regolamentare.
Spettatori: 40517, incasso 1.532.530

Basta un primo tempo di una Juve bella e feroce come non s’avvistava da un mese e mezzo per stendere la Fiorentina: oltre ai gol, di Vucinic (20’) e Matri (41’), i bianconeri hanno dominato di prepotenza i primo 45’ prendendo a pallate Viviano. Dall’altra parte, Buffon ha fatto una sola vera parata, su rasoterra di Jovetic, poi cancellato dal prato da uno strepitoso Andrea Barzagli.  

La ripresa è stata un esercizio di pilotaggio automatico per Pirlo e compagnia, che hanno fatto girare la testa al nemico, fabbricando pure le occasioni per trasformare il 2-0 in una goleada. 

In una serata del genere, per Antonio Conte le uniche brutte notizie arrivano dall’infermeria: Vucinic è stato costretto a uscire per noie muscolari e solo domani se ne saprà di più, sull’uscio della Champions League, a Glasgow. Le altre sono arrivate dai cartellini gialli di Mazzoleni: uno a testa a Marchisio e Peluso che, diffidati, non potranno giocare sabato sera a Roma, contro i giallorossi. 

Resta comunque una gran serata per la Juve, che ha macinato il nemico come non succedeva da tempo. Pressing alto, ritmo forsennato e combinazioni precise, la squadra di Conte ha soprattutto rilucidato il terzetto di centrocampo che l’ha resa mostruosa: Vidal, Pirlo, Marchisio. Specie in cileno, che ha apparecchiato il raddoppio di Matri con un’azione da sigla tv: stop elegante, finta a depistare tutta la difesa, e gran assist per il compagno.  

La prima rete era stata di Vucinic, che aveva trasformato la respinta balorda di Roncaglia in una sventola per un non sovrumano Viviano. Da lì in poi la Fiorentina, poco a poco, è scomparsa dal campo: tanto fumo Quadrado, s’è smarrito per strada anche Pizarro. La formazione di Montella ha così pagato salatissimo una difesa imbarazzante, nei disimpegni. Dall’altra parte, lo stesso reparto, è stato invece di cemento armato, grazie a Barzagli che ha disarmato Jovetic. A proposito dell’asso montenegrino, queste sarebbero le partite in cui dimostrare di valere trenta milioni di euro: invece, non è pervenuto.

 
 
 

23^ 2012-2013: Chievo - Juventus 1-2

Post n°982 pubblicato il 04 Febbraio 2013 da resistenzabianconera
 

Magia di Matri e gol di Lichsteiner: bianconeri di nuovo a +3 sul Napoli. Rimandato il debutto di Anelka

Chievo (5-3-2): Puggioni; Sampirisi (1' st Seymour), Andreolli, Dainelli, Cesar (1' st Acerbi), Jokic; Cofie (29' st Pellissier), Rigoni, Hetemaj; Paloschi; Thereau. (Squizzi, Ujkani, Papp, Farkas, Frey, Spyropoulos, Vacek, Guana, Stoian). All.: Corini
Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6, Marrone 6.5, Caceres 6; Lichtsteiner 7 (34' st Padoin 6), Vidal 7, Pirlo 6.5, Pogba 6, De Ceglie 6; Giovinco 6 (13' st Quagliarella 6), Matri 7(44' st Isla s.v.). (Rubinho, Storari, Peluso, Giaccherini, Anelka). All.: Conte (squalificato, in panchina Alessio 6.5)
Arbitro: Bergonzi di Genova
Reti: 10' pt Matri, 42' pt Lichtsteiner, 7' st Thereau
Ammoniti: Cesar, De Ceglie e Cofie per gioco falloso
Recupero: 0 e 3'

La prima trasferta del 2013 con la sicurezza della capolista, nonostante un po’ troppo self control nella ripresa, riconsegna alla Juve la cima della classifica, divisa per una notte con il Napoli. 

A Verona, in una contea Chievo inospitale da cinque anni, ai bianconeri è bastato il primo tempo: gol di Matri, dopo 10 minuti, bis di Lichtsteiner sull’uscio dell’intervallo (41’ pt). Il Chievo ha messo il naso fuori, e un po’ meno monotonia alla partita, in avvio di ripresa, infilando Buffon con un forte tiro di Thereau, forse lievemente deviato da Caceres.  

Da lì in poi, però, la Juve non ha mai corso grandi rischi, come del resto il Chievo, visto che i bianconeri si sono limitati a gestire anche troppo la partita: sul 2-1 non proprio il massimo, se in questo inizio d’anno la squadra di Conte aveva già subito cinque rimonte (Coppa Italia compresa). Un contropiede del Chievo, che pure avrebbe avuto l’occasione di innescarne, avrebbe potuto rovinare l’ennesima domenica a Conte, tornato rinchiuso in un box tv, per le due giornate di squalifica. 

La Juve è partita con il volante della gara in mano, passando in vantaggio dopo dieci minuti su una bellissima combinazione tra Vidal-Matri: il cileno con un morbido lancio ha pescato in area la punta che, con un gran sinistro al volo, da posizione angolata, ha battuto Puggioni. Poteva concedere il replay Giovinco, dieci minuti più tardi, ma dopo il triangolo con Matri, ha toccato fuori il diagonale. 

E’ toccato a Lichtsteiner mettere al sicuro la partita, spedendo dentro con un forte tiro un tocco di Giovinco, ben servito in area da Matri, il migliore dei suoi. La partita ha avuto un sussulto con il gol di Thereau, su una respinta corta della difesa juventina, ma poi l’encefalogramma delle emozioni è stato piattissimo. Tranne dopo il gol, quando lo stadio, esaurito e per la maggioranza bianconero, è esploso di gioia, come pure i giocatori: dopo tre partite, i bianconeri tornano alla vittoria. 

