Schwed RaccontaSu e giù per la tastiera |
C'ERA UNA VOLTA MONTALCINO
JIGA MELIK E IL SIG. SCHWED
Jiga Melik è l'alter ego intermittente dello scrittore Alessandro Schwed. Il signor Melik nasce nel 1978 nella prima e provvisoria redazione del Male, un ex odoroso caseificio in via dei Magazzini Generali a Roma. Essendo un falso sembiante di Alessandro Schwed, Jiga Melik si specializza con grande naturalezza nella produzione di falsi e scritti di fatti verosimili. A ciò vanno aggiunti happening con Donato Sannini, come la consegna dei 16 Comandamenti sul Monte dei Cocci; la fondazione dell'Spa, Socialista partito aristocratico o Società per azioni, e la formidabile trombatura dello Spa, felicemente non ammesso alle regionali Lazio 1981; alcuni spettacoli nel teatro Off romano, tra cui "Chi ha paura di Jiga Melik?", con Donato Sannini e "Cinque piccoli musical" con le musiche di Arturo Annecchino; la partecipazione autoriale a programmi radio e Tv, tra cui la serie satirica "Teste di Gomma" a Tmc. Dopo vari anni di collaborazione coi Quotidiani Locali del Gruppo Espresso, Jiga Melik finalmente torna a casa, al Male di Vauro e Vincino. Il signor Schwed non si ritiene in alcun modo responsabile delle particolari iniziative del signor Melik.
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Post n°37 pubblicato il 27 Marzo 2012 da Jiga0
Viaggiando su un treno diretto in Ungheria per far visita a uno zio miticamente scampato alle persecuzioni naziste, Melik apprende che la Seconda guerra mondiale non c’è mai stata. Glielo spiega il dottor Oscar, un veterinario che prende posto di fronte a lui nello scompartimento, sedendosi sul sedile che viaggia in direzione contraria al senso di marcia del treno. È proprio da qui che si dipartono i due binari opposti e paralleli che legano le vicende narrate. Quello antistorico del veterinario nazista che procede a ritroso cancellando e ricomponendo la realtà e quello dei ricordi del protagonista ebreo, che si protende tra passato e presente avanzando per accumulo di memorie familiari vivide, eppure indefinite. Quando il treno è ormai già entrato nella campagna ungherese, Melik riceve una bastonata sulla testa. E a questo punto, oltre alle verità storiche anche i vocaboli per raccontarle scompaiono dalla sua mente confusa. |
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