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Eroi nuovi, peccati vecchi

Post n°23 pubblicato il 13 Ottobre 2009 da erocold

Tag: Poesie dei giorni dispari

Prenditi le mie scarpe ... (a Piero Welby)

Sono stato, uno stagno di buio

Ora sono ubriaco, d’universo.

Giuseppe Ungaretti

Prenditi le mie scarpe

già prive dei miei passi.

Adesso a piedi nudi

io trafiggo sassi. Ignota a me

è la terra arata e dissodata

che assorbe il corpo e il sangue

di ogni tuo peccato.

Per me, cuore e martello,

il dio ha scavato

nel suo respiro un posto,

dove sepolta e libera

a piaghe e aliti di morte,

l’anima mia s’aggrappa

alla materia

di cui son fatti i sogni.

Corrado Brocco

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Rispondi al commento:

socrate400 il 19/10/09 alle 19:24 via WEB

Comunque mi riferisco al modo di usare le parole, all'immaginario che suscitano nel trasmettere agli altri cio' che cogliamo dentro l'essenza delle cose che ci circondano, Baudelaire e' stato capace nei suoi 'Fiori del male' di trasformare la carcassa di un cavallo in una descrizione che ha aperto immagini oniriche e se queste arrivano filtrate da chi le vede attraverso delle geometrie disegnate dalle mani, allora e' poesia, indipendentemente dall'argomento trattato. Saluti E.

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