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LE PAGELLE

Lichtsteiner 7 - Partiamo dal MVP di giornata. Corre, ma quanto corre. Oltre alla quantità l'intelligenza di attaccare ogni singolo spazio. Sbaglia un gol grande come una casa ma si riscatta tre minuti dopo battendo Puggioni. Rete del 2-0 e partita in cassaforte, poi esce stremato, ma contento. Ah, infine quella statistica curiosa: i suoi 5 gol con la maglia bianconera sono tutti legati a Conte. Il primo gol dell'era Conte è stato suo, poi ha segnato in casa dell'Atalanta dove Antonio era un ex, in rete anche nella prima giornata in cui l'allenatore era squalificato e contro il Palermo quando è tornato nove mesi dopo. E oggi Conte era squalificato...

Matri 6,5 - Parte titolare e sfrutta l'occasione come meglio non potrebbe. Nei primi muniti riceve subito gli elogi per i suoi tagli: questo lo carica e al 10' trova un gol meraviglioso. Se coccolato è ancora un grande attaccante.

Puggioni 6,5 - Il neo acquisto Ujkani farà fatica a diventare titolare. Dopo la grande gara contro la Lazio il portiere si conferma.

Paloschi 6 - Gasato per essere passato al Chievo a titolo definitivo prova, fa di tutto, per andare in gol. Si sbatte, ma sulla sua strada trova un muro formato da Buffon e difesa.

 
 
 

Sem.Fin. Coppa Italia 2012-2013: Lazio - Juventus 2-1

Post n°981 pubblicato il 31 Gennaio 2013 da resistenzabianconera
 

Floccari regala la finale al 93'
Alvaro Gonzalez apre i giochi, Vidal pareggia al 90’. Di Floccari il gol decisivo nei minuti di recupero. Proteste bianconere per un rigore non concesso nel primo tempo. Conte fa l'ironico: "Vucinic si è buttato"

LAZIO (3-5-1-1): Marchetti, Biava, Dias, Ciani, Konko, Gonzalez (44' st Cana) , Ledesma, Hernanes (17' st Lulic), Radu, Mauri, Klose (18' st Floccari). (1 Bizzarri, 84 Carrizo, 32 Brocchi, 87 Candreva, 18 Kozak, 39 Cavanda, 78 Zauri, 33 Stankevicius, 25 Rozzi). All.: Petkovic
JUVENTUS (3-5-2): Storari, Barzagli, Bonucci, Peluso, Isla, Vidal, Marrone (18' st Marchisio), Padoin (18 st Pirlo), Giaccherini (30' st Quagliarella), Giovinco, Vucinic. (1 Buffon, 34 Rubinho, 4 Caceres, 24 Lichtsteiner, 11 De Ceglie, 6 Pogba, 32 Matri). All. Conte
ARBITRO: Banti di Livorno
RETI: nel st 8' Gonzalez, 46' Vidal, 48' Floccari
ANGOLI: 10-1 per la Juventus
RECUPERO: 2' e 8'. Ammoniti: Giaccherini, Isla, Vidal, Bonucci, Andrè Dias e Konko per gioco scorretto, Floccari per comportamento antiregolamentare, Giovinco per simulazione
SPETTATORI: 50.000

ROMA - A quattro anni dall'ultimo successo in Coppa Italia, la Lazio torna ad assaporare la finale, battendo per 2-1 la Juventus all'Olimpico. I biancocelesti si mostrano più lucidi soprattutto nei momenti decisivi del match, di fronte a una Juve arrembante ma troppo nervosa, forse anche per gli strascichi del match contro il Genoa, poco attenta in fase difensiva. Ai bianconeri va sicuramente l'onore delle armi, al termine di una prova di grande intensità che, però, non basta a raggiungere la quindicesima finale nella storia juventina.

NOIA E RECRIMINAZIONI FINO AL RIPOSO - Il primo tempo, pur giocato a ritmi molto elevati, non è uno spot per il bel calcio: le due squadre si annullano, nonostante la Juventus provi a fare qualcosa in più. Storari non ha granché da fare fino all'intervallo, mentre Marchetti ha due occasioni per farsi notare quando siamo già nel recupero, sebbene le conclusioni di Vucinic e Giovinco non siano proprio trascendentali. Pari, invece, il conto delle recriminazioni: Banti sbaglia con equità, negando il rigore a Vucinic (falciato in uscita da Marchetti) così come farà, più tardi, con Klose, messo giù da Isla.

GONZALEZ SBLOCCA, HERNANES VA KO - La partita si fa subito più frizzante nella ripresa, nonostante i due tecnici non facciano sostituzioni all'intervallo. Al 7' è la Lazio a passare in vantaggio: Ledesma premia, con un cross pennellato, la penetrazione centrale di Gonzalez che, ignorato da Peluso, colpisce di testa in tuffo battendo inesorabilmente Storari. I biancocelesti, per qualche minuto, danno l'impressione di poter chiudere il match, ma poi vivono attimi di paura per Hernanes, che esce dal campo con la tempia sanguinante dopo uno scontro aereo con Marrone.

VIDAL ILLUDE LA JUVE - Conte prova a dare la sveglia ai suoi, inserendo Marchisio e Pirlo, ma ai bianconeri continua a mancare qualcosa negli ultimi sedici metri. Il pubblico dell'Olimpico contesta i sei minuti di recupero concessi da Banti (giustificati dallo stop per i soccorsi a Hernanes e dalle sei sostituzioni effettuate), forse temendo la beffa che puntualmente arriva. Se alla Juve manca qualcosa in fase di rifinitura, è una torre di Biava a fornire l'assist a Vidal, bravo ad anticipare Radu e insaccare in equilibrio precario.

