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Post n°15 pubblicato il 15 Luglio 2012 da papiriRotoliEricette
Ricordo quando mia madre mi regalò una edizione speciale della divina commedia , erano tre libri belli rilegati in pelle nero con greche oro e rosso . Dante non mi era mai piaciuto tanto come in quel giorno. Dentro vi erano le stampe di Dorè a rendere ancora più importante ai miei occhi quel regalo. Ricordo che quando poi andai all’istituto d’arte spesso mi prendevo come modello quelle tavole, disegni spesso angoscianti dal dolore della pena rapresentati, altre voli di angeli svolazzi ti abiti, si quello svolazzo mi accompagno per diverso tempo, stoffe, piegate, lenzuola ,abiti, tende, erano i particolari che più studiavo e riproduccevo, lasciavo perdere i volti delle persone lavorando sull’abito sulle sue pieghe. Come fu non saprei ma ad un certo punto il volume dell’inferno non era più sul mio scaffale. Penso di avere ribaltato più volte casa per cercarlo. Fu mio fratello a prenderlo e a perderlo. Devo dire che fu anche l’unico che perse nella sua vita, anche lui appassionato di libri. Dalla fine degli anni 70 ogni tanto mi tornava in mente lo cercai nelle biblioteche, nei mercatini, nelle varie rivendite, quando ebbi internet anche li, ogni tanto mi tornava in mente e lo cercavo Ieri , 14 /07/2012, casualmente io e il generale ( il mio datore di lavoro) facemmo una strada diversa per tornare a casa dal nostro shopping , una via che neanche conoscevo. Fatalità vuole che ci trovammo di fronte una rivendita di libri usati, entrammo solo per curiosare io girai e toccai tanti volumi, libri moderni e vecchie edizioni. Il generale sparo un titolo a caso, un libro che cercava da tanto , le poesie di Giuseppe Giusti , e miracolo il titolare venne fuori con un volumetto bianco rilegato in copertina telata avorio e oro delle edizioni Florentia. Il generale si commosse, toccava quel libro con amore, gli ricordava le poesia che la madre gli leggeva. Io continuavo a vagabondare nel negozio in mezzo a quei scaffali pieni di parole, pensieri umani. Si questo vedo in un libro , i pensieri di qualcuno le fantasie, le esperienze, la conoscenza, qualcosa che l’autore non vuole far perdere ma che vuole tramandare. Era ora di andare il generale col suo tesoro in mano emozionato come non lo vedevo da tempo, mi avvicinai alla porta quando mi girai verso uno scaffale dietro la cassa, vidi il nero l’oro e il rosso di tre libri legati insieme mi gelai andai sparata a toccarli , ero incredula, dissi : siete qui.. Li presi tutti e 3 con premura ma con bramosia , ero incredula avevo ritrovato il mio Dante, ero alle stelle come una bambina di fronte alla bambola desiderata da mesi, tornai alla mente al giorno in cui ricevetti quel regalo, anni passarono come in un film. Gioivo di quel ritrovamento come non gioivo da anni… Tornando a casa con quel prezioso ritrovamento ero alle stelle. Non so se posso trasmettere le sensazioni provate ma ero in paradiso, mi sembrava di essere la persona più ricca del mondo, avevo fra le mani un gioiello per me di immenso valore. Come se un pezzo del mio passato fosse tornato a me per completarmi.
