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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

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parole

Post n°480 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da simurgh2

 

Si tratta di una dea della mitologia latina, figlia di Amore e Psiche, che fluttua in uno spazio in cui tradizione e innovazione, natura e arte si giurano amore eterno. È  il botticelliano ?piacere umanizzato? che diventa vivo. Verità. E ritorna vino, poiché «in vino veritas»

Le parole hanno dita 
Toccano sfiorano frugano 
Si possono dissipare le parole in amore 
Si scavano tane che poi devi cercare 
Hanno dita che arrampicano e si fanno nidi tra i rami 
Hanno dita che sanno correre nel bosco 
Bisogna tenersele buone 
Le parole hanno dita per scrivere nell'aria 
parole che ti puoi scordare 
per inventarne altre sempre e non morire 
Parole mano-messe sanno pregare


erinni le parole fanno vuoti 
scavano a mani nude inconscie
mutevoli vendette
che ti amano a intermittenza

Le parole sono  una pelle che noi vestiamo di voce. 
Salgono, spingono in alto il fiato che le pronuncia 
Hanno una pelle che l'altro riconosce  
Hanno una pelle che cerca  dentro l'orecchio la lingua 
La pelle che cerca altra pelle, 
altre parole su cui toccarsi, sfregarsi, graffiarsi. 
Parole di carne che desiderano l'altro; 
l'ascolto,lo scambio d'amore. 
Scriviamo accavallando minuscoli simboli  
Parole che salgono da dentro,
spingono come balene che riemergono 
Ultrasuoni nelle profondità marine in cerca della loro Alifib 
Viaggiano nel bianco come un mare di ghiaccio  
spuntoni minacciosi aspettano 
Come una baleniera segue la scia della balena 
hanno pronti gli arpioni da scagliare 
sulla pelle carne punta di ferro che affonda 
Le parole hanno sottili percorsi 
fessure nell'altro che raccoglie libera 
ramifica accarezza o fa esplodere.  
Il bianco è richiamo abissale


le parole fanno le cose,scirveva Austin....
anche il silenzio,aggiungo io....parla e fa:
crea carenza,schianta,saccheggia l'amore
decompone
del resto...se:in principio era il verbo...
la parola si fa azione per il Faust...
una scelta,credo io....
un tentativo di progetto contro il caso.

 

 


Le parole come le balene sono ambigue
Hanno fauci spaventose da cui, se esci, sei un uomo
Ma non ne puoi uscire, se non sai il silenzio 

 

bestia che assedia
degli innocenti il silenzio
non c'è innocenza nel silenzio
la celebrazione è dentro la foresta,in fuga
la nostra lingua va difesa nell'arena dalla morte
non vivono sugli allori le parole
hanno in sè l'll demone dei barbari

senza riposo 

 

 

 

 

"..le parole
dopo un’eterna attesa
rinunciano alla speranza
di essere pronunciate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute"
( E. Montale)

Non posso sentire quel che dici
se tieni gli occhi chiusi.

A cosa assomiglia per te l'amore?
 

 

«With All Your Senses - spiega La Spada ? più che un titolo è un invito a trovare nel suo acronimo,

(foto di Giuseppe Spada)

 

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
l\'ll il 27/10/12 alle 18:56 via WEB