FLOCCARI FA ESPLODERE L'OLIMPICO - La storia, però, stavolta sorride alla Lazio: alla ripresa del gioco, Mauri si procura e calcia un corner per la testa di Floccari, che sovrasta Vidal in elevazione e gira il pallone di testa verso l'angolo lontano. Non finisce qui, perché la Juve avrebbe il pallone del 2-2, che sarebbe valso la finale: lo spreca il febbricitante Marchisio, mandando fuori a porta vuota dopo la splendida respinta di Marchetti, impegnato severamente da Giovinco. Al 98', Banti fischia la fine: per la Lazio c'è la soddisfazione di un traguardo raggiunto e l'attesa, che durerà fino al 17 aprile, di conoscere la propria avversaria nell'atto conclusivo di Coppa Italia.

Il tecnico bianconero assume un atteggiamento ironico dopo la sconfitta con la Lazio, ma è chiara la tensione nell'ambiente dopo le recenti polemiche: "Vucinic si è tuffato, andava ammonito per simulazione. Giovinco ha avuto un calo di zuccheri"

TORINO - Conte accetta la nuova squalifica, d'accordo con la Juventus non fa ricorso. Conte il focoso si presenta adesso flemmatico come un lord inglese, lo sottolinea lui stesso: "La direzione di Banti è stata impeccabile. Vucinic si è tuffato, andava ammonito per simulazione. Proprio come Giovinco, che è caduto in area per calo di zuccheri. E a pensarci bene anche il gol di Peluso nella semifinale di andata era da annullare, per suo fallo".

Conte recita bene, con tutte le battute al momento giusto: "Abbiamo perso meritatamente. Non parliamo degli arbitri, non parliamo di niente". Si dà un tono british: "Adesso vedrete un Antonio Conte bon ton, un lord sotto tutti i punti di vista. Mi tolgo il cappello e dico buongiorno a tutti". Frequenta l'ovvio ironico: "Ora c'è la Champions, noi siamo in crisi, dobbiamo fare attenzione a ogni valutazione per non mettere a repentaglio, in nessun modo, la qualificazione". Gli riesce bene il passaggio tutto sommato rapido da mister Hyde a dottor Jekyll. Dalla sceneggiata del dopo Juve-Genoa alla recita del dopo Lazio-Juve di Coppa Italia. Ma è anche bravo a fare il marchese de Lapalisse, stile francese: "Sarà molto difficile rivincere lo scudetto in Italia, specialmente se non facciamo buoni risultati". Tutto studiato per evitare ulteriori polemiche, visto che di polemiche sempre in materia di arbitri e giudici si èdavvero fatto il pieno.

Il club ricorrerà per la squalifica a Bonucci, ma probabilmente senza procedura d'urgenza: con la certezza di non averlo contro il Chievo, con la speranza di averlo contro la Fiorentina. Allo studio attentissimo anche il ricorso per Marotta, trent'anni nel calcio senza mai una inibizione per fatti di campo e però stavolta accusato di atteggiamento minaccioso ed ingiurioso: e c'è persino più stupore che rabbia. Anche perché la rabbia pare davvero tutta contenuta, o comunque nascosta dietro allo scudo dell'ironia e del sarcasmo: "Il nostro nuovo corso è fatto di sorrisi e simpatia". Nuovo stile. Basta con l'accusa di una sudditanza arbitrale al contrario, post-Calciopoli e anti-Juve, che sinora ha permesso a troppi di sorridere quando la Signora si lamenta degli arbitri.

 
 
 

22^ 2012-2013 Juventus - Genoa 1-1

Post n°980 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da resistenzabianconera
 

Juventus-Genoa 1-1, Borriello replica a Quagliarella. Furia Conte con l'arbitro
Apre l'attaccante bianconero, risponde l'ex di turno: è però Guida di Torre Annunziata a diventare protagonista, negando tre rigori (uno ai rossoblù, due ai bianconeri) e sbagliando quasi tutto nell'arco dei 90 minuti. Finale carico di veleni: faccia a faccia del tecnico con il direttore di gara

Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6, Bonucci 6, Caceres 6; Lichtsteiner 7, Vidal 6.5, Pogba 6, Marchisio 5.5 (37' st Beltrame sv), De Ceglie 5.5 (28' st Giaccherini 6); Quagliarella 6 (24' st Giovinco 5.5), Vucinic. (Rubinho, Storari, Marrone, Peluso, Isla, Padoin). All.: Conte
Genoa (5-3-2): Frey 6.5; Pisano 5.5, Granqvist 6, Manfredini 6 (21' st Rossi 6), Moretti 6, Antonelli 6.5; Kucka 6.5, Matuzalem 6, Olivera 5 (14' st Bertolacci 6); Floro Flores 5.5, Immobile 5.5 (14' st Borriello 6.5). (Donnarumma, Tzorvas, Sampirisi, Jorquera, Nadarevic, Toszer). All.: Ballardini
Arbitro: Guida di Torre Annunziata 4
Reti: 9' st Quagliarella, 23' st Borriello
Ammoniti: Granqvist, Borriello, Antonelli e Matuzalem per gioco falloso, Lichtsteiner e Vucinic per proteste

Allo Juventus Stadium Ballardini sceglie il 3-5-2 e lancia Floro Flores in coppia con Immobile, una novità tattica che produce l’effetto sperato perché nei primi 20 minuti il Genoa si difende con ordine e arriva diverse volte nell’area avversaria.  