Mi spiace se tu lettore di queste poche righe pensi io sia un po’ scema, non mi importa, ma io so che a volte l’impossibile diventa possibile, che nella vita non si deve mai perdere la speranza, che bisogna sapere gioire delle piccole cose, e se per te questo è banale, mi spiace ma io penso il contrario. |
Post n°14 pubblicato il 19 Gennaio 2012 da papiriRotoliEricette
E dopo le feste tutti in colpa per il troppo mangiare... Consiglio tanta verdura e frutta ... un pò di tisane.. Questa ad esempio mi sembra ottima:
Ecco la ricetta di Visconti per la tisana dimagrante che puoi preparare a casa, con ingredienti da acquistare in erboristeria. |
Post n°13 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da papiriRotoliEricette
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Post n°12 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da papiriRotoliEricette
Morbido, dolce e allusivo: il cioccolato è uno dei simboli della trasgressione culinaria e sinonimo di provocazione in moltissime situazioni. Per esempio, nel rapporto di coppia. Il cioccolato è riconosciuto come il cibo degli Dei, la combinazione leggendaria di cioccolato e d'amore appassionato arriva proprio dalla cultura azteca. In passato, la preparazione del cacao era riservato alle teste coronate e gli eventi sacri. Per gli europei era una bevanda troppo amara e quindi vi viene aggiunto lo zucchero, Il cioccolato che si beve oggi è molto diluito rispetto al cioccolato usato da Casanova e Madame du Barry. Secondo la leggenda, il cioccolato è anche un potente filtro d'amore. Ci sono molti esempi di personaggi storici che consideravano il cioccolato un afrodisiaco lo utilizzavano per aumentare l'amore, l'appetito e la soddisfazione sessuale. Quando scegli il cioccolato, scegli diversi sapori, per far vedere al tuo partner che hai dato tutta la tua attenzione. Se il tuo partner preferisce i piatti semplici, una combinazione di cioccolato con caramello è una scelta molto buona. Ma se il tuo partner è un avventuriero, disposto a provare le ultime tendenze nel cibo, dagli un sapore selvaggio...come il lampone o il pepe rosa, per esempio. Se sei una fan del cioccolato al latte, significa che ami le tradizioni e la famiglia. Se invece preferisci il cioccolato fondente, molto probabilmente sei una misteriosa e ti piace lasciare le persone indovinare cose su di te. Il passaggio di un pezzo di cioccolata da una bocca all'altra per gli uomini rappresenta un gesto ad alto tasso di erotismo. Alcuni cioccolatini hanno una forma simile a quella del seno e sono avvolti in carta stagnola: scartarli rievoca il momento eccitante dello spogliare e ogni volta si sentirà l’odore del cioccolato, si rivivrà il piacere di quell’istante erotico ….. Il potere del cioccolato |
Post n°10 pubblicato il 29 Novembre 2011 da papiriRotoliEricette
Muimui stava di guardia al fuoco, era un incarico molto importante che gli era stato assegnato. Il suo compito era tenerlo sempre acceso quindi per prima cosa era andato a cercare legna, aveva scoperto che quella umida, cioè con le foglie verdi o quella che usciva da terra, non era una gran legna, bruciava poco e faceva tanto fumo, cosi aveva dovuto camminare un bel po’ per trovare qua e là i rami che scricchiolano e portarli alla grotta. Era importante trovare quella giusta o la grotta si sarebbe riempita di fumo e la sua gente si sarebbe arrabbiata con lui. Avevano scelto quella grotta per dormire visto che la luna aveva deciso di stare più spesso fuori, e cosi dato che di luce non ce nera molta e anche la temperatura non era molto buona, la tribù passava più tempo al riparo a dormire e a scaldarsi. Prima aveva fatto un bel fosso in terra come un grande nido che poi aveva coperto di terra gialla, dopo qualche giorno, il tempo che la terra gialla non fosse più bagnata vi mise i rami secchie vi accese il fuoco. La mamma di Muimui gli aveva dato dei semi da mangiare, Muimui ultimamente aveva problemi a mangiare , aveva schiacciato dei semi da mangiare ma erano stati mischiati a dei sassolini che gli avevano rotto dei denti e mangiare era un dolore. Cosi mandava giù i semi quasi interi. Pensa che ti ripensa Muimui si dice: ma se invece di schiacciarli coi denti li trito un pò con un sasso? 1. E così Muimui imparò la macinazione, riducendo in polvere i semi che riusciva a mandare giù. Mostrò anche ai suoi amici come fare usando un sasso piuttosto rotondo e una base liscia incominciò a frantumare i semi fino a farli diventare polvere. Somomo era un po’ geloso di Muimui e della sua trovata e così volle fargli un dispetto buttando nella sua polvere dell’acqua. La polvere bagnata era diventata collosa, Muimui si arrabbiò molto con Somomo poso vicino al suo fuoco la polvere bagnate e spintono Somomo fino alla zuffa. 