tra_dita spolpa all'osso la vita,la parola
lacerata strazia nel canto
tolta dal muro rivoltata
terra dorata
è una bestia di gioia che gira di notte,
sa dov'è l'acqua, tutto s'ingoia!
Pensavi avesse coscienza?
-dove l'hai messa?-
cosa nascondi di bianco tra le dita?-
-un latte che entra dentro la stanza...
l'infinito stretto in un poco,in un niente
un foglio staccato...-
"Accade che i suoni non sempre
si sciolgano in modo irreparabile
si sa, a volte, dove vanno a finire le grida"
Una fiamma disperde l'ultima voce,
la carne è finita
C'è un silenzio tra una parola e l'altra
che si fa canto dentro la radura
rivolto l'uno l'altro insegna
che mentrel'll vento picchia l'll tempo tiene
le lingue insieme dispone sopra l'altare
unisce l'occhio al centro una Voce chiara
e dove l'aria lascia che le Vocali sposino
l'abito le veste in grazia rara
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
simurgh il 28/10/12 alle 10:57 via WEB
Parole tra le dita, sillabe sotto le unghie, come una Gualtieri spolpa al posto di Brodskij, o Theolonious Monk sull'avorio dei tasti "Ciò che non muta io canto", ma poi le parole le rompi, per farne di nuove, dall'inizio del mondo, dove un altro finisce, bestia di gioia, riparti. Come se le parole non sapessero dire che, quel che è vero, appare solo in sogno,e la realtà non è questa, non voglio vivere qua, in solo questo, la schiuma dei giorni, e nelle parole un bene rifugio. Lasciandole la, ferme, se aspetti, le parole da sole ti danno risposte, parole bianche, non ancora scritte, dissipano il dubbio, trovano la pozza e disarcionano la sete, per un solo istante magari, bestie di notte, è l'acqua che asseta. Parole bianche come la neve, come il latte che entra dentro una stanza che ti fa venir sangue sulle gengive, perchè la parola non dice solo quello che un'attimo prima si è pensato, e nell'incoscienza che svela, standoti stesa tra le zampe riparte da sola, tu devi solo svelarla e poi ucciderla. Parole giocattolo, da sventrare, aprire per guardar quel che c'è dentro, e scoprire che non siamo noi a scrivere ma, siamo scritti. E' possessione, alle volte, senza accorgersi che la parola imprigiona e nasconde. Ci consegniamo a lei, regina suprema della radura, ce lo dice, ascolta, basta il silenzio, come il buio accerchia la luce che sgrava, come il fiato respiro la voce, non dire. Io non so cosa sia, se un giocattolo o una responsabilità, la parola diventa responsabile dove finisce la poesia, e allora corri, bambino corri, domani non si va a scuola. Lo scintillante prospettarsi è nel gioco, nell'invenzione, nell'inizio di ogni poesia e dove, nel giocarla ci porti. Dimoriamo attimi per viverli al di la della cognizione del tempo, nella provvisorietà e nell'impermanenza, per saltare e ballare nella vicinanza, a chiudere il cerchio tenendosi per mano. Come tutto da sempre si ripete, nell'eterna ghirlanda brillante, inizio e fine e dalla fine ricominci, perchè tutto è cosi irripetibile nella sua unicità, e per questo ricomincia la, dove ogni cosa allude ad altro.

"Nomino le cose perché siano princìpi di speranza, perché smettano di farmi sanguinare le dita.
Entrare in un cuore altrui. Non essere più distratta da me. Possibile sentire fino a non sentire più nulla?
Le parole sono pietre così preziose che chi le disseppellisce non potrà vivere a lungo.
A un animale ferito tutto comincia a rivelarsi. Ma muore un attimo prima."

A. Pizarnik.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
l\'ll il 28/10/12 alle 16:30 via WEB
sono Te_se le parole
pressione lieve
della lingua in moto
sgraffiatura breve
sopra l'arco
e_salta la ferita
su me stessa
Sono se_Te le parole
della donna che hai nel volto
nel tuo sonno convocata
la parola viene a dirti che ritorna
come buccia tra le dita
come bestia, infin di vita
non è questa la realta?
è allucinazione
trasferire la realtà nella visione
la descrizione nell'immaginazione
lo sa Flaubert,che non provoca terrore
che le bestie son di gioia a non mutare
che noi bambini siamo ladri coi fucili
che difendiamo Nostre le possessioni
arrotolando l'll filo torno torno
a quella strana trottola ch'è l'll giorno
forzando di trovare l'll senso
all'invenzione del silenzio
alla saliva della luce
agli occhi espatriati.
Si fa dimora e forza antica allora l'll gioco
la danza che riprende l'll filo della scuola
tutto essendo nulla si ripete
e per questo
si ricomincia dalla Se_Te
che non muore in Noi
 
lightdew
lightdew il 20/11/12 alle 09:58 via WEB
parole come..auguri di un felice compleanno..anche se era ieri..ed io l'ho visto appena oggi..;) forse l'amore assomiglia a piccoli gesti che nel quotidiano ci portano il sorriso..;)
 
Eulalie2
Eulalie2 il 02/12/12 alle 17:17 via WEB
dico che lascio parole d’amore:
dico quelle che scrissi e che non
scrissi,
dico quelle che dissi e che non dissi,
quelle pensate e quelle non pensate,
ma che, a pensarci, però, ci pansavo:
quando avrò lingua di cenere a
polvere,
con quattro corde di vermi vocali,
ci potrà fare, quella, il suo conforto:
quando è finito ogni gesto d’amore, dopo i baciari e dopo i carezzari,
e dopo gli abbracciari e gli avvinghiari,
e poi, dopo gli stringeri e i leccari,
e dopo, ancora, i succhiari e i pompari,
dopo i fellari e dopo gli iorrumari,
e, in tutte pose, tutti quanti i fotteri,
e, finalmente, tutti gli orgasmari,
così con uomo, e anche così con donna
così con altro, e anche così con me,
in quel fiato che ancora può soffiare,
se un soffio soffia, è un soffio di parole:
e così amore finisce in romanza,
e si chiude in canzone e cantilena;
amore muore in strambotto e in rispetto,
spira in stornello, in elegia,in sonetto. [...]
- E.Sanguineti -
 
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