Le conclusioni di Olivera, Immobile, Matuzalem e Kucka, però, non spaventano Buffon, impensierito solo da un sospetto tocco di mano di Vucinic nella propria area: i rossoblu’ chiedono il rigore, l’arbitro Guida lascia proseguire. Forse sorpresa dal buon avvio del Genoa, la Juventus impiega alcuni minuti per entrare in partita. La prima occasione bianconera arriva al 22’: sul lancio di Pogba Marchisio sceglie bene i tempi d’inserimento, ma non trova la porta. La Juve fatica e l’unico sussulto per Frey arriva al 44’: il cross di Lichsteiner è preciso, ma la deviazione di Quagliarella è puntuale quanto sfortunata. Dopo l’intervallo la Juventus torna in campo con un altro atteggiamento. La squadra di Conte spaventa subito Frey con la punizione battuta da Marchisio al 6’. 

Il vantaggio, invece, arriva tre minuti dopo: Vucinic pesca l’inserimento di Lichsteiner, lo svizzero mette al centro e Quagliarella trova la deviazione vincente. Trovato il gol, la Juventus abbassa i ritmi e al 23’ ne paga le conseguenze: Kucka disorienta De Ceglie e mette al centro un gran pallone, il nuovo entrato Borriello anticipa Barzagli e trova il pareggio. Pochi minuti dopo, però, il Genoa resta in dieci perché Floro Flores si fa male e Ballardini ha già effettuato le tre sostituzioni. La Juventus si riversa nell’area avversaria, Giovinco colpisce un palo, Vucinic chiede un rigore, l’esordiente Beltrame spaventa Frey. Nel finale i bianconeri protestano per un presunto fallo di mano di Granqvist, ma il Genoa resiste e porta a casa un punto importante. 


 
 
 

Sem.Fin. Coppa Italia 2012-2013: Juventus - Lazio 1-1

Post n°979 pubblicato il 23 Gennaio 2013 da resistenzabianconera
 

Mauri gela la Juve: Lazio, finale più vicina
Un gol a 4' dalla fine del centrocampista consente ai biancocelesti di strappare un prezioso 1-1 a Torino. Bianconeri illusi da Peluso e traditi da Vidal che centra un palo e fallisce due limpide occasioni per il 2-0. Negato un rigore a Vucinic

Juventus
(3-5-1-1): Storari 5.5, Bonucci 7 (42' Caceres 6), Marrone 6.5, Barzagli 7, Isla 6, Vidal 5.5, Pogba 6,5, Giaccherini 6.5, Peluso 7 (30' st De Ceglie sv), Marchisio 5 (30' st Vucinic 6), Matri 6. (34 Rubinho, 41 Gagliardini, 26 Lichtsteiner, 36 Rugani, 37 Schiavone, 20 Padoin, 38 Garcia, 40 Kabashi, 35 Beltrame). All. Conte.
Lazio (3-5-1-1): Marchetti 7.5, Cavanda 6.5, Ciani 7, Biava 6, Lulic 6.5, Cana 5.5, Ledesma 6.5 (30' st Candreva 5.5), Hernanes 5.5 (30' st Brocchi sv), Gonzalez 6.5, Mauri 7, Floccari 6. (1 Bizzarri, 84 Carrizo, 5 Scaloni, 26 Radu, 78 Zauri, 25 Rozzi, 18 Kozak). All. Petkovic.
Arbitro: Damato di Barletta 6.5
Reti: 17' st Peluso, 40' st Mauri
Angoli: 8-7 per la Juventus
Recupero: 3' e 3'
Ammoniti: Hernanes e Ciani

TORINO - Una Lazio mai doma strappa un pari d'oro a Torino con la Juve e mette un'ipoteca sulla finale di Coppa Italia. Tra una settimana a Roma, infatti, i campioni d'Italia saranno costretti a segnare almeno una rete per rimettersi in corsa per il discorso qualificazione. L'1-1 premia il carattere e la duttilità della squadra biancoceleste. Brava per un'ora a mettere in scacco tatticamente i più blasonati avversari e poi, dopo il gol, paziente nel resistere alle sfuriate bianconere prima di colpire, nel finale, come un cobra con la zampata di Mauri.
 
CONTE, TANTE RECRIMINAZIONI - La Juve può sicuramente recriminare. Dopo il gol di Peluso al 63', che aveva finalmente aperto una gara sbloccata, è mancata nel colpo del ko. Soprattutto con Vidal che, oltre ad un palo, non è riuscito a superare per due volte da pochi passi un superlativo Marchetti. E se a ciò aggiungiamo, poco prima dell'1-1, un fallo subito in area da Vucinic da parte di Biava da punire con un calcio di rigore ecco che è scontato ipotizzare che a Conte il risultato non andrà giù tanto facilmente.
 
UNA JUVE STRAVOLTA
- Un po' per esigenza (l'indisponibilità di Giovinco e le precarie condizioni di Vucinic), un po' per volontà (Buffon, Lichtsteiner e De Ceglie tenuti a riposo), il tecnico bianconero ha ridisegnato la Juve travolgente vista con l'Udinese mettendo Marrone al centro della difesa, Isla e Peluso sugli esterni e il rientrante Marchisio a supporto di Matri in attacco.
 
UNA LAZIO CAMALEONTICA - Mosse che non hanno spaventato la Lazio che con un attento 4-5-1, tramutato in 3-5-2 in fase offensiva, ha controllato senza affanno il match a centrocampo, rischiando solo sulle palle inattive. Occasioni che la Juve, con Bonucci e due volte con Pogba non ha sfruttato, dando ulteriore fiducia ai bianconcelesti che nel finale di tempo, hanno preso fiducia spaventando anche Storari con un'azione Lulic-Mauri, sventata in extremis sulla linea con un prodigioso recupero da Barzagli.
 