2. La tribù amava molto vedere i 2 litigare, e li lasciarono farsi dolori anzi cominciarono a dividersi per chi dava ragione a l’uno o l’altro. 3. Intanto la poltiglia vicino al fuoco si era trasformata e quando Muimui andò per mangiare la polvere che lui pensava asciutta la trovo trasformata in una cosa molto gustosa, che fece assaggiare anche ai suoi amici e da quel giorno i semi vennero mangiati così. Somomo era livido, non solo Muimui aveva scoperto la macinazione ma ora anche la panificazione. 4. Muimui decise dopo qualche giorno di togliere la cenere del fuoco e di rifare il fuoco. Prese dal fuoco dei rami con la brace e li mise in un altro angolo, spostò la cenere e si trovo che la terra gialla che aveva usato per fare il fondo era diventata durissima. Curiosa sta cosa non riusciva neanche con l’acqua ad ammorbidirla, anzi l’acqua restava lì . Quindi penso- se l’acqua va mischiata con la polvere diventa buona, se la si mette nella terra gialla dove ci è stato il fuoco si può tenerla anche per tanto. Be Muimui aveva scoperto le tante proprietà del fuoco, le famose invenzioni che ancora oggi usiamo nel quotidiano . Ma il nostro Somomo che fine a fatto? 5. Somomo se ne andò in riva al mare a meditare aveva acceso il suo fuoco sulla spiaggia si era riparato in un mezzo tronco cavo e intorno vi aveva messo altri tronchi e rami secchi incastrati fra loro a fare da riparo e meditava di non volere più tornare nella tribù. Dopo qualche giorno si decise a tornare spense il fuoco. Sapeva che il fuoco non va mai lasciato incustodito. Trovo sul fondo dei sassi quasi trasparenti e si arrabbiò pensando che Muimui aveva inventato la terra cotta mentre la sua sabbia cotta praticamente non serviva a nulla… Le invenzioni: 1 – farina 2 - il tifo 3 -il pane 4 –la ceramica 5 –il vetro e la muratura La storiella sopra raccontata potrebbe essere successa veramente perché le prime esperienze sono quelle che hanno fatto dell’uomo antico l’uomo di oggi. Migliaia di anni fa l'uomo diventò agricoltore e raccolse i chicchi di grano; quando ne aveva bisogno pestava questi chicchi e se ne nutriva. Il primo passo verso la panificazione fu l'utilizzo dei cereali tramite una macinazione grossolana per ottenere delle pappe mescolandoli con acqua, ben presto si scoprì che tostando i chicchi essi divenivano più gustosi e digeribili il passo alla cottura delle pappe fu breve: qualcuno osservò che lasciando la miscela vicino al fuoco o su pietre roventi, questa s'induriva, si arrivò in tal modo ai primi pani senza lievito. Un sistema di cottura simile ad un forno la cui invenzione è attribuita agli egiziani era una struttura a forma di cono contenente la legna e quindi il fuoco sulla cui superficie rovente venivano applicate le formelle di pasta : quando cadevano voleva dire che erano cotti da una parte, ma venivano riappiccicati dall'altra per completare la cottura . L'evoluzione verso il sistema di cottura tipico del pane cioè a calore elevato ma diffuso si ebbe dapprima con l'utilizzo di vasi di terracotta posti sopra le pietre roventi. tappa successiva fu l'apprestamento di una buca foderata di pietre arroventate dal fuoco soprastante quindi la costruzione dei primi forni in materiale refrattario con fuoco sottostante alla camera di cottura. Il processo di fermentazione naturale dell'impasto fu scoperto per caso probabilmente un impasto di farina e acqua che dimenticato in luogo caldo fermentò diventando soffice voluminoso e acido e dopo la cottura risultò essere fragrante e buono. In Egitto compare per la prima volta la figura professionale del fornaio quindi la tecnica della lievitazione si evolve diventando un'attività artigianale. Gli Egizi impararono, dunque, a utilizzare quella pasta, a cuocerla e a conservarne qualche pezzetto per trasmettere la forza misteriosa della lievitazione mentre alcuni popoli come gli Ebrei considerarono impura quella pasta e non la utilizzarono mai. Nel periodo ellenico si ha una grande diversificazione del pane attraverso l'aggiunta di ingredienti e tempi e temperature di cottura differenti, questo sviluppo artigianale era legato all'evoluzione della società, delle classi sociali, della cultura e riti religiosi in cui il pane da subito fu protagonista per la centralità simbolica che rappresentava nella vita dell'uomo come radice della civiltà stessa. La civiltà romana l'incontrò il pane a seguito della conquista ellenica: da allora sorsero numerosissimi forni pubblici, a Roma nel 168 a.C. e ai tempi di Augusto se ne contavano circa 400 e i fornai quale gruppo sociale diedero inizio a forme di associazionismo come corporazione dei pistores. |
Inviato da: giumadgl0
il 13/06/2013 alle 19:47
Inviato da: ho.sesso
il 03/01/2013 alle 12:11
Inviato da: papiriRotoliEricette
il 02/12/2011 alle 06:43
Inviato da: fadiesis_minore
il 29/11/2011 alle 23:48
Inviato da: fadiesis_minore
il 29/11/2011 alle 23:44