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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

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parole

Post n°480 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da simurgh2

 

Si tratta di una dea della mitologia latina, figlia di Amore e Psiche, che fluttua in uno spazio in cui tradizione e innovazione, natura e arte si giurano amore eterno. È  il botticelliano ?piacere umanizzato? che diventa vivo. Verità. E ritorna vino, poiché «in vino veritas»

Le parole hanno dita 
Toccano sfiorano frugano 
Si possono dissipare le parole in amore 
Si scavano tane che poi devi cercare 
Hanno dita che arrampicano e si fanno nidi tra i rami 
Hanno dita che sanno correre nel bosco 
Bisogna tenersele buone 
Le parole hanno dita per scrivere nell'aria 
parole che ti puoi scordare 
per inventarne altre sempre e non morire 
Parole mano-messe sanno pregare


erinni le parole fanno vuoti 
scavano a mani nude inconscie
mutevoli vendette
che ti amano a intermittenza

Le parole sono  una pelle che noi vestiamo di voce. 
Salgono, spingono in alto il fiato che le pronuncia 
Hanno una pelle che l'altro riconosce  
Hanno una pelle che cerca  dentro l'orecchio la lingua 
La pelle che cerca altra pelle, 
altre parole su cui toccarsi, sfregarsi, graffiarsi. 
Parole di carne che desiderano l'altro; 
l'ascolto,lo scambio d'amore. 
Scriviamo accavallando minuscoli simboli  
Parole che salgono da dentro,
spingono come balene che riemergono 
Ultrasuoni nelle profondità marine in cerca della loro Alifib 
Viaggiano nel bianco come un mare di ghiaccio  
spuntoni minacciosi aspettano 
Come una baleniera segue la scia della balena 
hanno pronti gli arpioni da scagliare 
sulla pelle carne punta di ferro che affonda 
Le parole hanno sottili percorsi 
fessure nell'altro che raccoglie libera 
ramifica accarezza o fa esplodere.  
Il bianco è richiamo abissale


le parole fanno le cose,scirveva Austin....
anche il silenzio,aggiungo io....parla e fa:
crea carenza,schianta,saccheggia l'amore
decompone
del resto...se:in principio era il verbo...
la parola si fa azione per il Faust...
una scelta,credo io....
un tentativo di progetto contro il caso.

 

 


Le parole come le balene sono ambigue
Hanno fauci spaventose da cui, se esci, sei un uomo
Ma non ne puoi uscire, se non sai il silenzio 

 

bestia che assedia
degli innocenti il silenzio
non c'è innocenza nel silenzio
la celebrazione è dentro la foresta,in fuga
la nostra lingua va difesa nell'arena dalla morte
non vivono sugli allori le parole
hanno in sè l'll demone dei barbari

senza riposo 

 

 

 

 

"..le parole
dopo un’eterna attesa
rinunciano alla speranza
di essere pronunciate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute"
( E. Montale)

Non posso sentire quel che dici
se tieni gli occhi chiusi.

A cosa assomiglia per te l'amore?
 

 

«With All Your Senses - spiega La Spada ? più che un titolo è un invito a trovare nel suo acronimo,

(foto di Giuseppe Spada)

 

 
Rispondi al commento:
Utente non iscritto alla Community di Libero
simurgh il 28/10/12 alle 10:57 via WEB
Parole tra le dita, sillabe sotto le unghie, come una Gualtieri spolpa al posto di Brodskij, o Theolonious Monk sull'avorio dei tasti "Ciò che non muta io canto", ma poi le parole le rompi, per farne di nuove, dall'inizio del mondo, dove un altro finisce, bestia di gioia, riparti. Come se le parole non sapessero dire che, quel che è vero, appare solo in sogno,e la realtà non è questa, non voglio vivere qua, in solo questo, la schiuma dei giorni, e nelle parole un bene rifugio. Lasciandole la, ferme, se aspetti, le parole da sole ti danno risposte, parole bianche, non ancora scritte, dissipano il dubbio, trovano la pozza e disarcionano la sete, per un solo istante magari, bestie di notte, è l'acqua che asseta. Parole bianche come la neve, come il latte che entra dentro una stanza che ti fa venir sangue sulle gengive, perchè la parola non dice solo quello che un'attimo prima si è pensato, e nell'incoscienza che svela, standoti stesa tra le zampe riparte da sola, tu devi solo svelarla e poi ucciderla. Parole giocattolo, da sventrare, aprire per guardar quel che c'è dentro, e scoprire che non siamo noi a scrivere ma, siamo scritti. E' possessione, alle volte, senza accorgersi che la parola imprigiona e nasconde. Ci consegniamo a lei, regina suprema della radura, ce lo dice, ascolta, basta il silenzio, come il buio accerchia la luce che sgrava, come il fiato respiro la voce, non dire. Io non so cosa sia, se un giocattolo o una responsabilità, la parola diventa responsabile dove finisce la poesia, e allora corri, bambino corri, domani non si va a scuola. Lo scintillante prospettarsi è nel gioco, nell'invenzione, nell'inizio di ogni poesia e dove, nel giocarla ci porti. Dimoriamo attimi per viverli al di la della cognizione del tempo, nella provvisorietà e nell'impermanenza, per saltare e ballare nella vicinanza, a chiudere il cerchio tenendosi per mano. Come tutto da sempre si ripete, nell'eterna ghirlanda brillante, inizio e fine e dalla fine ricominci, perchè tutto è cosi irripetibile nella sua unicità, e per questo ricomincia la, dove ogni cosa allude ad altro.

"Nomino le cose perché siano princìpi di speranza, perché smettano di farmi sanguinare le dita.
Entrare in un cuore altrui. Non essere più distratta da me. Possibile sentire fino a non sentire più nulla?
Le parole sono pietre così preziose che chi le disseppellisce non potrà vivere a lungo.
A un animale ferito tutto comincia a rivelarsi. Ma muore un attimo prima."

A. Pizarnik.
 
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Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)

 
 
 
 

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