PELUSO SBLOCCA IL RISULTATO - Il copione non è cambiato nella ripresa. E se si eccettua un destro al volo di Matri sventato da Marchetti, non è un caso che i bianconeri siano riusciti a passare al 68' proprio sugli sviluppi di un angolo: Giaccherini ha pescato in mezzo all'area Peluso che con un prodigioso stacco aereo ha infilato sulla sinistra il portiere biancoceleste.
 
VIDAL FALLISCE IL COLPO DEL KO - La Lazio ha faticato a riorganizzarsi ma la Juve non ne ha approfittato: Vidal ha prima colpito un palo poi non ha trovato la porta da due passi su un cross di Barzagli infine si è visto sventare da Marchetti con un gran colpo di reni un pallonetto di testa su lancio del subentrato Vucinic.
 
MAURI, LAMPO NEL FINALE - Nel finale l'ex giallorosso è divenuto l'assoluto protagonista: non si è visto accordare un rigore (fallo di Biava) dopo un dribbling in area poi, su un angolo per la Lazio, ha involontariamente servito di nuca a Mauri all'86' la palla giusta per infilare in spaccata da pochi passi Storari. E ora la strada verso Roma per i bianconeri si fa tutta in salita.

 
 
 

21^ 2012-2013: Juventus - Udinese 4-0

Post n°978 pubblicato il 20 Gennaio 2013 da resistenzabianconera
 

Pogba rilancia la fuga
Due gol straordinari del francese sbloccano lo stallo allo Juventus Stadium, poi Vucinic e Matri danno la dimensione definitiva al risultato finale: la squadra di Conte allunga sulla Lazio e Napoli

Juventus (3-5-2): Buffon 6; Barzagli 6.5, Bonucci 6, Caceres 6.5; Lichtsteiner 6, Vidal 6.5 (33' st Padoin sv), Pogba 8, Giaccherini 6.5, De Ceglie 6 (38' st Isla sv); Giovinco 5.5 (1' st Matri 7), Vucinic 7.5. (Rubinho, Storari, Garcia Tena, Peluso, Rugani, Kabashi, Marrone, Schiavone, Beltrame). All.: Conte
Udinese (5-3-1-1): Padelli 5.5; Basta 6, Heurtaux 5, Danilo 5.5, Domizzi 5.5, Pasquale 5 (39' st Gabriel Silva sv); Pinzi 5.5, Allan 5.5, Lazzari 5; Pereyra 5 (6' st Di Natale); Muriel 5.5 (28' st Maicosuel sv). (Pawlowski, Scuffet, Angella, Coda, Faraoni, Fabbrini, Merkel, Campos Toro, Ranegie). All.: Guidolin
Arbitro: Banti di Livorno
Reti: 41' pt e 21' st Pogba, 27' st Vucinic, 35' st Matri
Ammoniti: Vidal e Pinzi per gioco falloso, Muriel per proteste
Recupero: 0 e 2'



TORINO - Sir Alex Ferguson è uno che in carriera ha sbagliato poco, quasi nulla. Aveva visto giusto anche stavolta, perché Paul Pogba è un giocatore assolutamente fuori dal comune. È il francese a rilanciare il tentativo di fuga della Juventus, implacabile (4-0 all'Udinese) nello sfruttare il mezzo passo falso della Lazio e ora pronta ad attendere la sfida tra Fiorentina e Napoli in programma domani a ora di pranzo. Comunque troppo fiacca la resistenza dei friulani arrivati a Torino in versione estremamente dimessa: regge poco anche l'alibi delle assenze, considerando i grossi calibri rimasti ai box in casa juventina (Pirlo, Marchisio, Asamoah e Chiellini).

MEGLIO LA JUVE - L'avvio di gara vede i padroni di casa a caccia del vantaggio e gli ospiti in palese confusione, specialmente in uscita di palla. È Giaccherini a spadroneggiare sulla trequarti, trovando in Vucinic un eccellente alleato al momento di fraseggiare cuoio a terra. Meno preciso Giovinco, che spesso eccede in egoismo. Al 12' Basta regala il possesso proprio a Giaccherini, che innesca immediatamente la sovrapposizione di De Ceglie: cross prevedibile, Danilo sbaglia il disimpegno, raccoglie Lichtsteiner a centro area ma il destro dell'elvetico è respinto da Pinzi. Al quarto d'ora ci prova Vidal, tiro alzato sopra la traversa da Padelli, che sostituisce l'infortunato Brkic. L'ex estremo del Liverpool è bravissimo al 18'. Vucinic di prima intenzione scatena Giaccherini, scatto e diagonale mancino, risposta con i piedi da parte del portiere. L'Udinese si riassesta abbassando il baricentro e per lunghi tratti riesce a non lasciare spazi. Al 35' è la volta di Caceres, colpo di testa a lato. È il 37' quando Vucinic prima tocca per l'inserimento di Lichtsteiner e poi va a raccogliere il cross basso dello svizzero: passo troppo lungo per calciare, l'azione si perde. Per sbloccare lo stallo serve la magia. Serve Paul Pogba.

I DUE CAPOLAVORI
- Il pallone che il francese controlla ai 32 metri è all'apparenza innocuo. Il francese mette giù e non ci pensa due volte: esterno destro violentissimo, Padelli non può nulla sulla sberla che viaggia a 101 chilometri orari, la traversa è dolce nell'accogliere la sfera in rete. Dal tunnel Conte non fa uscire Giovinco ma Matri, passa qualche minuto e cambia anche Guidolin, provando la carta Di Natale. I friulani sembrano potersi rimettere in carreggiata e in avvio di ripresa si fanno vivi con Muriel, senza trovare l'acuto necessario per impattare. Quando al 19' Vidal perde troppo tempo davanti a Padelli al momento di concludere, Pogba decide che è giunta l'ora di rimettersi al lavoro. Pressione di Allan aggirata con un tocco di suola e altro destro secco da 30 metri, stavolta rasoterra: cuoio nell'angolino basso, rete splendida, la quarta in campionato, quella che chiude il match.

VUCINIC E MATRI SHOW - Nel finale gli ospiti cedono di schianto, lasciando il proscenio alla coppia d'attacco juventina. Al 27' Vucinic riceve palla in area spalle alla porta e gira in maniera non irresistibile: Padelli sbaglia l'intervento dopo il rimbalzo, il 3-0 non frena la foga dei ragazzi di Conte, micidiali anche al 35'. Ripartenza centrale, Vucinic fa l'uomo assist e con un tocco sotto manda in porta Matri: il centravanti tiene basso il destro, trafiggendo l'estremo avversario fra le gambe. I 10 minuti più recupero conclusivi si giocano solo per onorare il regolamento e per dare ulteriore modo a Sir Alex Ferguson di riflettere: aveva visto giusto nel prendere e far crescere Pogba, senza però riuscire a trattenerlo una volta materializzatasi la concorrenza della Juventus. Che ora se lo gode, e fa bene.

Il 19enne sostituto di Pirlo ha pilotato il centrocampo con il piglio del veterano, realizzando due reti da trenta metri: “Ma ora torno senza problemi in panchina, perché ciò che conta di più è la squadra”

Paul Pogba, ad anni 19, prende il posto di Andrea Pirlo, non uno qualunque, pilota il centrocampo della Juve con il piglio del veterano e la guida alla vittoria. Letteralmente, se le sue due fiondate da trenta metri, da sigla tv, inclinano una partita fin lì in equilibrio, almeno nel punteggio. Lui ci appiccica subito l’etichetta: «E’ stata la più bella serata della mia carriera: due gol, e la vittoria, ne avevamo bisogno».  

S’è rivelato letale già così, figurarsi quando eseguirà del tutto le istruzioni di Antonio Conte: «Che mi dice l’allenatore? Di essere cattivo. Vuole che io sia forte e cattivo - racconta - perché sono grande e grosso. Vuole che metta la fisicità in campo». Diciamo che già così non è male, visto che in mezzo le ha prese quasi tutte, volando sulla testa di tutti, o di piede. «E’ stata un’ottima notte - ripete - sono veramente felice, non solo per i due gol, che tra l’altro rappresentano la mia prima doppietta. Ma non finisce qui, devo continuare a migliorarmi». 

Come farà uno così a tornare in panchina, ora? «Non c’è problema - ribatte - lo farò: so che Marchisio è un grande giocatore, e che prima di tutto viene la squadra. Poi sarò pronto a cogliere ogni occasione e a tornare in campo quando ci sarà bisogno». Chissà come si mangerà le mani Sir Alex Ferguson, boss del Manchester United, che s’è fatto soffiare Pogba a parametro zero: «Io sono molto felice di essere alla Juve, non dico altro». 

Ha detto poco anche al momento del gol, visto che più che esultare ha guardato il pubblico con lo sguardo cattivo, alla Balotelli: «Ma no, ho fatto così solo perché volevo dire qualcosa a un mio amico cui avevo promesso prima della gara che avrei fatto così». 

Conte: "Mai pensato a una crisi. Pogba? Sarà tra i più forti al mondo"

I quattro gol rifilati all'Udinese fanno felice il tecnico bianconero: "Sono sempre rimasto tranquillo, qualcuno ha parlato troppo ma io conosco il valore del gruppo che alleno: non ci sono seconde linee, tutti si allenano come fossero titolari". Poi parla del francese: "Con lui bastone e carota. E sul calcioscommesse: "Giusto ridare i due punti al Napoli

 
 
 

Arriva l’app “Picchiamo Marchisio”. Ma la vendetta è un mezzo flop

Post n°977 pubblicato il 16 Gennaio 2013 da resistenzabianconera

Pochi download e recensioni negative per il gioco che invita a sfogarsi contro lo juventino


«Il Napoli mi suscita antipatia». Apriti cielo. Da giorni non si parla d’altro che delle frasi di Marchisio a “Style”. Una risposta come tante, non per i tifosi a giudicare dal polverone che è scaturito e non sembra volersi placare. A raffreddare gli animi ci hanno provato Conte (dopo la gara col Parma), Mazzarri che ha parlato di “complimenti, perché chi è simpatico non è rispettato” e poi lo stesso Marchisio che durante un servizio delle “Iene” su Italia1 ha accettato con ironia di scusarsi in dialetto napoletano. Sforzi vani perché la vicenda si è arricchita di un nuovo capitolo, il lancio online di un’applicazione dal titolo inequivocabile: “Picchiamo Marchisio”.  

«Il nome dice tutto - spiega l’inventore del giochino, scaricabile su tutti i dispositivi Android attraverso il negozio virtuale “Google play -. Marchisio ha dichiarato che il Napoli e i suoi tifosi gli stanno antipatici. Questo è un modo divertente per mostrargli il nostro affetto». Divertente a detta di chi l’ha inventato, un po’ meno per gli utenti che hanno deciso di provarlo. Lo scopo è prendere a cazzotti Marchisio provocandogli ematomi e graffi sul volto. Più botte si danno più si avanza nel gioco. Ma l’euforia vendicativa non sembra aver attecchito nei cuori dei tifosi. Se si esclude qualche commento cameratesco, infatti, il giudizio degli utenti sul gioco è impietoso: solo 2 stelle in una scala di 5, sintomo che l’allegra scazzottata non piace. E se è vero che non manca chi la scarica (forse anche perché gratis) a risvegliare le coscienze ci pensa un utente che si firma “Michele” e ricorda a tutti «che Marchisio parlava di antipatia sportiva» e basta. Un invito a giocare le sfide sul campo. Non dietro allo schermo di un telefonino. 

 
 
 
 
 

20^ 2012-2013: Parma - Juventus 1-1

Post n°975 pubblicato il 14 Gennaio 2013 da resistenzabianconera
 

Parma-Juventus 1-1, Sansone punisce Conte
Match equilibrato al Tardini. Segna Pirlo su punizione (deviata da Biabiany) e per i campioni d'Italia sembra fatta. Ma un'ingenuità di Vucinic innesta la velocità del piccolo attaccante che batte Buffon

Parma: Mirante 7 - Zaccardo 6,5, Paletta 7, Santacroce 6,5 - Biabiany 6, Marchionni 6 (83' Acquah 6), Valdes 5,5, Parolo 5,5, Gobbi 6 - Amauri 5 (66' Sansone 7), Belfodil 6,5. All. Donadoni.
Juventus: Buffon 6 - Barzaglin 6,5, Bonucci 6,5, Caceres 5 - Lichtsteiner 6, Vidal 7, Pirlo 6,5, Pogba 6, Padoin 6 (64' De Ceglie 6) - Quagliarella 5,5 (66' Vucinic 5), Giovinco 5. All. Conte
Arbitro: Demarco 7.
Reti: 51' Pirlo; 77' Sansone.
Note: pioggia, terreno buono. Recupero: 0' e 3'. Ammoniti: Padoin, Acquah e Paletta

A Parma non si vince, soprattutto se quando ti trovi in vantaggio, come lo era la Juve fin lì, regali un gol, poco dopo la mezz’ora della ripresa: con una sciagurata finta a metà campo, Vucinic ha infatti donato il pallone a Paletta, rapido a spedire in porta Sansone. Difesa bianconero rimasta a presepe, ma del resto quando la palla ce l’hanno i tuoi compagni non t’aspetti di essere assaltato così rapidamente. Da lì in poi, i bianconeri hanno avuto solo l’orgoglio per qualche assalto, mai la lucidità per impensierire Mirante. Il vantaggio era arrivato dopo sette minuti di secondo tempo, su una punizione di Pirlo, platealmente deviata nella propria porta da Biabiany. Non era mai successo che la Juve di Antonio Conte facesse un punto in due partite. 

Primo tempo di tante imprecisioni, ma pure di tante occasioni. Comincia meglio il Parma, vicino al bersaglio con Parolo e Gobbi (14’ e 18’). Ci prova anche Belfodil (al 21’) che mette a sedere Vidal e Caceres ma tira il piattone fuori. Primo acuto Juve di Pogba, da fuori al 29’. Si rischia ancora dalle parti di Buffon, con Belfodil, ma Lichtsteiner respinge con una gamba. 

L’occasione formato famiglia capita però sui piedi di Quagliarella (al 36’) che però viene murato in uscita da Mirante. Dall’altra parte, Buffon pasticcia invece su un rinvio e si salva in qualche modo, recuperando la palla in giro per l’area. Altra occasione Juve: Pirlo, su punizione all’incrocio, ma Mirante vola dove osano le aquile. Una manciata di secondi più tardi, replay su botta di Padoin. 

Ripresa. La Juve passa dopo sette minuti: punizione conquistata da Padoin ai bordi dell’area emiliana, e Pirlo butta l’esecuzione. Quinto gol del regista, tutti su punizioni. Il Parma pare sparito dal campo, la Juve gestisce senza però mai trovare il colpo del ko, e senza mai fabbricarlo in maniera clamorosa. Così, arriva il pareggio, su gentile cadeau di Vucinic, che fa una finta proprio dove non si può, a qualche metro dentro la propria linea di metà campo. Prende Paletta, poi Sansone, con la retroguardia juventina sbilanciata, e sanza scampo. Sansone, qui, aveva già giustiziato l’Inter. Conte furibondo in panchina. Il “Tardini” resta l’unico campo inviolato della serie A, ma stavolta grazie a un bel regalo di un Babbo Natale passato in leggero ritardo.

 
 
 

IV di Finale C.I. 2012-2013: Juventus - Milano 2-1

Post n°974 pubblicato il 11 Gennaio 2013 da resistenzabianconera
 

Juventus-Milan 2-1, Vucinic porta i bianconeri in semifinale
Emozionante quarto allo Stadium. Passano i padroni di casa, che piegano il Milan 2-1 solo ai tempi supplementari: decisiva una rete del montenegrino. In precedenza botta e risposta tra El Shaarawy e Giovinco. Per la squadra di Conte ora la doppia sfida con la Lazio

Juventus (3-5-2): Storari 7, Barzagli 7, Bonucci 7, Caceres 6,5, Lichtsteiner 6,5 (32' st De Ceglie 6), Vidal 6,5, Marrone 6 (31' st Pirlo 6), Giaccherini 7,5, Isla 5, Giovinco 8 (19' st Vucinic 7,5), Matri 7. (1 Buffon, 31 Branescu, 13 Peluso, 20 Padoin, 6 Pogba, 35 Beltrame, 36 Rugani). All. Conte.
Milan (4-3-3): Amelia 6, Abate 6, Mexes 5, Acerbi 5,5, De Sciglio 6,5, Montolivo 6,5, Ambrosini 6 (45' st Traoré 6), Emanuelson 5,5 (25' st Bojan 6,5), Boateng 6,5, El Shaarawy 7, Pazzini 5,5 (25' Niang 6,5). (51 Coppola, 59 Gabriel, 77 Antonini, 55 Carmona, 16 Flamini, 8 Nocerino). All. Allegri.
Arbitro: Mazzoleni 6.
Reti: 6' El Sharaawy, 12' Giovinco; 5' pts Vucinic.
Angoli: 11-3 per la Juventus
Recupero: 0’ e 3’.
Ammoniti: Mexes, Boateng, Vidal per gioco falloso, Vucinic per comportamento non regolamentare.
Spettatori 40008, incasso 598.599

TORINO - Ancora Vucinic. Per il secondo anno consecutivo il montenegrino si conferma l'incubo del Milan estromettendolo dalla Coppa Italia. Già decisivo lo scorso anno col gol del 2-2 ai supplementari, l'attaccante bianconero si ripete ancora nel prolungamento di partita e consente alla squadra di Conte di approdare al penultimo atto della manifestazione dove l'attende, ora la Lazio.

IL MILAN CADE NELLA TRAPPOLA - La zampata di Vucinic ha rotto l'equilibrio di una sfida davvero equilibrata che, non a caso, era terminata 1-1 al 90'. Merito soprattutto del Milan che ha tenuto brillantemente testa, senza mai soffrire troppo, ad una Juve per la verità apparsa sottotono rispetto al suo standard. L'unico appunto che si può fare ai rossoneri è quello di essere ingenuamente caduti nella trappola tesagli dai rivali ai supplementari: hanno attaccato cercando di sottomettere una squadra apparsa improvvisamente remissiva e al primo contropiede dei padroni di casa sono stati puntualmente puniti.

GRANDI PROVE DI GIOVINCO E GIACCHERINI - Al di là della prova determinante del montenegrino, subentrato a metà ripresa, la Juve ha messo in mostra un Giovinco davvero ispirato, capace per un'ora di mettere in scacco da solo l'intera retroguardia rossonera. Bene anche Giaccherini e Matri, sempre nel vivo della manovra, in ombra, invece, Isla e Marrone. Il primo ha evidentemente sofferto uno spostamento di fascia a lui non gradito, il secondo il peso di non dover far rimpiangere Pirlo.

MILAN, BENE MONTOLIVO E NIANG - Nel Milan, oltre al solito El Shaarawy, sono piaciuti soprattutto Montolivo, capace di sacrificarsi in più ruoli nel corso della gara, De Sciglio, bene anche nel ruolo di esterno sinistro e Niang che quando è entrato ha dato vivacità e attacco al peso rossonero sfiorando anche, in un paio di circostanze il gol.

E' SUBITO EL SHAARAWY - L'ampio turn-over attuato da Conte (Caceres in difesa e la mediana cambiata per intero rispetto alla gara con la Samp), non ha giovato alla Juve che ha tardato a trovare le giuste misure e si è fatta, così, sorprendere dalla partenza a razzo del Milan. I rossoneri, dopo aver lanciato un avvertimento con Ambrosini (sinistro da fuori alzato in angolo da Storari) sono passati (6') col solito El Shaarawy che ha sfruttato nel migliore di modi di un velo di Pazzini su un cross dalla sinistra di Boateng e ha battuto il portiere bianconero con un preciso destro in diagonale dal limite.

IL GIOIELLO DI GIOVINCO - La Juve ha reagito da grande squadra e, dopo un colpo di testa appena a lato di Matri, ha pareggiato (12') con un gioiello su punizione dal limite di Giovinco che ha lasciato esterrefatto Amelia, per la verità apparso non irreprensibile, nella circostanza. Galvanizzata, la Juve ha insistito e, approfittando della buona vena della " Formica Atomica", ha messo in difficoltà in almeno altre due circostanze, prima della fine del tempo, la retroguardia rossonera.

ALLEGRI SPEGNE GIOVINCO - Capita l'antifona, e con Mexes già ammonito, Allegri è corso ai ripari arretrando il raggio d' azione di Montolivo mettendolo alle costole di Giovinco. Mossa azzeccata visto che la Juve, al di là di un'azione casuale (tocco involontario di schiena di Vidal non concretizzato nel migliore dei modi dallo stesso attaccante bianconero) non è andata. Il Milan, così, ha ripreso coraggio e, nel finale, con l'innesto di Bojan e Niang si è anche reso pericoloso, sfiorando il vantaggio con un colpo di testa di poco a lato del franco-senegalese.

UN CONTROPIEDE PERFETTO - Si è andati i supplementari dove la Juve, con un Pirlo e un Vucinic in più nel motore, ha subito messo la quarta passando in vantaggio con un perfetto contropiede costruito dall'asse Giaccherini-De Ceglie e finalizzato con una precisa puntata da Vucinic. Il Milan ha replicato con orgoglio e, nel secondo supplementare, ha rinchiuso nella propria trequarti la squadra di Conte non sfruttando, però, con Montolivo, Niang e Traoré, l'opportunità di prolungare il discorso qualificazione alla lotteria dei rigori. E così, per il secondo anno di fila, è dovuto uscire dallo Juventus Stadium con l'amaro in bocca.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

FARSOPOLI: COMMENTO DI AFFARI ITALIANI

 
 
 
 
 
 
 

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